giovedì 25 giugno 2020

Al via Stella Alpina 2020: primo evento automobilistico di regolarità classica dopo il lockdown


26-28 giugno 2020: la 35a rievocazione storica della Stella Alpina riaccende i motori della passione nell'incantevole cornice delle Dolomiti. La gara di regolarità farà vivere ai partecipanti tre giornate indimenticabili, immersi in paesaggi naturali mozzafiato. Tanta la voglia di tornare sulle strade a bordo dei gioielli a quattro ruote dopo la lunga pausa forzata.
Dopo tre mesi di duro lockdown, è finalmente possibile tornare a correre sulle strade delle proprie passioni.
Grande è stato l'interesse mostrato dagli appassionati verso la nuova edizione ormai al via. Sarà un'ottima occasione per ricominciare e la Stella Alpina avrà l'onore di essere la prima gara di regolarità ad avere luogo nella fase post Covid-19, ovviamente sempre con grande attenzione alla sicurezza dei partecipanti che verranno accolti con il consueto sorriso, anche se nascosto dalla mascherina, seguendo il protocollo di sicurezza sanitario previsto.
Si tratta di un'edizione speciale e le iscrizioni all'esperienza automobilistica nei più bei paesaggi delle Dolomiti, patrimonio dell'Umanità, sono state chiuse quest'anno per overbooking. A sole due settimane dalla conferma ufficiale del mantenimento delle date, la quota fissata a 40 iscritti è stata infatti ampiamente superata e gli organizzatori di Scuderia Trentina e Canossa Events, per accogliere gli entusiasti appassionati che desideravano partecipare, hanno esteso il numero di ammessi a 70.


La nuova edizione si svolge dal 26 al 28 giugno tra i meravigliosi paesaggi del Trentino e propone tre giornate all'insegna dello sport e dell'adrenalina, ma anche del divertimento e convivialità. Per gli appassionati della competizione, la gara di regolarità sarà avvincente grazie a 46 prove cronometrate e a 6 prove di media. Quest'anno è stata però molto apprezzata anche la speciale formula non competitiva, creata per tutti quelli che desiderano godersi il fascino del percorso sulla propria Ferrari o auto d'epoca immersi nella magnificenza delle Dolomiti, senza preoccuparsi dei pressostati, ma solo con la voglia di riprendere a partecipare ad entusiasmanti eventi godendo l'ebrezza del vento tra i capelli a bordo di gioielli storici e moderni.
Il via verrà dato venerdì 26 giugno dall'Aeroporto Caproni di Trento con la partenza della prima tappa, che porterà gli appassionati nel cuore delle Dolomiti di Brenta e si concluderà per la prima volta a Madonna di Campiglio, Perla delle Dolomiti.


Il sabato ci si immergerà nella natura più incontaminata e si guiderà su sfidanti e suggestivi passi alpini come il Passo della Mendola o il Passo di Lavazé. La giornata si concluderà in quota con una serata al Rifugio Boch da cui si potrà ammirare il tramonto sulle vette.
La domenica si partirà alla volta del lago di Tenno e, dopo un passaggio a Riva del Garda, l'arrivo è previsto a Trento per le premiazioni nella cornice di Villa Bortolazzi all'Acquaviva, nella suggestiva Valle all'Adige.

In questo periodo di particolare emergenza sanitaria e sociale, Scuderia Trentina e Canossa Events hanno scelto di rivolgere una particolare attenzione alle persone più bisognose. Per questo motivo la Stella Alpina quest'anno sostiene la Fondazione Trentina per l'Autismo Onlus contribuendo ai preziosi progetti di solidarietà educativa svolti nel territorio. La Fondazione Trentina per l'Autismo Onlus, attraverso Casa Sebastiano, svolge un ruolo centrale nell'offrire servizi di accoglienza, di formazione, di tipo sanitario e nel creare attività di crescita educative e stimolanti. Il team organizzativo devolverà alla Fondazione buona parte del budget normalmente dedicato agli omaggi, certi di avere in questa scelta l'approvazione e il sostegno di tutti i partecipanti.

Foto di Alessandro Sponda

Arriva in estate la Lamborghini SCV12, la hypercar da pista progettata da Lamborghini Squadra Corse


La SCV12 è equipaggiata con il più potente V12 aspirato mai progettato da Lamborghini, in grado di erogare oltre 830 CV. La potenza del V12 sarà scaricata a terra da un inedito cambio 6 rapporti, derivato dall’unità montata Huracán Super Trofeo EVO abbinato alla sola trazione posteriore. Eccezionale anche il rapporto peso/potenza, grazie all’inedito telaio realizzato in fibra di carbonio. 

L’aerodinamica è figlia dell’esperienza Lamborghini Squadra Corse nelle competizioni GT e assicura un livello di efficienza straordinaria. Il risultato del pacchetto tecnico è una vettura capace di offrire la massima agilità e al contempo la massima stabilità nonché un piacere di guida estremo anche sui tracciati più impegnativi. 

La vettura, non omologabile per utilizzo stradale, verrà interamente prodotta nello stabilimento di Sant’Agata Bolognese in poche decine di esemplari. I clienti entreranno a far parte di un esclusivo club che darà accesso a programmi di guida dedicati per pilotare la propria SCV12 in tutti i più prestigiosi circuiti del mondo. L’assistenza sarà garantita dallo staff tecnico Squadra Corse con il supporto di Emanuele Pirro, cinque volte vincitore della 24 Ore di Le Mans e tutor d’eccezione per i clienti-piloti. 

ACI MILANO: STUDIO REGIONE E UNIVERSITÀ CONFERMA CHE BLOCCO DEL TRAFFICO NON SERVE PER CONTRASTARE POLVERI SOTTILI

Milano, 24 giugno 2020 - "Le parole dell'assessore Cattaneo e del professor Signorelli non fanno altro che confermare quanto sosteniamo da tempo: i blocchi del traffico incidono in maniera molto limitata sul contrasto alle polveri sottili". Lo dice Geronimo La Russa, presidente dell'Automobile Club Milano, commentando le dichiarazioni dell'assessore regionale all'Ambiente, Raffaele Cattaneo, e del professor Carlo Signorelli, docente universitario di Igiene e Sanità che, dati alla mano, hanno evidenziato come a Milano e in Lombardia durante il lockdown, la scarsissima circolazione degli automezzi non abbia prodotto risultati significativi in termini di contenimento degli inquinanti.

"Sempre in linea con le nostre tesi - ha aggiunto Geronimo La Russa - Cattaneo e Signorelli dicono che l'obiettivo va focalizzato sugli impianti di riscaldamento obsoleti, settore in cui è necessario produrre sforzi più concreti e importanti"

(Automobile Club Milano/Ufficio Stampa)

Primo test ok sulla nuova Porsche Cayman per Fenici


25 giugno 2020. Francesco Maria Fenici ha esordito al volante della Porsche 718 Cayman GT4 in versione 2020 effettuando una proficua giornata di test sul circuito di Cremona, dove ha potuto anche svelare la livrea e i colori per la stagione al via. Dopo il primo anno di corse con la GT4 Clubsport, il pilota romano ha scelto la nuova “arma” della Casa di Stoccarda, più evoluta e potente (ben 425 cavalli) rispetto alla precedente, per rilanciare la sfida nella Porsche Sports Cup Suisse.

Il test di Cremona con il team Amag First Rennsport ha permesso a Fenici di inaugurare la stagione e di scoprire per la prima volta su pista asciutta la vettura dei Centri Porsche Ticino in vista del primo round del monomarca in programma sul circuito tedesco di Hockenheim il 10-11 luglio. Sempre coadiuvato da Max Busnelli nelle vesti di coach driver, il portacolori della FF Motorsport ha percorso oltre 250 chilometri, utili a completare il programma di giornata e a raccogliere dati e riscontri cronometrici utili soprattutto per ottimizzare la messa a punto e prendere confidenza con la nuova Cayman.


Fenici dichiara alla luce della prima uscita stagionale a Cremona: “Era importante esordire in condizioni da asciutto con la nuova Cayman. La mattina abbiamo trovato un po' di traffico, nel pomeriggio meglio ma con temperature elevate e quindi pista un po' scivolosa, però nel complesso bene, abbiamo percorso tanti chilometri, oltre 250, lavorando a fondo e in sintonia con la squadra e con Max soprattutto su assetto e passo. Pur non avendo provato con pneumatici nuovi e quindi saggiato la prestazione pura, è stata una giornata proficua in vista dell'esordio in campionato a Hockenheim. Le differenze con la precedente GT4 sono molteplici. L'auto è molto più reattiva e l'aerodinamica si fa sentire di più, così come le sospensioni. Le sensazioni di guida sono più piacevoli, è una macchina da corsa professionale e siamo felici di averla scoperta”.

Nel 2019 Fenici, pilota testimonial di “Autosprint” e “Auto”, ha esordito nell'automobilismo e nel monomarca svizzero sorprendendo per competitività e vittorie messe a segno. Ora il 2020 lo porterà al confronto con i numerosi rivali della Porsche Sports Cup Suisse al volante di una vettura ancora più competitiva nella classe maggiore della Cayman Cup. Dopo l'esordio di luglio a Hockenheim, il calendario prevede altri quattro appuntamenti a Le Castellet, Imola, Mugello e Misano.

Foto Paola Depalmas

mercoledì 24 giugno 2020

La Scuderia del Portello alla 24 Ore del Nürburgring


La Giulia Quadrifoglio ‘Nürburgring 24H’ di Lanza Motorsport sarà l’ultima protagonista di una serie che vanta importanti precedenti. Infatti, le vetture Alfa Romeo sono state più volte in gara alla 24 Ore del Nürburgring, The Green Hell (l’inferno verde), circuito leggendario lungo oltre 20 chilometri, che da oltre 90 anni ospita le gare più spettacolari del mondo (nel Gran Premio di Formula 1 del 1976 rischiò la vita Niki Lauda con la Ferrari, salvato dall’auto in fiamme da Arturo Merzario). 
La mitica 24 Ore del Nürburgring vede dal 1970 oltre 160 vetture Turismo e Gran Turismo disputare la corsa sul tracciato storico del Nordschleife unito a parte di quello attuale “GP”, per una lunghezza complessiva di 25 chilometri.
L’evento ogni anno richiama centinaia di migliaia di spettatori che sin dall’inizio della settimana si stabiliscono nei numerosi campeggi dislocati lungo il tracciato immerso nel verde della Renania-Palatinato e, insieme ai numerosi eventi correlati alla manifestazione, danno origine a un clima di festa, musica, luci e spettacoli che fanno di questa gara uno show unico nel suo genere.

La Scuderia del Portello, che da quarant’anni rappresenta ufficialmente il marchio sportivo Alfa Romeo negli eventi più prestigiosi del mondo, vi partecipò per la prima volta nel 1992 schierando un’Alfa Romeo 75 3000 V6, unica vettura del Biscione in gara.
Nel 2001 presentò quattro vetture moderne, una 147 Super Produzione e tre 156 Gruppo N, per un totale di ben 16 Gentlemen Drivers di diverse nazionalità, 18 meccanici, 3 bilici e lo stand hospitality.
Per vedere l’ultima Alfa Romeo schierata sulla griglia di partenza della 24 Ore del Nürburgring, bisogna risalire all’ultima partecipazione della Scuderia del Portello nel 2003 con un’Alfa Romeo 156 Super Produzione.


“Siamo molto contenti che i nostri soci piloti abbiano queste iniziative importanti per la continuazione della storia del marchio sportivo Alfa Romeo. – le parole del Presidente Marco Cajani - È un evento eccezionale a cui ho partecipato in diverse edizioni, dove la Scuderia del Portello si è sempre rivelato l’unico team con vetture Alfa Romeo in gara. Con la nascita della nuova Giulia avevamo proposto al brand una squadra composta da 3 auto con piloti e giornalisti di diverse nazionalità, con vetture stradali di serie preparate e adeguate ai regolamenti della gara, affinché potessero raggiungere su strada il circuito tedesco partendo da Arese, partecipare all’endurance e quindi ritornare ad Arese sempre su strada. Ciò al fine di dimostrare l’affidabilità della vettura e il legame con lo slogan storico ‘l’auto di famiglia che vince le corse’. Purtroppo la nostra proposta non si è concretizzata e quindi ho accolto con grande entusiasmo l’iniziativa personale del nostro socio e pilota Mauro Simoncini: la sua Giulia Quadrifoglio ‘Nürburgring 24H’ è la prima auto istant classic a entrare a far parte del Museo Dinamico della Scuderia del Portello ed a essere iscritta al suo Catalogo Alfa Romeo storiche da competizione …e la storia continua!”

Crediti foto: Scuderia del Portello 




martedì 23 giugno 2020

LA PRIMA ALFA ROMEO GIULIA QUADRIFOGLIO DA COMPETIZIONE ALLA 24 ORE DEL NÜRBURGRING


Il giorno in cui Alfa Romeo celebra l’importante traguardo dei 110 anni dalla nascita e il Museo Storico di Arese riapre al pubblico dopo il lockdown causato dall’emergenza COVID-19, la Scuderia del Portello e i suoi Gentlemen Drivers guardano al futuro del marchio sportivo Alfa Romeo nel motorsport presentando, a distanza di quasi vent’anni, l’unica Alfa Romeo che sarà presente alla 24 Ore del Nürburgring 2020.

È la prima Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio esistente al mondo allestita per le competizioni, realizzata dai preparatori di Lanza Motorsport – associazione sportiva nata a Valmorea (CO) esattamente 35 anni fa – su iniziativa del suo Presidente Mauro Simoncini, Gentleman Driver della Scuderia del Portello, il sodalizio di Arese che dal 1982 rappresenta il marchio sportivo Alfa Romeo negli eventi più prestigiosi a livello globale.
Parteciperà alla gara di durata per vetture Turismo e Gran Turismo più celebre al mondo, la 24 Ore del Nürburgring (24-27 settembre 2020), sul leggendario tracciato del Nordschleife con i colori Lanza Motorsport – Scuderia del Portello; l’equipaggio sarà composto da Mauro Simoncini, Ugo Vicenzi, Alberto Carobbio e Bruno Barbaro, quattro Gentlemen Drivers italiani che sullo storico circuito e nelle competizioni nazionali tedesche hanno maturato una grande esperienza con diversi tipi di vetture.

Il progetto nasce da un’iniziativa privata di Mauro Simoncini, proprietario della vettura e pilota della Scuderia del Portello, che esordì alla 24 Ore del Nürburgring esattamente 20 anni fa proprio con un’Alfa Romeo 155 V6.
La sua attività agonistica nel motorsport iniziò nel 1979 e lo ha visto impegnato, con importanti risultati, in ogni tipo di competizione in pista e su strada, al volante di diverse tipologie di vetture: monoposto, prototipi, Turismo e Gran Turismo, sia storiche che moderne.

“Abbiamo voluto riportare sul circuito del Nürburgring nella sua gara più importante della stagione una vettura di un marchio italiano, dopo aver disputato la prima 24 Ore nel 2000 proprio con una Alfa Romeo e successivamente in altre 17 edizioni sempre con marchi stranieri; dopo 20 anni, la scelta è caduta di nuovo sul marchio storico Alfa Romeo, a cui siamo da sempre legati, con l’attuale vettura top di gamma della produzione del Biscione. Nelle ultime edizioni e in tante altre gare il mio compagno di squadra è stato l’amico Arturo Merzario (tra l’altro Presidente Onorario della Scuderia del Portello), con il quale vorrei condividere in futuro il volante della Giulia Quadrifoglio sul tracciato del Nürburgring”, il commento di Mauro Simoncini a margine della presentazione della vettura.

La Giulia Quadrifoglio 
per la 24 Ore del Nürburgring

Preparazione: Lanza Motorsport
Team: Scuderia del Portello
Piloti: Mauro Simoncini, Ugo Vicenzi, Alberto Carobbio e Bruno Barbaro

La Giulia Quadrifoglio appartiene all’alta gamma della Casa del Biscione come versione super sportiva della vettura di serie Giulia. La preparazione speciale per questo evento è stata realizzata dai tecnici di Lanza Motorsport, che nei suoi 35 anni di attività agonistica ha partecipato a 18 edizioni della 24 Ore con auto di diversi brand. L’enorme potenza, già nella versione di serie, inserisce la Giulia Quadrifoglio nella classe massima SP8 T (vetture turbo) con configurazione “Appendix 5”:

Motore: V6 da 2891 c.c. benzina
Potenza: 520 cv
Peso: 1400 kg
Serbatoio: 120 lt
Accelerazione: 0-100 km/h in 3,2 secondi
Velocità massima: 322 km/h
Trazione: posteriore
Cambio: automatico 8 rapporti
Assetto: NTP Eibach & Bilstein modello Nürburgring – Nordschleife
Carrozzeria ulteriormente alleggerita con ricostruzione di parti in carbonio
Alettone posteriore in carbonio ricostruito e modificato secondo regolamento di gara
Per quanto riguarda la sicurezza, sono stati installati un rollbar multipunti omologato F.I.A., un impianto di estinzione fisso e cinture ancorate con sei punti di allaccio.

Crediti foto: Massimo Campi




Porsche Club GT al via da Misano il 5 luglio


L'inedito monomarca di time attack con protagoniste le 911 racing e stradali può finalmente accendere i motori per la sua prima stagione sui circuiti italiani più prestigiosi. Dopo il rinvio di marzo, ora il Porsche Club Umbria conferma cinque appuntamenti nel rispetto delle normative anti covid-19: ecco tutte le date dal primo round sul circuito romagnolo fino al finale del Mugello, passando per Monza, Imola e Vallelunga

Il Porsche Club GT, nuovo monomarca nazionale protagonista sui più importanti circuiti italiani, accenderà finalmente i motori domenica 5 luglio al Misano World Circuit. Dopo il rinvio di marzo, i promotori del Porsche Club Umbria ribadiscono il format originario della serie che, riconosciuta ufficialmente da ACI Sport e con protagoniste le Porsche 911 GT3 e GT3 RS stradali e le GT3 Cup da corsa, proporrà lo spettacolo delle sfide adrenaliniche del time attack, la specialità che premia la ricerca del limite e del giro più veloce.

Il Porsche Club GT 2020 conferma dunque tutti i cinque round, che a partire da quello di Misano tra due domeniche si svolgeranno nel rispetto delle vigenti normative anti covid-19. All'esordio stagionale in riva all'Adriatico seguiranno gli appuntamenti di Monza il 26 luglio, Imola il 20 settembre, Vallelunga l'11 ottobre e Mugello il 1° novembre.

Sono quattro le categorie in gara, con classifiche e premiazioni distinte: Goodyear GT3 RS (protagoniste tutte le Porsche GT3 RS modello 991), Panta GT3 (Porsche GT3 modello 991 gen.II e modello 992), Paddock GT (Porsche GT2 e GT3 fino al modello 997 + GT3 RS 991 gen.I + tutte le GT4) e D-Factory Cup (tutte le Porsche 911 GT3 Cup da pista protagoniste odierne e in passato nella Carrera Cup Italia).

Il format dei weekend di gara include per ciascun pilota 4 turni da 25 minuti. Il primo è valido come sessione di prove libere (con possibilità di affiancare un passeggero), i successivi saranno di gara. La classifica di ciascuna categoria scaturirà dalla somma dei due migliori tempi ottenuti nelle 3 sessioni di gara e un ulteriore punteggio premierà il giro più veloce in assoluto.

Elevata attenzione è dedicata a tutti gli aspetti mediatici e promozionali, coordinati da un team di professionisti e con già in previsione una diretta streaming di tutti gli appuntamenti e la presenza di ospiti speciali. In questa prima stagione il Porsche Club GT scende in pista insieme a tutti i propri partner tecnici e commerciali: Centro Porsche Firenze, Goodyear, Panta, Paddock, D-Factory, Serani Motorsport, Stand 21, DL Racing, CBS Compositi, MGM, Granlat, Lucini Surgical Concept e Dermoflora Seven.

Le iscrizioni al campionato sono aperte a tutti i soci Porsche Club italiani ed europei. Info e moduli di adesione su www.porscheclubumbria.com nella sezione “Porsche Club GT”.

CALENDARIO Porsche Club GT 2020
5 luglio Misano
26 luglio Monza
20 settembre Imola
10 ottobre Vallelunga
1° novembre Mugello

(Agenzia ErregiMedia)

Riccardo Agostini su Audi R8 LMS in entrambi i Campionati Italiani Gran Turismo 2020


Audi Sport Italia da quando prende parte ai Campionati Italiani Gran Turismo (il 2009, anno di esordio del modello da competizione R8) si è presentata spesso al via con equipaggi blasonati, inclusi piloti ufficiali dei quattro anelli protagonisti a Le Mans o nel DTM. Finora tuttavia nell'abitacolo dell'R8 LMS GT3 non era salito un pilota che potesse fregiarsi dello scudetto tricolore sulla tuta ignifuga. Nel 2020 invece la squadra diretta da Emilio Radaelli e Ferdinando Geri prenderà a bordo in tutte e otto le trasferte previste dai calendari delle serie GT Sprint e GT Endurance proprio un campione in carica: Riccardo Agostini.

Il ventiseienne padovano malgrado la giovane età ha già accumulato una vasta esperienza di competizioni GT, nazionale ed internazionale, e per il secondo anno consecutivo prenderà parte ad entrambe le serie tricolori con la vettura di Ingolstadt. "Siamo lieti di poter avere sulla nostra Audi Riccardo Agostini in entrambi i Campionati a cui prenderemo parte nel 2020" , ha commentato Emilio Radaelli. "Lui ha voglia di confermarsi come pilota di successo e la squadra farà quanto è nelle nostre possibilità per aiutarlo a ripetere il risultato dello scorso anno" . Un compito impegnativo ma avvincente, quello di difendere un titolo. Otto trasferte concentrate tra luglio e dicembre non intimoriranno certo un giovane pilota che solo un paio di anni fa aveva un calendario fittissimo degno di un pilota di Boeing 747, essendo iscritto a gare in Europa, Asia e Nord America.

La prima trasferta della stagione italiana GT è prevista al Mugello con la 3 Ore valida per la serie Endurance in programma il 19 luglio. Sarà la prima volta da quando esiste il GT tricolore che toccherà alla pista toscana aprire la stagione, una novità dovuta agli sconvolgimenti ai calendari provocati dall'emergenza sanitaria. Per Agostini che il primo round sia previsto sulla pista in predicato di ospitare la Formula 1 può essere di buon auspicio: una delle tre vittorie ottenute durante la stagione 2019 l'aveva messa a segno proprio al Mugello.

da Audi Sport Italia - Ufficio Stampa 

Villa d'Este Style 2020: One Lake, One Car


Una nona edizione tanto attesa e densa di significato: Villa d’Este Style, la manifestazione consacrata a un modello di autovettura raro e leggendario, l’Alfa Romeo 6C 2500 SS Villa d’Este, dà il via simbolico alla nuova stagione di appuntamenti per gli appassionati dei motori d’epoca, dopo lo stop forzato in seguito alla pandemia globale che ha colpito duramente anche l’Italia.

Il desiderio di ripresa e di rinascita, il sogno di tornare ad assaporare il gusto delle cose belle della vita che per un momento abbiamo dovuto abbandonare: con queste premesse, l’Hotel Villa d’Este, che ha ideato l’iniziativa e porta avanti questo progetto con grande passione, ha organizzato nei minimi dettagli un’edizione da ricordare.

Nel 2012 l’Hotel Villa d’Este decise di acquistare uno dei pochi esemplari ancora esistenti di un’auto importante che portava proprio il suo nome e che nel 1949 vinse un importante riconoscimento al Concorso d’Eleganza grazie a uno stile – realizzato dalla Carrozzeria Touring – che ha segnato una nuova era ed è divenuto poi cifra stilistica del design automobilistico italiano. Villa d’Este Style celebra questo savoir-faire tipicamente italiano, assurgendo come modello un’automobile che ha segnato la storia.

“Per noi Villa d’Este Style rappresenta un momento magico: poter tornare a celebrare una giornata all’insegna dell’eccellenza, grazie al design inimitabile di questa vettura e all’atmosfera inconfondibile che si respira a Villa d’Este, ci è sembrato di buon auspicio per iniziare questa stagione 2020. Abbiamo voluto dare un messaggio di continuità e coraggio e siamo orgogliosi di vivere ancora una volta questa esperienza davvero unica nel suo genere”, afferma il Dottor Giuseppe Fontana, Presidente del Gruppo Villa d’Este. “Siamo particolarmente entusiasti di poter accogliere questo gruppo di appassionati che anno dopo anno è diventato un punto di riferimento nel panorama del collezionismo internazionale”, conclude il Dottor Giuseppe Fontana.

Il Signor Danilo Zucchetti, Direttore Generale di Villa d’Este Hotels, aggiunge: “Questo appuntamento racconta una parte importante della nostra storia e desideriamo che la tradizione continui. L’attenzione sarà massima, affinché tutto si svolga nel pieno e totale rispetto delle regole che la condizione attuale ci impone”.

I protagonisti indiscussi di questa edizione saranno sette modelli di autovetture Alfa Romeo 6C 2500 SS Villa d’Este, affiancati da una accurata selezione di automobili con una certa affinità elettiva, sempre rigorosamente Alfa Romeo 6C 2500.

“La Alfa Romeo Villa d’Este fu una coraggiosa creazione di Carlo Felice Bianchi Anderloni. Nel 1949 questa automobile, coniugando il migliore spirito tecnologico degli anni ’30 con uno stile innovativo, contribuì a lasciare idealmente alle spalle il difficile decennio ’40 e a mettere in moto lo sviluppo dell’ltalian Style”, afferma il Signor Marco Makaus, Project Manager dell’iniziativa Villa d’Este Style e del registro Alfa Romeo 6C 2500 SS Villa d’Este. Inoltre, aggiunge: “Allo stesso modo, intendiamo con questo primo incontro automobilistico dopo l’interruzione dare un piccolo segnale e un contributo alla ripresa delle attività e dell’energia creativa che caratterizza la Lombardia e l’Italia stessa”.

Per questa edizione, al fine di rispettare compiutamente le normative vigenti, non è previsto il consueto défilé delle automobili sul lungolago di Cernobbio.

Info: www.villadestestyle.com

ANCMA COMPIE 100 ANNI

Milano 23 Giugno 2020 – L’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori compie oggi 100 anni. Era infatti il 23 giugno 1920 quando a Milano, con un manipolo di una trentina di imprese del settore, muoveva i primi passi quella che nel corso del tempo si è evoluta da cooperativa di servizi fino a diventare una strutturata associazione di categoria con 159 associati. Socio unico di EICMA S.p.A., la realtà che organizza nei padiglioni di Fiera Milano a Rho l’evento espositivo più importante al mondo per il settore, ANCMA offre rappresentanza a un comparto che fattura circa 5,5 miliardi di euro e impiega più di 20mila dipendenti diretti, che con l’indotto e la rete commerciale salgono a oltre 60mila addetti. 
In una lettera inviata stamane alle consociate, il presidente di ANCMA Paolo Magri ha sottolineato “l’attualità dei valori della rappresentanza e dell’associazionismo, soprattutto in un momento così difficile e di fronte alle sfide che attendono l’intera industria della mobilità”. “Volgendosi indietro – si legge ancora nella missiva - la storia ci insegna che al termine delle prove più dure che ha affrontato il nostro Paese, il ritorno alla normalità è in qualche misura passato sempre attraverso il protagonismo dell’industria che ANCMA rappresenta”. “Dal 1920 la nostra industria ha una voce sola e ripercorrere il lungo cammino intrapreso dall’associazione e la storia delle vertenze con le istituzioni, rileggere le sconfitte e i risultati ottenuti, - ha aggiunto Magri - ci consente anche di riflettere sul contributo determinante che ANCMA ha dato alla diffusione delle due ruote, alla promozione del loro valore sociale ed economico, come anche alla crescita delle rispettive comunità di utenti, sportivi e appassionati”. 
Tra gli associati ad ANCMA numerosi brand che hanno fatto e continuano a scrivere la storia imprenditoriale e sportiva in ambito ciclistico e motociclistico, eccellenze del Made in Italy nel settore dei componenti e dell’abbigliamento, ma anche le prestigiose case estere, che trovano in quello italiano uno dei mercati più importanti e significativi. L’Italia occupa saldamente la prima posizione in Europa anche in termini di produzione con 320mila moto e 2,5 milioni di biciclette che escono dagli stabilimenti presenti sul territorio nazionale.

lunedì 22 giugno 2020

Maranello Corse con Davide Nicelli nel Campionato Italiano Rally e nel Tricolore Terra


La stagione rallystica si avvia finalmente alla partenza e Maranello Corse si accinge a ripartire assicurandosi uno dei giovani piloti più interessanti nel panorama nazionale: il sodalizio modenese ha infatti rimpinguato le proprie fila con Davide Nicelli (foto Mario Leonelli – Actualfoto), 25enne di Stradella reduce da una brillante stagione che lo ha visto tra i big del Campionato Italiano (nel 2019, il lombardo si è aggiudicato la Coppa Under 25 e quella Junior Due Ruote Motrici, oltre al terzo posto nel trofeo Peugeot 208 Top).

Maranello Corse e Nicelli hanno messo a punto un programma impegnativo ed ambizioso, che vedrà il pilota impegnato su due fronti. Nicelli disputerà infatti ancora il Campionato Italiano Rally (nell’ambito del quale darà l’assalto anche al trofeo 208 Top della casa del Leone) e si tufferà anche nell’inedita avventura del Campionato Italiano Rally Terra. Davide correrà a bordo di una Peugeot 208 di classe R2B preparata dal team di Porcari MM Motorsport ed avrà al suo fianco il fidato navigatore biellese Alessandro Mattioda.

“Ho scelto di correre con Maranello Corse ed MM Motorsport perché lo scorso anno ho tratto un’impressione lusinghiera di queste due realtà; allora, ero loro rivale, ma mi avevano colpito la preparazione e la professionalità con la quale avevano affrontato l’impegno stagionale. Impressioni confermate in pieno dal primo contatto che ho avuto con queste due realtà: a queste aggiungo che hanno una forte inclinazione a puntare forte sui giovani, cosa che si traduce in una grande disponibilità a condividere le proprie conoscenze ed esperienze. E non v’è dubbio che i componenti del team lucchese e di Maranello Corse siano tra le persone più competenti ed esperte in circolazioni. Credo di aver ritrovato il contesto ideale per dar vita ad un programma agonistico così serrato, impegnativo ed ambizioso. Il mio obiettivo, quest’anno, sarà quello di cercare di dare battaglia nelle posizioni nobili della classe R2 e tra le vetture a due ruote motrici, soprattutto nel CIR, campionato che già conosco abbastanza bene; sulla terra, ferma restando la volontà di puntare il più in alto possibile, so di avere un’esperienza minore e che conosco abbastanza bene solo due delle quattro gare in calendario (Adriatico e Tuscan Rewind). Al di là dei risultati, l’obiettivo focale di questo 2020 è quello di acquisire una formazione completa su tutti i fondi, al fine di arrivare ancora più preparato e competitivo alla prossima stagione: conto molto sull’aiuto di Maranello Corse ed MM Motorsport per portare avanti il mio cammino di crescita”.

Nicelli ci svela poi le sue caratteristiche di pilota: “I miei punti forti credo siano la determinazione, il non mollare mai, e la capacità di saper tenere un ritmo costantemente alto, che mi permette di restare con i migliori a fronte di un numero di errori decisamente limitato. A far da contraltare alla regolarità, credo vi sia per ora una scarsa capacità d’incidere quando serve graffiare: ecco, spero quest’anno di migliorare proprio sotto questo aspetto, riuscendo così a concretizzare appuntamenti speciali come le power stage o quelle frazioni che si rivelano poi decisive nella conquista di un successo. In definitiva, partiremo con la consapevolezza di doverci confrontare con piloti di alto livello, ma ben consci anche delle nostre qualità: daremo il massimo per essere sempre nel lotto dei migliori del CIR e CIRT Due Ruote Motrici e del Trofeo 208 Top”. (Paolo Bellodi Formula News)

domenica 21 giugno 2020

CITROËN E LA RICERCA DI NUOVE TECNOLOGIE: LA STORIA DEL MOTORE WANKEL


Il genio dietro questa storia si chiama Felix Wankel, classe 1902, nato a Lahr, nel sud della Germania, a pochi chilometri dal confine francese. Rimasto orfano di padre, scomparso durante la Prima Guerra mondiale, Felix non poté terminare gli studi ma già in giovane età era affascinato dalla meccanica, in particolare ai motori, e molto presto iniziò a pensare a propulsori totalmente nuovi, cominciando a sperimentare compressori rotativi da applicare in aeronautica.
Il secondo conflitto mondiale lo trascorse principalmente in cella, prigioniero per le sue idee decisamente avverse al regime nazista, ma costretto a lavorare sul progetto dei compressori per i motori dei caccia della Luftwaffe.
Nella nuova Germania del secondo dopoguerra, Felix Wankel trovò un lavoro presso la NSU: una fabbrica di macchine per la tessitura che all’inizio del ventesimo secolo aveva convertito la produzione verso i settori motociclistico e automobilistico. Quando la fabbrica tedesca decise di riprendere la produzione automobilistica, all’inizio degli anni ’50, Felix Wankel era l’uomo giusto al posto giusto!

Wankel perfezionò il suo progetto per un motore a pistone rotante che eliminava quella che, a suo dire, era la più grande pecca dei motori tradizionali: l’inerzia, energia perduta nel muovere su e giù i pistoni e nel trascinare l’irrinunciabile volano, necessario per dare al motore un minimo di fluidità di funzionamento.
Il pistone rotante (“rotore”) aveva grossomodo la forma di un triangolo e ruotava in una camera di combustione biloba (lo “statore”), spostandosi nel suo ciclo tra la parte superiore ed inferiore della camera stessa.

Nel 1951 Wankel trovò un accordo con l’azienda dove lavorava per lo sviluppo del suo brevetto in campo automobilistico e la NSU, a sua volta, cercò un partner in grado di sostenere i costi di una ricerca totalmente nuova. Lo trovò, volutamente, fuori dai confini della Germania, nella vicina Francia dove i tecnici del Centro Studi Citroën dimostravano una vitalità unica al mondo ed una voglia di esplorare nuove frontiere seconda a nessuno.
Il motore Wankel in versione monorotore fu installato inizialmente sulla piccola NSU “Prinz Spider” nel ’63, su cui dimostrò le sue potenzialità. Nel 1964 fu siglato un accordo Citroën-NSU che diede vita alla società Comobil, a capitale misto franco-tedesco ed ubicata in Lussemburgo. Tre anni più tardi, non lontano dalla NSU, in territorio tedesco, dalla Comobil nacque la Comotor, a tale società il compito di progettare e costruire un potente Wankel birotore che avrebbe equipaggiato, entro pochi anni, due futuri modelli dei due marchi.

Mentre NSU aveva fatto la propria esperienza con la piccola “Prinz Spider” (per altro disegnata da Bertone), Citroën non aveva ancora avuto modo di mettere su strada un proprio veicolo con tale motore. La Direzione del Double Chevron voleva prima verificare le prestazioni e le caratteristiche di questa nuova tecnologia. Fu così che il Centro Studi Citroën e la Comotor furono incaricati di realizzare una piccola serie di 500 autovetture con un motore Wankel monorotore, concettualmente simile a quello della “Prinz Spider”, per far percorrere loro una quantità conveniente di chilometri in condizioni d’uso normale e gravoso: alla partenza del progetto, il numero delle vetture fu ridotto a 350. Iniziava così l’operazione M35!

A vederla da fuori, sembra un’AMI8 coupé, ma guardandola bene ci si accorge che la somiglianza si ferma all’apparenza: non uno dei pezzi di carrozzeria è lo stesso dell’AMI8! L’auto disegnata in poche settimane dal Centro Stile Citroën risponde al capitolato della Direzione: è leggera, semplice costruttivamente e non rinuncia alle prerogative Citroën in quanto è dotata di sospensione idropneumatica pur disponendo di uno chassis dei modelli A (2CV, Dyane, Méhari e AMI), e monta un motore Wankel monorotore di 497,5 cm³ capace di erogare circa 50 cavalli.
In tutto furono 267 le vetture costruite dal 1969 alla fine del 1971 dalla carrozzeria Heuliez, affidate a Clienti selezionati tramite la rete dei Concessionari francesi, formati appositamente per fornire assistenza alle vetture.

I consumi si rivelarono piuttosto elevati, ma in quegli anni non sembrava essere un problema capace di frenare una tecnologia che, comunque, offriva altri vantaggi: potenza, brillantezza ed il più totale comfort dovuto all’assenza di vibrazioni ed una silenziosità di funzionamento neanche paragonabile ai più silenziosi dei motori tradizionali.

L’operazione M35 fu interrotta nella seconda metà del 1971 perché le esperienze accumulate furono ritenute più che sufficienti per essere trasferite sulla prima (ed unica) Citroën di serie a motore rotativo: la GS Birotor!
Nel frattempo, NSU aveva lanciato la sua prima vettura birotore: la Ro 80 (da Rotationskolben, pistone rotante) elegantissima nella linea originale e all’avanguardia. Dotata del birotore Comotor Citroën-NSU, fu un banco di collaudo importante per cercare di risolvere il problema dei consumi elevati.

La Ro 80 fu presentata alla fine del ’67 e nel ’68 era già “Auto dell’Anno”. Disponeva di circa 115 cavalli, aveva uno schema decisamente Citroën nella disposizione meccanica, con sospensioni a ruote indipendenti, motore e trazione anteriore, freni a disco anteriori “on board” (posti all’uscita del differenziale) e posteriori nelle ruote.
Pochi anni dopo, fu la volta di Citroën che lanciò sul mercato internazionale la sua GS Birotor. Erano pochi gli elementi che la richiamavano alla GS presentata nel ’70, quella con il motore quattro cilindri da un litro di cilindrata di tipo boxer, raffreddato ad aria. La linea era rimasta inalterata, lo stesso vale per alcuni elementi di carrozzeria, come le portiere ed i cofani, ma il resto era sostanzialmente diverso: dai parafanghi allargati per ospitare gomme di sezione maggiore ad un avantreno che anticipava totalmente quello della futura CX. La versione Citroën del Wankel Comotor era denominata 624, ed era leggermente meno potente (107 cavalli in luogo di 115) del gemello della Ro 80. La scelta di ridurre la potenza fu fatta con l’idea di abbassare sostanzialmente i consumi (che sulla Ro 80, secondo test su strada di molte riviste tedesche, superavano i 20 litri per 100km!) ed aumentare la durata dei segmenti dei pistoni.

Per un migliore sfruttamento delle peculiarità del Wankel, alla GS Birotor fu abbinata di serie una trasmissione semiautomatica a tre rapporti con convertitore di coppia (denominata C-Matic) che semplificava la guida della vettura (soppressione del pedale della frizione) e rendeva progressiva l’applicazione della potenza alle ruote, altrimenti brusca.
L’interno e l’esterno erano sontuosi: verniciatura bicolore di serie (Brun Scarabée e Sable Dorée), filetti sulla carrozzeria, un interno esclusivo e raffinato, con una plancia di bordo dotata di strumentazione più che completa, sedili rivestiti con tessuti specifici ed il logo “Birotor” in bella vista sopra la leva del cambio.
Il comunicato stampa che accompagnava il lancio della vettura diceva ironicamente che “a 180km/h, il ticchettio dell’orologio potrebbe essere fastidioso”, ad indicare quanto silenzioso fosse l’incedere della vettura grazie al motore totalmente privo di vibrazioni.

Era il 1973 e nessuno poteva ancora immaginare quel che sarebbe successo da lì a poco, con la somma degli effetti negativi della crisi petrolifera e di quella economica (arrivate nel pieno della crisi finanziaria di Citroën). Per capire meglio quale fosse la situazione, vale la pena ricordare che dalle parti dell’aeroporto del Bourget, volava in cielo uno strano oggetto: un elicottero tutto verde, senza marchi evidenti, caratterizzato da una notevole silenziosità, pur mosso da un motore a pistoni e non da una turbina.
Si trattava del prototipo dell’RE2, il primo (ed unico) elicottero Citroën, voluto alla fine degli anni ’60 da Pierre Bercot, presidente e Direttore generale di Citroën, all’interno di un ampio piano di diversificazione della produzione.

In questo contesto, quando il governo francese ridimensionò drasticamente l’investimento nel supersonico anglo-francese Concorde, a Bercot parve un’occasione irripetibile quella di assumere gli ingegneri aeronautici rimasti disoccupati e di creare un reparto, segreto ovviamente: “Citroën Aviation”.
Il suo obiettivo era quello di costruire un oggetto di mobilità che si affiancasse alle auto nelle città congestionate. Da qui nacque l’idea di costruire un elicottero naturalmente equipaggiato con un motore Wankel!
Così Comotor ebbe un altro incarico: quello di un motore aeronautico, più grande e potente di quello della GS Birotor, capace di sollevare l’elicottero RE2 e farlo volare per almeno 600km dal decollo all’atterraggio.

Comotor costruì anche questo motore, in diversi esemplari corredati da ricambi per le prove di volo dell’RE2 che iniziarono nel 1975 e proseguirono ancora per mesi.
Intanto tutto intorno cambiava: la GS Birotor fu costruita in soli 873 esemplari e alla fine del ’74 era già iniziata la fusione che porterà alla nascita nel gruppo PSA.
Così finisce la storia del motore Wankel in Europa: una storia fatta di sogni, di limiti fisici insormontabili con le tecnologie dell’epoca (ed anche quelle attuali) e di esperimenti ai confini della sostenibilità industriale.

La combustione difficilmente ottimizzabile nelle “strane” camere del Wankel, la necessità di lubrificazione (c’era un miscelatore automatico) che portava a bruciare miscela di olio e benzina e che tra incombusti e fumi dell’olio determinavano un inquinamento allo scarico oggi inconcepibile, generava consumi e inquinamento ben oltre i limiti del ragionevole.

E l’elicottero? Il problema, identificato da subito, fu quello delle elevate temperature raggiunte dal motore Wankel nel suo funzionamento. Molti tipi di radiatori e scambiatori furono provati nel tempo ma il problema rimase. Nel ’77, quando la Direzione comprese le difficoltà del gruppo di lavoro, anche e soprattutto per la fine di Comotor che non avrebbe più potuto fornire motori e ricambi, l’elicottero fu definitivamente messo a terra e spostato nella collezione privata di Citroën.

Oggi è uno dei “pezzi forti” del Conservatoire Citroën: capace di catalizzare capannelli di appassionati che vi si accalcano intorno. Ogni tanto qualcuno sorride, dopo aver riconosciuto le maniglie delle portiere di quell’oggetto ipertecnologico: sono le stesse della 2CV.