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lunedì 5 settembre 2022

‘50 anni di Corse. 1972-2022’: dall'Autodromo Santamonica al Misano World Circuit Marco Simoncelli


Sono passati 50 anni da quel 6 agosto 1972, quando un manipolo di imprenditori locali, incoraggiati da Enzo Ferrari, tagliò il nastro inaugurale dell’allora Autodromo di Santamonica, dal nome della frazione di Misano Adriatico - Santa Monica – sulla quale sorgeva l’area.
La Riders’ Land non era ancora stata coniata, ma da decenni il lembo sud della Romagna era conosciuto come la ‘terra de mutor e dei piloti’. Le gare su circuiti cittadini erano ormai fuori luogo per la loro pericolosità e un circuito era la risposta giusta. Il disegno dell’ingegnere modenese Umberto Cavazzuti divenne realtà in tempi record, solo pochi mesi prima infatti due manifestazioni cittadine a Rimini e Cesenatico ebbero lo stop a disputarsi.

Da quel giorno, quando debuttarono le auto con vittorie di Arturo Merzario e Michele Brambilla, seguite la settimana dopo dalle moto con vittorie di Giacomo Agostini, Renzo Pasolini, Otello Buscherini e Guido Mandracci, s’è avviata la storia dell’odierno Misano World Circuit Marco Simoncelli. Oltre mille eventi, leggendarie sfide in pista e in questi ultimi decenni una crescita progressiva che ha portato MWC nell’elite dei circuiti mondiali.

La storia di questi primi 50 anni è racchiusa nell’opera ‘50 anni di Corse. 1972-2022’ voluta dalla proprietà di MWC, il Gruppo Financo, che ha coinvolto Giorgio Nada Editore per realizzare un’opera che ripercorresse la storia per guardare al futuro.

Nel corso del Gran Premio Gryfyn di San Marino e della Riviera di Rimini c’è stata la presentazione ufficiale del volume, curato da Marco Montemaggi in collaborazione con un comitato scientifico formato da Andrea Albani, Davide Bagnaresi, Marco Masetti, Sergio Remondino e Luigi Rivola. Alla pubblicazione hanno contribuito col loro intervento numerosissimi personaggi sportivi ed istituzionali.

“Cinquant’anni punteggiati da campioni e imprese che sono nella storia del motorsport – commenta il Presidente di MWC, Luca Colaiacovo – e che vogliamo conservare al meglio, perché lì ci sono i valori solidi su cui abbiamo posto le fondamenta di un futuro altrettanto grandioso. Oggi celebrare la propria storia rappresenta un fattore decisivo nel programmare lo sviluppo. Condividerla è un grande regalo che abbiamo voluto fare a tutti coloro che amano il motorsport”

Sono passati 50 anni da quando una pista temporanea di atterraggio dei velivoli americani durante la Seconda guerra mondiale, ispirò l’attuale rettilineo del circuito che oggi ospita quattro piste: la pista internazionale, l’Arena Flat Track di oltre mille metri e non asfaltata, la pista Handling conosciuta come Misanino e quella dedicata ai kart.
Oggi l’impianto può ospitare oltre 100mila spettatori ed ha raggiunto la configurazione di un grande Parco dei Motori con la MWC Square e il nuovo Pit Building che ospiterà anche l’archivio storico multimediale e spazi per mostre tematiche.
A pieno regime, MWC rappresenta un volano economico da oltre 160 milioni di euro di indotto nel cuore della Motor Valley, con una produzione di oltre 710mila room nights, il 90% delle quali si concentra nelle strutture ricettive della provincia di Rimini.

Analogo percorso è stato compiuto sul contenimento dell’impronta ambientale dell’attività, tanto da ottenere proprio nell’anno del cinquantesimo anniversario l’accreditamento ‘Tre Stelle’ nel 2022 e la certificazione ISO 20121 come standard per la Certificazione del Sistema di Gestione Sostenibile degli Eventi, unico impianto del motorsport accreditato in Italia da TÜV SÜD.

“Nel raccogliere tutti gli elementi dell’opera – racconta il curatore Marco Montemaggi, uno dei massimi esperti di heritage marketing in Italia – abbiamo percorso un viaggio emozionante, seguendo le traiettorie dei grandi piloti della storia del motorismo in un tracciato, da sempre, all’avanguardia per sicurezza e piacere di guida. Una pista di fronte al mare, riscaldata dalla passione di una terra, la Riders’ Land, che inevitabilmente pompa entusiasmo ad ogni curva, ad ogni sorpasso, come i pistoni di un motore".

Il volume è strutturato in tre parti: la prima è dedicata alla Motor Valley, dentro all’Emilia-Romagna, col racconto scritto da Luigi Rivola di un’epoca decisiva per la meccanica mondiale che va dall'inizio del novecento all'inaugurazione del Circuito; la seconda ripercorre la storia di tutte le gare ed i campioni che ne sono stati protagonisti ripercorsa da Marco Masetti (moto), Sergio Remondino (auto) e Alberto Gimmelli (truck); la terza è dedicata a chi ha portato al successo ed alla fama mondiale il circuito con tutto l’albo d’oro. Davide Bagnaresi ha raccordato le varie sezioni, inserendole nel contesto storico del territorio.
‘50 anni di corse. 1972-2022’ concorre per il 2022 al Premio OMI – Osservatorio Monografie d’Impresa dell’Università di Verona.

Il libro, edito da Giorgio Nada Editore, sarà distribuito in Italia da Giunti Spa e, oltre che sui siti www.giorrgionadaeditore.it e www.libreriadellautomobile.it, sarà disponibile su tutte le piattaforme online di vendita libri, presso la Libreria dell’Automobile di Milano (c.so Venezia 45) e presso tutte le librerie Giunti al Punto in Italia.

Credits: Smart Comunicazione

giovedì 6 gennaio 2022

“Circuito de Lasarte. Memorias de una pasión”



I Gran Premi di San Sebastián (velocità) e di Spagna (resistenza) sono in calendario per il 25 e 28 luglio 1929. Settimane prima si erano accumulate lettere, telegrammi e dispacci da diverse località europee con le richieste di iscrizione di Chiron, Bouriano, Dreyfus, Lehoux... Accade così che per la corsa a forza libera tutti si presentino con un "pur sang" realizzato da Ettore Bugatti.

Zanelli, Lepori e Foresti si aggiungono alla lista.  Come accaduto l'anno precedente, nessuno si presenta come pilota ufficiale del costruttore di Molsheim, tutti correranno da privati.

Un altro pilota conferma la sua presenza. Il suo nome - Georges Philippe - è noto e tutti sanno che è il figlio dell'arcimilionario Henri de Rothschild.  Sta girando alcuni circuiti in Europa da un paio d'anni e con risultati importanti per un debuttante. In prova essuno voleva mostrare le proprie carte.  Solo Zanelli ha ottenuto la media di 139,3 km/h in risposta a Louis Chiron.

Le undici edizioni della corsa sono ampiamente raccontate dal libro 

"Circuito de Lasarte. Memorias de una pasión", 332 pagine con più di 400 fotografie ad alta risoluzione selezionate da un archivio di oltre 4.100 immagini.


È il racconto dei primi anni delle corse in auto, anni d'oro che hanno visto Bugatti, Delage, Maserati, Alfa Romeo, Auto Union e Mercedes Benz sfidarsi nelle prove di velocità, mentre Georges Irat, Chenard Walcker, Hispano Suiza e Chrysler concentravano i loro sforzi nello sviluppo di auto per le gare di durata.

 

Al questo link, tutte le info sul libro, le sue caratteristiche tecniche, una sintesi dei contenuti e come acquistarlo.




sabato 4 dicembre 2021

Da Porsche a Porsche - 40 anni di Motorsport


La Motorsport è solo il punto di arrivo della carriera professionale del preparatore, lombardo di origine e piemontese d'adozione, Gianni Bianchini. Una vita intera, la sua, dedicata alle automobili, una passione che è nata quando era un ragazzo in Val Camonica e che gli brucia dentro ancora oggi.

Da oltre cinquant'anni Gianni Bianchini si dedica alle auto da corsa, che siano da pista o da rally. L'amore per le quattro ruote lo porta a lavorare da Ennio Bonomelli a Brescia e poi in provincia di Novara alla Tam Auto di Peppino Zonca, prima di dare vita, sul finire degli anni '70, alla sua officina, la Motorsport, che da sempre ha sede a Ponderano, centro alle porte di Biella, terra dove i motori sono di casa.


Bianchini ha raccolto in un'autobiografia intitolata "Da Porsche a Porsche" la sua storia cominciando il racconto da quando era un bambino intelligente e vivace per poi passare al servizio militare nella Folgore ed arrivare alle auto da corsa. Le tedesche, le Porsche, sono state il filo conduttore della sua carriera: da loro ha iniziato e con loro, dopo alcune stagioni con le invincibili Lancia 037 e Delta, lavora ancora oggi con lo stesso entusiasmo del primo giorno.


Nelle 194 pagine del libro, arricchite da numerose immagini a colori ed in bianco e nero alcune provenienti dall'album privato dell'autore, Bianchini racconta gioie memorabili e cocenti delusioni, regalandoci un "assaggio" degli anni d'oro delle corse. Avventure e corse in mezza Europa al servizio di grandi piloti come Piero Longhi, Arturo Merzario, Franco Uzzeni, Giorgio Schon, Graziano Rossi, Philippe Roux, Daniel Ducruet, Jorge Recalde, Giordano Perego, Freddy Oguey, Gino Pozzo, Mario Regis o il presidente dell'Aci Como Enrico Gelpi che ha accettato con entusiasmo di scrivere la prefazione del volume.


"Da Porsche a Porsche" è già in distribuzione ed è ordinabile in libreria al costo di 33 euro, ma è anche disponibile su Amazon, nei book store e store on line.


La scheda

 

DA PORSCHE A PORSCHE

Autore: Gianni Bianchini

Copertina: morbida

Pagine: 198 pagine

Immagini: centinaia a colori e b/n

Formato: 23 x 14,5 cm

Editore: Gianni Bianchini

Prezzo: 33 euro



venerdì 1 ottobre 2021

F1 Heroes, Campioni e leggende nelle foto di Motorsport Images


Un viaggio di oltre 70 anni attraverso le più spettacolari immagini 
dell’archivio di Motorsport sui grandi campioni che hanno fatto la storia 
della Formula 1. Un viaggio raccontato da Ercole Colombo e Giorgio Terruzzi.

Una lunga ed emozionante avventura narrata attraverso le migliori immagini di piloti eroici, scattate dai migliori fotografi. Una storia agonistica, umana e tecnologica lunga più di settant’anni. Piloti, campioni, uomini capaci di compiere atti strabilianti, magnifici, votati a un mestiere che correre comporta mettere in pista, oltre al proprio talento, la propria vita. Dal primo Campionato Mondiale vinto nel 1950 da Giuseppe “Nino” Farina all’epopea di Lewis Hamilton, passando attraverso tutte le leggende della Formula 1: Alberto Ascari, Juan Manuel Fangio, Niki Lauda, Ayrton Senna, Alain Prost, Michael Schumacher.... solo per citare alcuni dei protagonisti di questo libro. 
Uno spettacolare racconto dei vincenti, delle loro straordinarie automobili, dei loro duelli, ma anche un racconto dei grandi sconfitti e dei grandi eroi che pur non avendo vinto il campionato sono entrati nel mito, Gilles Villeneuve su tutti. Figure che hanno segnato un tempo, la storia del motorismo. Vincitori e vinti, riuniti in una galleria dentro la quale ciascuno di noi riconosce un volto, un gesto, un istante della propria vita. Campioni in trionfo, campioni perduti. Amatissimi tutti perché portatori di una frenesia, di una gioia indimenticabile, di un dispiacere profondo.

giovedì 6 maggio 2021

"Quasi Ferraristi. Storie di piloti a un passo dal mito"


Per un pilota di Formula 1, correre per la Ferrari è semplicemente il massimo. Pochi ci sono riusciti e per questo sono nella storia dell’automobilismo, perché il mito della casa di Maranello è ineguagliabile. Moltissimi altri, invece, hanno sperato, tentato ogni strada, forzato ogni porta pur di diventare ferraristi, ma alla fine non ce l’hanno fatta.
Il libro “Quasi ferraristi – Storie di piloti a un passo dal mito” è dedicato a loro, agli sconfitti di quella vera e propria corsa nella corsa che si è svolta nei decenni per assicurarsi il sedile di una Rossa di F1. Vengono narrate le vicende di dieci piloti (Senna, Patrese, Hunt, Cheever, Moss, Kubica, Nannini, Fittipaldi, Peterson e Martini), alcuni giovani talenti, altri già stelle di assoluta grandezza, che sono arrivati a un passo dal coronare il loro sogno, con tanto di firma su un contratto o su un’opzione vincolante, ma hanno dovuto arrendersi davanti alla sopravvenienza di candidature più forti o di inspiegabili giochi politici, di incauti temporeggiamenti o di impazienze fatali. Altri nove (De Angelis, Giacomelli, Hulkenberg, Perez, Jarier, Montermini, Valentino Rossi, Giovanardi e Tino Brambilla) hanno invece alzato bandiera bianca dopo una più o meno lunga trafila.

Ripercorrendo fatti di cronaca, interviste, appunti e memorie personali di trentacinque anni di passione e attività giornalistica, Adriano Cisario ci restituisce una narrazione completa, spesso curiosa e talvolta al limite dell’incredibile, di questo coinvolgente “quasi come” a tinte rosse.

"Quasi Ferraristi. Storie di piloti a un passo dal mito"
di Adriano Cisario
Ultra Sport - pp. 160 - € 15,50

lunedì 22 marzo 2021

“IL GIOVANE GIORGETTO” IN UN NUOVO ROMANZO LA VITA DEL CAR DESIGNER DEL SECOLO


“Il giovane Giorgetto” è il nuovo libro pubblicato da ASI Service - casa editrice dell’Automotoclub Storico Italiano - a firma dell’autore Giosué Boetto Cohen, che ha raccolto le confidenze del grande designer Giorgetto Giugiaro trasformandole in un coinvolgente e appassionante romanzo. Un’opera inconsueta nel panorama dell’editoria motoristica, una narrazione degli aspetti più intimi e meno conosciuti della vita di Giugiaro, che il lettore scoprirà diversa da come l’aveva immaginata. 
A Giorgetto Giugiaro, incoronato “Car Designer del Secolo” nel 1999, sono state dedicate monografie e volumi prestigiosi, migliaia di interviste e articoli in tutto il mondo, ma non era mai stata riportata in un romanzo la sua storia umana e professionale, dagli albori al successo. Un racconto destinato in particolar modo ai giovani, che oggi vivono in un tempo completamente diverso, in uno scenario di competizione e saturazione crescenti, e che proprio per questo hanno bisogno di ispirazione. 
Le pagine de “Il giovane Giorgetto” sono ricche di riflessioni sulla vita che valgono per chi voglia fare il designer, il restauratore o l’agricoltore a chilometri zero. Ad esempio, la relazione tra padre e figlio: un’attenzione umana, un saper parlare e ascoltare reciprocamente, che per Giorgetto Giugiaro è stata di speciale valore. O, ancora, l’abnegazione e l’umiltà per procedere sempre sulla strada giusta, il saper affrontare un colloquio di lavoro o la scelta del socio di una vita. Ma soprattutto: a guardare là dove gli altri non guardano ancora. 
In questo romanzo si rivive il momento della cessione dell’Italdesign alla Volkswagen o la nascita di alcune vetture di particolare significato. Emerge anche il rapporto tra Giugiaro e l’Oriente, il suo aver guardato con tanto anticipo a Giappone e Corea: i personaggi, le situazioni, la sorpresa di quel mondo ancora sconosciuto in Europa, negli anni ’60 e ’70. Anche la storia dell’Alfasud, decisiva per il lancio della Italdesign, è molto godibile. 
In quanto romanzo, “Il giovane Giorgetto” ambisce a traguardi importanti ed apre un nuovo corso editoriale di ASI, che intende raggiungere una platea di lettori sempre più ampia. Il libro, infatti, è in corsa per il Premio Bancarella Sport, uno dei concorsi letterari italiani più prestigiosi e selettivi. “I fatti reali sono lo scheletro del romanzo – evidenzia l’autore – però le situazioni, i dialoghi, il flusso delle emozioni lasciano spazio al narratore: è questo che ci cala al centro della storia e ci avvicina ai protagonisti. Aver avuto Giugiaro come interlocutore diretto non è stata cosa da poco ed ha reso tutto molto più fluido”.

IL GIOVANE GIORGETTO – Come si diventa il Car Designer del Secolo 
di Giosué Boetto Cohen; edizione ASI Service; 312 pagine, copertina cartonata e sovraccoperta; 83 fotografie a colori, in b/n e disegni di Giorgetto Giugiaro; ricca appendice di documenti originali e inediti; prezzo di copertina: 24,00 €

Ufficio stampa ASI

martedì 8 dicembre 2020

LA FERRARI NEL CUORE Mauro Forghieri



La storia degli anni d'oro della Ferrari, quando il Commendatore era ancora il capo assoluto di Maranello e l'ingegner Mauro Forghieri progettava le vetture che hanno portato al titolo iridato di F.1 Surtees, Lauda (due volte) e Scheckter, oltre che le 'biposto' Sport delle epiche sfide con Ford e Porsche. Un racconto 'a quattro mani', corredato da numerosi documenti personali conservati dall'ingegnere Forghieri, dalla lettera di assunzione del 1960 (mansione: 'impiegato tecnico di 2° categoria'), al messaggio 'telex' inviato dallo stesso Ferrari, alla vigilia del GP d'Olanda 1984 al suo responsabile dell'attività in F.1, per confermargli la propria fiducia 'assoluta'. Una soddisfazione personale per Forghieri, purtroppo anche la conferma che l'ormai 86enne Ferrari stava perdendo il controllo degli avvenimenti, senza più la possibilità di garantire al 'suo' ingegnere l'assoluta indipendenza dalla 'correnti tecniche' che stavano emergendo.

Il recente film 'Le Mans '66 – La grande sfida', per l'ingegner Forghieri è stato invece lo spunto per inquadrare in tono pacato ma più verosimile, quegli avvenimenti, riportati sul grande schermo con una visione inevitabilmente 'di parte' e con numerose aggiunte di fantasia.

Tra le innumerevoli sorprese del volume, il progetto di una Formula 1 turbo, datato 1/6/1976, che costringe a rivedere la storia in merito alla scelta di utilizzare la sovralimentazione in F.1, fino ad ora attribuita alla sola Renault che ha debuttato nel 1977.

Un intero capitolo è stato invece dedicato alla Ferrari 275 GTB, ultima vettura di produzione 'firmata' da Forghieri, quando i settori 'strada e corse' erano ancora uniti. Una vettura che l'ingegnere ama particolarmente, tanto che ha conservato e pubblicato il documento originale, che riporta le caratteristiche di tutti gli esemplari costruiti. Sorprende quante poche siano le vere versioni 'Competizione' a dispetto di quelle... attuali.




LA FERRARI NEL CUORE Mauro Forghieri

A cura di Daniele Buzzonetti

320 pagine

400 illustrazioni a colori e b/n

Formato: dimensioni cm 25,3x29,6 

Formato interno: cm 23,6x28,3

Copertina: cartonata

Testo Italiano/Inglese 

Euro 55

lunedì 19 ottobre 2020

“Vivere in sorpasso”, nuovo libro di Francesco Dionigi e Alessandro Colonna dedicato alla 1000 Miglia. E agli assi lodigiani Giuseppe Campari, Attilio Marinoni e Eugenio Castellotti.


La storia della gara automobilistica che Enzo Ferrari definì un «museo viaggiante unico al mondo» di fatto non è una semplice corsa ma un vero e proprio evento che unisce storia, velocità, avventura e che è autentica fucina di eroi leggendari del volante: la Mille Miglia. Una storia che parla anche lodigiano con tre vittorie, un “doppio” secondo posto, un altro “doppio” terzo posto, un quarto e un sesto posto finale. Questo infatti è l’albo d’oro dei piloti lodigiani Giuseppe Campari, Attilio Marinoni ed Eugenio Castellotti alla mitica Mille Miglia bresciana. Nel particolare Campari vinse la corsa nella sua seconda e terza edizione (1928 e 1929) in coppia con Giulio Ramponi e si classificò secondo, nel 1931, e terzo nel 1930 in coppia con il conterraneo Attilio Marinoni che conquistò anche un quarto posto, nel 1928 con Giambattista Guidotti e nel 1929 con Ferdinando Minoia un sesto posto finale. Infine Eugenio Castellotti vinse la massacrante corsa nel 1956, alla sua ventitreesima edizione. 

Una storia che prende il via nel 1927 ideata ed organizzata, come gara di velocità in linea, non a tappe, da quattro amici in risposta alla mancata assegnazione a Brescia, loro città natale, del Gran Premio d'Italia, organizzato nel nuovo autodromo di Monza nel 1927. 
I quattro erano il conte Aymo Maggi, pilota e finanziatore, il conte Franco Mazzotti, giornalista, pilota, finanziatore e presidente del Reale Automobile Club d'Italia di Brescia, Renzo Castagneto, l'organizzatore vero e proprio, e Giovanni Canestrini, il decano dei giornalisti italiani nel settore automobilistico. Fu scelto un percorso a forma di "otto" da Brescia a Roma e ritorno lungo circa 1600 chilometri, equivalenti a circa 1000 Miglia, da cui il nome, suggerito da Franco Mazzotti, di recente ritorno da un viaggio in America. 
Una storia raccontata dal giornalista Francesco Dionigi ed illustrata dal disegnatore Alessandro Colonna nel volume “Vivere in sorpasso” edito da PMP Edizioni di Lodi con la prefazione del giornalista e scrittore Sky Fabio Tavelli. 


<<In “Vivere in sorpasso" - ci dicono gli autori - raccontiamo la storia attraverso aneddoti, disegni, fatti della Mille Miglia e dei suoi protagonisti lodigiani ma anche dei tanti personaggi e macchine a loro legati: dal quadrifoglio dell’Alfa Romeo al Cavallino Rampante della Ferrari, dai piloti Tazio Nuvolari, Antonio ed Alberto Ascari, a Giulio Ramponi al pilota di aerei Arturo Ferrarin detto il Moro. Uno spaccato di vita, di una intera epoca motoristica>>. 

Giuseppe Campari, detto il Negher, in dialetto milanese, è un campione un po' dimenticato che ha contribuito allo sviluppo dell'automobilismo sportivo vivendo da protagonista questa epopea dal 1910 al 1933, anno della sua morte sul circuito di Monza. Campari era un gigante buono, valentissimo pilota Alfa Romeo, che vantava al suo attivo più di trenta vittorie assolute, alcune delle quali di assoluto prestigio anche internazionale, tra cui due Mille Miglia nel 1928 e nel 1929, due titoli di Campione Italiano (1928 e 1931), due vittorie al Gran Premio di Francia. Enzo Ferrari nel suo libro “Piloti che gente” ribadisce che Campari “non era soltanto un pilota di eccezionale valore ma anche un combattente indomabile, un uomo che pur di vincere non badava al rischio, come neppure a tanti altri accorgimenti”. 


Di Attilio Marinoni, pilota e collaudatore Alfa Romeo e Ferrari lo stesso Enzo Ferrari disse “Non è quel che si può dire un campione di bellezza; in compenso è il più completo fra i collaudatori che una casa d'automobili abbia mai avuto. Una macchina provata da Marinoni e da Marinoni messa a punto non si ferma più. Lo vedete bighellonare per l'officina che par non abbia nulla da fare. Ma Marinoni ha cento occhi come Argo e sa sempre tutto. Fu lui a salire per primo sulla Bimotore e a rivelarne le doti di velocità. Se Marinoni dice che tutto va bene, c'è da stare tranquilli". Tornando alle gare Marinoni vinse la Coppa Ciano nel 1927 e tre 24 Ore di Spa, in Belgio, di fila, nel 1928, 1929 e 1930. 


Pilota ormai affermato e spesso al centro delle cronache mondane per veri o presunti flirt con attrici o protagoniste televisive Eugenio Castellotti trova il vero amore nell’estate del 1956. Eugenio conobbe Delia Scala attrice e ballerina. La loro storia riempì interi numeri dei settimanali dell’epoca. Ma fu fortemente osteggiata dalla madre. Castellotti prese una decisione: il matrimonio poteva sanare la situazione. Delia accettò la proposta, ma alla condizione che smettesse di correre, lui rilanciò con la condizione che lei avrebbe smesso di recitare. Data fissata per il dicembre del 1957. Nel frattempo Enzo Ferrari lo chiama per dirgli che il record della pista è stato battuto e lo aspetta a Modena. 
La notte i due amanti litigarono, il teatro, la pista, avevano il sopravvento sul loro amore. Dopo solo tre ore, stanco e nervoso Eugenio arriva a Modena, sale in macchina, la Ferrari tocca il cordolo, sbanda, taglia per il prato, dove ricomincia l’asfalto c’era un altro cordolo, picchia di muso e si ribalta finendo sulla tribunetta. Era il 14 marzo alle 17,19 del pomeriggio, Eugenio viene sbalzato fuori. Esalò l’ultimo respiro poco dopo in ambulanza. La stessa sera Delia andò in scena, saltò qualche battuta, ma continuò a recitare e non andò neppure ai funerali, quasi di Stato, per non incontrare la madre.








venerdì 21 giugno 2019

La storia della Scuderia Biondetti e dell'automobilismo sportivo a Firenze


Clemente Biondetti è tra i più grandi piloti italiani. E non solo. Per il record di vittorie alla 1000 Miglia - quattro - e per i successi nelle corse più prestigiose negli anni leggendari tra le due guerre e subito dopo. Una storia ben nota agli appassionati che lo ricordano anche per quella Ferrari con cui partecipò al Gran Premio d'Italia del 1950, una Ferrari decisamente originale, spinta da un motore Jaguar, litri 3.4 in sei cilindri XK. Non arrivò al traguardo.

Nel 1956, un anno dopo la scomparsa del pilota, venne fondata a Firenze la Scuderia Biondetti (negli anni Settanta rinominata Firenze Corse – Biondetti) che conobbe una lunga e non sempre facile storia che s'interruppe nel 1976. Per il sodalizio, che si avvalse anche di sedi distaccate a Livorno e a Borgo San Lorenzo nel Mugello, corsero svariati piloti di livello internazionale al volante di vetture di pregio, fra cui Ferrari 250 GT SWB, Alfa Romeo Giulia TZ2, Porsche 904 e Carrera 6. Alla fine degli anni ottanta, su iniziativa di un gruppo di appassionati fiorentini, la Scuderia Biondetti rinacque per arrivare fino ai nostri giorni. Nei trent'anni del periodo “moderno”, la Biondetti si è fatta apprezzare anche per il suo ruolo di ente organizzatore di gare ed eventi automobilistici, quali la Coppa della Consuma, la Scarperia-Passo del Giogo, la Firenze-Fiesole o il Circuito Stradale del Mugello. 
La storia, forse poco conosciuta, della scuderia dedicata al grande campione, nato in Sardegna ma toscano d'adozione, è diventata un interessante volume curato da David Tarallo, appassionato giornalista e storico dell'automobilismo, che ripercorre oltre mezzo secolo di vicende che hanno legato la Scuderia all'automobilismo italiano e internazionale. Circa 440 foto e riproduzioni di documenti quasi tutti inediti caratterizzano questo volume che vuole portare un ulteriore contributo alla ricerca sulle tante realtà dell'automobilismo toscano.

(Editore Gemini ModelCars, 292 pagine, 440 foto a colori e b/n, €22.00)

mercoledì 2 gennaio 2019

"Gran Premi a Roma", quasi un secolo di corse sulle strade della Capitale


"Gran Premi a Roma" di Franco Carmignani e Paolo Ferrini (edito da Media Consultants) ripercorre quasi un secolo di corse automobilistiche per le strade di Roma e all'autodromo di Vallelunga.

Il gran premio riservato alle monoposto a propulsione elettrica che da Aprile 2018 si corre per le strade del quartiere EUR è solo l’ultima pagina di una lunga storia che dal 1925 ha visto non solo il vicino autodromo di Vallelunga, ma anche le vie della Capitale trasformarsi in teatro di grandi competizioni automobilistiche. Con la collaborazione di campioni romani del volante di varie epoche come Bernabei, Cioci, Cola, Fisichella, Flammini, Francisci, Frassineti, Marazzi, Nataloni, Picchi, Pirro, Rendina – e con i ricordi di Prisca Taruffi - questo libro ricostruisce le atmosfere e i circuiti che le hanno ospitate. Da Monte Mario ai Parioli, da Villa Giulia alle Tre Fontane, così come all’Aeroporto dell’Urbe e sul lungomare di Ostia. Ma anche alle Terme di Caracalla e nella Pineta di Castelfusano. Senza dimenticare i coraggiosi tentativi di Maurizio Flammini per portare la Formula 1 all’EUR. E ovviamente il “gran premio elettrico” con tutto quello che oggi lo circonda.

Insomma, un incontro unico al mondo tra la passione per la velocità, che i Romani coltivano da quando andavano al Circo Massimo, e il fascino millenario dell’Urbe che dà agli autori l’occasione per prendere spunto dalle vicende sportive, per non parlare dei campioni e delle loro vetture, ma anche degli scorci di Roma che hanno fatto da cornice alle competizioni automobilistiche capitoline. Il tutto completato con piantine appositamente realizzate per ricostruire tutti i percorsi.
Il libro è pubblicato con il patrocinio dell’Automobile Club di Roma.

- Credits: www.libreriadellautomobile.it

mercoledì 12 dicembre 2018

Tutto il Tricolore Rally in "Cir Collection 2018"


Cir Collection 2018 è la prima raccolta fotografica dedicata al Campionato Italiano Rally, che ha assegnato l’undicesimo titolo Piloti in carriera a Paolo Andreucci e quello Costruttori a Ford, abbinata ai report di Aci Sport. Un’opera elegantissima, a colori, stampata su carta di qualità fotografica e con copertina rigida, al cui interno vi sono le cronache dei giornalisti della federazione italiana e le immagini dei loro fotoreporter, tra cui Massimo Bettiol, certamente il più rinomato. 
Aci Sport ha affidato al giornalista Marco Cariati la cura dell’opera. Il risultato sono 122 pagine, oltre a diverse centinaia di immagini, che ricostruiscono un intero campionato. Un capitolo per ogni gara con i pronostici e le cronache delle varie tappe e le relative top ten assolute. Ma non solo. Il volume, nella sua sezione finale, viene impreziosito dalle statistiche relative alle prove speciali (gara per gara e categoria per categoria) del direttore del mensile RS Rally e Slalom, Gianni Cogni, e dalle classifiche assolute di ciascuna prova del Campionato Italiano Rally, oltre che delle classifiche del campionato. 

“E’ stato un piacere ed un onore poter curare questo volume e poter lavorare con piacere per creare un prodotto di alta qualità in grado di interessante i semplici appassionati e, contemporaneamente, rivelarsi utile e prezioso strumento per i protagonisti del Campionato Italiano Rally e per i loro sostenitori. Ho cercato di non dimenticare mai quanti sacrifici fanno gli equipaggi, privati e non, per disputare una stagione di rally tricolore e ho cercato di valorizzare al massimo il materiale che ho avuto a disposizione. Per questo, mi sento di ringraziare, oltre che Luca Bartolini e Marco Rogano, in primis l’ingegnere Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Aci e di Aci Sport, che ha confermato la sua grande passione per i rally permettendo l’iniziativa e condividendo l’importanza della promozione cartacea del Cir su un prodotto da collezione. Ringrazio anche chi ha corso perché, solo grazie a loro, è stato possibile realizzare Cir Collection” il commento dell'autore.

Il libro è edito e stampato da Lulu.com, casa editrice americana che ha nella qualità della carta il suo punto di maggiore forza, ed è in vendita sul sito della casa editrice. I pagamenti accettati sono i tradizionali: carta di credito e PayPal. Cir Collection 2018 è venduto ad un prezzo di 34,50 euro. Inserendo il codice “ONESHIP” in fase di acquisto è possibile avere uno sconto del 50% sulle spese di spedizione. 







lunedì 13 agosto 2018

Gian Luigi Picchi: I miei anni in Autodelta


> di Luciano Passoni

Per i tecnici una macchina, per gli artisti un’icona e per i poeti una leggenda. L’Alfa Romeo GTA Junior, il sogno proibito, per molte tasche, di una, o anche più, generazioni. Non passa inosservata, la ammirano i giovani di ieri e quelli di oggi, con la differenza che i primi l’hanno vista in corsa e gli altri si devono accontentare di youtube. Poco importa, tutti insieme si fermano e respirano un’aria diversa, entra nei polmoni e si irradia nel cuore attraversando l’anima. Gli occhi servono solo per guardare e in questo caso non basta.

E così uno degli uomini che l’hanno portata al successo: Gian Luigi Picchi, ci riporta in un passato che era solo ieri. Non così lontano da essere dimenticato, quasi impossibile per chi l’ha avuta come primo amore, vicino e presente per chi la scopre, per motivi d’età, solo ora.

“I miei anni in Autodelta”, la lunga strada verso l’Europeo 1971 è il racconto di un pilota, di un campione e di un uomo, un connubio che per Gian Luigi è indivisibile. Lo dimostra nel libro come lo ha fatto in pista: sicuro, deciso, poco spazio alle apparenze e l’obbiettivo teso al risultato. Tutto potrebbe però sembrare troppo freddo e razionale ma non è così. Sfogliamo il libro, guardiamo le foto e leggiamo il testo nel tempo di un gran premio. Non c’è intervallo, un semplice pit-stop per la classica e immancabile seccatura. Se non è un familiare è l’amico, di solito quello più antipatico, e se non lo era lo è improvvisamente diventato. Si riparte decisi a finire, la scrittura scorre veloce e la lettura la insegue. Un mondo diverso, irripetibile e, purtroppo, scomparso. Curve, salti, controsterzi; la “Muso Giallo”, rappresentata nella mirabile copertina, macina chilometri e avversari; il suo compagno, seduto al posto di guida, la accompagna, apparentemente con dolcezza, si parlano e si intendono, entrambi sanno cosa vogliono dall’altro e la bandiera a scacchi interrompe più una storia d’amore che una “semplice” competizione. Sfogliamo l’ultima pagina e non ci accontentiamo della parola fine, così ci leggiamo persino il codice a barre. Rigiriamo il libro nelle mani e diventa quasi un volante, come da bambini facevamo sul divano di casa. Ci ricordiamo dell’amico al telefono e mentre dobbiamo forzatamente ritornare alle seccature della quotidianità, pensiamo a cosa ci hanno lasciato queste pagine. La mente ci suggerisce tante parole e tanti aggettivi ma è il cuore che prende il soppravvento: non abbiamo letto un libro, abbiamo condiviso un’esperienza. 

Le foto che seguono, di Luciano Passoni, si riferiscono alla presentazione al Museo Cozzi - Legnano, presenti lo stesso Picchi e Davide Cironi, l'editore di Drive Experience. Anche le foto di Picchi del 1971 sono dell'archivio di Passoni, che le ha rese disponibili per il libro e alcune sono state pubblicate nello stesso.













giovedì 31 maggio 2018

"Scarfiotti - Dalla Fiat a Rossfeld": dal primo presidente della Casa automobilistica al campione delle corse


L’8 giugno 1968 la Porsche 910 guidata da Lodovico Scarfiotti esce di strada durante le prove del Premio delle Alpi, a Rossfeld in Germania. Incidente fatale per Scarfiotti, che il 4 settembre 1966 aveva vinto su Ferrari all'Autodromo di Monza l’unico gran premio della sua carriera (nella foto). Dopo questa vittoria, solo piazzamenti per i piloti italiani al Gran Premio d'Italia. 

Lulù Scarfiotti, vero gentleman delle corse in auto, diventò molto popolare soprattutto per le vittorie nelle gare in salita, sia in Italia sia all'estero, di cui fu eccellente interprete.
Al momento della sepoltura, nella tomba di famiglia, accanto alle sue sono incise le date di nascita e morte del nonno che, all’inizio del secolo scorso, era stato il primo presidente della Fiat, e con il quale il pilota condivide, oltre al nome, anche il destino di una fine violenta e precoce.
Il libro "Scarfiotti - Dalla Fiat a Rossfeld", di Lilerilibri editrice, ripercorre gli eventi della vita di questi due uomini che hanno lasciato un segno importante nella storia industriale e sportiva italiana ma che ne sono stati, in qualche modo, estromessi. Anello di congiunzione tra le due generazioni e fulcro di questa saga familiare è Luigi Scarfiotti, deputato, industriale, gentleman driver, figlio del primo Lodovico e padre del pilota.
L'opera di Paola Rivolta è un interessante racconto biografico nel quale passioni, affari, sport si intrecciano indissolubilmente attraverso un passaggio di secolo, due guerre mondiali, il fascismo, ripetute crisi economiche e il boom degli anni Sessanta.

mercoledì 11 aprile 2018

Scuderia Palladio presenta “Una curva lunga una vita” di Gigi Pirollo


Quarantatré anni di rally raccontati in un’avvincente sequenza di episodi e aneddoti vissuti a fianco di innumerevoli piloti. In queste poche parole, il condensato di decine di pagine di passione e storia dei rally raccontate a ruota libera direttamente dall’autore, Gigi Pirollo, che dopo aver riempito innumerevoli quaderni di note, ha metaforicamente usato la matita per narrare in “Una curva lunga una vita” episodi e aneddoti di quei rally che furono, corsi al fianco di piloti del calibro di Adartico Vudafieri o i fratelli Pasetti; ma anche Alex Fiorio, Gian Franco Cunico, Carlo Capone, Gian Domenico Basso, solo per citarne alcuni. 

Trecento pagine arricchite da un centinaio di immagini per una lettura tutta d’un fiato: dallo start della prefazione di Beppe Donazzan, per proseguire nei racconti che si susseguono come prove speciali per la stesura delle quali Gigi ha avuto il prezioso contributo dell’amico Giancarlo Saran.

Dopo il successo della presentazione in anteprima del volume avvenuta lo scorso 14 marzo, a Villa Emo di Vedelago, Mauro Peruzzi, Presidente della Scuderia Palladio non si è fatto sfuggire l’occasione di invitare l’amico Gigi ed organizzare una nuova serata che è stata fissata per martedì 10 aprile. In collaborazione con la Scuderia Palladio Historic, presso la sede in Viale Verona 85 a Vicenza con inizio alle ore 21, si terrà la presentazione che, oltre all’autore, vedrà la presenza di Gian Franco Cunico, uno dei tanti piloti navigati da Pirollo.

mercoledì 4 aprile 2018

Motori Universali Condor: una fabbrica, una storia, un paese


> di Luciano Passoni

Un racconto e una raccolta di appunti e testimonianze. Così Osvaldo Galli, autore di “Una fabbrica Una storia Un paese”, intreccia le vicende aziendali e familiari di intraprendenti industriali, che hanno dato vita alla “Costruzioni Meccaniche Fratelli Guidetti Motori Universali Condor”, alle tante storie dei lavoratori e delle loro famiglie che, come dice lo stesso autore, sono “intrepreti, a volte muti”, di una vicenda eccezionale, finita con il “bruciore della sconfitta”. 

L’azienda nasce a Milano nel 1920 e approda a Santa Cristina e Bissone (PV) durante il secondo conflitto mondiale, dove sposta la sua produzione per sfuggire ai bombardamenti alleati. Osvaldo ha lavorato, come il padre, in questa fabbrica, la sua è quindi anche testimonianza, nostalgica, piena di ricordi, di memorie e per certi versi romantica. La sua formazione e militanza sindacale gli permettono poi di inserirla perfettamente, come evidenziano le significative prefazioni del sindaco del comune pavese e dei rappresentanti CGIL e SPI della zona, nel contesto sociale ed economico di un periodo per certi versi industrialmente glorioso, per le comunità di queste zone, altrimenti destinate al solo lavoro dei campi. Lascio a loro le considerazioni su questi importanti aspetti e sulle vicende vissute dai dirigenti, dalle maestranze negli anni pre e post-bellici, dal ventennio fascista, la guerra, la resistenza e la liberazione. 
Il mio incontro, il mio interesse e la mia curiosità su questa pubblicazione nasce infatti dalla ricerca su una azienda di motociclette, la M.A.S.. Quest’ultima, fondata e diretta, negli stessi anni ’20, dall’ing. Alberico Seiling, ha avuto nei Guidetti qualcosa in più di uno stretto rapporto di collaborazione. Forse erano proprio loro a costruire i motori destinati a questi mezzi. Le due fabbriche distanziavano di poco, in un’area adiacente Porta Romana, allora confine della parte metropolitana milanese, che era una sorta di Silicon Valley della motoristica italiana. 

Numerose le immagini dell’epoca che ritraggono Antonio Guidetti, “leader naturale” tra i fratelli e stratega del management aziendale, con lo stesso Seiling. In più di un’occasione i due parteciparono anche a gare motociclistiche di fondo e regolarità. Uno dei fratelli, Gustavo, perirà in un incidente proprio dal ritorno di una gara. Nel 1935 i Guidetti assorbirono il marchio da Seiling che successivamente, nonostante un accordo contrattuale, fonderà un’altra aziendadi motociclette, la Altea. Questo porterà ad uno scontro legale che vedrà i Guidetti prevalere. Nel dopoguerra, almeno per il comparto motociclistico, la M.A.S non arriverà più ai livelli pre-conflitto e chiuderà l’attività nel 1956. La fabbrica, la produzione e le vicende della Guidetti Condor avranno invece un percorso diverso, dai fasti del dopoguerra, che fece di Santa Cristina e Bissone una sorta di cittadella metalmeccanica, al fallimento decretato nel 1971.Consiglio a tutti di approfondire questa parte di volume possibilmente unita ad una visita, sempre a Santa Cristina, al Museo contadino della Bassa pavese. Sarà un viaggio a ritroso che sembra lontano ma è solo ieri, certamente farà riflettere sul presente e guardare con più ottimismo un futuro che appare, al momento, incerto.

venerdì 22 dicembre 2017

La memoria in tratti di matita: Castellotti, la leggenda è oltre il traguardo


> di Luciano Passoni

All’ingresso della via qualche passante si ritrae sorpreso dallo stridore dei pneumatici sulla pietra ruvida. Lo sguardo incrocia il sorriso quasi beffardo, severo ma gentile del pilota, le cui mani sicure e forti, comandate dalla mente e dal cuore, dirigono un suono inconfondibile e cupo che si alza, si infrange e rimbalza tra le pareti dei palazzi. La Ferrari arriva improvvisa, come sbucata da una nuvola di nebbia padana, e si ferma docile e precisa agli ordini del suo cavaliere. Le anime antiche della città: poeti, musicisti e pittori, osservano stupiti dal cielo. Quale splendido insieme sarebbe per raccontare e descrivere, con la loro arte: le rime, la musica e la pittura le gesta, le avventure e le imprese di questo figlio, con questo nuovo vessillo, rosso e giallo, che porta alto il nome e i colori di Lodi. Eugenio scende, la gente si ritrae in silenzio, ammutolita e rispettosa. Adesso è qui, seduto in mezzo a noi e tutto può cominciare. Il ricordo e la memoria in tratti di matita: Castellotti, la leggenda oltre il traguardo.

Frutto del disegnatore e vignettista Alessandro Colonna, il libro a fumetti ripercorre la vita e la carriera sportiva di Eugenio Castellotti, indimenticato pilota automobilistico lodigiano. Nella cornice della sede della Banca Centropadana viene presentata l’opera realizzata a cura del Cams Eugenio Castellotti. La serata comincia con la breve introduzione di saluto di Maurizio Amadio del Club Castellotti, prosegue con il commento del Presidente della BCC, Serafino Bassanetti, che sottolinea l’impegno e il contributo della Banca nella valorizzazione del territorio, passando anche attraverso i personaggi più rappresentativi. 
Alvaro Corrù, presidente del Club, rappresenta l’orgoglio del sodalizio e di tutti gli iscritti per questa pubblicazione destinata a quanti hanno conosciuto l’uomo, il pilota, ma soprattutto ad approfondirne la conoscenza a coloro, specialmente giovani, che si avvicinano per la prima volta con interesse a questo sport. 

E’ poi la volta di Cesare De Agostini a tracciare con incredibile efficacia il profilo, più umano che sportivo, del grande pilota. Una storia di ieri che ancora oggi è incredibilmente attuale. Le sue intense parole sono una descrizione che porta Eugenio insieme al numerosissimo pubblico, accanto ad ognuno dei presenti. Viene da volgere lo sguardo intorno e cercarne la figura. A tanto riescono le parole del grande giornalista e scrittore. Cesare è Omero che canta Ettore. Da consumato attore non legge, declama e recita introducendo nella sala una commovente emozione. La sua voce investe tutti i nostri sentimenti ed i sensi, sentiamo e vediamo immagini reali che scorrono dal nostro cuore agli occhi. – Io non l’ho conosciuto ma gli voglio bene-. Poche e semplici parole che esprimono tutta la passione, oltre alla competenza, di un uomo verso un altro uomo, un ragazzo che a soli 26 anni, vissuti intensamente, si è incamminato verso la leggenda. Il finale spetta di dovere ad Alessandro Colonna, forse è proprio in questi momenti che un autore comprende quanto importante sia la sua opera. Un interesse nato quasi per caso che poi guida la mano come una forza misteriosa a far nascere quelle parole e quelle immagini. Scorrono sullo schermo le vignette e l’analisi non può essere solo di semplice tecnica. Ciò che prende vita non sono solo tratti di matita a riempire delle pagine, è l’anima di un artista che svolge un compito: raccontare una storia, una vita, che rimanga memoria e non solo ricordo.

- nella foto, da sinistra, Serafino Bassanetti, presidente BCC; il giornalista e scrittore Cesare De Agostini; Alvaro Corrù, presidente del Club Castellotti; Alessandro Colonna; Maurizio Amadio del Club Castellotti