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venerdì 7 febbraio 2025

Nel 2025 si assegneranno i titoli nazionali riservati alle Auto Classiche


La Commissione Auto Storiche di ACI Sport ha introdotto un ulteriore riconoscimento dedicato alle “nuove arrivate” Auto Classiche, le vetture prodotte tra il 1993 e il 2000. Dopo l’istituzione del Gruppo Classiche, il panorama delle competizioni storiche si arricchisce di un nuovo traguardo: i titoli nazionali riservati alle Auto Classiche.

A partire dalla stagione 2025, i conduttori di queste vetture potranno competere per il titolo di Campione Italiano Rally Auto Classiche. La validità del titolo sarà riconosciuta a tutte le gare del Campionato Italiano Rally Auto Storiche (CIRAS) e del Trofeo Rally di Zona (TRZ).

Anche negli appuntamenti del Campionato Italiano Rally Auto Storiche di Regolarità (CIRAR) verrà introdotta la classifica dedicata, con l’assegnazione finale del titolo tricolore di Campione Italiano Rally Auto Classiche di Regolarità.
Gli stessi principi saranno applicati nel Campionato Italiano Velocità in Salita Auto Storiche (CIVSAS), con il titolo dedicato alle Auto Classiche assegnato sulla base di tutte le gare in calendario.

Per quanto riguarda le gare di Velocità in Circuito, saranno quattro gli appuntamenti validi per il neonato Campionato Italiano Velocità in Circuito Auto Classiche, all’interno delle gare del Campionato Italiano Velocità in Circuito Auto Storiche (CIVCA): 

Mugello (9-11 maggio)
Vallelunga (18-20 luglio)
Magione (11-12 ottobre)
Misano (24-26 ottobre)

In ogni disciplina, saranno mantenute le classi previste in tutte le classifiche ufficiali, garantendo così equità e competitività. Non saranno inoltre necessarie iscrizioni aggiuntive rispetto a quella della gara per competere nella classifica dedicata alle Classiche.

INFO

Foto Claudio Pezzoli • New Reporter Press

ASI E IL MOTORSPORT CLASSICO A RALLY RACING MEETING



La Fiera di Vicenza ospita la quarta edizione di Rally Racing Meeting, il salone interamente dedicato al motorsport organizzato dal due volte campione del mondo rally Miki Biasion. Sabato 8 e domenica 9 febbraio gli appassionati potranno vivere due giornate incontrando i campioni della velocità e ammirando auto e moto da competizione di ieri e di oggi.

L’Automotoclub Storico Italiano sarà in pole position con uno stand nel quale saranno esposti modelli iconici per presentare i prossimi eventi dedicati al mondo delle corse, a due e quattro ruote: “ASI in Pista Spring Experience”, il track day per auto storiche sportive e da competizione di domenica 9 marzoall’Autodromo Tazio Nuvolari di Cervesina (PV), e “ASI MotoShow”, kermesse internazionale che porta in pista la storia della moto dal 9 all’11 maggio all’Autodromo di Varano de’ Melegari.

Nello stand ASI a Rally Racing Meeting saranno in mostra tre vetture da corsa di tre epoche e tre specialità diverse: la Siata 750 Sport del 1948, la Abarth SE027 Sport Prototipo del 1973 e l’Alfa Romeo 156 Superturismo del 1999.

La prima rappresenta le sportive realizzate da piccoli costruttori e artigiani per le corse su strada che tornavano a vivacizzare il mondo dell’automobilismo sportivo nel secondo dopoguerra. Partendo dagli autotelai di Fiat Balilla o Topolino, ne elaboravano i motori e allestivano carrozzerie essenziali che avrebbero presto fatto nascere la definizione di “barchetta”.

La Abarth SE027, vincitrice del “Best of Paddock” ad ASI in Pista 2024, è una delle sole tre costruite nella fabbrica dello Scorpione ed è stato l’ultimo progetto seguito dal fondatore Carlo Abarth con la speranza – mai concretizzata - di vedere una sua vettura in pista nel Mondiale Marche.

L’Alfa 156 rappresenta invece l’ultima “rossa” del Biscione a far man bassa di titoli internazionali nei campionati per vetture Turismo. Nella versione Superturismo ha corso dal 1998 al 2001 vincendo i campionati italiani ed europei.

Per le moto è stata scelta una rappresentanza sportiva del celebre marchio vicentino Laverda, fondato a Breganze nel 1949: una 750 SFC (Super Freni Competizione) del 1975, ultima evoluzione del modello bicilindrico nato nel 1969 per l’impiego nelle corse endurance, e una Formula 500 del 1978, altra bicilindrica costruita in meno di 100 esemplari per dare vita ad un trofeo monomarca disputato fino al 1981.







Al Rally Racing Meeting 2025 quattro leggendarie Lancia provenienti dall’Heritage Hub





Dall’8 al 9 febbraio, presso la Fiera di Vicenza, andrà in scena la quinta edizione del Rally Racing Meeting, la più grande fiera annuale dedicata al mondo delle competizioni automobilistiche e organizzata dal due volte campione del mondo rally Miki Biasion. Al centro dell’esposizione vicentina, l’inedita mostra di tutti i modelli Lancia che, dal 1920 in poi, hanno partecipato a competizioni sportive, regalando momenti unici agli appassionati del brand italiano e del motorsport internazionale.

Ben quattro di queste sensazionali vetture fanno parte della preziosa collezione di Stellantis Heritage, l’ente del Gruppo che custodisce, tutela e divulga l’inestimabile patrimonio dei marchi automobilistici italiani. Solitamente esposti presso l’Heritage Hub a Mirafiori, si tratta dei modelli Lancia Stratos HF “Alitalia” del 1974 (vincitrice del Rally del Portogallo 1976), Lancia D50 F.1 (1954), Lancia D25 (1954) e Lancia ECV2 (1988). Inoltre, al Rally Racing Meeting 2025 il pubblico potrà ammirare le più recenti creazioni - Ypsilon Rally 4 HF, Ypsilon HF da 280 CV e Ypsilon LX – a conferma di quel fil rouge che lega un glorioso passato ad un altrettanto luminoso futuro del brand, sia in strada che in gara.

Tra l’altro, per la messa a punto dei modelli Ypsilon Rally 4 HF ed Ypsilon HF da 280 CV, il marchio italiano si è avvalso proprio di Miki Biasion, una vera leggenda nella storia del motorsport che, tra gli anni ’80 e ’90, ha indissolubilmente legato il proprio nome al marchio Lancia, diventando il pilota italiano più vincente di tutti i tempi. Al volante dell’iconica Delta della scuderia Martini Racing, Biasion ha conquistato i mondiali 1988 e 1989, contribuendo così a rendere Lancia il marchio con il maggior numero di vittorie di tutti i tempi, grazie a dieci Campionati del Mondo Rally Costruttori, tre Campionati del Mondo di Endurance Costruttori, una 1000 Miglia, due Targa Florio e una Carrera Panamericana.

Lancia Statos Gr.4 Alitalia (1974)
Tra le più ammirate della mostra, di certo sarà la straordinaria Lancia Stratos Gr.4 Alitalia (1974) che vinse il rally del Portogallo nel 1976 e si classificò seconda nel rally di Monte Carlo del 1977. Contraddistinta dalla livrea bianco-rosso-verde dello sponsor Alitalia, il mitico modello Stratos garantì alla casa Lancia il dominio assoluto del mondo dei rally fino a metà degli anni 70. All'epoca, il direttore sportivo Cesare Fiorio sfruttò tutte le possibilità del regolamento per creare -sotto il suo coordinamento - la prima auto costruita con il solo ed unico scopo di vincere i rally. La coupé due posti è caratterizzata dall'iconica linea cuneiforme, opera di Marcello Gandini per la carrozzeria Bertone, ed è spinta da un sei cilindri da 2,4 litri di provenienza Ferrari, situato alle spalle di pilota e copilota allo scopo di ottimizzare il peso. Prodotta nella versione ufficiale da corsa (con testata prima a 12, poi a 24 valvole per una potenza massima di 300 CV) in 26 esemplari su un totale di circa 500, la Stratos conquistò un numero straordinario di vittorie, tanto da essere definita l'"arma assoluta" dei rally. Fra l'altro vinse per tre volte consecutive il rally di Monte Carlo e si aggiudicò tre titoli nel campionato mondiale costruttori (dal 1974 al 1976) ed altrettanti nell'europeo piloti, oltre alla vittoria della Coppa Mondiale FIA piloti rally nel 1977, con Sandro Munari.


Lancia D50 F.1 (1954)
La D50 rappresenta uno dei più grandi traguardi sportivi nella Storia della Casa di Borgo San Paolo. Nel 1953 la Lancia, già impegnata con successo nelle corse automobilistiche su strada, decise di prendere parte anche al Campionato Mondiale di Formula 1. Fu quindi affidato a Vittorio Jano il compito di progettare, con l'ausilio del Reparto Corse, una vettura monoposto. La vettura, dotata di motore 8 cilindri a V di 90° con cilindrata di 2,5 litri, esordì nell'ottobre del 1954 al G.P. di Spagna. La D50 si distingue per le impeccabili finiture (inusuali in una monoposto da competizione) e per un peso piuttosto contenuto, inferiore di oltre mezzo quintale rispetto a quello delle dirette concorrenti. La caratteristica estetica ed aerodinamica più rilevante è rappresentata dalla posizione laterale dei serbatoi del carburante, che garantisce un miglioramento del valore del CX ed una stabilità eccezionale nella marcia a serbatoi pieni. Nel 1955, condotta da piloti del calibro di Alberto Ascari e Gigi Villoresi, conseguì alcuni importanti successi, tra cui le vittorie al Gran Premio di Napoli e a quello del Valentino. La relativa esiguità dei traguardi sportivi, unita alla situazione economica sfavorevole della famiglia Lancia ed alla tragica scomparsa di Alberto Ascari, convinsero la Casa ad abbandonare il Campionato di F1. Tutto il materiale venne così ceduto alla Ferrari che, nel 1956, vinse il Campionato del Mondo con Juan Manuel Fangio alla guida di una versione modificata della D50. L'esemplare esposto è quello con cui Gigi Villoresi partecipò al Gran Premio del Valentino del 1955.


Lancia D 25 (1954)
Il modello nasce sulla scia del successo ottenuto dalla D 24 nella Carrera Panamericana nel novembre 1953, successo che rinforza la convinzione, in particolare di Gianni Lancia e Vittorio Jano, di proseguire l'attività agonistica. Da notare che, di fatto, lo sviluppo progettuale della D 24 andò di pari passo con quello della D 50. In particolare, per la D 25 si puntò molto, in primo luogo, su un motore più potente e più performante, in grado di offrire anche buone garanzie anche sulla durata. Dopo alcuni studi e prove effettive si optò per un propulsore con 6 cilindri a V, una cilindrata di 3750 cm3 e una potenza massima di 305 CV. Il motore era alimentato tra 3 carburatori Weber 46. La vettura inoltre pesava circa 40 kg in meno rispetto alla D24. Anche il telaio, seppure derivato da quello della D 24, subì alcune modifiche, in particolare alle sospensioni. Nella parte posteriore si applicò lo schema De Dion con biella longitudinale laterale e doppia balestra in grado di assicurare una maggiore stabilità all'assetto. Per quel che riguarda l'attività sportiva, va ricordato che una prima apparizione in competizione risale al giugno del 1954 quando un motore D 25 allestì una D24, nel G. P. di Oporto, condotta da Ascari. Poi, nel settembre del 1954 tre D 25 furono iscritte al Tourist Trophy.


Lancia ECV2 (1988)
Realizzato nel 1988, il prototipo Lancia ECV2 rappresenta l’evoluzione della Lancia ECV (Experimental Composite Vehicle), seppure con un disegno di carrozzeria meno esasperato e con un sistema di dosaggio della sovralimentazione ottimizzato per i bassi regimi in funzione della gestione dei due turbocompressori. La vettura viene approntata per studiare l’introduzione nelle competizioni del campionato mondiale rally di nuovi materiali compositi, da impiegare nella costruzione della scocca e per la fabbricazione di alcuni componenti meccanici come l’albero di trasmissione e i cerchi ruota. Si fa così ricorso a pannelli in fibra di carbonio, strutture alveolari e schiume rigide. Il risultato è un risparmio di oltre il 20% in termini di peso rispetto alla Delta S4 di partenza, mantenendo però la stessa rigidità torsionale. La Lancia ECV2 è equipaggiata con un propulsore 4 cilindri da 1759 cc che eroga fino a 600 CV a 8.000 giri al minuto, grazie a un sistema di doppio turbo compressore con intercooler e, particolarità tecnica inedita, ad un sistema di controllo modulare della pressione. La Lancia ECV2 tocca i 220 km/h di velocità massima e impiega solo 9” per passare da 0 a 200 km/h.






mercoledì 29 gennaio 2025

Regolarità AutoStoriche | Parte bene il 2025 di Rovigo Corse



La stagione invernale si sta già rivelando particolarmente interessante per Rovigo Corse che, in attesa del via del Campionato Italiano Regolarità Auto Storiche, si è concessa il lusso di ottenere brillanti risultati nel recente fine settimana.

Dal 23 al 26 di Gennaio si è corsa un'altra memorabile edizione della Winter Marathon che, avendo come quartier generale Madonna di Campiglio, ha portato i concorrenti ad attraversare il Passo del Tonale in notturna, il Duron, il Mendola, il Nigra, il Costalunga, il Pordoi, il Campolongo, il Gardena, il Pinei ed il Palade, prima di concludere due tappe estenuanti.
Su uno dei palcoscenici più blasonati per il mondo della regolarità la scuderia polesana ha centrato un importante vittoria, quella tra gli equipaggi stranieri, colta grazie a Duarte Freitas che, in coppia con Ana Margarida Dias su una MG B Roadster, ha battuto la concorrenza.
Il portoghese ha arricchito ulteriormente il proprio bottino con la sedicesima posizione nella generale di RC4, accarezzando il podio, con il quarto nella classe fino a duemila, e la top ten, con l'undicesimo in quel sesto raggruppamento che univa le vetture dal 1972 al 1976.

“In questo fine settimana abbiamo avuto il privilegio di partecipare alla Winter Marathon” – racconta Freitas – “ed abbiamo corso in mezzo a paesaggi mozzafiato, su strade dove il ghiaccio e la neve rendevano la sfida particolarmente dura. Precisione, lavoro di squadra e resistenza sono stati fattori determinanti per poter ottenere questo risultato. Il secondo giorno è stato una vera maratona con oltre quattrocento chilometri da percorrere, attraversando ben dodici passi dolomitici. Abbiamo spinto l'auto e noi stessi oltre ogni limite, resistendo a diciassette ore di guida che sono state interrotte da poche e brevissime soste. Grazie in particolare a Maggie perchè la sua abilità nello stare concentrata, gestendo ogni pressione, ci ha permesso di arrivare a questo risultato. Grazie a Rovigo Corse per averci sostenuto.”

Dal nord al sud Italia per festeggiare un altro prestigioso traguardo, l'ottavo assoluto siglato da Rosario Santalucia, affiancato dalla moglie Margherita su un'Autobianchi A112 LX, in occasione della 12 Ore Winter Trophy che ha avuto come fulcro la città di Frosinone.
Il portacolori della compagine polesana ha così aperto al meglio la stagione, affrontando le sessanta prove di precisione previste nella sola giornata di Sabato scorso, caratterizzata da un secondo settore che ha visto i partecipanti chiamati a scontrarsi pure con le insidie della notte.

“Trattandosi di un appuntamento ASI i tubi erano ravvicinati” – racconta Rosario Santalucia – “ma possiamo considerarci soddisfatti del risultato che abbiamo portato a casa. La gara è stata molto divertente, nonostante qualche capriccio di troppo del cronometro che, in un paio di occasioni, ci ha costretto a sdoppiare al buio. Resta la soddisfazione di un ottavo assoluto che fa morale in vista dei prossimi appuntamenti di questa stagione. Grazie a tutti i partners.”

Nella foto: Duarte Freitas in azione alla Winter Marathon 2025  (ph Roberto Deias)







domenica 19 gennaio 2025

Le Ferrari dimenticate


Testo di Massimo Campi
Illustrazioni di ©Luigi Ubezio
Immagini di ©Raul Zacchè; Massimo Campi; Archivio Marasca

Negli anni ’60 la realtà Ferrari era molto diversa da quella attuale. Il cavallino rampante era già famoso nel mondo grazie alle vittorie ed alla conquista di titoli mondiali con le monoposto e le ruote coperte, ma Enzo Ferrari era ancora un piccolo costruttore che stava ponendo le basi per il futuro. Il motorsport di quelle stagioni non si basava solamente sulla Formula 1 ma anche sulle gare endurance con le vetture sport e si poteva anche correre in altre categorie sia con le monoposto che con le ruote coperte. 

Campionati che non avevano una titolazione mondiale ma avevano ingaggi e premi molto allettanti e consentivano anche la commercializzazione di vetture per i clienti privati ed un grande ritorno pubblicitario. In questo contesto nascono le corse della Temporada Argentina, la Tasman Cup e la Can Am. Paolo Marasca, giornalista e grande esperto del mondo Ferrari, ha incontrato gli appassionati in un evento organizzato da MAMS – Monza Auto Moto Storiche e dal Ferrari Club Vedano al Lambro, per raccontare alcune Ferrari cosiddette minori, le “Ferrari dimenticate” che però hanno scritto alcune pagine gloriose nella storia del motorsport.

La Ferrari Dino, dalla Formula 2 alla Tasman Cup ed alla Temporada Argentina

Nel 1967 nasce la Formula 2, anticamera della Formula 1 che utilizza monoposto con motori di 1,6 derivati da unità di serie. Ferrari è attratto dalla categoria, inizialmente la Commissione Sportiva Internazionale emana un regolamento con il propulsore che doveva essere derivato da una unità di serie prodotta in almeno 50 esemplari, ma alla sua attuazione la produzione sale a 500 esemplari. Enzo Ferrari non si scompone e si rivolge alla Fiat stringendo il primo accodo commerciale tra Maranello e Torino per la produzione di due vetture sportive, sotto il nome “Dino” con motori di 6 cilindri. 


Nasce la Dino Fiat e la Dino 246 prodotta dalla Ferrari con motore centrale. L’unità V6 verrà utilizzata come base per la monoposto che parteciperà alle gare di Formula 2 e della Tasman Cup. Dopo una serie di sviluppi, Tino Brambilla porta alla vittoria la monoposto, la 166 F2, il 13 ottobre 1968 ad Hockenheim. In seguito verrà impiegata nella Temporada argentina, una serie di gare che venivano disputate in Sudamerica a fine stagione, dove vince il campionato con Andrea De Adamich.
Chris Amon in quegli anni è il pilota principale della Ferrari ed anche il collaudatore preferito da Mauro Forghieri. Quando prova la monoposto di Formula 2 sulla pista di Modena ha una intuizione “Forghieri la monoposto è nata bene, è agile, perché non gli mettiamo sopra il 6 cilindri portato a 2,4 litri ed andiamo a correre nella Tasman Cup?” Il direttore tecnico del cavallino ed Enzo Ferrari appoggiano l’idea del pilota neozelandese e preparano la prima vettura che esordirà nella corse australi con Amon.

lla fine della Formula 1 di 2,5 litri i costruttori inglesi si oppongono alla nascita della Formula 1 di 1,5 litri e cercano di dare vita ad una nuova categoria, la Formula Libre che continua a correre con i vecchi motori. La categoria non ha molto successo nel vecchio continente ma si sviluppa soprattutto agli antipodi con la Tasman Cup dove si corre nella stagione invernale con premi molto allettanti e la partecipazione dei migliori piloti di Formula 1 dell’epoca.
Sulla base della monoposto di Formula 2 viene realizzata la 246 Tasmania con il V6 di 65° portato a 2,4 litri di cilindrata. La Dino 246 Tasmania è prodotta tra il 1968 e 1969 in tre esemplari, il primo anno vince due gare con Amon che arriva secondo in campionato dietro Jim Clark sulla Lotus. Nel 1969 i piloti sono Amon e Derek Bell con il neozelandese che vince la Tasman Cup.

La Can Am, il campionato dei paperoni americani

La serie Can-Am (Canadian American Challenge Cup) nasce dalle esigenze americane di avere un campionato con vetture da competizione e motori derivati dalle auto di serie americane sui vari tracciati del nord America. 
L’idea fu suggerita da Stirling Moss con l’impiego di vetture a ruote coperte, gare brevi e tirate, motori senza limiti di cilindrata e cospicui montepremi che potessero attirare i principali costruttori europei. Ben presto Lola e McLaren realizzano barchette che utilizzano i V8 Stock e Big-Block statunitensi ed i piloti europei fanno la fila per correre in America. 

Luigi Chinetti, che importa le Ferrari in America, presto intuisce il clamore mediatico di quelle corse e convince Ferrari a preparare una vettura per partecipare alle gare. La prima biposto Gruppo 7 è la Ferrari 350 Can-Am, derivata dalla P4 del 1967. È agile e veloce, ma il motore non ha la potenza necessaria per competere con i V8 americani di sette litri. La 612 Can Am è realizzata nel 1968 in due esemplari partendo dalla base 350. La 612 debutta all'ultima gara della stagione del Campionato Can-Am del 1968, che si corse il 10 novembre allo Stardust International Raceway, vicino a Las Vegas. In questa occasione Chris Amon si ritirò al primo giro. Nel 1969 la vettura prese parte nuovamente al Campionato, ed i risultati furono migliori. Sempre con alla guida Chris Amon, che arrivò secondo a Edmonton e terzo a Watkins Glen e sul circuito di Mid-Ohio. L’ultima vettura è la 712 Can Am prodotta nel 1971 in un solo esemplare, derivato dalla modifica di una preesistente Ferrari 512S che coglie l’unica vittoria in una gara Interserie (la Can-Am europea) ad Imola con Merzario.

La “Ferrarina” ASA 1000GT

Alla fine degli anni Cinquanta le vetture sportive di piccola cilindrata e alte prestazioni costruite da Abarth, Giannini e altri preparatori su meccaniche FIAT, conobbero grandi successi nelle gare e, conseguentemente, anche una discreta fortuna nelle vendite, soprattutto tra il pubblico giovane. 
Allo scopo di partecipare a questo mercato la Ferrari inizia la sperimentazione costruendo, nel 1960, un prototipo di Gran Turismo con motore quadricilindrico da 850 CC, montato su Fiat 1200 Pininfarina Coupé. 
Nasce l'ASA 1000 GT, più nota anche con il soprannome di Ferrarina, venne poi costruita dall'azienda milanese ASA (acronimo di Autocostruzioni Società per Azioni) dal 1962 al 1967, nelle versioni coupé e spider. Doveva servire anche al lancio di giovani piloti nelle corse partendo dalle gare turismo, ma gli impegni a Maranello sono molteplici e ben presto la ASA 1000 viene abbandonata.

Con le cronoscalate degli anni ’60 inizia la battaglia con la Porsche

Sempre negli anni ’60 La Ferrari inizia a correre nelle cronoscalate, allora feudo delle vetture di Stoccarda, con dei prototipi Dino e conquista gare e titoli con Ludovico Scarfiotti nel 1962 e 1965. Da quelle vetture si arriva alla Ferrari 212E creata per essere impiegata nel Campionato Europeo Montagna del 1969. 

Il motore derivava da quello utilizzato nel 1965 e nel 1966 sulla 512F1 in Formula 1. Il propulsore originale, che fu progettato da Mauro Forghieri, era un 12 cilindri a V di 180° da 1,5 http://L di cilindrata. Lo sviluppo fu eseguito dall’ingegnere Stefano Jacoponi. Il pilota scelto per guidare la 212E nelle gare del Campionato Europeo Montagna e nelle corse di preparazione fu Peter Schetty che proveniva dalla Abarth. La 212E con il pilota svizzero si impone in tutte le gare e registrando anche i record del tracciato in ogni tappa, tranne a Rossfeld, conquistando così il Campionato. Alla fine del 1969 l'unico esemplare del modello fu venduto al pilota privato Edoardo Lualdi Gabardi con una carrozzeria diversa dall'originale che conquistò il campionato italiano della montagna nel 1971.











Immagini di ©Raul Zacchè; Massimo Campi; Archivio Marasca


mercoledì 4 dicembre 2024

Grand Prix Bordino, la passione per le auto storiche celebra la 33esima edizione


La passione per le cose belle, le auto storiche, l’enogastronomia e la cultura caratterizzeranno ancora una volta la rievocazione del Grand Prix Bordino, giunta alla 33esima edizione (6-8 Giugno 2025).
L’evento fa parte del Circuito Tricolore ASI e si colloca ai vertici del turismo lento d’élite, svolto in luoghi dove storia, passione e natura si mescolano, dando vita ogni anno ad una delle manifestazioni di auto storiche più prestigiose nel panorama internazionale.

La meta del 2025 sarà il Monferrato. Paesaggi suggestivi, castelli di antica memoria, colline costellate da ricamati vigneti, luoghi di grande fascino storico, artistico, culturale e paesaggistico, riconosciuti dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Molti poeti di grande fama, tra i quali celebri letterati (Dante, Boccaccio, Carducci), hanno raccontato o citato questo straordinario territorio.
Un’ottima opportunità per scoprirne le eccellenze: benessere, cultura, natura, arte, enogastronomia, assaporare i sapori tradizionali e la varietà di prodotti tipici sempre accompagnati dai famosi vini monferrini.
In programma, la visita del castello di Masino immerso in un parco monumentale con un labirinto settecentesco tra i più grandi d’Italia. Un vero e proprio viaggio nel tempo, tra saloni, camere e passaggi segreti, dove oggi si conserva un patrimonio di arredi e affreschi sei e settecenteschi unico per integrità, completezza e originalità.
E poi ancora il Santuario di Crea, fondato nel 1589 e patrimonio UNESCO. Un percorso devozionale tra 23cappelle immerso in una cornice di filari e vigneti: un patrimonio artistico e architettonico d’inestimabile valore e bellezza.
I partecipanti alla rievocazione del Grand Prix Bordino saranno poi protagonisti di una sfilata notturna nel cuore di Casale Monferrato, ridente cittadina ricca di edifici antichi e arte che testimonia la storia che la vide capitale del marchesato del Monferrato. A Casale, nel castello del 1300 situato nel centro cittadino, si svolgerà la cena di gala prevista venerdì.
Non mancheranno le cantine vitivinicole e il castello di Uviglie, un'antica roccaforte risalente al XIV secolo, dove è prevista la chiusura della manifestazione.
Una occasione da non perdere per andare alla scoperta del Monferrato, una tra le aree più belle del Piemonte.








mercoledì 13 novembre 2024

AutoStoriche / Sabotata una Porsche 911 di Balletti Motorsport



Nizza Monferrato (AT), 13 novembre 2024 – Due piccoli dadi da 6 millimetri sono stati trovati durante l’obbligato smontaggio del motore della 911 RS di Giovanni Nucera, operazione effettuata dopo che il pilota si è dovuto ritirare nel corso del trasferimento verso la prima prova speciale del Giro di Monti Savonesi Storico.

Di primo acchito si era pensato ad un guasto meccanico, evenienza comunque sospetta dato che la vettura era stata oggetto di test un paio di giorni prima della gara e che la mattina stessa della gara aveva percorso una ventina di chilometri ad ulteriore conferma fosse tutto in regola. Fatto ancor più anomalo considerato che nel percorso di trasferimento, i motori girano ad un regime ben inferiore rispetto ai tratti di prova speciale.

Si è quindi provveduto allo smontaggio del propulsore al fine di individuare la causa della rottura ed è stata una vera doccia fredda l’aver trovato due dadi – tra l’altro di un “passo” mai utilizzato su tali vetture – che hanno danneggiato un cilindro. Il sospetto è ora che siano stati volutamente infilati da mano ignota, con buona probabilità mentre meccanici e piloti si trovavano a pranzo e la vettura incustodita era a due passi dal locale, ben prima quindi di iniziare il rally.

Carmelo e Mario Balletti assieme a Giovanni Nucera proprietario della vettura, con grande rammarico per il gesto subìto condannano il fatto accaduto a poco più di un mese dal sabotaggio patito dalla vettura di Lucio Da Zanche all’Isola d’Elba e in un fine settimana in cui è corsa la notizia del furto di due vetture alla Colombi Racing. Azioni che gettano ombre preoccupanti in un settore, quello delle auto storiche, dove la sportività e la correttezza sono sempre state decantate come peculiarità assolute.
A seguito dell’accaduto, è stata sporta denuncia contro ignoti.

(Ufficio Stampa Balletti Motorsport)

domenica 10 novembre 2024

RUOTE NELLA STORIA HA VISITATO LA MILANO DELLE FORZE DELL’ORDINE E DELL’ESERCITO.



Milano, 10 Novembre 2024 - A bordo delle vetture che hanno fatto la storia dell’automobilismo, 50 equipaggi oggi hanno colorato le vie del centro storico di Milano nella tappa di Ruote nella Storia, il tour di ACI Storico che promuove i luoghi più belli del nostro Paese.
L’edizione 2024 è stata organizzata da Automobile Club Milano con la collaborazione della sezione di Milano dell’Associazione Nazionale Autieri d’Italia.

I modelli più iconici ammirati e fotografati da milanesi e turisti che hanno assistito alla parata sono stati la OSCA 1600 GT Touring Superleggera (1961), due Alfa Romeo 1900 Touring Superleggera (1953 e 1957), laTriumph TR2 Longdoor Le Mans (1954), la Daimler SP250 (1964), l’Alfa Romeo Giulietta Spider (1961), la Lancia Aurelia B20GT (1957), la Maserati 3500 GT Touring (1959), la Porsche 911 T/B (1969), la Fiat 508 Balilla (1934), e la Mercedes 230 SL Pagoda (1965).
Dopo essere partite dalla sede di AC Milano, le vetture d’epoca sono transitate davanti alla Questura e alle storiche caserme milanesi: Carabinieri, Esercito, Comando Nato, Guardia di Finanza, Autieri, Associazione Marinai per terminare il Grand Tour alla Caserma Pietro Teuliè.

Le auto hanno percorso anche via San Nicolao (in cui era ubicata la prima sede storica di AC Milano).
Gli equipaggi hanno successivamente fatto tappa in Corso Sempione per un controllo timbro davanti alla caserma della Guardia di Finanza, che quest’anno festeggia il 250.mo anniversario di fondazione.
La parata nel cuore di Milano si è conclusa con l’arrivo alla Scuola Militare Pietro Teuliè dove le auto sono state esposte in un “parco chiuso”. La Scuola Militare è intitolata al Generale Pietro Teulié che la adibì prima a Ospedale Militare e poi, nel 1802 a Orfanotrofio Militare. Oggi ospita la Scuola Militare dell’Esercito Italiano.
Dopo l’Alzabandiera e la deposizione di una corona d’alloro al Monumento dei Caduti, in Aula Magna si è svolta una breve cerimonia durante la quale sono state consegnate targhe alle autorità civili e militari.

“Anche nell’edizione 2024 siamo riusciti a coniugare la passione per il motorismo d’epoca con il fascino e la storia di Milano. Al termine della settimana in cui si è celebrato il 4 novembre, Giorno dell'Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate, anche noi abbiamo voluto ricordare coloro che hanno sacrificato la vita per difendere il nostro Paese e ringraziare chi quotidianamente lavora per tutelare la nostra sicurezza operando in ogni angolo dell’Italia e nelle missioni di Nazioni Unite, Unione Europea e Nato”, ha affermato Geronimo La Russa, presidente di Automobile Club Milano.
“Il grazie va anche agli equipaggi iscritti al Grand Tour, alle Scuderie e a coloro che hanno contribuito alla realizzazione e alla riuscita dell’evento. Ruote nella Storia esalta il motorismo in tutti i suoi aspetti ed è divenuto un appuntamento fisso e irrinunciabile. ACI prosegue il suo impegno a tutela dell’amore e della cultura degli appassionati nei confronti delle quattro ruote con iconici raduni che consentono di scoprire luoghi invidiati da tutto il mondo” ha concluso La Russa.







Al 6° Giro dei Monti Savonesi Storico vittoria di Gerini e Campanella

Albenga (SV), 10 novembre 2024 – Si è dovuto attendere l’esito dell’ultima prova speciale per conoscere il risultato di una combattuta sesta edizione del Giro dei Monti Savonesi Storico, conclusosi nel primo pomeriggio odierno dopo l’avvio nel pomeriggio di sabato, dove emozioni e colpi di scena non sono di certo mancati. Ad aggiudicarsi il rally sul filo di lana sono stati Filippo Gerini e Luciano Campanella con la Subaru Legacy 4 Wd iscritta coi colori della Turismotor’s, la cui gara era iniziata decisamente in salita a causa di una penalità di 10” comminata per partenza anticipata nel secondo passaggio della “Onzo – Vendone” del sabato. Il duo non si è perso però d’animo e nella seconda frazione ha iniziato la rimonta stampando tre assoluti che ne hanno accorciato il gap dai provvisori leader Mattia Perosino e Alessia Binello su BMW M3. La sfida è vissuta sul loro testa a testa con Marco Bertinotti e Barbara Ravelli saldamente al terzo posto dopo aver iniziato la gara col primo scratch ma messi fuori gioco da noie meccaniche alla Porsche 911 RS sulla penultima prova.

Quando mancavano solo gli ultimi 6,15 chilometri della “Testico 3” i due giovani contendenti si trovavano separati da soli 1”1; cercando di difendere il primato Perosino toccava col lato destro un guardrail, episodio che gli costava 25” rispetto a Gerini per il quale si concretizzava la rimonta e la certezza della vittoria, la prima in carriera al suo terzo rally disputato e ben assecondato da Luciano Campanella. A completare il podio assoluto, aggiudicandosi anche la vittoria di 2° Raggruppamento, sono stati Luca Delle Coste e Giuliano Santi autori di una gara in costante crescita che li ha premiati con un risultato eccellente, anche in ottica Memory Fornaca.

Per Gerini e Campanella, oltre a quelli per la vittoria assoluta, sono arrivati anche dei premi speciali: il Trofeo Leo Bracco” al pilota per aver staccato il miglior tempo nei tre passaggi a “Testico” e al navigatore, la Coppa Franco Sanfrancesco assegnata al primo copilota savonese: Gerini si porta a casa anche il premio alla memoria di Gianni Chiesa, messo in palio dalla Scuderia del Grifone – della quale era presidente – per aver realizzato il miglior riscontro sommando i tempi della “Caso”. 

Completato il podio assoluto alla presenza del sindaco di Albenga, Riccardo Tomatis, delpresidentdel Consiglio Comunale e del Comitato Locale del Turismo Alberto Passino e del presidente di Sport Infinity Domenico Salati dalle cui mani sono state consegnati i premi, sono poi sfilati i restanti equipaggi con Gabriele Noberasco e Maurizio Imerito quarti su BMW M3 a precedere Manuel Demicheli e Paolo Pontari, straordinari quinti assoluti con la piccola Opel Corsa GSI con la quale hanno preceduto la Toyota Celica St165 di Sergio Mano e Stefano Pistoresi, partiti un po’ a rilento il primo giorno ma in costante recupero alla domenica. Settimi hanno chiuso Giovanni Balbis e Graziano Floccia su Lancia Delta Integrale 16V, ottavi Franco Volpino e Simona Albesano anch’essi su BMW M3, noni Federico Del Rosso e Aldo Gentile e, a completare la top-ten, sono Filippo Virdis e Nicole Arione su Peugeot 309 GTI. Nella classifica femminile alla quale hanno concorso tre equipaggi, il successo è andato a Laura Galliano e Laura Cragnaz su Peugeot 205 Rally, mentre tra le scuderie a festeggiare è la Meteco Corse. Claudio Azzari e Lorenzo Chiodi hanno primeggiato nel 3° Raggruppamento del Michelin Trofeo Storico e nel 2° hanno avuto la meglio Ermanno Caporale ed Hervè Navillod. Infine, nella Coppa 127 a vinceresono stati Valtero Gandolfo e Marco Torterolo. Sempre in tema di riconoscimenti, ai premi speciali già assegnati alla coppia vincitrice se n’è aggiunto un terzo, il Memorial Dario Fadini col quale è stato premiato il più giovane licenziato dell’Automobile Club del Ponente Ligure, il ventiduenne Andrea Tognetti. 

LA CRONACA DELLA SECONDA GIORNATA - Inizia di buon’ora accompagnata da un sole che sorge la seconda giornata di gara il cui programma mette in evidenza i tre passaggi su “Caso” e “Testico”.

Gerini consapevole che deve recuperare soprattutto i 10” di penalità parte deciso con la Subaru Legacy andando a firmare lo scratch che gli permette di recuperare 10”8 su Bertinotti e 14”2 nei confronti di Perosino che rimane comunque al comando, anche se per un soffio. Il portacolori di Turismotor’s replica a “Testico” e al primo riordino della giornata la situazione vede Perosino al comando con 1” su Bertinotti e 3”7 su Gerini; più attardate la Lancia Delta di Grossi e la Bmw M3 di Noberasco. In questa fase si registra il ritiro di Delbono mentre viaggiava in ottava posizione con la Peugeot 205 GTI. Si ripassa sulla “Caso” e il duo della Subaru piazza il terzo parziale avvicinandosi ulteriormente ai leader con la BMW M3 i quali reagiscono sulla “Testico” conservando 4”6 di vantaggio all’ingresso del secondo riordino; Bertinotti resta terzo, staccato di 14”6 e nel frattempo esce di scena anche la Lancia Delta di Grossi. Continua invece a stupire De Micheli, ora quinto assoluto con l’Opel Corsa GSI a tallonare la M3 di Noberasco, quarto.

Mancano le due ultime prove e i colpi di scena non mancano: Bertinotti viene tradito da noie meccaniche alla Porsche 911 e si ferma sulla “Caso 3” prova in cui Gerini si fa sotto decisamente portandosi a 1”1 da Perosino, confezionando un finale tutto da seguire. Il giovane pilota della “posteriore” tedesca incappa in una toccata e deve abbandonare i sogni di gloria accusando un distacco di 25” netti e accontentarsi della seconda posizione dopo una gara comunque di alto livello. 

Piazza del Popolo gremita di pubblico ha fatto una volta di più da ottimale ambientazione per la fase finale di una riuscita e molto avvincente sesta edizione del Giro dei Monti Savonesi Storico organizzato con competenza e passione dall’affiatato staff della Sport Infinity. portato a termine da quarantasei dei sessanta equipaggi regolarmente partiti.

Foto di Gianni Arnaldi e di Federico Marchi





sabato 9 novembre 2024

Rally / Perosino al comando del 6° Giro dei Monti Savonesi Storico



Albenga (SV), 9 novembre 2024 - Prima giornata del Giro dei Monti Savonesi Storico conclusa da poco con l'ingresso delle vetture nel parco riordino notturno al termine delle prime due prove speciali, al termine delle quali si trova al comando la BMW M3 di Mattia Perosino e Alessia Binello; il duo della Sport Management si è portato in testa grazie allo scratch nel secondo passaggio della "Onzo - Vendone" migliorando il tempo del primo giro. Alle loro spalle chiudono Marco Bertinotti e Barbara Ravelli su Porsche 911 RS con la quale hanno siglato il miglior tempo nel primo passaggio; dal duo di testa accusano 4"8 di ritardo. Terza posizione per la Subaru Legacy di Filippo Gerini e Luciano Campanella staccati di 19" nei quali sono conteggiati anche i 10" comminati per una partenza anticipata. Ai piedi del provvisorio podio chiude la Lancia Delta Integrale 16V di Renzo e Alice Grossi, seguita dalla vettura gemella di Giovanni Balbis e Graziano Floccia. Doccia fredda per Giovanni Nucera e Christian Soriani fermi con la loro Porsche 911 RS nel trasferimento verso la prima prova. Nove sono gli equipaggi ritirati tra i quali anche Vigo e Canobbio su Peugeot 309 GTI fermi per noie meccaniche sulla prima prova. 
Nella gara di regolarità dopo la disputa della prima prova, al comando della "media 60" si trovano Giorgio Garghetti e Barbara Giordano su BMW 320, mentre nella "media 50" si registra l'ex aequo di Vittorio Catanzaro e Anna Maria Beneduce su Mazda 323 e per Christian ed Elena Bonnet su Alfa Romeo Giulietta TI. Domattina alle 7.30 la gara ripartirà per la seconda frazione con in programma i tre passaggi sulle prove "Caso" e "Testico"; arrivo previsto, sempre in Piazza del Popolo, alle 15.34.

credits: Foto Zeta

lunedì 21 ottobre 2024

Rally AutoStoriche / “Zippo” e Arena Campioni Europei a Sanremo


Vezzano sul Crostolo (RE), 21 ottobre 2024 – Per “Zippo” e Nicola Arena, il recente Rallye Sanremo veniva visto come l’appuntamento più temuto tra i nove del FIA European Historic Championship, considerata la tipologia di gran parte del percorso, decisamente poco adatto alla loro Audi quattro. L’imperativo era comunque di fare la gara sui due principali avversari nella corsa verso il titolo assoluto e riuscire ad inaugurare col proprio nome il campionato istituito proprio quest’anno dalla federazione internazionale.

Corso tra sabato 19 e domenica 20, il rally ligure è stato reso ancor più complesso dalle variabili condizioni meteorologiche e dalla conseguente scelta più appropriata per gli pneumatici da utilizzare. Già al termine della prima tappa, molto combattuta e corsa in parte alla luce dei fari supplementari, “Zippo” riusciva nell’intento di tenere alle sue spalle l’ungherese Erdi su Ford Sierra Cosworth 4x4 esprimendosi al meglio sull’asfalto bagnato, per arrivare al termine della prima frazione in quinta posizione.

L’indomani, la situazione cambiava leggermente come dalle parole del pilota alessandrino: “Alla domenica siamo partiti, Nicola ed io, montando delle gomme da pioggia nonostante le condizioni meteo stessero virando al bello e questa scelta ci ha penalizzato a livello di classifica con Erdi che è riuscito a sopravanzarci, anche se di una sola posizione. Badando a non commettere errori, abbiamo proseguito e concluso la gara laureandoci campioni nel 3° Raggruppamento per la terza volta in quattro anni e, soprattutto, limitato al massimo i danni nella classifica assoluta dell’Europeo: il nostro principale rivale ha recuperato solo due punti e ci giocheremo il tutto per tutto fra meno di tre settimane in Grecia. Lui dovrà vincere mentre a noi sarà sufficiente anche un quindicesimo posto per raggiungere il prestigioso obiettivo”.

Terminate le fatiche sanremesi, per l’Audi quattroHistoric Team è in arrivo un altro prestigioso appuntamento per il quale si sta già freneticamente lavorando: i FIA Motorsport Games in programma a Valencia dal 24 al 27 ottobre, evento che a tutti gli effetti è considerato come l’Olimpiade del motorsport. Come avvenuto nel 2022, a rappresentare l’Italia nella categoria auto storiche saranno nuovamente i portacolori della Scuderia Palladio Historic, che si ripresentano forti della vittoria conquistata due anni fa e pronti a cimentarsi nelle tre sfide in programma: una su terra, una su asfalto ed una combinata.

Foto di Diessephoto





domenica 20 ottobre 2024

Conclusa l’ottava edizione del Varano Vintage. In pista anche la Shadow F1 che fu di Tom Pryce.


Si è conclusa l’ottava edizione di Varano Vintage, la giornata di prove libere dedicata alle auto e moto costruite entro gli anni novanta. Presso l’Autodromo Riccardo Paletti di Varano de’ Melegari oltre alle varie vetture stradali come Porsche, Alfa e BMW, il folto pubblico ha potuto ammirare in azione diverse monoposto come Dallara, March e Lola di Formula 3, Brabham di Formula 2 e la più ammirata in assoluto: la Shadow Dn 3 di Formula 1 utilizzata a suo tempo dallo sfortunato pilota britannico Tom Pryce. Il britannico che annovera tra i successi in carriera anche la Race of Champions del 1975, ed è l’unico gallese ad aver vinto una gara F1, seppur non valida per il mondiale. Perse la vita nel GP del Sudafrica nel 1977 a Kyalami in un incidente, sacrificio che lo ha reso indelebile nella memoria degli appassionati.

Non meno emozionanti ed al centro delle attenzioni del pubblico sono state le motociclette, con diversi esemplari interessanti come una delle ultime Paton due tempi costruite e diversi modelli ufficiali come l’Aprilia 250 con la quale Tetsuya Harada vinse il Campionato del mondo nel 1993.

Oltre 60 motociclisti, suddivisi in due gruppi, hanno partecipato all’evento Two Stroke is Back, quasi un record, secondo solo alla prima edizione del 2014. Motivo di grande interesse è stata certamente la presenza in paddock e in pista delle creazioni di Alex Arletti e Carlo Mattarozzi. Le Yamaha 500, già celebrate da campioni del calibro di Jonatan Rea, Niccolò Canepa e Andrea Locatelli in quel di Jerez, hanno dato prova ancora una volta della grandiosa riuscita del progetto. Mattarozzi ha chiesto al patron dell’evento di testare la sua creatura e Roberto Marchetti non si è lasciato intimorire… Poche tornate in pista ma sufficienti per godere appieno delle qualità del 4V: potente ma allo stesso tempo gestibile, con una coppia poderosa già a partire da 6500rpm e un’ottima agilità nei cambi di direzione, indicano che il motorista e il telaista hanno raggiunto il loro obbiettivo: una moto per tutti, non solo per fuoriclasse.

Non sono mancate altre stelle del firmamento delle mezzo litro: Marco Saltini è sceso in pista con l’ Aprilia RSW500 ex Harada e la Paton 500, ultimo esemplare prodotto da Giuseppe Pattoni. La presenza in pista del bresciano Walter Migliorati con la sua Suzuki 500 Rgb ha emozionato i meno giovani; la sua partecipazione al mondiale 500gp dal 1980 al 1984 al fianco di Barry Sheen e Freddie Spencer solo per citare alcuni dei grandi, è stato motivo di orgoglio del Marchetti al momento della consegna delle targhe “Master Two Stroke”. Cristian Polverelli ha portato in pista l’ultima evoluzione della sua 500 illustrando poi in pubblico quali sono i suoi progetti per il futuro. Un nuovo motore sarà messo in produzione in piccoli lotti. Molto bella l’Aprilia-Bimota 500 special di Matteo Galli: telaio della 250 Rs e motore V2 a carburatori e una ciclistica che annovera le ruote in carbonio.

(Ufficio Stampa Autodromo Varano)







Sanremo Rally Storico: Franco Cunico detta legge nella prima tappa


SANREMO (IM), 20 ottobre – Se lo chiamavano “Jimmy il fenomeno” un motivo ci sarà pur stato. Franco Cunico, nella prima tappa del 39° Sanremo Rally Storico, ha voluto ribadire che Jimmy il fenomeno lo è tuttora dominando le prove speciali più impegnative e redditizie in termini di risultato. Franco Cunico, affiancato da Gigi Pirollo, sulla Porsche 911 RS di Secondo Raggruppamento, ha lasciato agli avversari solo il doppio passaggio sulla corta Montalto, appena 2,60 km, insidiosa e nella quale si raccoglieva poco vantaggio, imponendosi autorevolmente nelle altre tre prove regolarmente disputate. Prendendo il largo in classifica.

In seconda posizione chiude il vincitore della scorsa edizione, Lucio Da Zanche, affiancato da Daniele De Luis su una Porsche Carrera gemella di quella del vicentino, alla ricerca del settimo successo sanremese e del riscatto di una stagione non troppo fortunata. Come Cunico molto attento nei due passaggi su Montalto, il valtellinese si è scatenato sui 21,02 km della discesa di Rezzo, siglando il secondo tempo assoluto, che lo hanno portato a occupare la seconda posizione in classifica che ha difeso e mantenuto per il resto della giornata. Poteva essere tripletta tricolore grazie alla terza piazza della Ford Sierra Cosworth di Valter Pierangioli con Arianna Ravano a fianco, con il #1 sulle portiere, terza forza della gara fino alla quinta prova, quando è incappato in un’uscita di strada nel secondo passaggio al buio sulla Rezzo, nello stesso punto in cui sono usciti di strada nel moderno Federico Gangi e Paolo Andreucci.

Dopo l’uscita di strada del toscano sale sul podio l’irlandese Eamon Kelly, con il britannico Gordon Noble capace di una buona rimonta con la sua BMW3 andando a conquistare una posizione importante fra gli equipaggi che debbono raccogliere punti importanti per il Campionato Europeo di cui il Sanremo è l’ottava e penultima tappa. A seguire l’equipaggio polacco composto da Maciej Lubiak-Grzegorg Dachowski, anche loro su BMW M3, quindi l’italiano “Zippo” con Nicola Arena, che deve gestire la non facile Audi quattro sulle tortuose stradine del Sanremo e soprattutto controllare i suoi principali avversari nell’Europeo, di cui è attualmente leader. Proprio alle sue spalle, staccato di 5”6, ha concluso la prima tappa l’ungherese Tibor Erdi, che condivide la Ford Sierra Cosworth 4x4 con Istvan Kerek, il maggiore avversario di Zippo nella caccia al titolo continentale. Subito dietro il pavese Matteo Musti con Claudio Biglieri che sta spingendo per entrare con la sua Porsche 911SC fra i magnifici sei della classifica.

Fra i ritirati l’inglese Seb Perez navigato dall’irlandese Gary Mchelhinney, con la splendida Lancia Stratos con la quale ha vinto la prima prova di Montalto, ritirandosi nella successiva per un guasto al motore.

Ulteriore info su: www.rallyesanremo.it

ph credits: Foto Magnano

giovedì 17 ottobre 2024

Rally AutoStoriche / Team Bassano con 15 equipaggi a Sanremo



Romano d’Ezzelino (VI), 17 ottobre 2024 – Dopo aver centrato gli obiettivi del Trofeo Nazionale Scuderie e Campionato del 1° Raggruppamento, per il Team Bassano l’imminente Rallye Sanremo sarà determinante anche per altri prestigiosi titoli tra i quali il Trofeo Conduttori, ovvero quello che sancirà il vincitore della classifica assoluta.

A supportate i colori della scuderia capitanata da Mauro Valerio nelle due tappe che si correranno sabato e domenica prossima, sono quindici gli equipaggi ad iniziare da quello formato da Toni Fassina e Marco Verdelli su Lancia Stratos a cui farà seguito un’altra vettura di Chivasso, la Rally 037 di Edoardo Valente e Jeanne Revenu. Si passa poi alla Ford Escort RS, in versione Gruppo 4, di Enrico Volpato e Samuele Sordelli pronti a bissare la bella prestazione dello scorso anno e alle loro spalle scatterà la BMW M3 di Gabriele Noberasco con Michele Ferrara alle note, a loro volta tallonati dalla Porsche 911 RS di Nicola Salin e Giulia Cova. Un’altra coupé di Stoccarda, ma in configurazione 2.0 del 1° Raggruppamento, è quella di Giuliano Palmieri e Lucia Zambiasi pronti a giocarsi il tutto per tutto per il Trofeo Conduttori e la Coppa Navigatori, titolo il primo che coinvolgerà anche Tiziano Nerobutto con l’Opel Ascona 400 dove lo navigherà la figlia Francesca e con la quale è in lizza anche per il Campionato del 3° Raggruppamento, mentre nel 4° saranno Matteo Luise e Melissa Ferro a giocarsi il tutto per tutto con la Fiat Ritmo 130 TC.

Al richiamo del Sanremo risponde presente anche Luigi Orestano, assieme a Maurizio Barone sulla Porsche 911 RS e sarà al via anche Massimo Giudicelli sulla Volkswagen Golf GTI condivisa con Simone Marchi. Si prosegue con Marco Simoni e Matteo Grosso con la Peugeot 205 Rallye seguiti da Francesco Espen e Gabriella Guglielmo con la Lancia Fulvia HF 1.6 e, immancabili alla gara di casa, saranno al via anche Rosario Pennisi ed Angelo Bregliasco su Autobianchi A112 Abarth. Trasferta ligure in vista anche per Alberto Gragnani con l’Opel Corsa GSI sulla quale lo navigherà Luca Bova e, infine, si mette in gioco anche Massimo Perotto con una Porsche 911 2.0 in coppia con Ameglio Federico Ciccone.

Due le tappe in programma con la prima che scatterà alle 14.30 di sabato 19 ottobre proponendo sei prove speciali, con le tre del secondo giro da corrersi con l’ausilio dei fari supplementari ed epilogo previsto dalle 23.40. Ripartenza alle 10.30della domenica per affrontare le restanti cinque prove che porteranno a 133,99 i chilometri cronometrati con l’arrivo finale alle 17.45.

ph credits: ACI Sport