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martedì 16 novembre 2021

A Antonio Giovinazzi il Premio Michele Alboreto


Sarà Antonio Giovinazzi a ricevere il Premio Michele Alboreto 2021. Il riconoscimento ideato dal “Le Mans Model Fan Club 1996” è alla 16esima edizione e viene assegnato ogni anno ad un esponente del Motorsport italiano che si è distinto nel corso della stagione sportiva.

Tra i premiati delle precedenti edizioni, vi sono Giancarlo Fisichella, Sergio Peroni, Piero Ferrari, Dindo Capello, Amato Ferrari, Roberto Lacorte, Emilio Radaelli, Giorgio Ascanelli.
La consegna del Premio Michele Alboreto a Antonio Giovinazzi avrà luogo nelle prossime settimane a Matera nei locali della Concessionaria Alfa Romeo del Gruppo Maffei.
Antonio Giovinazzi, appiedato dalla scuderia Alfa Romeo Orlen in F1, nella stagione 2022 sarà impegnato nel campionato di Formula E con una monoposto di Dragon Penske Autosport.

domenica 14 novembre 2021

La rivoluzione del carbonio


- di Massimo Campi
- foto di Raul Zacchè (Actualfoto)

Dagli anni Ottanta il carbonio è diventato sempre più popolare e il suo utilizzo si è esteso anche alle categorie minori, alle vetture a ruote coperte. Il 18 luglio 1981, John Watson vince il G.P. di Inghilterra con la Mc Laren Mp4/1 progettata da John Barnard, la prima vettura realizzata con una monoscocca in fibra di carbonio, ed apre un’epoca che dura tuttora, una vera rivoluzione tecnologica, più duratura di molte altre come le wing car o la sovralimentazione. Con l’avvento del carbonio si è cambiato modo di costruire le vetture, sono aumentate le prestazioni, in virtù di una maggiore rigidezza torsionale e di un elevato grado di sicurezza in caso di urto. 

Alcuni drammatici incidenti, ad esempio quello che è costato la vita a Gilles Villeneuve, con una monoposto realizzata in carbonio avrebbe avuto ben altro esito per il pilota. Lo testimoniano alcuni incidenti degli ultimi anni, risolti con molta paura, magari qualche brutta botta, ma senza la perdita del pilota, con prestazioni delle monoposto ben più elevate rispetto agli anni settanta e ottanta. La validità della fibra di carbonio è innegabile nello sport dell’automobile, soprattutto in termini di sicurezza, leggerezza e rigidità torsionale. Oggi il carbonio è diventato molto popolare e gli usi si sono moltiplicati. Dopo le scocche, le carrozzerie e parti accessorie come alettoni, appendici aerodinamiche, prese d’aria, si passati all’utilizzo su altre parti strutturali. I freni al carbonio sono nati ancor prima delle scocche, ma il loro vero sviluppo risale al 1982, sempre con Mc Laren e Renault, in seguito il carbonio è stato utilizzato per i bracci e gli attacchi delle sospensioni, e le moderne F.1 sarebbero ormai impensabili senza questa fibra nera, leggera e resistente.

L’utilizzo delle fibre di carbonio risale al dopoguerra nel campo dell’industria aerospaziale. Nell’automobilismo da corsa fanno la loro comparsa a metà degli anni settanta, per la costruzione di parti della carrozzeria o degli alettoni, come sulla Lola Embassy di Graham Hill, ma nessuno, fino ad allora, aveva ancora pensato di impiegarla per la costruzione del telaio. Correva l’anno 1981 e per la Mc Laren c’era appena stata una svolta epocale, con la fusione tra la vecchia Mc Laren Cars di Teddy Meyer ed il Team Project Four di F.2 capitanato da Ron Dennis, che in breve tempo diventerà il padrone assoluto della Mc Laren. Nella nuova sede di Woking viene chiamato un progettista, John Barnard, che all’attivo ha una precedente esperienza nel team Mc Laren, nell’era Meyer, poi è emigrato in America nel team Chaparral. Nel 1979 è ritornato in Europa andando al Team Rebaque, che però ha chiuso i battenti, e così torna in Mc Laren nella nuova struttura di Ron Dennis. L’incarico affidato a Barnard è quello di progettare una nuova vettura ad effetto suolo, siamo ancora in piena epoca “wing car”, e per avere elevati valori di deportanza occorre fare una scocca piuttosto stretta. Ma una scocca stretta presenta valori di rigidità piuttosto bassi ed occorreva trovare delle soluzioni alternative per avere la massima resistenza alla torsione. “Mister lampadina” (Barnard in gioventù ha lavorato anche in una fabbrica di lampadine) entra in contatto con tecnici della British Aerospace, che usano abitualmente la fibra di carbonio nel campo dell’aeronautica, nasce così l’idea di fare una scocca con questo materiale che viene realizzata dalla Hercules a Salt Lake City, con cui la Mc Laren ha stretto una collaborazione, e viene pronta alla fine del 1980. 
Nel 1981 i piloti della Mc Laren sono John Watson ed il giovane Andrea De Cesaris, che iniziano la stagione con le vecchie M29F-Ford, per poi passare alla nuova Mp4/1 motorizzata con il V8 Cosworth, che debutta con l’irlandese in Argentina. In Spagna Watson sale sul terzo gradino del podio, a Digione è secondo, dietro la Renault Turbo di Prost, ed a Silverstone arriva la prima storica vittoria, facilitata anche dal ritiro della Renault di Prost e della Brabham di Piquet. A Monza Watson subisce un pericoloso incidente, la Mp4 sbatte violentemente contro le barriere, tanto che si spezza la scatola del cambio e l’olio finito sugli scarichi incandescenti prende fuoco. Watson, incredulo esce dalla monoposto senza un graffio, la scocca, nonostante i forti urti, risulta completamente integra. Solo allora tutti capirono i pregi della fibra di carbonio anche in materia di sicurezza.

Colin Chapman, contemporaneamente a Barnard, arriva all’utilizzo della fibra di carbonio con la Lotus 88, presentata alla stampa solo una settimana dopo la Mc Laren Mp4/1. Ma la 88 è stata una delle più geniali e controverse idee di Colin Chapman, bocciata sul nascere. Il tipo di fibra di carbonio usato da John Barnard era principalmente unidirezionale. All’inizio l’impiego del carbonio era misto con il kevlar, in seguito si è passati all’utilizzo integrale della fibra di carbonio. La scocca della Mc Laren Mp4/1 aveva inizialmente una rigidità torsionale di oltre 1.400 kg/m, ma era più stretta delle altre vetture concorrenti e pesava solamente 30 Kg. I materiali compositi possono essere di diverso genere, come il kevlar e la fibra di carbonio. Ai costruttori arrivano sotto forma di fogli impregnati con diversi tipi di resine (epossidiche, fenoliche, poliestere). Le fibre di carbonio sono di vari tipi, ma nel campo della formula uno si usano generalmente quelle unidirezionali ad alta resistenza. I telaio vengono realizzati con questo tipo di fibre, intrecciandole a seconda dei casi e delle esigenze strutturali dei singoli punti. La tecnologia creata da John Barnard con le varie Mc Laren Mp4 e le successive Ferrari 639, prevedeva l’utilizzo di uno stampo maschio, in pratica l’interno della scocca su cui venivano incollate i vari strati di fibra di carbonio. Lo stampo era di alluminio, smontabile dopo la cottura in autoclave. Questa soluzione permetteva di avere una scocca interna su cui poi veniva posizionata la carrozzeria che poteva essere ampiamente modificata a seconda delle esigenze aerodinamiche senza dovere riprogettare l’intera struttura. In seguito si è percorsa l’attuale soluzione dello stampo femmina. In pratica le scocca è realizzata in due semigusci, successivamente uniti ed esce già con la forma esterna definitiva. Questa soluzione non ha bisogno di una successiva carrozzeria, ma è la stessa scocca a fungere da carrozzeria con un relativo risparmio di peso e di dimensioni della monoposto nella parte centrale.

Gerard Ducarouge, nel 1982, è uno dei primi dopo Barnard ad utilizzare la fibra di carbonio per la realizzazione dell’Alfa Romeo 182, ma è anche il primo che utilizza uno stampo femmina per la scocca che viene realizzata dalla inglese Advance Composites. Il risparmio della carrozzeria e la leggerezza della scocca fa sì che la vettura è di 40 Kg sottopeso, un valore notevole per le monoposto dell’epoca. L’utilizzo del carbonio porta ad una vera rivoluzione nel campo della progettazione telaistica, ma non tutti sono preparati e possiedono i sistemi di calcolo di Barnard, per cui alcuni, tra cui anche Ferrari e Williams, inizialmente realizzano una scocca mista, con la parte inferiore in alluminio ed il top in carbonio. Solo con l’arrivo di Barnard in Ferrari nel 1989, la fabbrica di Maranello passa alla costruzione di una vera struttura monolitica, anche se la tecnologia dell’inglese impone uno stampo maschio, per poter intervenire più liberamente sulle forme della carrozzeria. Attualmente tutti i team utilizzano la tecnologia di fabbricazione con i maschi femmina, e le centine vengono direttamente incorporate tra le pelli della scocca e non più incollate come un tempo. La costruzione delle scocche è molto influenzata dalle prove di resistenza introdotte dalla Fia in materia di sicurezza.

La costruzione dei telai in carbonio prende spazio anche in altre categorie, tra cui le vetture sport a ruote coperte. Tra i primi ad introdurre la tecnologia del materiale composito c’è Tony Southgate a cui viene affidata, dalla TWR di Tom Walkinshaw, la progettazione delle Jaguar a metà degli anni ottanta. Il progetto di Southgate è decisamente innovativo e presenta un telaio completamente monoscocca in fibra di carbonio e kevlar con un motore 12 cilindri a V di 7 litri di cilindrata aspirato derivato da quello montato sulle vetture di serie. Nel 1986 arrivano le prime affermazioni, nel 1987 la TWR-Jaguar vince il mondiale con la Xjr-8 e nel 1988 la prima vettura con un telaio in carbonio vince la 24 ore di Le Mans. E’ la Xjr-9LM di Johnny Dumpries, Andy Wallace e Jan Lammer.

Pensare una vettura di F.1 odierna senza l’utilizzo di questa fibra nera, leggera e resistente è quasi impossibile. La maggioranza delle parti che compongono una moderna monoposto è realizzata in carbonio, dopo essere stato impiegato per le carrozzerie, le appendici aerodinamiche, i telai, si è passati ai freni in carbonio, a parti accessorie del motore ed anche alla costruzione della scatola del cambio. L’uso del carbonio per i dischi dei freni è merito di Gordon Murray, che li sperimentò brevemente sulla Brabham BT46 del 1976. I freni erano praticamente quelli adottati dal Concorde, realizzati dalla Dunlop, ma l’esperimento non ebbe un immediato seguito. Solo nel 1982 si ha l’ingresso stabile dei dischi in carbonio sulle monoposto, introdotte dalla Mc Laren e dalla Renault. Inizialmente i dischi erano semplici, non ventilati, con un processo di fabbricazione piuttosto complesso che durava anche otto mesi. L’uso dei freni in carbonio inizialmente viene alternato con quelli classici in ghisa, preferiti dai piloti in condizioni di pioggia o tempo incerto, il carbonio è ancora incostante nell’utilizzo e non sempre riesce a raggiungere la temperatura ottimale. La stagione successiva vengono introdotti, sempre da John Barnard, i primi dischi in carbonio autoventilanti, ed è Niki Lauda a vincere il la prima gara con questo tipo di freni. E’ il G.P del Sudafica, a Kyalami, il 7 aprile del 1984. Il campione austriaco è al volante della Mc Laren Mp4/2 Tag Porsche ed a fine anno vincerà il suo terzo titolo battendo per mezzo punto il compagno di squadra Alain Prost.

E’ sempre merito di John Barnard l’introduzione del carbonio per la costruzione della scatola del cambio, con la Ferrari F310 del 1996, la prima monoposto dell’era Schumacher. Il progettista inglese, ritornato in Ferrari, realizza il cambio in carbonio e titanio, ma la nuova soluzione presenta degli inconvenienti, con alcuni ritiri causati proprio da questo particolare. Il carbonio viene anche impiegato nella costruzione dei bracci delle sospensioni, e negli ultimi anni anche per gli attacchi dei bracci alla carrozzeria, con delle speciali piastrine al posto dei tradizionali uniball.

Dagli anni ottanta il carbonio è diventato sempre più popolare, il suo utilizzo si è esteso anche alle categorie minori, alle vetture a ruote coperte, ed anche alle formule addestrative. Anche alcune vetture granturismo hanno fatto largo uso di strutture in carbonio, come la Bugatti EB110 degli anni ’90 o la Mc Laren F1 GTR progettata da Gordon Murray, una delle supercar che ha fatto scuola ed ha rappresentato un metro di paragone e la nuova frontiera per tutte le vetture ad altissime prestazioni.

martedì 2 novembre 2021

Per Matteo Nannini buon debutto a Indianapolis: tre volte secondo in sei sessioni



Indianapolis, 2 Novembre 2021 - Primo assaggio soddisfacente per Matteo Nannini in Indy Lights, al debutto sull'asfalto dell'Indianapolis Motor Speedway con il team Juncos Hollinger Racing. Il forlivese ha preso parte al Chris Griffis Memorial Open Test il 30 e il 31 ottobre, facendo segnare il secondo tempo in tre delle sei sessioni svolte.

Matteo Nannini ha concluso positivamente la sua prima esperienza oltreoceano, provando sui 3925m del tracciato statunitense in diverse condizioni. Il 18enne, reduce da un'intensa stagione tra FIA F3 e F2, ha portato a termine 98 tornate nel corso della due giorni di test, prendendo confidenza con la vettura da subito. Il miglior tempo ottenuto da Nannini è stato1'25''542 nella sesta e ultima sessione del weekend, a soli 57 millesimi dalla vetta. 


Rinfrancato da un nuovo stimolo, Nannini torna in Europa con una ulteriore opzione da valutare in ottica 2022. 


"Sono contento di come sono andate queste due giornate" - ha esordito Nannini - "Per me era tutto nuovo, dalla macchina alla pista e all'ingegnere. Mi sono adattato molto velocemente in tutte le condizioni, da bagnato a asciutto e sono stato davanti in tante prove. Questo significa che ho fatto un bel lavoro. Mi piace molto questa pista e l'atmosfera dell'Indy Lights mi ha fatto un'ottima impressione. Penso che come primo approccio a questa categoria chiudere tre sessioni in P2 sia un buon inizio. Grazie ancora a Juncos Hollinger Racing per questa opportunità".

mercoledì 27 ottobre 2021

Matteo Nannini debutta all'Indianapolis Motor Speedway nei test Indy Lights



Indianapolis, 27 ottobre 2021 - Matteo Nannini approda oltreoceano per prendere parte al Chris Griffis Memorial Open Test con il team di Indy Lights Juncos Hollinger Racing. Il forlivese sarà al volante della vettura #15 nel fine settimana del 30-31 ottobre.

Completata la sua seconda stagione in FIA F3 e tre round in FIA F2, Nannini si prepara ad aggiungere al proprio curriculum sportivo la sua prima esperienza nella Road To Indy Presented by Cooper Tires, calcando l'Indianapolis Motor Speedway nella sua versione lunga 3925 metri e con 14 curve.


"Non vedo l'ora di girare all'Indianapolis Motor Speedway" - ha commentato il 18enne pilota italiano - "Sarà la mia prima esperienza negli Stati Uniti e sono veramente emozionato, dato che non capita tutti I giorni di fare un test in questa pista. Sono sicuro che sarà un ottimo wekeend e colgo l'occasione per ringraziare Juncos Hollinger Racing per l'opportunità di testare nella serie Indy Lights".


Il Chris Griffis Memorial Open Test includerà un totale di sei sessioni di test per ogni serie della Road to Indy nel fine settimana del 30-31 ottobre.

giovedì 14 ottobre 2021

Lamborghini Super Trofeo 2021/ Andrea Cola verso Misano per puntare al titolo mondiale

«Vado a Misano, per vincere il titolo mondiale. Le ultime due vittorie al Nurburgring hanno confermato le potenzialità che abbiamo sia come equipaggio sia come team. Dopo alcune gare sfortunate. caratterizzate da incidenti e da guasti meccanici, ci sentiamo in grado di raddrizzare una stagione che peraltro era partita bene con il primo ed il secondo posto a Monza, nella gara di apertura» dice il 22enne romano Andrea Cola che quest’anno ha corso nel Lamborghini Super Trofeo con la Huracan Super Trofeo Evo numero 99 del team Target Racing, che divide con il 33enne russo Dmitry Gvazava. «Il feeling con Eywa (la Huracán numero 99 ndr) è cresciuto tantissimo durante il campionato. Quello con “!Dima” (Gvazava ndr) è immenso: fuori siamo due uomini, in gara un unico pilota. Vincere il mondiale sarà un’impresa durissima, ma andiamo a Misano per quello».

A fine Ottobre il monomarca intercontinentale della Casa del Toro ospiterà gli ultimi due atti della serie europea e l’assegnazione in prova unica del titolo mondiale della specialità. La serie infatti, organizzata da Lamborghini Squadra Corse, si articola su tre serie continentali in Europa, Asia e Nord America che prevedono 6 appuntamenti con doppie gare della durata di 50 minuti e una finale mondiale. I piloti, divisi nelle categorie Pro, Pro-Am, Am, LB Cup, gareggiano con identiche vetture Lamborghini Huracán Super Trofeo Evo con motore 5.200-V10 da 620 CV con pneumatici Pirelli P Zero.



L’ingresso come sponsor di un colosso come Cambielli Edilfriuli spa, il cui logo sarà presente per la prima volta a Misano sulla Huracan numero 99 del Team Target Racing, è un segnale importante, un potente propulsore, che potrebbe dare ulteriore accelerazione alla (già veloce) carriera di Andrea Cola. Ulteriori compagni di viaggio di Andrea Cola saranno i tradizionali sponsor Enterprise, Galli & Innocenti, Giardini Senesi, Hobbit, e il patrocinio dell’Automobile Club di Roma, che dallo scorso anno segue la sua attività sportiva.

martedì 27 luglio 2021

OREGON TEAM A SPA NEL LAMBORGHINI SUPER TROFEO EUROPA


Francorchamps, 27 luglio 2021. Trasferta belga questo weekend per l'Oregon Team, che approda sul circuito di Spa-Francorchamps per il quarto dei sei appuntamenti del Lamborghini Super Trofeo Europa. Su quello che è uno dei tracciati più ricchi di fascino in assoluto, la squadra lombarda punterà ancora in alto prima di preparare l'ultima parte della stagione.

E in Belgio a presentarsi ancora da leader della classe Pro ci saranno Kevin Gilardoni e Leonardo Pulcini, reduci dalla vittoria di Zandvoort di un mese fa. Con la doppietta del Paul Ricard, tre sono in tutto i successi ottenuti dall'equipaggio italo-svizzero, sempre sul podio nelle ultime quattro gare e adesso in testa alla classifica con un margine di quattro punti su Sebastian Balthasar e Noah Watt (Leipert Motorsport).

A Spa lo scorso anno Gilardoni vi ottenne una vittoria in equipaggio singolo, mentre per il suo compagno di squadra questa è la prima stagione nel monomarca continentale riservato alle vetture della Casa di Sant'Agata Bolognese.

Attacco a due punte nella foresta delle Ardenne per il team guidato da Jerry Canevisio e Piergiorgio Testa, che schiererà come di consueto nella Pro-Am una seconda Huracán Super Trofeo Evo per Massimo Ciglia ed il giovane spagnolo Guillem Pujeu. Questi ultimi, nel primo round di Monza si sono presentati con un miglior sesto posto assoluto ed il terzo di classe, facendo ancor di più in Olanda quando hanno centrato un secondo posto di categoria nella prima delle due gare del weekend. Punti importanti quelli conquistati a Zandvoort da Ciglia e Pujeu, che occupano attualmente il quinto posto in campionato.

Il programma di Spa-Francorchamps sarà anticipato di un giorno, con le due sessioni di libere in programma fin da giovedì. Venerdì via ai due turni di qualifica, con la prima delle due gare della durata di 50 minuti alle 13.40. Sabato Gara 2 scatterà infine alle 13.50, sempre con il live streaming sui canali social di Lamborghini Squadra Corse.

(Foto Speedy)

GT OPEN: A IMOLA UNA GARA 2 ROCAMBOLESCA NON PREMIA RICCARDO AGOSTINI E AUDI


Non si è certamente concluso come era iniziato il fine settimana di Imola per Riccardo Agostini. Il padovano, al suo rientro nell'International GT Open per un impegno extra con la R8 LMS GT3 di Audi Sport Italia divisa con il suo compagno di squadra Lorenzo Ferrari, dopo avere dominato entrambe le sessioni di prove libere del venerdì ha potuto raccogliere un miglior quarto posto nella prima delle due gare del weekend, quando è stato estromesso dal podio per un problema a una pistola e ad un dado ruota nel corso del pit-stop che si è tradotto in una perdita di tempo preziosa.

Domenica, nella seconda sessione di qualifica, il pilota veneto si è presentato con il secondo responso assoluto, chiudendo a meno di un decimo dalla pole della Lamborghini del leader del campionato Frederik Schandorff. Nei primi giri di gara Agostini, sfilato terzo al via, è stato però coinvolto senza colpe in un contatto alla curva della Tosa con la Mercedes di Loris Spinelli (quest'ultimo per tale ragione in seguito penalizzato di cinque secondi), finendo in testacoda e ripartendo dopo aver perso alcune posizioni.

Come se non bastasse il padovano, lanciatosi in una rimonta che lo aveva portato a risalire quinto, ha dovuto successivamente anticipare la sosta ai box a causa di una foratura. Quando è salito in macchina Ferrari, il giovane piacentino ha pagato a propria volta una doppia foratura. Inconveniente che ha definitivamente compromesso un risultato di rilievo per l'equipaggio della Casa dei quattro anelli, che alla fine ha concluso nono.

Il prossimo impegno per Riccardo Agostini sarà nuovamente nel Campionato Italiano Gran Turismo, in cui punta sia al titolo Endurance che a quello della serie Sprint che riaccenderà i motori dopo la pausa estiva, ad inizio settembre, proprio sulla pista di Imola.

lunedì 26 luglio 2021

GT OPEN / AKM MOTORSPORT BY ANTONELLI CHIUDE IL WEEKEND DI IMOLA CON IL PODIO DI SPINELLI E UN'ALTRA VITTORIA DI CLASSE DI LIEBHAUSER-SCHOLZE


Imola, 26 luglio 2021. Cala il sipario sul quarto dei sette appuntamenti dell'International GT Open. Il weekend di Imola, prima delle due tappe tricolori del calendario, si è concluso quasi come era iniziato per il team AKM Motorsport by Antonelli, anche se la seconda gara di domenica per Loris Spinelli si è risolta con un terzo posto, dopo che l'abruzzese sabato aveva ottenuto con la sua Mercedes-AMG GT3 prima la sua seconda pole consecutiva e poi ancora la seconda vittoria di fila dopo quella di due settimane prima sul circuito dell’Hungaroring.

Sulle rive del Santerno la squadra guidata da Marco Antonelli ha potuto anche festeggiare la doppietta nella classe Am dei rientranti Jens Liebhauser e Florian Scholze, al volante di un'altra vettura della Casa della stella a tre punte.
Nella seconda qualifica Spinelli ha iniziato con il quarto responso assoluto, nonostante un problema al motore dopo l'arrivo trionfale del giorno prima. Il pilota di Atri, che in questa occasione ha corso in equipaggio singolo, ha mantenuto al via la sua posizione prima del contatto avuto con la Audi di Riccardo Agostini che in seguito gli è costata una penalità di cinque secondi. Una penalità che comunque alla fine non lo ha privato di un podio sicuramente meritato, dopo essere stato costantemente tra i protagonisti.

Ancora una pole nella classe Am per Liebhauser (sabato era stato il suo compagno Scholze a fare segnare il miglior tempo di categoria) e ancora una vittoria per l'equipaggio tedesco che ha agguantato tra l'altro la sesta posizione assoluta.
Liebhauser e Scholze, assenti nel precedente round di Budapest, hanno potuto raccogliere per due volte il massimo punteggio, portandosi a 14 lunghezze dal leader Giuseppe Cipriani (Lamborghini).
Il prossimo appuntamento della serie continentale si svolgerà dopo la pausa estiva sul tracciato austriaco del Red Bull Ring, nel fine settimana dell'11 e 12 settembre.

Credits: Foto Speedy




lunedì 19 luglio 2021

FIA WEC: 6 ORE DI MONZA COMPLICATA PER MATTEO CAIROLI


Como, 19 luglio 2021. Non è stato un fine settimana particolarmente facile per Matteo Cairoli, che nella 6 Ore di Monza, sulla sua pista di casa, alla fine si è dovuto accontentare del quarto posto conquistato nella LMGTE Am. Dopo avere centrato il secondo posto nella 8 Ore di Portimão, il pilota comasco, in equipaggio con Egidio Perfetti e Riccardo Pera, ha concluso il terzo dei sei appuntamenti del Mondiale FIA WEC fuori dal podio.

Avviandosi terza, la Porsche 911 RSR del Team Project 1 divisa da trio italo-norvegese si è mantenuta costantemente nelle prime cinque posizioni.

"Sinceramente sono un po' deluso. Speravo che avremmo potuto fare molto meglio, ma in questa occasione non avevamo abbastanza velocità - ha spiegato Cairoli - Anche se in campionato abbiamo perso due posizioni scivolando quinti, abbiamo anche potuto ridurre il nostro gap in termini di punti”.

Cairoli, Pera e Perfetti, che adesso pagano solo 14 lunghezze nei confronti dei leader di categoria, guardano ora all'evento più importante di tutto l'anno, ovvero la 24 Ore di Le Mans che si disputerà dal 18 al 21 agosto. Per Cairoli il prossimo impegno sarà tuttavia tra poco meno di due settimane, in occasione della 24 Ore di Spa-Francorchamps.

A Imola, Audi Sport Italia all'esordio nell'International GT Open. Riccardo Agostini festeggia in pista il titolo piloti GT Sprint 2020. Al suo fianco Lorenzo Ferrari sulla R8 LMS GT3


Di fatto la si potrà considerare una occasione per celebrare in pista, piuttosto che in un ristorante, il titolo italiano conduttori GT Sprint 2020 garantito a Riccardo Agostini lo scorso 12 luglio dal giudizio del Collegio di Garanzia dello Sport a Sezioni Unite. Il Team Principal Ferdinando Geri, determinante nel portare alla squadra dei quattro anelli il padovano, ha deciso che non ci fosse modo migliore per festeggiare: portandolo a misurarsi con una serie internazionale di alto livello e facendo fare esperienza preziosa al giovane Lorenzo Ferrari che, come Agostini, è arrivato sulla R8 LMS GT3 grazie al manager romano. Così, a due anni di distanza da una parentesi nella serie sprint SRO conclusa senza troppa fortuna a Misano Adriatico, Audi Sport Italia sabato e domenica all'autodromo Enzo e Dino Ferrari aggiungerà ai calendari tricolori 2021 una tappa internazionale e con l'intenzione di ben figurare. E anche di preparare la ripresa della stagione nazionale, il cui "girone di ritorno" partirà sullo stesso tracciato il primo fine settimana di settembre. Peraltro tra International GT Open e GT Sprint tricolore ci saranno alcune differenze sostanziali: a cominciare dalla fornitura di pneumatici (Michelin per la serie organizzata e promossa da GT Sport) e dalla scheda tecnica dell'Audi GT3, col Balance of Performance che prevederà un peso minimo inferiore di 20 chili per la vettura di Ingolstadt rispetto a quanto portato sulle bilance nell'ultima trasferta italiana al Mugello. Insomma: l'esperienza dell'esordio nell'Open si può anche interpretare come un vero e appassionante appuntamento one-off da vivere senza bizantinismi e che Agostini, Ferrari e team potranno godersi minuto per minuto.

(Audi Sport Italia - Ufficio Stampa)

FIA WEC: UNA "6 ORE DI MONZA" DIFFICILE PER CETILAR RACING


Si aspettavano sicuramente di più dalla gara di casa. Invece la 6 Ore di Monza per il team Cetilar Racing si è conclusa con l'undicesimo posto della LMGTE Am. Dopo il podio di Spa e la vittoria conquistata a Portimão, le aspettative erano molto alte. Ma alla fine per Roberto Lacorte, Giorgio Sernagiotto e Antonio Fuoco, rimane una consolazione importante: quella di avere mantenuto la leadership di classe.

Di certo le cose erano iniziate ottimamente. Il terzo tempo fatto segnare in qualifica da Lacorte con la Ferrari 488 GTE numero 47 penalizzata in questa occasione nel peso dal balance of performance (il toscano si è avviato poi dalla prima fila in seguito alla penalizzazione del francese François Perrodo), faceva presagire buone cose.

Nel suo primo stint di guida, lo stesso Lacorte è stato protagonista di una bella lotta con le altre due Ferrari di Francesco Castellacci e Alessio Rovera e poi con la Porsche di Egidio Perfetti e la Aston Martin di Tomonobu Fujii. Dopo la prima mezzora un Full Course Yellow ha quindi ricompattato il gruppo e alla ripartenza Lacorte è finito in testacoda a Lesmo ed è rientrato subito dopo ai box sostituendo l'alettone e scontando anche dieci secondi di penalità per avere superato la velocità massima imposta durante il periodo di neutralizzazione.
Da quel momento è iniziata una rimonta impossibile con Sernagiotto che nel secondo turno di guida accusava già un ritardo di alcuni giri. Alla fine lui, Fuoco e Lacorte hanno fatto comunque egregiamente il proprio dovere, chiudendo appena fuori dalla top-10.


"Ho commesso un errore nel mio primo stint di guida alla seconda curva di Lesmo e in pratica abbiamo buttato via la possibilità di allungare ulteriormente in campionato - ha commentato Roberto Lacorte - Alla luce di come è andata poi la gara, nonostante il balance of performance avverso avremmo potuto puntare sicuramente a un quarto posto o addirittura al podio. Rimaniamo in testa alla classifica, ma ovviamente c'è anche un poco di rammarico”.

"L'aspetto positivo di questo weekend c'è - ha dichiarato Giorgio Sernagiotto - Nonostante la super zavorra che avevamo qui, abbiamo dimostrato di essere sempre competitivi. Anche questa volta potevamo puntare al podio. Gli errori fanno parte del gioco. Oggi è successo a noi e altre volte è capitato agli altri. I campionati sono lunghi e in fondo non la vedo così male. Io e Antonio siamo andati molto bene. Roberto del resto, nonostante abbia pagato un poco la pressione, ha fatto come sempre un lavoro eccellente”.

"C'è tanta delusione. Il nostro obiettivo era di portare a casa più punti possibili senza strafare - ha aggiunto Antonio Fuoco - Purtroppo abbiamo perso subito un paio di giri, che su questa pista è impossibile recuperare. Adesso bisogna fare un reset e arrivare a Le Mans tranquilli. Siamo ancora primi in campionato e abbiamo sempre un grandissimo potenziale da sfruttare”.

Il prossimo round sarà quello in assoluto più importante di tutta la stagione, ovvero la 24 Ore di Le Mans a cui Cetilar Racing prenderà parte per la quinta volta. L'appuntamento è dal 18 al 21 agosto.

Crediti foto: Raul Zacchè-Actualfoto

domenica 18 luglio 2021

Toyota vince la prima gara italiana del WEC all’Autodromo Nazionale Monza


Toyota vince la prima gara italiana del World Endurance Championship conquistando la 6 Ore di Monza. Mike Conway, Kamui Kobayashi e Jose Maria Lopez sulla loro GR010 Hybrid trionfano nella endurance dell’Autodromo Nazionale Monza dopo aver tenuto la testa per quasi tutta la gara e aver rischiato di vedere sfumare il podio per una foratura e un problema meccanico. L’equipaggio della #7 chiude davanti a tutti un fine settimana che l’ha visto dominare sin dalle prime prove libere di venerdì. L’unico momento di difficoltà per il trio si verifica a due ore dalla fine della gara, quando Kobayashi lascia col fiato sospeso i tifosi seduti in tribuna, nella prima competizione a porte aperte del Tempio della Velocità e del campionato mondiale, fermandosi poco prima dell’ingresso della Ascari e ripartendo però dopo solo una manciata di secondi.

Al secondo posto chiude la Alpine A480 – Gibson guidata da Andrè Negräo, Nicolas Lapierre e Matthieu Vaxivière del team Alpine Elf Matmut, che approfitta dei problemi dell’altra Hypercar Toyota, partita dalla seconda piazza in griglia con il trio Buemi-Nakajima-Hartley. Quest’ultima è costretta a fermarsi diverse volte ai box per problemi prima al cambio e poi ai freni, chiudendo la gara in ultima posizione. Chiude il podio delle Hypercar, con il quarto posto nella classifica assoluta, la Glickenhaus #709 di Glickenhaus Racing condotta da Romain Dumas, Franck Mailleux e Richard Westbrook, che è rimasta per qualche giro al comando della gara, prima di accusare anch’essa problemi tecnici.

Al terzo posto della classifica assoluta si piazza quindi una LMP2, la #22 di United Autosports, team vincitore del campionato la scorsa stagione. Philip Hanson, Fabio Scherer e Filipe Albuquerque conquistano così anche il podio di classe, tagliando il traguardo con un distacco di oltre un minuto sul trio Robin Frijns-Ferdinand Habsburg-Charles Milesi del team WRT e sul prototipo #29 del Racing Team Nederland, condotto da Frist Van Eerd, Paul Loup Chatin e Nyck de Vries. Tutte e tre le vetture sul podio sono Oreca 07 Gibson.

La categoria che regala i maggiori colpi di scena è la LMGTE Pro. A giocarsi la vittoria di classe fino alla fine sono la Porsche 911 RSR – 19 del duo franco-svizzero formato da Kevin Estre e Neel Jani e la Ferrari 488 GTE EVO (AF Corse) guidata dall’italiano Alessandro Pier Guidi e dal britannico James Calado. Dopo una lotta serrata che porta i due equipaggi a scambiarsi di posizione più volte nel corso della gara, la coppia della scuderia piacentina è costretta a fermarsi ai box a tre minuti dalla fine e a regalare così la vittoria al Porsche GT Team, dovendosi accontentare della seconda posizione. Al terzo posto chiude l’altra Porsche della stessa scuderia, guidata da Gianmaria Bruni e da Richard Lietz.

Spettacolare rimonta nell’ultima classe in gara nel Tempio della Velocità. Il team italiano AF Corse, con Francois Perrodo, Nicklas Nielsen e Alessio Rovera, rimonta infatti dall’ultima piazza in griglia e arriva primo nelle LMGTE Am. Da segnalare in particolare la grande prestazione del pilota italiano, che nei primi giri guadagna posizioni su posizioni dando un grosso contributo alla vittoria della Ferrari 488 GTE EVO. Per gli altri due gradini del podio è duello fino alla fine tra due Aston Martin Vantage AMR. A spuntarla alla fine è il trio Paul Dalla Lana-Augusto Farfus-Marcos Gomes del team Aston Martin Racing. Si devono accontentare del terzo posto i giapponesi Satoshi Hoshino e Tomonobu Fujii e il britannico Andrew Watson del team D’ Station Racing.



Il fine settimana del WEC è stato anche il weekend del ritorno del pubblico sugli spalti nel Tempio della Velocità. Oggi circa 700 persone hanno potuto assistere alla 6 Ore di Monza dalla tribuna laterale destra sul rettifilo di partenza, sedendo distanziate come prescritto dalla normativa in vigore. Il rimanente pubblico ha seguito la competizione dalle salette hospitality arrivando ad un massimo di mille spettatori in circuito. L’organizzazione di oggi ha consentito di affinare ulteriormente le procedure di accesso e di permanenza degli spettatori in vista del prossimo Formula 1 Heineken Gran Premio d’Italia 2021 del fine settimana dal 10 al 12 settembre.

Il prossimo appuntamento per gli appassionati di motori è la Festa dell’Automobilista domenica 25 luglio quando sarà possibile girare in pista con la propria vettura, partecipare ad una parata sul circuito e sull’Anello di Alta Velocità e ricevere la benedizione per il proprio mezzo dell’Arcivescovo di Milano Mons. Mario Delpini nel giorno di San Cristoforo, protettore degli automobilisti. Maggiori informazioni sul sito www.monzanet.it (f.m.)

Foto Raul Zacchè-Actualfoto

FIA WEC, 6 Ore di Monza: le foto di Raul Zacchè/Actualfoto

Autodromo Nazionale Monza, 18 Luglio 2021
FIA WEC - 6 Ore di Monza
le foto di ©Raul Zacchè - Actualfoto