martedì 23 giugno 2020

ANCMA COMPIE 100 ANNI

Milano 23 Giugno 2020 – L’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori compie oggi 100 anni. Era infatti il 23 giugno 1920 quando a Milano, con un manipolo di una trentina di imprese del settore, muoveva i primi passi quella che nel corso del tempo si è evoluta da cooperativa di servizi fino a diventare una strutturata associazione di categoria con 159 associati. Socio unico di EICMA S.p.A., la realtà che organizza nei padiglioni di Fiera Milano a Rho l’evento espositivo più importante al mondo per il settore, ANCMA offre rappresentanza a un comparto che fattura circa 5,5 miliardi di euro e impiega più di 20mila dipendenti diretti, che con l’indotto e la rete commerciale salgono a oltre 60mila addetti. 
In una lettera inviata stamane alle consociate, il presidente di ANCMA Paolo Magri ha sottolineato “l’attualità dei valori della rappresentanza e dell’associazionismo, soprattutto in un momento così difficile e di fronte alle sfide che attendono l’intera industria della mobilità”. “Volgendosi indietro – si legge ancora nella missiva - la storia ci insegna che al termine delle prove più dure che ha affrontato il nostro Paese, il ritorno alla normalità è in qualche misura passato sempre attraverso il protagonismo dell’industria che ANCMA rappresenta”. “Dal 1920 la nostra industria ha una voce sola e ripercorrere il lungo cammino intrapreso dall’associazione e la storia delle vertenze con le istituzioni, rileggere le sconfitte e i risultati ottenuti, - ha aggiunto Magri - ci consente anche di riflettere sul contributo determinante che ANCMA ha dato alla diffusione delle due ruote, alla promozione del loro valore sociale ed economico, come anche alla crescita delle rispettive comunità di utenti, sportivi e appassionati”. 
Tra gli associati ad ANCMA numerosi brand che hanno fatto e continuano a scrivere la storia imprenditoriale e sportiva in ambito ciclistico e motociclistico, eccellenze del Made in Italy nel settore dei componenti e dell’abbigliamento, ma anche le prestigiose case estere, che trovano in quello italiano uno dei mercati più importanti e significativi. L’Italia occupa saldamente la prima posizione in Europa anche in termini di produzione con 320mila moto e 2,5 milioni di biciclette che escono dagli stabilimenti presenti sul territorio nazionale.

lunedì 22 giugno 2020

Maranello Corse con Davide Nicelli nel Campionato Italiano Rally e nel Tricolore Terra


La stagione rallystica si avvia finalmente alla partenza e Maranello Corse si accinge a ripartire assicurandosi uno dei giovani piloti più interessanti nel panorama nazionale: il sodalizio modenese ha infatti rimpinguato le proprie fila con Davide Nicelli (foto Mario Leonelli – Actualfoto), 25enne di Stradella reduce da una brillante stagione che lo ha visto tra i big del Campionato Italiano (nel 2019, il lombardo si è aggiudicato la Coppa Under 25 e quella Junior Due Ruote Motrici, oltre al terzo posto nel trofeo Peugeot 208 Top).

Maranello Corse e Nicelli hanno messo a punto un programma impegnativo ed ambizioso, che vedrà il pilota impegnato su due fronti. Nicelli disputerà infatti ancora il Campionato Italiano Rally (nell’ambito del quale darà l’assalto anche al trofeo 208 Top della casa del Leone) e si tufferà anche nell’inedita avventura del Campionato Italiano Rally Terra. Davide correrà a bordo di una Peugeot 208 di classe R2B preparata dal team di Porcari MM Motorsport ed avrà al suo fianco il fidato navigatore biellese Alessandro Mattioda.

“Ho scelto di correre con Maranello Corse ed MM Motorsport perché lo scorso anno ho tratto un’impressione lusinghiera di queste due realtà; allora, ero loro rivale, ma mi avevano colpito la preparazione e la professionalità con la quale avevano affrontato l’impegno stagionale. Impressioni confermate in pieno dal primo contatto che ho avuto con queste due realtà: a queste aggiungo che hanno una forte inclinazione a puntare forte sui giovani, cosa che si traduce in una grande disponibilità a condividere le proprie conoscenze ed esperienze. E non v’è dubbio che i componenti del team lucchese e di Maranello Corse siano tra le persone più competenti ed esperte in circolazioni. Credo di aver ritrovato il contesto ideale per dar vita ad un programma agonistico così serrato, impegnativo ed ambizioso. Il mio obiettivo, quest’anno, sarà quello di cercare di dare battaglia nelle posizioni nobili della classe R2 e tra le vetture a due ruote motrici, soprattutto nel CIR, campionato che già conosco abbastanza bene; sulla terra, ferma restando la volontà di puntare il più in alto possibile, so di avere un’esperienza minore e che conosco abbastanza bene solo due delle quattro gare in calendario (Adriatico e Tuscan Rewind). Al di là dei risultati, l’obiettivo focale di questo 2020 è quello di acquisire una formazione completa su tutti i fondi, al fine di arrivare ancora più preparato e competitivo alla prossima stagione: conto molto sull’aiuto di Maranello Corse ed MM Motorsport per portare avanti il mio cammino di crescita”.

Nicelli ci svela poi le sue caratteristiche di pilota: “I miei punti forti credo siano la determinazione, il non mollare mai, e la capacità di saper tenere un ritmo costantemente alto, che mi permette di restare con i migliori a fronte di un numero di errori decisamente limitato. A far da contraltare alla regolarità, credo vi sia per ora una scarsa capacità d’incidere quando serve graffiare: ecco, spero quest’anno di migliorare proprio sotto questo aspetto, riuscendo così a concretizzare appuntamenti speciali come le power stage o quelle frazioni che si rivelano poi decisive nella conquista di un successo. In definitiva, partiremo con la consapevolezza di doverci confrontare con piloti di alto livello, ma ben consci anche delle nostre qualità: daremo il massimo per essere sempre nel lotto dei migliori del CIR e CIRT Due Ruote Motrici e del Trofeo 208 Top”. (Paolo Bellodi Formula News)

domenica 21 giugno 2020

CITROËN E LA RICERCA DI NUOVE TECNOLOGIE: LA STORIA DEL MOTORE WANKEL


Il genio dietro questa storia si chiama Felix Wankel, classe 1902, nato a Lahr, nel sud della Germania, a pochi chilometri dal confine francese. Rimasto orfano di padre, scomparso durante la Prima Guerra mondiale, Felix non poté terminare gli studi ma già in giovane età era affascinato dalla meccanica, in particolare ai motori, e molto presto iniziò a pensare a propulsori totalmente nuovi, cominciando a sperimentare compressori rotativi da applicare in aeronautica.
Il secondo conflitto mondiale lo trascorse principalmente in cella, prigioniero per le sue idee decisamente avverse al regime nazista, ma costretto a lavorare sul progetto dei compressori per i motori dei caccia della Luftwaffe.
Nella nuova Germania del secondo dopoguerra, Felix Wankel trovò un lavoro presso la NSU: una fabbrica di macchine per la tessitura che all’inizio del ventesimo secolo aveva convertito la produzione verso i settori motociclistico e automobilistico. Quando la fabbrica tedesca decise di riprendere la produzione automobilistica, all’inizio degli anni ’50, Felix Wankel era l’uomo giusto al posto giusto!

Wankel perfezionò il suo progetto per un motore a pistone rotante che eliminava quella che, a suo dire, era la più grande pecca dei motori tradizionali: l’inerzia, energia perduta nel muovere su e giù i pistoni e nel trascinare l’irrinunciabile volano, necessario per dare al motore un minimo di fluidità di funzionamento.
Il pistone rotante (“rotore”) aveva grossomodo la forma di un triangolo e ruotava in una camera di combustione biloba (lo “statore”), spostandosi nel suo ciclo tra la parte superiore ed inferiore della camera stessa.

Nel 1951 Wankel trovò un accordo con l’azienda dove lavorava per lo sviluppo del suo brevetto in campo automobilistico e la NSU, a sua volta, cercò un partner in grado di sostenere i costi di una ricerca totalmente nuova. Lo trovò, volutamente, fuori dai confini della Germania, nella vicina Francia dove i tecnici del Centro Studi Citroën dimostravano una vitalità unica al mondo ed una voglia di esplorare nuove frontiere seconda a nessuno.
Il motore Wankel in versione monorotore fu installato inizialmente sulla piccola NSU “Prinz Spider” nel ’63, su cui dimostrò le sue potenzialità. Nel 1964 fu siglato un accordo Citroën-NSU che diede vita alla società Comobil, a capitale misto franco-tedesco ed ubicata in Lussemburgo. Tre anni più tardi, non lontano dalla NSU, in territorio tedesco, dalla Comobil nacque la Comotor, a tale società il compito di progettare e costruire un potente Wankel birotore che avrebbe equipaggiato, entro pochi anni, due futuri modelli dei due marchi.

Mentre NSU aveva fatto la propria esperienza con la piccola “Prinz Spider” (per altro disegnata da Bertone), Citroën non aveva ancora avuto modo di mettere su strada un proprio veicolo con tale motore. La Direzione del Double Chevron voleva prima verificare le prestazioni e le caratteristiche di questa nuova tecnologia. Fu così che il Centro Studi Citroën e la Comotor furono incaricati di realizzare una piccola serie di 500 autovetture con un motore Wankel monorotore, concettualmente simile a quello della “Prinz Spider”, per far percorrere loro una quantità conveniente di chilometri in condizioni d’uso normale e gravoso: alla partenza del progetto, il numero delle vetture fu ridotto a 350. Iniziava così l’operazione M35!

A vederla da fuori, sembra un’AMI8 coupé, ma guardandola bene ci si accorge che la somiglianza si ferma all’apparenza: non uno dei pezzi di carrozzeria è lo stesso dell’AMI8! L’auto disegnata in poche settimane dal Centro Stile Citroën risponde al capitolato della Direzione: è leggera, semplice costruttivamente e non rinuncia alle prerogative Citroën in quanto è dotata di sospensione idropneumatica pur disponendo di uno chassis dei modelli A (2CV, Dyane, Méhari e AMI), e monta un motore Wankel monorotore di 497,5 cm³ capace di erogare circa 50 cavalli.
In tutto furono 267 le vetture costruite dal 1969 alla fine del 1971 dalla carrozzeria Heuliez, affidate a Clienti selezionati tramite la rete dei Concessionari francesi, formati appositamente per fornire assistenza alle vetture.

I consumi si rivelarono piuttosto elevati, ma in quegli anni non sembrava essere un problema capace di frenare una tecnologia che, comunque, offriva altri vantaggi: potenza, brillantezza ed il più totale comfort dovuto all’assenza di vibrazioni ed una silenziosità di funzionamento neanche paragonabile ai più silenziosi dei motori tradizionali.

L’operazione M35 fu interrotta nella seconda metà del 1971 perché le esperienze accumulate furono ritenute più che sufficienti per essere trasferite sulla prima (ed unica) Citroën di serie a motore rotativo: la GS Birotor!
Nel frattempo, NSU aveva lanciato la sua prima vettura birotore: la Ro 80 (da Rotationskolben, pistone rotante) elegantissima nella linea originale e all’avanguardia. Dotata del birotore Comotor Citroën-NSU, fu un banco di collaudo importante per cercare di risolvere il problema dei consumi elevati.

La Ro 80 fu presentata alla fine del ’67 e nel ’68 era già “Auto dell’Anno”. Disponeva di circa 115 cavalli, aveva uno schema decisamente Citroën nella disposizione meccanica, con sospensioni a ruote indipendenti, motore e trazione anteriore, freni a disco anteriori “on board” (posti all’uscita del differenziale) e posteriori nelle ruote.
Pochi anni dopo, fu la volta di Citroën che lanciò sul mercato internazionale la sua GS Birotor. Erano pochi gli elementi che la richiamavano alla GS presentata nel ’70, quella con il motore quattro cilindri da un litro di cilindrata di tipo boxer, raffreddato ad aria. La linea era rimasta inalterata, lo stesso vale per alcuni elementi di carrozzeria, come le portiere ed i cofani, ma il resto era sostanzialmente diverso: dai parafanghi allargati per ospitare gomme di sezione maggiore ad un avantreno che anticipava totalmente quello della futura CX. La versione Citroën del Wankel Comotor era denominata 624, ed era leggermente meno potente (107 cavalli in luogo di 115) del gemello della Ro 80. La scelta di ridurre la potenza fu fatta con l’idea di abbassare sostanzialmente i consumi (che sulla Ro 80, secondo test su strada di molte riviste tedesche, superavano i 20 litri per 100km!) ed aumentare la durata dei segmenti dei pistoni.

Per un migliore sfruttamento delle peculiarità del Wankel, alla GS Birotor fu abbinata di serie una trasmissione semiautomatica a tre rapporti con convertitore di coppia (denominata C-Matic) che semplificava la guida della vettura (soppressione del pedale della frizione) e rendeva progressiva l’applicazione della potenza alle ruote, altrimenti brusca.
L’interno e l’esterno erano sontuosi: verniciatura bicolore di serie (Brun Scarabée e Sable Dorée), filetti sulla carrozzeria, un interno esclusivo e raffinato, con una plancia di bordo dotata di strumentazione più che completa, sedili rivestiti con tessuti specifici ed il logo “Birotor” in bella vista sopra la leva del cambio.
Il comunicato stampa che accompagnava il lancio della vettura diceva ironicamente che “a 180km/h, il ticchettio dell’orologio potrebbe essere fastidioso”, ad indicare quanto silenzioso fosse l’incedere della vettura grazie al motore totalmente privo di vibrazioni.

Era il 1973 e nessuno poteva ancora immaginare quel che sarebbe successo da lì a poco, con la somma degli effetti negativi della crisi petrolifera e di quella economica (arrivate nel pieno della crisi finanziaria di Citroën). Per capire meglio quale fosse la situazione, vale la pena ricordare che dalle parti dell’aeroporto del Bourget, volava in cielo uno strano oggetto: un elicottero tutto verde, senza marchi evidenti, caratterizzato da una notevole silenziosità, pur mosso da un motore a pistoni e non da una turbina.
Si trattava del prototipo dell’RE2, il primo (ed unico) elicottero Citroën, voluto alla fine degli anni ’60 da Pierre Bercot, presidente e Direttore generale di Citroën, all’interno di un ampio piano di diversificazione della produzione.

In questo contesto, quando il governo francese ridimensionò drasticamente l’investimento nel supersonico anglo-francese Concorde, a Bercot parve un’occasione irripetibile quella di assumere gli ingegneri aeronautici rimasti disoccupati e di creare un reparto, segreto ovviamente: “Citroën Aviation”.
Il suo obiettivo era quello di costruire un oggetto di mobilità che si affiancasse alle auto nelle città congestionate. Da qui nacque l’idea di costruire un elicottero naturalmente equipaggiato con un motore Wankel!
Così Comotor ebbe un altro incarico: quello di un motore aeronautico, più grande e potente di quello della GS Birotor, capace di sollevare l’elicottero RE2 e farlo volare per almeno 600km dal decollo all’atterraggio.

Comotor costruì anche questo motore, in diversi esemplari corredati da ricambi per le prove di volo dell’RE2 che iniziarono nel 1975 e proseguirono ancora per mesi.
Intanto tutto intorno cambiava: la GS Birotor fu costruita in soli 873 esemplari e alla fine del ’74 era già iniziata la fusione che porterà alla nascita nel gruppo PSA.
Così finisce la storia del motore Wankel in Europa: una storia fatta di sogni, di limiti fisici insormontabili con le tecnologie dell’epoca (ed anche quelle attuali) e di esperimenti ai confini della sostenibilità industriale.

La combustione difficilmente ottimizzabile nelle “strane” camere del Wankel, la necessità di lubrificazione (c’era un miscelatore automatico) che portava a bruciare miscela di olio e benzina e che tra incombusti e fumi dell’olio determinavano un inquinamento allo scarico oggi inconcepibile, generava consumi e inquinamento ben oltre i limiti del ragionevole.

E l’elicottero? Il problema, identificato da subito, fu quello delle elevate temperature raggiunte dal motore Wankel nel suo funzionamento. Molti tipi di radiatori e scambiatori furono provati nel tempo ma il problema rimase. Nel ’77, quando la Direzione comprese le difficoltà del gruppo di lavoro, anche e soprattutto per la fine di Comotor che non avrebbe più potuto fornire motori e ricambi, l’elicottero fu definitivamente messo a terra e spostato nella collezione privata di Citroën.

Oggi è uno dei “pezzi forti” del Conservatoire Citroën: capace di catalizzare capannelli di appassionati che vi si accalcano intorno. Ogni tanto qualcuno sorride, dopo aver riconosciuto le maniglie delle portiere di quell’oggetto ipertecnologico: sono le stesse della 2CV.

MILANO, ACI: ‘MOBILITÀ LENTA’ PRODURRÀ CODE E INTASAMENTI. MEGLIO PIÙ VIGILI A DIRIGERE IL TRAFFICO


Milano, 21 giugno 2020 - “L’eccessiva ‘mobilità lenta’ non porterà benefici né alla qualità dell’aria, né al commercio al dettaglio”. Lo dice Geronimo La Russa, presidente dell’Automobile Club Milano, intervenendo nel dibattito sulla decisione di istituire anche in alcune zone non centrali della città ‘zone 15’ e ‘zone 30’.

“L’unico risultato che arriverà da queste scelte - aggiunge La Russa - sarà quello di produrre code e spostamenti di volumi di traffico in zone adiacenti alle aree in cui non si potrà circolare a oltre 15 o 30 km all’ora. Sarebbe, ad esempio, più utile aumentare la presenza di agenti della Polizia Locale sulle strade a dirigere il traffico e a rendere più ordinata e quindi fluida la mobilità. Un’azione che garantirebbe anche un aumento del livello generale della sicurezza percepita”. 

Guardando più specificatamente ai vantaggi di cui potrebbero godere alcune attività commerciali, il presidente dell’Aci  Milano ritiene che “l’obiettivo è quello di tornare prima possibile alla normalità e sono convinto che ci riusciremo”. “Se davvero si vuole sostenere il commercio - spiega La Russa - gli interventi più importanti debbono riguardare concrete azioni fiscali e di accesso al credito da parte delle Istituzioni locali e nazionali. Non  si può puntare tutto su un ‘senso unico’ in più e qualche parcheggio in meno”.

Geronimo La Russa conclude ribadendo “ancora una volta che su decisioni importanti e strategiche in una materia in cui possediamo competenze tecniche rilevanti e affermati professionisti, l’Automobile Club Milano non viene coinvolta. Quasi a dire che la voce di chi utilizza un’auto, un furgone o anche una moto non interessa”.

MotoCorse/ Pirelli adotta per la stagione 2020 del Campionato Italiano Velocità gli stessi pneumatici del Mondiale SBK



Pirelli e la Federazione Motociclistica Italiana, sono pronte per la stagione 2020 del Campionato Italiano Velocità, al debutto il prossimo 4-5 luglio nell’Autodromo Internazionale del Mugello e che vedrà la partecipazione della casa milanese in qualità di Fornitore Unico Ufficiale di pneumatici delle classi Superbike e Supersport 600. Il Campionato Italiano Velocità prevede quest’anno un calendario di otto gare tra luglio e ottobre, suddivise in quattro round doppi su quattro diversi circuiti.
Il Campionato Italiano Velocità è il massimo Campionato motociclistico sul territorio nazionale, grazie all’alto livello tecnico messo in campo da piloti e squadre, e vanta una collaborazione decennale con il brand della P lunga. Infatti, la stagione 2020 rappresenta il decimo anno consecutivo in cui Pirelli ricopre il ruolo di Fornitore Unico Ufficiale di pneumatici della classe Supersport 600, ed il primo anno in assoluto in regime di monomarca della classe Superbike.
A partire da quest’anno i piloti del Campionato Italiano Velocità, sia quelli della classe 600 che quelli della classe regina, utilizzeranno esclusivamente pneumatici slick Diablo Superbike nelle nuove misure maggiorate, come già avviene nel Campionato Mondiale FIM Superbike di cui Pirelli è Fornitore Unico di Pneumatici dal 2004.
Le misure maggiorate della gamma Diablo Superbike, nelle misure 125/70 R 17 anteriore e 200/65 R 17 posteriore per la classe regina e 120/70 R 17 anteriore e 190/60 R 17 posteriore per la classe 600, sono il frutto del costante impegno di ricerca e sviluppo che gli ingegneri Pirelli hanno portato avanti nel Campionato Mondiale FIM Superbike, con l’obiettivo di sviluppare un prodotto che proprio dal 2020 sarebbe entrato a far parte della gamma di pneumatici Pirelli a disposizione di tutti i motociclisti e piloti del mondo.

L’innovativo profilo delle misure maggiorate di Diablo Superbike garantisce un’elevata maneggevolezza nelle fasi di inserimento in curva e cambio di direzione, mentre la maggiore area di contatto tra la spalla del pneumatico e l’asfalto assicura un ottimo livello di grip durante la percorrenza e in uscita di curva. Le strutture all’avanguardia sono state sviluppate appositamente per garantire una distribuzione omogenea delle pressioni di contatto, favorendo un’usura uniforme e consistenza di prestazioni.

Un’altra importante novità della stagione 2020 del Campionato Italiano Velocità è rappresentata da una innovativa scaletta premi che Pirelli ha scelto di offrire sia ai piloti della classe Superbike che a quelli della classe Supersport 600. Il nuovo schema premi è valido per ognuno dei quattro round, tenendo in considerazione la somma delle due gare, e prevede l’assegnazione di premi in pneumatici dal primo fino all’ottavo classificato, con l’obiettivo di premiare un più alto numero di piloti al di fuori delle posizioni da podio.

sabato 20 giugno 2020

ACI al fianco di Alex Zanardi.


20 Giugno 2020 - Proprio ieri, è stata data la conferma della sua presenza nel Campionato Italiano Gt alla guida di una Bmw nella gara finale che si disputerà a Monza. Notizia che conferma la volontà di Alex Zanardi rimanere fortemente legato al mondo del motorsport tricolore. Un mondo che ora attende notizie sulla ennesima sfida che vede impegnato il grande campione.
“Per noi Alex è un atleta, un campione e un grande esempio. Un uomo vero che ha fatto della capacità di reazione agli eventi negativi un vero e proprio stile di vita, ma anche una forte testimonianza da trasmettere costantemente a tutti. Insieme alle donne e gli uomini di Automobile Club d’Italia, e a tutte le componenti dell’automobilismo sportivo tricolore, siamo vicini al nostro campione ed in trepida attesa di sviluppi positivi” le parole di Angelo Sticchi Damiani, Presidente di Automobile Club d’Italia.

Foro Claudio Pezzoli-Reporter Press

venerdì 19 giugno 2020

La Porsche Carrera Cup Italia riaccende i motori: ecco il calendario 2020. Il Porsche Festival nel 2021.


La Porsche Carrera Cup Italia ritorna in pista nel pieno rispetto dei protocolli legati alla diffusione del Covid-19 grazie al lavoro che ha impegnato Porsche Italia nei mesi di emergenza. La filiale italiana della Casa di Zuffenhausen ha varato un piano speciale di agevolazioni dedicato ai team e ai piloti che permetterà al monomarca delle 911 GT3 Cup di inaugurare ufficialmente a luglio la stagione 2020.

Il nuovo calendario prevede sei weekend di gara, tutti abbinati agli ACI Racing Weekend. Il via il 17-19 luglio, quando sarà il circuito del Mugello a ospitare le prime due gare da 28 minuti + 1 giro. La prova inaugurale sarà preceduta dal test ufficiale previsto mercoledì 15 luglio sempre al Mugello.
Dopo l'appuntamento toscano, la stagione prosegue con i round di Misano (2 agosto), Imola (30 agosto), Vallelunga (20 settembre), di nuovo Mugello (4 ottobre) e Monza, che ospiterà l'ultima tappa il 6-8 novembre. Prima di Misano e Vallelunga è prevista la novità dei test pre-gara al giovedì con 4 ore a disposizione dei team e pista in esclusiva.

Porsche Italia continuerà a confrontarsi con istituzioni, federazioni e realtà coinvolte per adottare ed eventualmente aggiornare tutte le misure previste durante l'intero arco della stagione, nel costante monitoraggio della situazione sanitaria e del quadro normativo, che al momento consente la disputa degli eventi sportivi esclusivamente a porte chiuse.

Il Porsche Festival dà appuntamento al 2021 a Franciacorta
Nel nuovo calendario della Carrera Cup Italia 2020 non è più previsto il round nel contesto del Porsche Festival. Porsche Italia ha deciso di posticipare al 2021 la manifestazione che avrebbe dovuto tenersi il 3-4 ottobre a Monza. Una scelta dettata in particolare dall'attuale situazione generale che non permette condizioni ideali per lo svolgimento di un evento a porte aperte dedicato a migliaia di proprietari e appassionati del marchio e con la presenza di numerosi ospiti speciali e iniziative dedicate. Per l'edizione del 2021 il Porsche Festival dà appuntamento all'autodromo di Franciacorta, sede del nuovo Porsche Experience Center, l'ottavo e più grande al mondo, che sarà inaugurato nella prossima primavera.
“Il Porsche Festival è l'evento più atteso dell'anno da tutti i porschisti - commenta Massimiliano Cariola, Direttore Marketing di Porsche Italia -; in questa particolare fase storica non vi sono certezze di poterlo vivere con la serenità, la condivisione e la partecipazione che l'hanno sempre contraddistinto. Rinunciare all'edizione 2020 è stata una decisione difficile, ma la passione è più forte e siamo già al lavoro affinché il Porsche Festival 2021 sia il più coinvolgente di sempre. L'opportunità di organizzarlo nel nuovo Porsche Experience Center Franciacorta è la spinta migliore per renderlo imperdibile.”

Calendario 2020 Porsche Carrera Cup Italia
15 luglio - Mugello (official test)
17-19 luglio - Mugello
31 luglio-2 agosto - Misano
28-30 agosto - Imola
18-20 settembre - Vallelunga
2-4 ottobre - Mugello
6-8 novembre - Monza

MATTEO NANNINI PROTAGONISTA DEI TEST DI FORMULA REGIONAL A MISANO


19 giugno 2020. Matteo Nannini si conferma in grande forma e alla sua seconda uscita di quest’anno al volante della Tatuus Formula Regional del team DR Formula mette tutti dietro. 
Il 16enne pilota forlivese è stato grande protagonista nel corso della giornata di ieri, in occasione dei test che si sono svolti sul circuito di Misano, dove ha ottenuto il migliore responso in assoluto di 1’26”640 alla conclusione dell’ultima sessione utile del pomeriggio, optando per montare un set di gomme nuove proprio allo scadere del tempo utile. 
Nannini, che debutterà quest’anno nel FIA Formula 3 Championship con il team Jenzer Motorsport, ha completato inoltre tantissimi chilometri, inanellando in totale ben 95 giri del tracciato romagnolo, in condizioni di caldo estremo.

“Sono ovviamente molto soddisfatto. La scorsa settimana al Mugello avevo avuto a disposizione un telaio differente. Ho fatto diverse prove di setup, testando alcune soluzioni e alla fine è arrivato il miglior tempo. Nello stesso contesto ho anche potuto apprendere diverse cose nuove. Una giornata in definitiva per me molto proficua”, ha commentato Nannini.

In oltre due decimi alla fine si è tradotto il distacco che Nannini ha rifilato al primo degli inseguitori. E intanto il conto alla rovescia per il primo round di Spielberg del FIA Formula 3 Championship è giunto esattamente a meno due settimane.

Foto Claudio Pezzoli-Reporter Press Agency

Rachele Somaschini pronta per il debutto nel FIA ERC al prossimo Rally di Roma Capitale


Con la riprogrammazione dei calendari annunciata da ACI Sport, il rallysmo nazionale, e non solo, si appresta a ripartire. Ed è al Rally di Roma Capitale che Rachele Somaschini potrà risalire in macchina per mettersi alla prova nel FIA European Rally Championship, con l’obiettivo di ampliare l’esperienza di guida  in una serie internazionale e far conoscere anche fuori dai confini nazionali #CorrerePerUnRespiro, la campagna di sensibilizzazione sulla fibrosi cistica contro cui Rachele lotta sin dalla nascita.

L’evento capitolino, in programma dal 24 al 26 luglio prossimi, sarà un importante crocevia per la ripartenza di tutto il movimento, in quanto gara di apertura sia della massima serie continentale che del Campionato Italiano Rally.

Un rally giovane, quello laziale, ma che in pochi anni è cresciuto tanto, fino ad arrivare ad essere uno dei fiori all’occhiello del FIA ERC, con prove speciali molto selettive – attraverso luoghi pieni di storia – che sono ormai entrate nel cuore di piloti ed appassionati. Strade che Rachele ha già avuto modo di conoscere nelle due passate stagioni e con le quali ha mostrato un buon feeling sin da subito. Fermata due volte da problemi meccanici nel 2018 si è rifatta l’anno successivo con una bella prestazione che le era valsa la quarta posizione nel CIR 2RM. 

Riprende dunque il 2020 agonistico della portacolori di RS TEAM SSD interrottosi bruscamente a Febbraio, per l’emergenza Covid-19, dopo il Rally della Val d’Orcia, gara in cui si era imposta nella Classe R3T, conquistando anche la seconda piazza della classifica femminile. Il debutto europeo sarà preceduto da una gara test per riprendere confidenza con “l’ambiente di gara”, dopo il lungo periodo di forzata assenza dalle competizioni. 

Il ritorno alle gare segnerà per Rachele anche un cambio di navigatrice. La campionessa italiana femminile in carica sarà infatti affiancata dalla giovane ma esperta Giulia Zanchetta, che la coadiuverà alle note. 

“Sono stati mesi molto difficili per tutti e soprattutto per noi lombardi – ha dichiarato la giovane driver di Cusano Milanino – Adesso però è arrivato il momento di rimettere tuta e casco per tornare a fare quello che più ci piace. Non poteva esserci modo migliore di cominciare con la tappa italiana la nostra avventura nel Campionato Europeo. Come sempre ce la metteremo tutta per ben figurare. Mi dispiace il distacco da Chiara Lombardi – ha aggiunto – che per mutate esigenze lavorative non potrà seguirmi in una serie impegnativa e internazionale, ma, data la sintonia che ci ha unite a lungo, la nostra collaborazione proseguirà in alcune gare italiane, come il Rally Valtiberina, che fanno parte del mio programma 2020″. 

Foto Claudio Pezzoli-Reporter Press

giovedì 18 giugno 2020

Presentata la Fondazione Gino Macaluso per l'Auto Storica


17 Giugno 2020 - È stata presentata ieri la Fondazione Gino Macaluso per l’Auto Storica. Fondata in memoria di Gino Macaluso, per volontà della moglie e della famiglia, la Fondazione ha lo scopo di valorizzare l’automobile come oggetto di culto, capace di coniugare innovazione tecnologica e cultura umanistica, tradizione artigianale e bellezza del design d’avanguardia, influenzando in maniera profonda i costumi e la società del XX Secolo. La Fondazione è un omaggio a Torino, città natale di Gino Macaluso, che è stato sportivo e campione Europeo di Rally nel 1972, poi architetto e designer, imprenditore e Cavaliere del Lavoro: pur avendo compiuto la gran parte della carriera e della vita lavorativa in Svizzera e nel mondo, Macaluso era molto legato alla città dell’automobile e dell’innovazione sperimentale. La nascita della Fondazione è segno dell’eredità che Gino Macaluso restituisce alla città, attraverso l’impegno verso i giovani e le nuove generazioni che si approcciano alla passione per l’automobile, lo sport motoristico, l’innovazione e il car design.

“L’automobile è stata in tutte le sue declinazioni una grande passione di Gino Macaluso: la missione della Fondazione è rinnovare il suo sentimento per l’automobile, la velocità e la sua bellezza. L’auspicio è che la Fondazione Gino Macaluso contribuisca a fare partire da Torino un’estensione della Motor Valley italiana per disegnare una nuova geografia culturale dei motori. La collezione porterà Torino nel mondo, verso i maggiori musei e istituzioni che rinnoveranno la cultura dell’automobile Made in Italy” ha dichiarato Monica Mailander Macaluso, Presidente della Fondazione Gino Macaluso per l’Auto Storica, che aggiunge “Nel decimo anniversario della scomparsa, Stefano, Massimo, Anna, Margherita ed io intendiamo realizzare il sogno di Gino e dedicare un tributo alla sua memoria”.

La celebre collezione della Fondazione Gino Macaluso è un capitale di storia del rally, che racconta l’epopea delle gare leggendarie, dei grandi piloti, delle automobili più vincenti. La collezione, costruita da Gino Macaluso, è tra le più importanti al mondo ed unica nel suo genere per il palmares delle vetture, il prestigio e l’originalità dei suoi modelli: automobili storiche da gran turismo, da rally, da pista che ripercorrono il periodo dagli anni Sessanta e Novanta del design automobilistico e del motorsport, oltre ad aver preso parte ai più importanti eventi mondiali legati alle auto storiche, diventando un punto di riferimento per studiosi, collezionisti e appassionati.

“La fondazione è una testimonianza della ricchezza del patrimonio dell’automobile italiano, che non ha eguali nel mondo per design, competitività, industria e storia. L’eredità di Gino Macaluso, attraverso la mentalità internazionale che contraddistingue la sua biografia, contribuirà a promuovere questa ricchezza e l’immagine del nostro paese e dello sport italiano nel mondo, rinnovando la passione motoristica nelle nuove generazioni” ha dichiarato Angelo Sticchi Damiani, Presidente dell’ACI- Automobile Club d’Italia e membro dell’advisory board della Fondazione Gino Macaluso per l’Auto Storica.

Avvalendosi della collezione, la Fondazione intende dare seguito e corpo a quelli che erano il sogno e la passione di Gino Macaluso, che considerava l’automobile “la più intensa delle espressioni della creatività del ventesimo secolo”. Partendo dall’esperienza di Gino Macaluso nella professione di designer e della passione per gli oggetti d’arte, la Fondazione intende sviluppare un programma culturale capace di far dialogare il design automobilistico con le arti moderne e contemporanee.

L’emergenza sanitaria ha imposto una riorganizzazione delle attività per il 2020; annullati gli appuntamenti all’estero e in Italia in primavera- estate, la Fondazione Gino Macaluso parteciperà ad alcuni tra i più importanti eventi automobilistici a partire dall’autunno: il Milano Monza Open Air show, in programma tra l’autodromo di Monza e la metropoli lombarda dal 29 ottobre al 1 novembre, e Goodwood Festival of Speed a luglio 2021.  A dicembre 2020, le automobili della Fondazione Gino Macaluso saranno protagoniste di “The Golden Age of Rally - Le grandi sfide”, una grande mostra sulla storia dei campionati mondiali di rally, che inaugurerà a Torino al MAUTO- Museo Nazionale dell’Automobile (3 dicembre 2020 – 9 maggio 2021); a seguire l’esposizione si muoverà per un road show tra l’Europa, gli Stati Uniti e il Giappone. Le prime tappe previste sono al Louwman Museum a L’Aia e Autoworld a Bruxelles.  Sempre in autunno, in occasione dei 10 anni della scomparsa di Gino Macaluso, sarà pubblicato il volume “Mac-la Fondazione Gino Macaluso per l’Auto Storica” dedicato all’uomo, al pilota e all’imprenditore, con tante testimonianze, edito da Rizzoli.

La Fondazione ha inaugurato il rinnovato spazio alle porte di Torino: un’autentica wunderkammer, una “camera delle meraviglie” dedicata alla storia dell’automobile, dove sono conservati i gloriosi esemplari del motorsport, insieme all’officina per il restauro dell’auto storica, l’archivio e la biblioteca dell’automobile.

La cerimonia di inaugurazione è stata celebrata oggi con un dialogo online tra Monica Mailander Macaluso, Presidente della Fondazione, insieme a Stefano, Massimo, Anna e Margherita Macaluso, figli di Gino Macaluso, connessi dalla rinnovata sede della Fondazione, e illustri ospiti del mondo dell’automobile: Lord Charles Richmond, Duca di Richmond e Gordon e promotore dei più importanti eventi di auto d’epoca al mondo, il presidente dell’ACI-Automobile Club d’Italia Angelo Sticchi Damiani, membro dell’advisory board della Fondazione, come l’Ing. Paolo Cantarella, Presidente Commissione Auto Storiche ACI e FIA,  Stefano Domenicali, CEO Lamborghini e il campione del mondo di rally Miki Biasion.

La replica dell’evento, moderato dalla giornalista e pilota Claudia Peroni, è visualizzabile al seguente link:

(Comunicato Ufficio Stampa Fondazione Gino Macaluso per l’Auto Storica) 

Elite Motorsport schiera la nuova CUPRA LEON nel TCR


Elite Motorsport rivela in anteprima la novità per la stagione 2020 che inizierà il 19 luglio al Mugello Circuit. Il sodalizio bresciano schiererà la nuova Cupra Leon TCR in versione sequenziale. 
L’ultima nata della vettura iberica, sarà consegnata direttamente dalla divisione Motorsport della casa spagnola del gruppo Volkswagen nei primi giorni di luglio; e subito Elite Motorsport ha pianificato delle sessioni di test.

L’arrivo in Italia della nuova LEON CUPRA nella versione più aggiornata, è certamente una bella novità sia per la serie tricolore ACI Sport, sia per gli appassionati che vedono arricchirsi lo spettacolo. Molta curiosità sui nomi che ambiscono a gareggiare con la nuova auto che ha tutte le carte in regola per candidarsi al ruolo di prima attrice in pista. Elite Motorsport grazie alla ripresa dei campionati sta completando la pianificazione dei programmi italiani ed anche nella serie continentale.

“Per il nostro team è molto gratificante poter andare a ritirare la macchina direttamente in terra Iberica - afferma Nicola Novaglio - sarà certamente una bella novità. Stiamo valutando diversi contatti con ottimi driver che saranno impegnati nel TCR Italy e nel TCR Europe. La divisione sportiva di CUPRA ha dimostrato come sempre massima disponibilità ed alta professionalità. La nostra gratitudine va al lavoro della Federazione italiana volto alla ripresa dei campionati, ma sopratutto ai promotori della serie europea che ci hanno affiancato in più fasi dello sviluppo dei programmi e nella nostra nuova scelta dandoci la possibilità di dialogare direttamente con la casa madre”. (Agenzia ErregiMedia)

Attilio Marinoni, 14 gennaio 1892 - 18 giugno 1940



“Non è quel che si può dire un campione di bellezza; in compenso è il più completo fra i collaudatori che una casa d'automobili abbia mai avuto. Una macchina provata da Marinoni e da Marinoni messa a punto non si ferma più. Lo vedete bighellonare per l'officina che par non abbia nulla da fare. Ma Marinoni ha cento occhi come Argo e sa sempre tutto. Fu lui a salire per primo sulla Bimotore e a rivelarne le doti di velocità. Se Marinoni dice che tutto va bene, c'è da stare tranquilli".


Enzo Ferrari descriveva così Attilio Marinoni da Lodi, classe 1892, arrivato a 18 anni nel mondo dei motori per rimanerci trent’anni da protagonista. Meccanico, collaudatore e pilota sono i ruoli ricoperti all’Alfa Romeo (prima in officina poi alla Squadra Corse), alla Scuderia Ferrari e, infine, ancora all’Alfa Romeo. Ferrari lo volle al suo fianco quando rilevò la gestione dell’attività sportiva della Casa milanese affidandogli, oltre all’onere di preparare e collaudare le vetture per le corse, anche quello di mettersi al volante delle auto nelle gare. Dal 1934 al 1937, è stata una parentesi importante prima del ritorno a casa, all’Alfa Romeo. 

Il 18 giugno 1940 in un altro giorno di prove sull’Autostrada dei Laghi, Marinoni, capo dei collaudatori dell’Alfa Romeo si mette al volante della 158D con l’impegno di sempre. Ma senza fortuna, quel martedì. Attilio Marinoni perde la vita in uno scontro contro un camion.