martedì 16 maggio 2023
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lunedì 15 maggio 2023
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domenica 14 maggio 2023
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Elio De Angelis, pilota e gentiluomo
di Massimo Campi - Immagini © Raul Zacchè/Actualfoto
Elio De Angelis, nasceva a Roma
il 26 marzo del 1958. Aveva un grande talento, era veloce, era anche ricco e
con una grande educazione. Forse sarebbe finito a fare il compositore di
musica, come avrebbe voluto da giovane ed invece, appassionato di motori fin
dall’infanzia, a 14 anni cominciò a guidare i kart. Visti i brillanti
risultati conseguiti, tra cui la vittoria del titolo europeo nel 1976, la
famiglia decise di fargli continuare la carriera da pilota e il padre,
ricco costruttore e campione di motonautica, gli regalò una Chevron con
cui poté correre in Formula 3, ma non ricevette più alcun finanziamento
dai genitori.
Nel 1977 De Angelis è
campione italiano l’anno seguente passa in Formula 2, senza però ottenere grandi
risultati. Torna a gareggiare una tantum in Formula 3 a Montecarlo, vince con
la sua Chevron ed il successo gli apre le porte alla massima formula. Si fanno
avanti la Brabham di Bernie Ecclestone e Ken Tyrrell che gli offre inizialmente
un contratto per la futura stagione, ma poi improvvisamente l’ex boscaiolo si
tirò indietro. De Angelis fece causa alla scuderia, che perse, ma i soldi
ottenuti non furono sufficienti al romano nemmeno per pagarsi le spese legali. In
seguito Enzo Ferrari invitò il romano a Maranello inserendolo nel
programma giovani con la proposta di un sedile per la Minardi in Formula
2.
Il debutto in F.1 arriva nel 1979
con la Shadow di Don Nichols. De Angelis si paga il volante versando 25.000
dollari a gara, forniti da una serie di sponsor. Va forte, con i mezzi che
ha, lo nota Colin Chapman e gli offre un sedile di seconda guida per il
1980. De Angelis dimostra subito di saperci fare e con la squadra inglese
rimane sei stagioni e conquista due vittorie: nel 1982 in Austria e ad
Imola nel 1985. Subito entra in sintonia con Colin Chapman, ma il patron
della Lotus muore a fine del 1982 lasciando la squadra nella mani di Peter
Warr. Arriva un giovane Brasiliano, Ayrton Senna e De Angelis capisce
che è il momento di cambiare aria e va alla Brabham di Bernie Ecclestone
con Gordon Murray che aveva appena ideato la BT 55 sogliola, una monoposto
superpiatta, per sfruttare meglio l’effetto suolo, mossa del 4 cilindri BMW
Turbo che aveva una potenza mostruosa.
Il 14 maggio del 1986 De Angelis
è al volante della sua Brabham per una sessione di test al Paul Richard.
Sulla BT55 viene montato un nuovo alettone, sono appena passate le 11,30 del
mattino De Angelis parte per un giro lanciato, poco dopo si sente uno schianto,
la monoposto vola in aria, ricade, prende fuoco, il pilota è intrappolato
dentro, non c’è più nulla da fare. All’ingresso della veloce “Esse de la
Verriere” l’alettone della Brabham vola via, la monoposto perde aderenza ad
oltre 270 km/h, le fiamme incendiano anche un albero vicino alla pista e nessun
addetto antincendio è nelle vicinanze. Finisce così la favola di Elio De
Angelis, un pilota forte, veloce e gentiluomo.
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