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venerdì 20 ottobre 2023

L’Heritage di Stellantis protagonista al Salone Auto e Moto d’Epoca: ospite d’onore la nuova Alfa Romeo 33 Stradale


Una superficie espositiva di 115.000 mq suddivisi tra 11 padiglioni, 1.600 espositori con 5.000 vetture e 130.000 visitatori: questi i numeri che hanno fatto di “Auto e Moto d’Epoca” la principale manifestazione europea dedicata all’automobilismo storico. A un evento così importante, che per la sua 40^ edizione si sposta sul prestigioso palcoscenico di Bologna, nel cuore della Motor Valley italiana, non poteva mancare Heritage di Stellantis, che dalla sua fondazione persegue la missione di recuperare, custodire e valorizzare il patrimonio storico dei marchi Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth mantenendone vivi e attuali i valori imprescindibili.

Per questo Heritage si presenta con uno degli stand più vasti di tutta la manifestazione, ospitando ben 6 vetture storiche di grandissimo interesse: Fiat Abarth 595 (1963) – Fiat Panda 4x4 (2002) – Alfa Romeo Giulia Sprint GT (1963) – Alfa Romeo 155 V6 Ti “DTM” (1993) – Lancia Stratos (1973) – Alfa Romeo 4C (2013). A queste si affianca l’ultima nata Abarth 500e e la nuova fuoriserie Alfa Romeo 33, che offrono uno spaccato dell’evoluzione della gamma Stellantis.

I visitatori, oltre ad apprezzare lo stile e le caratteristiche tecniche delle vetture esposte, potranno incontrare gli esperti dei servizi che Heritage dedica agli appassionati del motorismo storico.

Tra questi, di grande attualità sono quelli legati alla storia e all’originalità delle vetture d’epoca:

con il Certificato di Origine, a partire dal numero di telaio è possibile ottenere un certificato che attesta l’anno di produzione e la configurazione originale dell’auto, specifiche del modello, matricola del motore, dettagli esterni ed interni originali.

La Certificazione di Autenticità consiste, invece, in un approfondito esame del singolo esemplare, volto a verificarne la perfetta corrispondenza con le caratteristiche di origine al momento dell’uscita dalla fabbrica. Per i brand Alfa Romeo e Lancia il servizio è stato recentemente implementato da un coinvolgimento diretto del brand a supporto di un comitato nel quale il CEO partecipa alla decisione finale e appone la sua firma alla certificazione.

In occasione del 40° anniversario di Auto e Moto d’Epoca, tutti coloro che richiederanno presso lo stand Heritage la Certificazione di Autenticità per la propria vettura Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth, potranno accedere ad uno sconto speciale del 15% sul costo del servizio.

A questi servizi erogati dal team Heritage, si aggiunge, infine, l’accurato servizio di restauro e riparazione, eseguito direttamente dai tecnici specializzati delle Officine Classiche di Torino, all’interno dello stabilimento di Mirafiori.

Da sottolineare infine il progetto “Reloaded by Creators” con cui Heritage reimmette sul mercato del collezionismo storico delle vetture selezionate, dopo averle ricondizionate e riportate alla bellezza originaria, come ad esempio accaduto per la Alfa Romeo 4C e la Panda 4x4 esposte sullo stand.

Vediamo ora nel dettaglio le vetture esposte, diverse delle quali caratterizzate da una particolare ricorrenza storica:

Alfa Romeo 33 Stradale (2023)

La nuova Alfa Romeo 33 Stradale costituisce un vero e proprio “manifesto” del marchio milanese in termini di stile ed esperienza di guida. Realizzata in soli 33 esemplari esclusivi, con un processo artigianale unico, la nuova coupé a “due posti secchi”, coniuga l’heritage ed il futuro del marchio, simbolo di nobile sportività italiana. Il suo obiettivo è regalare l’esperienza di guida più esaltante e il fascino immortale di un’icona a una ristrettissima cerchia di appassionati, che hanno creduto fin dall’inizio nel progetto. La nuova 33 Stradale, infatti, nasce nella neonata “Bottega” Alfa Romeo dove designer, ingegneri e storici del marchio hanno prima ascoltato i potenziali acquirenti per poi realizzarla insieme, esattamente come avveniva nelle botteghe artigianali rinascimentali o negli atelier dei famosi carrozzieri italiani
Il livello di personalizzazione è senza precedenti. Ogni esemplare è reso unico a partire dalla procedura di registrazione che permette al cliente di apporre la propria “firma” sul numero del telaio. Per sancirne ufficialmente l’unicità, ogni 33 Stradale beneficerà della Certificazione di Autenticità, ulteriore evidenza della assoluta originalità ed esclusività garantita dalla Casa Madre. Un servizio di cui possono beneficare tutti i possessori di Alfa Romeo storiche, per esaltare il pregio della propria vettura. Per conoscere tutti i servizi Alfa Romeo Classiche, visita il sito Heritage.

Alfa Romeo 4C (2013 / 2023)

Nata nel 2013, l'Alfa Romeo 4C ha conquistato gli appassionati di auto sportive in tutto il mondo. Per celebrare il decimo anniversario di questo gioiello della meccanica, il Dipartimento Heritage ha ideato un esemplare unico: la "Alfa Romeo 4C Designer’s Cut". Personalizzata da Alessandro Maccolini del Centro Stile Alfa Romeo (proprio colui che al tempo si occupò del design del modello), questa vettura è un tributo all'autentico stile italiano e al piacere di guida che contraddistingue la 4C, ed è stata battezzata dallo stesso designer “4C Unica”.
Il progetto 4C Designer's Cut fa parte del programma "Reloaded by Creators" di Heritage e ha coinvolto la community di Alfa Romeo, invitando gli appassionati a esprimere le loro preferenze sulle diverse scelte estetiche proposte da Maccolini, attraverso i canali di comunicazione del brand.
La 4C Unica, realizzata in un solo esemplare e disponibile per la vendita, permetterà a collezionisti appassionati di acquistare un pezzo importante della storia di questo iconico modello che è, ancora oggi, un "instant classic" sul mercato.

Alfa Romeo 155 V6 Ti “DTM” (1993)

Con l’Alfa Romeo 155 V6 Ti “DTM” si entra in quella competizione sportiva fra Italia e Germania che sembra non aver mai fine dalla mitica semifinale dei Mondiali di calcio 1970. Proprio così perché, esattamente 30 anni fa, l’Alfa Romeo divenne l’unica marca non tedesca ad aggiudicarsi il Campionato DTM.
Nel 1993 l’Alfa Corse, il reparto sportivo della Casa del Biscione, intensifica il suo impegno nella categoria Turismo approntando due diverse evoluzioni dell’Alfa 155: una molto esasperata per il campionato tedesco, l'altra conforme alle regole meno permissive della nuova categoria internazionale “D2”. La 155 V6 TI sviluppata per il DTM (Deutsche Tourenwagen Meisterschaft) mantiene la trazione integrale come la 155 GTA del 1992 (SuperTurismo Italiano), ma il layout della meccanica viene realizzato all’interno dei vincoli previsti dal regolamenti del Campionato Tedesco: il motore – il celebre V6-60° da 2,5 litri (2498 cc) con 24 valvole – è disposto longitudinalmente a sbalzo, alcuni componenti della carrozzeria sono in fibra di carbonio, l’aerodinamica è “libera” al di sotto della linea perimetrale immaginaria che collega i mozzi delle ruote, l’ala posteriore è regolamentata, il peso in ordine di marcia è di 1100 kg.
Nel ’93 il V6 ha una potenza che varia dai 400 ai 420 cv per 11.500 giri/min, l’elettronica di gestione del motore e della vettura non è esasperata, il cambio a sei rapporti diventa sequenziale da metà stagione.
In gara, l’agguerrita concorrenza viene battuta in 12 delle 20 gare previste, grazie alla coppia d’assi formata da Alessandro Nannini e Nicola Larini, che si aggiudicherà il campionato, senza dimenticare il contributo dei brillanti piazzamenti di Francia e Danner.

Alfa Romeo Giulia Sprint GT (1963)

Presentata il 9 settembre del 1963, l’Alfa Romeo Giulia Sprint GT compie 60 anni e si caratterizza per essere la prima vettura prodotta - e anche “svelata” - nel nuovissimo stabilimento di Arese, che sostituisce l’originaria fabbrica situata nel quartiere milanese del Portello. Nello stesso anno nasce l’Autodelta che diventa il nuovo Reparto Corse dell’Alfa Romeo, segnando così il ritorno ufficiale alle competizioni del marchio del Biscione.
La Giulia Sprint GT sostituisce la Giulietta e si presenta come una coupé disegnata da Bertone (in realtà la creazione avviene per mano di un giovane Giugiaro, dipendente della carrozzeria torinese). Viene equipaggiata con il motore 1,6 (1570 cc) bialbero in lega leggera della Giulia, seguito da un 1,3 (1290 cc, “GT 1300 Junior”), poi da un 1750 (1779 cc, “1750 GT Veloce”) fino ad arrivare al 2 litri (1962 cc, “2000 GT Veloce”).
Linea compatta, pulita, 4 posti, caratterizzata dai fari tondi con sopracciglia aggressive e, ancor di più, dal tipico “scalino” sotto l’estremità del cofano, un elemento di design che scompare con l’evoluzione dello stile del modello. La Giulia GT non tradisce le aspettative della clientela più sportiva: le prestazioni, come in tutte le Alfa Romeo, sono di alto livello, unite a una guidabilità e a una tenuta di strada da riferimento.
L’esemplare esposto a Bologna è un “GT 1300 Junior” del 1967, che ha ottenuto un Certificato di Autenticità rilasciato dopo un attento esame della vettura da parte degli esperti di FCA Heritage.

Fiat Panda 4x4 (2001)

Quarant’anni… e non sentirli. Nel 1980 la Fiat lancia la Panda, considerata insieme alla 500 l’utilitaria italiana per eccellenza e ancora in commercio con numeri da record. Disegnata da Giorgetto Giugiaro, la vettura si presenta come una compatta berlina due volumi, due porte e portellone con motore e trazione anteriore. Semplice nello schema tecnico, ma votata alla funzionalità e alla grande abitabilità, la Fiat Panda è caratterizzata da grandi paraurti avvolgenti, alta fascia laterale protettiva e ampia superficie vetrata che garantisce grande luminosità all’abitacolo.
Nel giro di tre anni le Panda si arricchiscono negli allestimenti ma l’ulteriore enorme successo arriva nel 1983 con l'avvento della versione 4x4, costruita in collaborazione con l’austriaca Steyr-Puch, che trasforma la versatile utilitaria torinese in una inarrestabile piccola e leggera fuoristrada, che diventa presto beniamina degli amanti della vita all’aperto e degli sport. Primo modello di piccola vettura a motore trasversale a presentare un sistema 4WD, La Panda 4x4 era equipaggiata con un propulsore di 965 cm³ da 48 cv, successivamente cresciuto in cilindrata fino a 1108 cm³ nelle ultime versioni.
Proprio ad una di queste appartiene l’esemplare in esposizione, datato 2001. Questa Panda non ha mai lasciato lo stabilimento di origine ed è stata utilizzata solo per spostamenti interni, vantando uno stato di conservazione notevole per l’età. Dopo un restauro conservativo è stata inserita nel progetto “Reloaded by Creators” e sarà posta in vendita. Piccole caratterizzazioni grafiche ‘Heritage’ testimoniano l’unicità di questa auto.

Fiat Abarth 595 (1963)

Sessant’anni della “piccola, ma cattiva”, la Fiat-Abarth 595 che ancora oggi incarna alla perfezione le due anime del marchio, performance e stile. Presentata al Salone di Torino del 1963, la Fiat-Abarth 595 derivava dalla 500 D e si prestava a numerose personalizzazioni dall’impronta prettamente sportiva, ma veniva apprezzata anche per il normale utilizzo quotidiano, caratteristiche mantenute nelle successive evoluzioni della gamma Abarth, fino ad arrivare ai giorni nostri.
Numerose ed evidenti le caratterizzazioni “grintose” del modello: vistosa calandra anteriore traforata tipo 850TC, dietro cui è alloggiato il clacson, scritte “Fiat Abarth 595” in metallo lucido su posteriore e su cofano, sulla fiancata destra campeggia l’orgogliosa affermazione “Campione del mondo”, con riferimento anche ai numerosi record detenuti dalle creazioni delle Officine di Corso Marche. La fiancata sinistra, infine, riporta il logo dello Scorpione con un fulmine tricolore che lo attraversa. A sottolineare maggiormente la connotazione corsaiola del modello, contribuiscono la coppa olio maggiorata in alluminio che sporge sotto il fascione posteriore e soprattutto la marmitta sportiva tipo “Record Monza” a doppia uscita.
Rispetto alla 500 D, altrettanto numerose sono le differenze all’interno del corpo vettura: cilindrata maggiorata a 593.7cc, cilindri in ghisa speciale fusi in corpo unico, pistoni con cielo rialzato per una maggiore compressione, albero a camme più spinto e carburatore verticale Solex. Tutto contribuisce a una performance caratterizzate da un 30% in più di potenza rispetto alla versione di origine, con 27cv a 5000 rpm e una velocità di picco di 120 km. Posizionata al prezzo base di 595.000 lire, la Fiat-Abarth 595 partì con una produzione di 70 unità al mese che presto divennero 250 per far fronte alla crescente domanda.

Abarth 500e (2022)

La nuova Abarth 500e è “More Abarth than EVer”, grazie alla sua architettura elettrica, ad una migliore distribuzione dei pesi, alla coppia ottimizzata e al passo più ampio, ed è più veloce ed emozionante della versione a benzina sia nella guida urbana che in quella extraurbana.
Dotata di una potente batteria da 42 kWh e accoppiata ad un potente motore elettrico, per un totale di 113,7kW/155cv, unisce le prestazioni dello Scorpione all'innovazione della mobilità elettrica. Infatti, può raggiungere da 0 a 100 km/h in soli 7 secondi.
L'Abarth 500e presenta un design audace e irriverente, ispirato all'aspetto dello Scorpione per evidenziarne la potenza, la leggerezza e la forza aerodinamica. Studiando il design dell'Abarth 500e, i car designer del Centro Stile hanno infatti cercato di integrare la forma dell'animale negli interni e negli esterni del moderno Scorpione elettrificato. Lo stile audace è sottolineato anche dai dettagli sportivi esterni, come il nuovo paraurti anteriore sportivo dedicato e le minigonne laterali. All'interno, sportività e stile trovano la loro massima espressione con l'ambiente scuro, gli inserti in Alcantara nel cruscotto, i sedili sportivi e il volante.
La Nuova Abarth 500e è anche l'unica del suo segmento a offrire il Sound Generator, che riproduce il leggendario sound del motore Abarth che è sempre stato sinonimo di potenza e prestazioni

Lancia Stratos Stradale (1973)

La Lancia Stratos compie invece 50 anni. Il modello da cui derivò la mitica Lancia Stratos HF che dominò il mondo dei rally negli anni ’70, venne disegnato da Marcello Gandini (autore di auto come la Fiat X1/9 e la Lamborghini Countach) per Bertone, che presentò il suo prototipo (Strato's Zero) al Salone dell'Automobile di Torino del 1970; un progetto di autovettura sportiva a motore centrale, di concezione avveniristica per quei tempi. Cesare Fiorio, alla guida della squadra corse Lancia HF, pensò che questo prototipo potesse sostituire la vetusta Fulvia Coupé 1600 HF e chiese a Nuccio Bertone di progettare e produrre una vettura che fosse meno avveniristica della “Zero” e adatta a essere prodotta in serie, sia pur limitata. Dalla collaborazione tra Carrozzeria Bertone e la Lancia HF nacque il prototipo semi-definitivo della Stratos HF (High Fidelity), successivamente equipaggiato dal motore V6 Dino della Ferrari. Una corta coupé due posti secchi con scocca e telai ausiliari in acciaio, carrozzeria in vetroresina, motore centrale posteriore per un’ottimale distribuzione dei pesi e trazione posteriore per migliorare la motricità. Partendo da questa ottima base, gli ingegneri Lancia diedero vita nel 1973 a una vettura dalla fortissima connotazione sportiva: abitacolo progettato come una cellula di sicurezza in acciaio a cui saldare due telai a tubi quadri di acciaio per sostenere il gruppo motopropulsore e le sospensioni. Sospensione posteriore MacPherson con barra antirollio, robusta, adattabile a pneumatici di varie misure e facilmente regolabile a diverse altezze, sterzo a cremagliera molto preciso e diretto per una grande maneggevolezza. Tuttavia sulla versione stradale gli uomini del marketing Lancia vollero che la vettura fosse più una comoda granturismo che una sportiva tout court, perciò sostituirono le sospensioni con dei più comodi silentblock e pretesero di montare cerchi uguali sulle quattro ruote. Queste modifiche cambiarono il comportamento dell’auto tanto da renderla molto più imprecisa e meno efficace in curva.
Come la carrozzeria, le portiere vennero realizzate in un sol pezzo di vetroresina per poterle aprire, ed eventualmente rimuovere, velocemente. Così veniva garantita anche un’ottima accessibilità alle parti meccaniche, vitale nei punti di assistenza dei rally. La linea venne inoltre completamente ridisegnata da Gandini e, pur mantenendo un design estremo a cuneo, non condivideva nessun pannello con l’originario prototipo Strato's Zero. La Lancia Stratos Stradale divenne così di fatto la prima automobile specificamente progettata per i rally e poi prodotta in serie, anche se in numero limitatissimo, forse inferiore ai 515 esemplari originariamente dichiarati dalla Casa.

Appuntamento quindi a Bologna dal 26 al 29 ottobre, per gustare insieme queste icone del motorismo classico, alcune delle quali sono in esposizione permanente presso l’Heritage Hub di Via Plava 80 a Torino, dove sono esposte oltre 300 vetture d’epoca di proprietà Stellantis. Questa inimitabile collezione è aperta al pubblico – su prenotazione - nelle giornate di venerdì, sabato e domenica ed i biglietti per le visite sono acquistabili online.

lunedì 12 giugno 2023

Alfa Romeo protagonista della “1000 Miglia” 2023



Torino, 12 giugno 2023 - Manca un giorno alla partenza della 41esima edizione rievocativa della "1000 Miglia", la storica prova di regolarità per auto d’epoca che prenderà il via da Brescia il 13 giugno per farvi ritorno il 17, dopo aver toccato alcune delle località più suggestive d'Italia. Da sempre un po' gara e un po' avventura, la “1000 Miglia” coinvolgerà quest’anno oltre 400 vetture d’epoca di elevato valore, di cui ben 47 appartengono al Marchio Alfa Romeo, simbolo indiscusso dell’automobilismo sportivo italiano.

Tra queste, tre preziosi esemplari della collezione aziendale, normalmente in mostra presso il Museo Alfa Romeo di Arese: la 1900 Sport Spider e la 2000 Sportiva entrambe del 1954 e la 1900 Super Sprint del 1956. I tre gioielli della collezione storica sono condotti da equipaggi d’eccezione: la 1900 Sport Spider sarà affidata alle mani di Marius Pop, fondatore della comunità web “Alfattitude” che riunisce migliaia di appassionati Alfisti da tutto il mondo, e Virgiliu Andone; la 2000 Sportiva darà il meglio di sé sotto la guida della coppia tutta tedesca formata da Tom Wlaschiha, attore protagonista ne “Il trono di spade” e “Stranger Things”, grande appassionato di Alfa Romeo, e da Nina Maria Weizenecker, automotive influencer famosissima sul web come NinaCarMaria, mentre la 1900 Super Sprint gareggerà con al volante il volto social del Marchio di moda italiano Velasca, Lorenzo Quaglia, affiancato da Giovanni Giuseppe Savini, seguitissimo tiktoker meglio noto col nome d’arte @giogiusavini.

Tre equipaggi per tre vetture straordinarie, autentiche opere d’arte in movimento, appartenenti alla collezione di Heritage, il dipartimento di Stellantis dedicato alla tutela e alla promozione del patrimonio storico costituito da oltre 600 esemplari di auto d’epoca dei brand Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth.

1900 Sport Spider (1954)
Rarissima spider da corsa - prodotta in soli due esemplari - equipaggiata con un motore a 4 cilindri bialbero portato a 138 cv di potenza massima, che le consente di raggiungere i 220 km/h grazie anche a un peso di 880 chili e a un'aerodinamica particolarmente efficiente. Contraddistinta dall'innovativo design ad opera di Franco Scaglione per la carrozzeria Bertone, la 1900 Sport Spider è dotata di cambio a 5 marce e di ponte posteriore “De Dion”: prestazioni e guidabilità sono da vettura moderna, reattiva e sincera, con un'elevata tenuta di strada. Questa straordinaria vettura gareggerà col numero “289”.

2000 Sportiva (1954)
Contrassegnata dal numero di gara “296”, è anch’essa un pezzo rarissimo di cui esistono solo due esemplari al mondo ed è caratterizzata da una luminosa livrea di colore grigio metallizzato. La 2000 Sportiva viene progettata nel 1954 per produrre una piccola serie di vetture dalle prestazioni elevate e adatte sia all'impiego su strada, sia alle competizioni della categoria "Sport". Il motore, 4 cilindri bialbero di 2 litri con una potenza di 138 CV a 6500 giri/min, le consente di raggiungere i 220 km/h, velocità altissima per l'epoca. Inoltre la vettura dispone di cambio a 5 rapporti, sospensioni posteriori "De Dion" e carrozzeria in alluminio. La linea è filante e molto elegante, firmata da Bertone e realizzata di nuovo da Franco Scaglione, come per la 1900 Sport Spider.

1900 Super Sprint (1956)
Si presenta con il numero di gara “392” l’affascinante 1900 Super Sprint del 1956, elegante coupé che rappresenta la declinazione "gran turismo" della 1900, "la vettura da famiglia che vince le corse", come recitava il claim che la rese celebre negli anni Cinquanta. Basata sul telaio in versione corta della 1900 berlina, è equipaggiata con un motore quattro cilindri da due litri con il doppio albero a camme tipico del brand e potenza di 115 CV a 5500 giri/min. Negli anni Cinquanta era consuetudine, per i grandi designer italiani, acquistare il telaio meccanizzato da Alfa Romeo e completarlo con una carrozzeria progettata e prodotta internamente: così fece la milanese Carrozzeria Touring che, tra il 1955 e il ‘58, realizzò 858 esemplari di questa ultima serie della 1900 Sprint.

Al di là della storicità, questo tipo di manifestazioni rappresenta un autentico ponte tra i valori del passato e quelli del futuro, un legame quest’anno rinvigorito da tre anniversari storici per il Marchio del Biscione: i dieci anni dell’Alfa Romeo 4C, i sessanta dell’Autodelta, che costituiva il reparto corse ufficiale dell’Alfa e i cento dell’emblema del Quadrifoglio. Quindi non a caso Alfa Romeo renderà disponibili, come supporto dei suoi meravigliosi modelli d’epoca, alcune unità dell’ultima nata Giulia “Quadrifoglio 100° Anniversario”.

Il 15 aprile 1923 il leggendario Quadrifoglio debuttò sulla versione “Corsa” della RL del pilota Ugo Sivocci, portandolo alla vittoria della XIV Edizione della Targa Florio. Da allora il Quadrifoglio diventa simbolo delle Alfa Romeo nelle competizioni e identifica le più performanti realizzazioni del Marchio, non solo quelle impegnate nei circuiti di gara ma anche le più potenti ed esclusive vetture stradali. Come nel caso di Giulia e Stelvio “Quadrifoglio 100° Anniversario”, un’edizione limitata prodotta in sole 100 unità per modello e caratterizzata in modo distintivo sia dal punto di vista della meccanica che dell’estetica. Motore 2.9 V6 potenziato a 520 CV e differenziale autobloccante meccanico che ottimizza il trasferimento di coppia, aumentando stabilità, agilità e velocità in curva. Nuovi badge celebrativi disegnati dal Centro Stile Alfa Romeo e nuove pinze freno color oro, calandra e calotte specchio in carbonio a vista. Negli interni, le nuove cuciture a vista color oro e il badge celebrativo su plancia impreziosiscono un ambiente sportivo dominato dal carbonio, con nuova finitura 3D, mentre il volante si presenta rivestito in pelle e Alcantara con cuciture nere e inserti in fibra di carbonio.
Il giusto tributo al simbolo di un passato glorioso che si collega ai successi della gamma attuale in cui Giulia e Stelvio affiancano Tonale, diventando protagonisti del rilancio di Alfa Romeo che, nei primi cinque mesi del 2023, in Italia ha triplicato le proprie immatricolazioni rispetto al 2022.


martedì 23 maggio 2023

Abarth e Alfa Romeo protagoniste a “FuoriConcorso” e a “Villa d’Este”



Grande successo di pubblico per due tra i più prestigiosi eventi di automobilismo storico a livello nazionale e internazionale, “FuoriConcorso” e il “Concorso d’Eleganza di Villa d’Este”, che hanno animato il fine settimana delle località intorno al Lago di Como.

“FuoriConcorso”, lanciato nel 2019 e già affermatosi come una delle manifestazioni automobilistiche più coinvolgenti al mondo, mira a diffondere la cultura motoristica offrendo al contempo un assaggio del famoso stile di vita italiano. Ospitato negli eleganti giardini di Villa del Grumello e Villa Sucota e declinato quest’anno nell’accezione “Aero”, ha visto la partecipazione della Abarth 1000 Monoposto Record Pininfarina (1960), una delle gemme più preziose della collezione storica di Stellantis. Vero manifesto di aerodinamica, totalmente in linea col tema della manifestazione, questo potente e affusolato prototipo nacque dalla continua e prolifica collaborazione tra Fiat, Abarth e il carrozziere Pinin Farina.

Fiat lancia la Nuova 500 nel 1957 e, con lo scopo di evidenziare le doti del piccolo bicilindrico che la spinge, ne affida l’elaborazione alle Officine Abarth, specializzate nella produzione di vetture con alte prestazioni sportive. L’Abarth costruisce intorno al motore una monoposto da record leggera e filante, utilizzando un telaio tubolare e una scocca affusolata realizzata in collaborazione col carrozziere Pinin Farina. I successi e i record demoliti in pista si susseguono, così come le evoluzioni motoristiche e aerodinamiche fino al 1960, quando si arriva a un’elaborazione estrema: dal punto di vista aerodinamico, la “coda” varia nella forma e nella lunghezza, la nuova carrozzeria da record è priva delle lunghe pinne posteriori utilizzate negli anni precedenti ed è molto più corta per la sensibile riduzione degli sbalzi oltre le ruote.

Inoltre la nuova monoposto viene equipaggiata col nuovo bialbero da un litro di cilindrata: il 1000 eroga in totale ben 108 cavalli, oltre 100 CV/litro senza sovralimentazione, un valore molto elevato per un motore da competizione dell’epoca che deve sopportare i faticosi percorsi sulla lunga distanza.

Inutile a dirsi, il 28 settembre 1960 sul circuito di Monza la Abarth 1000 Monoposto Record Pininfarina frantuma record in serie, da quello della velocità media di oltre 203 km/h a quello sulle 72 ore, conseguito coprendo 12.824,545 km con una velocità media di 186,68 km/h.
L’esemplare esposto a “FuoriConcorso” fa parte della collezione permanente di auto d’epoca dell’Heritage Stellantis, protagonista nell’area “Records and races” dell’Heritage Hub di Via Plava 86 a Torino.

Il “Concorso d’Eleganza Villa d’Este”, evento tra i più prestigiosi del settore (la prima edizione risale ormai al 1929), oltre alla sua tradizionale e aristocratica sede di Cernobbio ha incluso anche l’incantevole Villa Erba, dove si è svolta la celebrazione dedicata ai cent’anni della 24 Ore di Le Mans. Da qui la liaison con Alfa Romeo, che ha deciso di esporre due gemme della sua collezione d’epoca, la 33/2 litri “Daytona” (1968) e la 33 TT 12 (1975), che furono entrambe protagoniste sull’asfalto francese.

L’Alfa Romeo 33/2 litri “Daytona” trae origine dal nobile spirito sportivo del Marchio che, dopo il ritiro dalle competizioni avvenuto nel 1951 al termine del secondo dei due Mondiali di F.1 vinti con l’Alfetta 158-159, si ripresenta sulla scena internazionale con l’Autodelta (1963), reparto corse ufficiale della Casa Milanese, di cui quest’anno si festeggiano i 60 anni.
Dopo i successi iniziali con le vetture turismo, l’Autodelta decide di compiere il salto di qualità nella categoria “prototipi”, cominciando con la “Tipo 33”.
I prototipi Sport sono progettati esclusivamente per le corse, dotati di motori e telai estremamente sofisticati e prodotti nei pochi esemplari necessari per ottenere l’omologazione. Li equipaggia un raffinato e potente motore centrale da due litri 8 cilindri a V, che sprigiona 270 cavalli e raggiunge quasi i 300 km/h.
La prima versione della 33/2 Sport Prototipo (dove 33 è il numero del progetto e 2 la cilindrata espressa in litri) vince la gara in cui debutta nel marzo 1967, la corsa in salita di Fléron nei pressi di Liegi, in Belgio: l’Alfa Romeo si lancia allora nel Campionato Mondiale Sport Prototipi, cogliendo vittorie prestigiose nelle massacranti gare di endurance, in primis alla 24 Ore di Daytona, dove conquista i primi tre posti con gli equipaggi Vaccarella-Schütz, Andretti-Bianchi, Casoni-Biscardi-Zeccoli. L'importante vittoria fa sì che il nome del celebre circuito americano venga aggiunto a quello delle Alfa Romeo 33/2. Le 33 colgono ottimi risultati anche alla 24 Ore di Le Mans - con un’altra una tripletta nella classe, e in alcune competizioni riescono a imporsi nella classifica assoluta anche davanti a vetture molto più potenti: succede anche al Mugello, dove Vaccarella-Bianchi-Galli raggiungono il gradino più alto del podio.

L’evoluzione del Progetto 33 non si arresta e finalmente nel 1975 l’Alfa Romeo riesce a realizzare il sogno di vincere il Campionato Mondiale Marche. Protagonista della schiacciante superiorità è l’Alfa Romeo 33 TT (Telaio Tubolare) 12, una vettura dotata di motore tre litri 12 cilindri a V di 180° capace di erogare 500 cavalli e raggiungere i 330 km/h. Con grandi piloti, la maggior parte dei quali protagonista anche in Formula 1, come Arturo Merzario, Vittorio Brambilla, Jochen Mass, Jaques Laffite, Henri Pescarolo, Derek Bell, Jacky Ickx e Nino Vaccarella, le 33 TT 12 conquistano sette vittorie su otto gare valide per vincere il Mondiale. Il mitico 12 cilindri che equipaggia la vettura getterà le basi per il ritorno in F.1 di Alfa Romeo, nel 1976, come fornitore di motori per il team Brabham.

credits: Heritage Communications

martedì 31 gennaio 2023

La Fiat-Abarth 850 TC al Salone Rétromobile di Parigi


Torino, 31 gennaio 2023 - Dal primo febbraio Abarth sarà al Salone Rétromobile di Parigi con la Fiat-Abarth 850 TC; il dipartimento Stellantis Heritage, fondato a Torino nel 2015 è essenziale che fosse presente al più antico salone di auto d'epoca in Europa.
La Fiat-Abarth 850 TC – acquistata da Heritage in condizioni “barn find” – è stata riportata al suo antico splendore dai tecnici delle Officine Classiche e dal loro meticoloso e laborioso lavoro di restauro di carrozzeria, meccanica, interni e strumentazione. La vettura sarà esposta come work in progress, a testimoniare la qualità del lavoro dei tecnici.

Rarissimo esemplare di Fiat-Abarth 850 TC su base FIAT 600, è il risultato di lunghe ore e duro lavoro delle Officine Classiche del reparto Heritage: splendida la verniciatura della carrozzeria, anche nell'abitacolo, con i sedili e la tappezzeria rimossi appositamente per fornire un apprezzamento del lavoro di restauro.
Questo modello è una vera auto da corsa, per l'attenzione maniacale che Carlo Abarth ha dedicato alla completa riprogettazione delle sue vetture, sia nella meccanica che nella ciclistica; ne è un esempio il fatto che ogni biella dei quattro pistoni è stata riequilibrata inserendo nel componente in metallo fuso dei microscopici pesi di titanio, su ognuno dei quali sono incise le iniziali dell'operatore che ha completato il lavoro.
La Fiat-Abarth 850 TC è la prima vettura dello Scorpione targata “Turismo Competizione”, una tranquilla vettura familiare trasformata in un'agile, leggera e veloce vettura da corsa che ha vinto numerose competizioni europee. Carlo Abarth ha preso come punto di partenza la Fiat 600 D, equipaggiata con un motore quattro cilindri in linea da 767 cc con cilindrata portata a 847 cc, elevando la potenza del motore a 52 CV a 5800 giri/min. La vettura elaborata poteva raggiungere i 140 km/h, quindi fu necessario intervenire sull'impianto frenante, dove i dischi sostituirono i tamburi nelle ruote anteriori.
La 600 Abarth elaborata sarebbe presto cambiata anche nell'aspetto: sotto – al posto – del paraurti anteriore fu montato il radiatore dell'olio; poi, per raffreddare ulteriormente il motore sempre più potente, il portellone posteriore fu mantenuto in posizione rialzata mediante staffe, prefigurando quello che sarebbe diventato lo spoiler posteriore, altro tratto tipico delle Abarth.
Successivamente sono arrivati numerosi successi in pista, soprattutto nelle gare di durata che hanno messo in risalto sia le prestazioni che l'affidabilità della 850 TC. Un'ultima nota, l'esemplare esposto sullo stand ha una storia particolare: l'auto apparteneva infatti alla Guardia di Finanza, che l'ha utilizzata per le attività di prevenzione e repressione del contrabbando.
La missione di Stellantis Heritage è recuperare, salvaguardare e valorizzare il patrimonio storico dei marchi, promuovere e diffondere i valori che ancora custodiscono, sia partecipando ad eventi di settore, sia offrendo agli appassionati di auto d'epoca nuovi servizi e opportunità. Tra quest’ultime da segnalare le visite all'Heritage Hub di Torino, Certificati di Origine, Certificazione di Autenticità, restauro e molte altre.

giovedì 1 dicembre 2022

Premio “Ruoteclassiche – Best in Classic 2022”: Lancia Delta S4, Youngtimer dell’anno


Torino, 1° dicembre 2022 - Nuovo successo per una delle perle più rare della collezione storica gestita dall’Heritage Stellantis: la Lancia Delta S4, uno degli ultimi esemplari esistenti dei 200 prodotti tra il 1985 e il 1986, si aggiudica il Premio “Ruoteclassiche – Best in Classic 2022” nella categoria “Youngtimer”.

La premiazione, avvenuta nella serata del 30 novembre, ha avuto luogo nella prestigiosa location del Pirelli Hangar Bicocca e ha rappresentato l’atto conclusivo del concorso annuale creato da Ruoteclassiche, rivista che da oltre trent’anni è il punto di riferimento per gli appassionati del motorismo d’epoca. Un premio, suddiviso in dodici categorie, che ha l’obiettivo di mettere in luce persone, enti, aziende, associazioni, eventi e veicoli classici che hanno contribuito alla crescita culturale, sociale ed economica del settore dell’automobilismo classico.

Nella categoria “Youngtimer”, vetture prodotte dagli anni Ottanta ai Duemila, i lettori di Ruoteclassiche hanno preferito a grande maggioranza Lancia Delta S4 alle agguerrite concorrenti Bugatti EB 110 GT “Parigi” e Lamborghini Countach 25°. Il range dei partecipanti era ben più ampio ma questa terzina è stata selezionata, in fase iniziale, da una giuria di qualità costituita da 12 esperti del settore del calibro di Miki Biason, ultimo pilota italiano a vincere un campionato mondiale di rally, tanto per citare un esempio.

La Lancia Delta S4 si è affermata non solo in virtù del suo design e delle sue performance trascorse (oltre 15 vittorie nei rally nella seconda metà degli anni ‘80), ma anche perché è stata di recente protagonista di un articolo sul prestigioso bimestrale Youngtimer, dedicato alle auto non ancora storiche, ma di fascino e con le potenzialità di diventare in pochi anni auto da collezione. Quanto sopra testimonia la vitalità e l’attualità della missione del dipartimento Heritage di Stellantis, che oltre a recuperare e preservare il patrimonio storico costituito dalle auto classiche dei marchi Abarth, Alfa Romeo, Fiat e Lancia, mira alla valorizzazione e diffusione dei valori di questi brand che hanno fatto la storia dell’automobile.

In occasione della cerimonia di premiazione, Roberto Giolito, Head of Heritage, ha spiegato: “Ricevere questo prestigioso premio è per noi un punto d’onore perché costituisce il riconoscimento degli sforzi fatti dal nostro ente per diffondere la conoscenza del patrimonio storico dei nostri gloriosi marchi nel modo più capillare possibile e con grande costanza. Nel caso specifico inoltre stiamo parlando di una vettura straordinaria come la Lancia Delta S4, che tanto ha contribuito alla creazione del mito dell’imbattibilità di Lancia nel settore del motorsport”.

Lancia Delta S4

L’esemplare della Lancia Delta S4 premiato è uno dei pochi sopravvissuti - in versione stradale - dei 200 prodotti dalla Lancia a cavallo tra il 1985 e il 1986. La vettura - concepita per prendere parte alle competizioni del Campionato Mondiale Rally nel Gruppo B - è spinta da un motore quattro cilindri bialbero da 1759 cc montato in posizione centrale e doppiamente sovralimentato mediante turbocompressore e compressore volumetrico. La trazione è integrale permanente mentre la struttura del telaio è costituita da una gabbia reticolare in tubi saldati di acciaio e la carrozzeria impiega pannelli a nido d’ape in kevlar e fibre di carbonio. Proprio da queste caratteristiche prende origine il nome della vettura: la lettera “S” sta a indicare la sovralimentazione, “4” le quattro ruote motrici.

La Delta S4 Gr.B si rivela subito estremamente competitiva e nel 1986 conquista il titolo italiano ed europeo, vincendo oltre una quindicina di rally tra cui Montecarlo, Costa Smeralda, Mille Miglia e Targa Florio. Capace di raggiungere 250 km/h con peso complessivo di 966 kg e una coppia di 45 Nm a 5000 giri, la Delta S4 è la prima vettura 4×4 italiana ad essere impiegata nelle competizioni.


venerdì 18 novembre 2022

L’Heritage Stellantis svela la Abarth Classiche 500 Record Monza ’58 a Milano AutoClassica

 


Torino, 18 novembre 2022 - L’Heritage Stellantis è uno dei protagonisti della dodicesima edizione di Milano AutoClassica (Fiera di Milano, 18-20 novembre), il salone dedicato all’auto classica e sportiva che costituisce un punto di riferimento per appassionati, collezionisti, Musei e Club del settore.

La manifestazione è infatti l’occasione per mostrare al pubblico per la prima volta la più recente realizzazione del team Heritage, la Abarth Classiche 500 Record Monza '58, una vettura celebrativa dedicata al centenario dell’Autodromo di Monza, il “tempio della velocità” italiano in cui il marchio Abarth ha collezionato innumerevoli successi. Tra i più significativi, proprio i sei record di velocità e durata ottenuti in una settimana nel febbraio 1958 a bordo della prima Fiat 500 elaborata dalla Casa dello Scorpione, sotto l'attenta supervisione di Carlo Abarth in persona.
Da qui il nome di questo esemplare unico, creato intervenendo su una Fiat 500 del 1970 con specifici trattamenti estetici e meccanici e presentato al salone milanese proprio in virtù della vicinanza con il leggendario autodromo. Il colore esterno "Monza '58" riecheggia il tono di verde che caratterizzava la vettura che si cimentò nei record a Monza ed è lo stesso che Abarth ha utilizzato nel 2019 per la moderna Abarth 695 70° Anniversario: una scelta che testimonia quanto sia ancora attuale la liaison tra la 500 Abarth e Monza.
La Nuova 500 elaborata da Carlo Abarth per i record del 1958 è di ispirazione non solo per le livree esterne della vettura tributo, ma anche per gli interni, che riprendono lo stesso tessuto e i cadenini a contrasto della prima serie di 500 prodotte dal 1957. Lo stesso contrasto cromatico caratterizza anche i pannelli e i fianchi del singolo sedile racing (un ulteriore omaggio alla 500 del record che, per essere più leggera, adottava un singolo sedile).

La strumentazione è completissima e propone, oltre al volante in legno e al cruscotto Jaeger tipico delle Abarth storiche, anche un prezioso orologio con carica di otto giorni della stessa marca, che ricorda proprio quella impegnativa settimana passata a Monza a inanellare record incredibili.
Di chiara evocazione corsaiola anche il trattamento a nudo dei pavimenti e l’aereodinamico tettino rigido al posto della consueta capote, oltre alla coppia di proiettori supplementari.
Anche la meccanica è speciale: l'auto è caratterizzata da un assetto particolarmente sportivo ed è equipaggiata con il motore bicilindrico della Fiat 500 portato a una cilindrata di 595 cc utilizzando la Cassetta di trasformazione Abarth Classiche 595, riprodotta con le più moderne tecnologie ispirandosi a quella realizzata dalla Casa dello Scorpione nel 1963. In particolare, il propulsore è proprio quello utilizzato dal team Heritage per testare i componenti della moderna Cassetta di trasformazione.
I badge - compreso quello ‘Record Monza’ montato in esclusiva su questo esemplare unico - completano, come una vera e propria parure, una vettura davvero speciale, degno tributo a un'istituzione come l’Autodromo Nazionale Monza.
Questa Abarth one-off fa parte del progetto Heritage denominato “Reloaded by Creators”, ed è in vendita come un altro limitato numero di vetture classiche dall'autenticità certificata e riportate alla bellezza originaria grazie alla cura e al know-how del team d'esperti all'interno delle Officine Classiche. Per tutte le informazioni sull’acquisto, è possibile scrivere all’indirizzo: heritage@stellantis.com.

A fianco dell’ultima nata, sullo stand fa bella mostra di sé la sua progenitrice, la Fiat Nuova 500 elaborata Abarth "Record" del 1958. Al suo lancio, nel 1957, la Fiat Nuova 500 si configura come vettura utilitaria dotata di prestazioni non certo da auto da corsa: il suo "motorino" con due soli cilindri era infatti troppo piccolo e non abbastanza potente per ambire a grandi risultati sportivi. Ma Carlo Abarth è convinto della qualità e della potenzialità della vettura e decide di trasformarla in un'auto da record. La 500 da lui elaborata, con un motore che sviluppa 26 CV e capace di spingerla alla velocità massima di 118 km, corre nell'autodromo di Monza per 168 ore consecutive collezionando 6 record internazionali. Anche la conquista di questi importanti risultati contribuirà al successo della Nuova 500 facendone una delle più famose vetture mai prodotte.
La vettura in esposizione - che è proprio quella utilizzata a Monza - è anche il primo esemplare in assoluto di Fiat 500 elaborata da Abarth ed è stata riportata alla sua configurazione originale dopo un accurato intervento di restauro conservativo. Si tratta di una vettura dal valore storico inestimabile e rappresenta una vera pietra miliare nella storia del marchio Abarth e dell'automobile.

L’esposizione sullo stand che, per questa occasione speciale, abbandona la tradizionale livrea Heritage per “vestirsi” solo dei colori Abarth Classiche, viene completata da un altro gioiello contemporaneo, la Abarth Classiche 1000 SP del 2022. Questa vettura rappresenta la reinterpretazione contemporanea della Sport Prototipo del 1966, una delle pietre miliari nella storia agonistica dell’Abarth. Lo stile, le prestazioni e le vittorie conquistate in tutta Europa fecero di questa icona della sportività uno dei modelli più amati della Casa dello Scorpione. Una vettura leggendaria che ha continuato a ispirare i designer del Centro Stile Fiat e Abarth tanto che nel 2009 viene concepita la sua erede. Nel 2021, a 55 anni esatti dal debutto dello storico modello, il progetto viene rielaborato e perfezionato da Abarth Classiche, dando vita a un’auto che conserva e attualizza tutto il carattere della sua gloriosa antesignana.

Nell’Abarth Classiche 1000 SP riecheggiano linee ed elementi estetici caratteristici dell’omonima sportiva degli Anni Sessanta. Il corpo vettura sinuoso – con le superfici morbide dei parafanghi che evidenziano la posizione delle ruote – riprende lo schema della spider a motore centrale. Le geometrie del posteriore della Abarth Classiche 1000 SP sottolineano un’armonia perfetta tra i gruppi ottici e gli scarichi. La livrea è rigorosamente rossa e su tutto il corpo vettura compaiono le caratteristiche prese d’aria, dal cofano anteriore fino agli slot di raffreddamento su quello posteriore. Anche la fanaleria rispetta lo schema minimalista della 1000 SP storica, con proiettori puntiformi sul muso e una sola coppia di fanali posteriori rotondi a sottolineare la notevole larghezza dell’auto dalla vista posteriore. La vettura è equipaggiata con un grintoso motore da 1742 cc, in grado di erogare 240 cv a 6000 giri al minuto.

La vettura è prodotta in un lotto limitato di sole 5 unità, e dopo la presentazione al recente salone di Padova si è scatenata la corsa all’acquisto da parte di appassionati e collezionisti, tanto che è rimasto disponibile un solo esemplare.

martedì 6 settembre 2022

Autolook Week – Heritage scende in campo con le regine del Rally


Torino, 6 settembre 2022 - Dopo il Milano-Monza (MIMO) Motor Show dello scorso giugno, dal 7 all’11 settembre si svolge a Torino l’Autolook Week, un altro evento a cielo aperto e totalmente gratuito che permetterà agli appassionati di ammirare i più iconici modelli sportivi di auto e moto.

Tra questi, risaltano due regine del Rally del passato: la FIAT 131 Abarth Rally Gruppo 4 (1977) e la Lancia Delta HF Integrale Gruppo A (1992), entrambe di proprietà dell’Heritage di Stellantis, l’ente fondato nel 2015 con lo scopo di valorizzare il patrimonio storico dei marchi automobilistici di origine torinese: Abarth, FIAT e Lancia. Una missione in pieno svolgimento e continua evoluzione, tant’è che la sede dell’ente, l'Heritage Hub in Via Plava, è ormai divenuta un punto di riferimento per appassionati e collezionisti di auto d’epoca, dove è possibile godere dell’esposizione di oltre 300 vetture (nutrita la rappresentanza anche dei marchi Alfa Romeo e Jeep) e approfittare dei numerosi servizi legati a questo settore: certificazioni, restauro, vendita pezzi di ricambio e auto classiche ricondizionate. Maggiori dettagli sono disponibili sul sito dedicato: link.
L’esposizione delle due vetture, posizionate in Piazza San Carlo, rientra in questa missione e conferma la volontà dell’ente Heritage di partecipare attivamente alle iniziative della città, volte a valorizzare il legame di Torino con l’industria automobilistica. Autolook Week infatti, organizzata nell’ambito dei festeggiamenti per il centenario dell’Autodromo di Monza, racchiude un nutrito programma che vede l’esposizione di oltre 50 modelli legati al mondo di Formula Uno, Rally, Endurance e Moto GP, sfilate a tema storico o di supercar ultramoderne, mostre fotografiche e la consegna degli Autolook Awards, prestigiosi premi legati al mondo della comunicazione nell’ambito Motorsport. Il calendario della manifestazione è disponibile a questo link.

FIAT 131 Abarth Rally Gruppo 4 (1977)

Tre campionati del mondo costruttori, due titoli piloti, una sfilza di successi internazionali nei rally di fine anni '70. Questo, in breve, il palmarès di una leggenda come la Fiat 131 Abarth Rally, imbattibile modello della Casa dello Scorpione che per anni ha fatto mangiare polvere agli avversari, grazie alle tre qualità che l'hanno resa unica: robustezza, affidabilità, sicurezza.
Sostituta della 124 Abarth Rally come vettura ufficiale della squadra corse Fiat, l’auto è stata sviluppata in collaborazione con Abarth e con la Carrozzeria Bertone, applicando la filosofia dei rallies: dimostrare l'affidabilità e le potenzialità, in situazioni estreme, delle automobili "di tutti i giorni". La 131 Rally riprende infatti in larga parte le forme della berlina 2 porte di normale produzione, la cui carrozzeria venne però alleggerita grazie a un largo impiego di alluminio e resine sintetiche. Il motore è un quattro cilindri in linea con cilindrata maggiorata a 1995 cm3, distribuzione a due alberi a camme in testa e quattro valvole per cilindro. Alimentato da due carburatori doppio corpo, eroga 215 CV a 7.000 giri/min con una coppia massima di 225 Nm a 5.600 giri/min. Il cambio è di tipo sportivo con 5 rapporti a innesti frontali; posteriormente, il differenziale è ancorato alla scocca con semiassi oscillanti e sospensioni indipendenti di tipo MacPherson. Gli pneumatici sono i Pirelli P7 a profilo ribassato, per la prima volta disponibili su una berlina prodotta in serie.
Un assemblaggio perfetto: semplicità nella meccanica e facilità di riparazione. Ecco il segreto che ha portato questo modello per tre volte sul tetto del mondo.
La 131 Abarth Rally Gr. 4 esposta in Via Roma venne guidata in numerose competizioni da Markku Alen, che si aggiudicò il campionato mondiale piloti nel 1978: accuratamente restaurata dal team Heritage, inalbera la gloriosa livrea tricolore dello sponsor Alitalia. In seguito al suo restauro, è stata impiegata in importanti eventi internazionali, come il Festival of Speed a Goodwood (UK) e i Classic Days in Germania.

Lancia Delta HF Integrale Gruppo A (1992)

A differenza della FIAT 131, la Lancia Delta conserva ben poco della vettura di serie, disegnata da Giorgetto Giugiaro nel 1979 e vincitrice del premio Auto dell’Anno nel 1980. A partire dal 1986 infatti ben 4 generazioni di Lancia Delta HF a trazione integrale si succedono fino agli inizi degli anni ’90, tracciando un percorso di vittorie che assicura a questo modello una superiorità schiacciante e una fama mondiale e imperitura nel settore dei Rally: sei volte il Campionato del Mondo Rally Costruttori (1987-1991); quattro volte il Campionato del Mondo Rally Piloti (1987-1989 e 1991); una volta il Campionato del Mondo Rally produzione (Gruppo N) nel 1987; sei volte il Campionato Europeo Rally (1987-1991 e 1993) e due volte il Campionato Europeo Rally produzione (Gruppo N) 1988 e 1989. Impressionante il numero di vittorie assolute nei rally validi per le varie edizioni del campionato mondiale: 46.
A ogni generazione corrisponde un’evoluzione motoristica e di carrozzeria che porta la Lancia Delta sempre un passo avanti rispetto ai suoi avversari. La Delta HF 4WD del 1987 esordisce con trazione integrale permanente con differenziale autobloccante ZF all’anteriore, differenziale centrale epicicloidale a giunto viscoso Ferguson a slittamento limitato e un differenziale tipo Torsen al posteriore. Dai 165 cavalli del motore due litri che equipaggia le vetture di serie, la potenza della Gruppo A sale a 265 CV a 6250 giri/minuto.
Nel 1988 arriva la Delta HF Integrale. Esternamente si distingue dalla versione precedente per i passaruota allargati, in grado di ospitare gomme più larghe, e prese d’aria frontali maggiorate. Si avvale di un nuovo cambio a 6 marce, mentre il peso si riduce di circa 23 kg.
Con l’evoluzione della testata, portata da 8 a 16 valvole, con 4 valvole per cilindro, nel 1989 arriva la Delta HF Integrale 16V. Spunta una vistosa “gobba” sul cofano motore per ospitare la nuova testata. La Lancia dichiara circa 295 CV a 7000 giri/minuto. Molta innovazione tecnologica: la frizione a controllo elettronico, una ventola mossa da un motore idraulico, telemetria per raccogliere dati nel corso delle assistenze, ma soprattutto tanta elettronica a gestire il motore.
L’ultima Delta HF della vincente famiglia arriva nel 1991: è la Delta HF Integrale 16V Evoluzione, come quella esposta in questi giorni nel cuore di Torino. Vengono ulteriormente allargati i parafanghi per adeguarsi alle nuove carreggiate e spunta un vistoso spoiler alla fine del tetto, ma i cambiamenti maggiori sono sotto il cofano, perché il 1991 è l’anno in cui la Federazione introduce l’impiego di flange per limitare la portata delle turbine. Migliorando di anno in anno, malgrado i valori dichiarati ufficialmente, i motori di tutte le vetture Gruppo A oramai superano abbondantemente i 300 cavalli imposti dal regolamento.

Credits, Heritage Communications










domenica 19 giugno 2022

Alfa Romeo trionfa alla 1000 Miglia con la 6C 1750 SS Zagato del 1929



Brescia, 19 giugno 2022 - Nella giornata di ieri alle 06.15 da Parma è partita l'ultima tappa della 40° edizione della 1000 Miglia 2022, conclusasi come un'edizione capace di consolidare ancora una volta il legame tra Alfa Romeo e la celebre "Freccia Rossa": sul gradino più alto del podio di Brescia sale infatti l'Alfa Romeo 6C 1750 SS Zagato del 1929 dell'equipaggio composto da Andrea Vesco e Fabio Salvinelli del team sponsor Villa Trasqua.


L'ultima tratta, da Parma a Brescia, ha toccato luoghi che si intersecano con la storia passata e attuale di Alfa Romeo, tra cui l'autodromo di Varano De' Melegari e il Circuito di Monza, che proprio quest'anno celebra i 100 anni di storia. Una gara epica, che dopo aver attraversato le regioni d'Italia, culla della passione motoristica Italiana rientra in Lombardia, la regione dove la corsa più bella del mondo è stata concepita e realizzata. Conclusione con l'ingresso trionfale a Brescia, per la tradizionale passerella in Viale Venezia. Come in tutto il tragitto, al passaggio della 1000 Miglia le strade si trasformano con il calore generoso del pubblico, da Brescia a Roma e ritorno, in ogni piazza e fuori da ogni uscio: aggregazioni spontanee che si ripetono di anno in anno. Occhi puntati sul "museo viaggiante", oltre a tanta curiosità e apprezzamenti per Alfa Romeo Tonale a supporto della competizione che proprio negli ultimi giorni è arrivata in tutte le concessionarie per essere scoperta e apprezzata da tutta la "Tribe" di appassionati del Marchio. 

Alfa Romeo Tonale ha ricevuto un'accoglienza straordinaria lungo tutto il tragitto, così come è stata straordinaria questa 1000 Miglia che ha toccato alcuni tra i luoghi più suggestivi dello stivale e si è conclusa nel segno vincente di Alfa Romeo.


Credits: Media Stellantis 











martedì 14 giugno 2022

Alla Mille Miglia l’Heritage di Stellantis protagonista con Alfa Romeo


 

Torino, 14 giugno 2022 - Mancano poche ore alla partenza della 40esima edizione rievocativa della "Mille Miglia", la "corsa più bella del mondo" – secondo la celebre definizione di Enzo Ferrari – che prenderà il via da Brescia il 15 giugno per farvi ritorno il 18 giugno, dopo aver toccato alcune delle località più suggestive d'Italia. Da sempre un po' gara e un po' avventura, la 1000 Miglia coinvolgerà quest'anno oltre 400 vetture d'epoca d'inestimabile valore, di cui ben 118 appartengono ai marchi Abarth, Alfa Romeo, Fiat e Lancia, una compagine simbolo indiscusso del motorismo sportivo italiano. 


Come di consueto all'evento prende ufficialmente parte anche il marchio Alfa Romeo, che si conferma il più rappresentato in gara con ben 50 vetture schierate ai nastri di partenza. Tra queste, tre preziosi esemplari della collezione aziendale, normalmente in mostra presso il Museo Alfa Romeo di Arese: la 6C 1500 Super Sport del 1928, la 1900 Sport Spider del 1954 e la 1900 Super Sprint del 1956. I tre gioielli della collezione storica sono condotti da equipaggi d'eccezione, tra cui la coppia (nello sport, nella vita e nella professione di pediatri) formata dal plurititolato Giovanni Moceri e Silvia Dicembre a bordo della 6C 1500 Super Sport, vettura che trionfò nell'edizione 2019. A loro si affianca l'inedita coppia di dipendenti Stellantis – provenienti rispettivamente dai plant di Pomigliano d'Arco e Cassino – Francesco Pirozzi e Cristina Posta, che condurrà la 1900 Super Sprint, e il Managing Director di Sauber, Alessandro Alunni Bravi, in coppia con la pilota e commentatrice sportiva Vicki Piria, a bordo della 1900 Sport Spider. Tre vetture straordinarie, autentiche opere d'arte in movimento, appartenenti alla collezione di Heritage, il dipartimento di Stellantis dedicato alla tutela e alla promozione del patrimonio storico costituito da oltre 600 esemplari di auto d'epoca dei brand Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth.


Tutti gli occhi saranno puntati sulla splendida Alfa Romeo 6C 1500 Super Sport del 1928, con carrozzeria degli Stabilimenti Farina, che punta a ripetere il trionfo del 2019 nella stessa gara, senza dimenticare che questa splendida vettura del Museo Storico Alfa Romeo ha vinto anche le edizioni del 2005, 2007 e 2008. Nel 2007 è stata vittoriosa anche nella "1000 Millas Sport" in Argentina, successo ripetuto nel 2008. Questa meravigliosa vettura del 1928 è dotata di un motore 6 cilindri da 1487 cc, che eroga una potenza massima di 76 CV a 4.800 giri/min, raggiungendo una velocità massima di 140 km/h. Solo 31 di questi esemplari furono costruiti tra il 1928 e il 1929. Contrassegnata dal numero "41", la 6C 1500 Super Sport sarà portata in gara da Giovanni Moceri, già Campione Italiano Grandi Eventi ACI Sport e vincitore delle più grandi gare di regolarità storica d'Italia, con al fianco la consorte Silvia Dicembre, anche lei appassionata regolarista. 


Farà la sua parte anche l'affascinante 1900 Super Sprint del 1956, elegante coupé carrozzata da Touring che rappresenta la declinazione "gran turismo" della 1900, "la vettura da famiglia che vince le corse", come recitava il claim che la rese celebre negli anni Cinquanta. In particolare, l'Alfa Romeo 1900 Super Sprint, basata sul telaio in versione corta della 1900 berlina, è equipaggiata con un motore quattro cilindri da due litri con il doppio albero a camme tipico del brand e potenza di 115 CV a 5500 giri/min, per prestazioni sportive che restano di rilievo ancora oggi. Negli anni Cinquanta era consuetudine, per i grandi designer italiani, acquistare il telaio meccanizzato da Alfa Romeo e completarlo con una carrozzeria progettata e prodotta internamente. Il modello di maggior successo fu proprio quello dell'azienda milanese Touring, la cui versione dell'Alfa Romeo 1900C Super Sprint è tuttora considerata una delle coupé più equilibrate e raffinate tra quelle prodotte per la Casa del Biscione. Tra il 1954 e il 1955 ne furono realizzati quasi 300 esemplari. Questa elegante vettura, iscritta col numero "399", sarà condotta in gara dalla coppia di dipendenti Stellantis Francesco Pirozzi – Cristina Nota. Lui Ingegnere Meccanico, lavora nello stabilimento di Pomigliano dal 2005, si è dedicato alle Alfa Romeo 147 e 159, poi alla Panda, per concentrarsi attualmente sulla lastratura di Tonale. Cristina invece, figlia di un ex Dipendente e con una laurea in Scienze Politiche, ha scoperto la passione per l'auto, lavora nel plant di Cassino e dimostra un grande attaccamento ai "colori" dell'Azienda. Un esperimento inedito che ha dato origine a un team Alfa Romeo allargato, caratterizzato dallo spirito di squadra e di appartenenza che incarnano il DNA di nobile sportività italiana del Marchio.


Spazio anche per la 1900 Sport Spider del 1954, una rarissima spider da corsa - prodotta in soli due esemplari - equipaggiata col motore a 4 cilindri bialbero della "1900" a carter secco, portato a 138 cv di potenza massima, che le consente di raggiungere i 220 km/h grazie anche a un peso di 880 chili e a un'aerodinamica particolarmente efficiente. Contraddistinta dall'innovativo design ad opera di Franco Scaglione per la carrozzeria Bertone, la 1900 Sport Spider è dotata di cambio a 5 marce e di ponte posteriore De Dion: prestazioni e guidabilità sono da vettura moderna, reattiva e sincera, con un'elevata tenuta di strada. Questa straordinaria vettura, con il numero "342", sarà condotta da Alessandro Alunni Bravi, Managing Director di Sauber, partner di Alfa Romeo nel "circus" della Formula 1, in coppia con la giovane pilota e commentatrice sportiva Vicki Piria che, pur non ancora trentenne, vanta un sostanzioso curriculum professionale nel mondo delle corse.


Al di là del valore storico, questo tipo di manifestazioni rappresenta un autentico ponte tra passato e futuro: e non a caso Alfa Romeo, che tra pochi giorni festeggerà i suoi 112 anni, metterà a supporto delle sue meravigliose auto d'epoca alcune unità di Alfa Romeo Tonale, la prima C-SUV elettrificata del marchio appena arrivata nelle concessionarie europee, il modello che segna la metamorfosi del Marchio del Biscione e la sua evoluzione verso forme alternative di propulsione, nel rispetto dei valori e del DNA che accomunano gli appassionati Alfisti di ieri e di oggi.