martedì 14 marzo 2023

Castellotti, una vita di corsa


Debutto da dimenticare per Eugenio Castellotti nel mondo delle corse. E’ il 1° Aprile 1951, la corsa il Giro di Sicilia, l’auto la sua Ferrari 166 MM Barchetta, condivisa con l’amico Pino Rota. Non vedono la bandiera a scacchi, costretti al ritiro dopo alcune uscite di strada. Ma poco più che ventenne, il  pilota lodigiano pensa già alla seconda gara. Meno convinto il suo compagno di abitacolo che, però, alla fine di Aprile si lascia convincere e lo segue a Brescia per condividere la Ferrari 166 MM nella 1000 Miglia. Eugenio conclude al 50° posto assoluto, sesto di classe. Risultato di rilievo per un pilota alle prime esperienze agonistiche. Segno che gli assidui allenamenti serali sulla via Emilia tra Lodi e Milano non sono inutili. Coppa della Toscana, Coppa delle Dolomiti e Giro delle Calabrie, concluso al terzo posto di classe, sono le altre uscite della prima stagione di corse.
Castellotti è un giovane di talento. La conferma nel 1952 con i colori della Scuderia Guastalla di Luigi Chinetti e Franco Cornacchia. E il primo successo. Dopo la vittoria di classe al Giro di Sicilia, ecco quella assoluta alla Coppa d’Oro di Sicilia con la Ferrari 225 S. Al suo fianco c’è Annibale Broglia. Come alla 1000 Miglia che lo vede subito tra i protagonisti prima del ritiro per una uscita di strada quando è secondo assoluto. La stagione prosegue con altre due vittorie a Oporto, sempre con la 225 S, e a Senigallia con la 166 MM. L’esperienza alla Scuderia Guastalla è positiva per Eugenio che beneficia della presenza di piloti di fama internazionale del calibro di Alberto Ascari e Gigi Villoresi. 

La stagione 1953 inizia però con poca fortuna. Fuori al Giro di Sicilia, fuori alla 1000 Miglia, disputata con una Ferrari 340 Mexico Berlinetta Vignale. Con una 212 S riesce a salire sul gradino più alto del podio del Trofeo Sardo, ma i risultati migliori arrivano nelle corse in salita con le vittorie in due classiche come la Varese-Campo dei Fiori e Bolzano-Mendola. E’ campione italiano della montagna. 

Le prestazioni di Eugenio non passano inosservate. E’ estremamente veloce e sempre più affidabile ed arriva la chiamata della Lancia che gli mette a disposizione una D24 per le gare di durata. Ma alla 1000 km del Nurburgring, che dovrebbe correre con Giovanni Bracco, non riesce a prendere il via a causa di problemi elettrici. Un’altra corsa leggendaria, la Carrera Panamericana, lo vede al terzo posto finale alle spalle di Fangio e Taruffi, che però potevano disporre di auto più performanti. 

Castellotti diventa pilota Lancia nel 1954 e nella scuderia torinese trova Alberto Ascari, due volte iridato di Formula 1. Ancora due ritiri in apertura di stagione a Sebring – con Fangio su una D24 – e alla 1000 Miglia, sempre su D24. Le corse in salita portano un altro titolo tricolore e ben cinque vittorie assolute. 
Da dimenticare la prima corsa con la Lancia D50 di Formula 1, grande debuttante della stagione 1955. Al Gran Premio di Argentina, Castellotti è costretto dal caldo a lasciare la vettura a Villoresi che si ritira. Epilogo analogo alla 1000 Miglia con la Ferrari 121 LM dopo aver chiesto troppo alle gomme per difendere il primo posto da Moss e Jenkinson, che con la Mercedes conquistano vittoria e record della corsa. 

A Montecarlo, primo posto per Maurice Trintignant su Ferrari davanti a Castellotti. Con Alberto Ascari che conclude la sua ultima corsa in mare. Dopo pochi giorni, Ascari e Castellotti si incontrano all’Autodromo di Monza, dove il giovane lodigiano prova la Ferrari 750 Monza in vista del Gran Premio Supercortemaggiore. Ascari, ancora provato dall’esperienza di Montecarlo, chiede a Eugenio di fare qualche giro utilizzando il suo casco e i suoi guanti. La prova si conclude con un incidente mai chiarito in cui Ascari perde la vita. Un duro colpo per il mondo dell’automobilismo sportivo, oltre che per Castellotti. Gianni Lancia decide di ritirarsi e le monoposto di F1 passano a Enzo Ferrari. In Belgio, nel Gran Premio successivo, Eugenio partecipa in forma privata, anche se con i colori Lancia, e ottiene una brillante pole position ma in gara è costretto al ritiro a causa della rottura del differenziale. 

E’ l’ultima presenza della scuderia Lancia in un Gran Premio. Uomini e mezzi passano alla Ferrari. E’ l’anno della tragedia alla 24h di Le Mans – l’11 Giugno 1955 - con la Mercedes 300 SLR di Pierre Levegh che vola tra il pubblico provocando la morte di 83 spettatori, oltre a 120 feriti. Castellotti è in gara con Paolo Marzotto su una Ferrari 121 LM ma, dopo essere stati tra i protagonisti delle fasi iniziali della corsa, concludono anzitempo per problemi al motore. 

Tra gare annullate e campionati ridotti arriva il Gran Premio d’Italia all’Autodromo di Monza, che vede il debutto della curva sopraelevata. Eugenio Castellotti prende il via con una Ferrari 555 - un muletto con cui aveva effettuato alcuni giri durante le prove - schierandosi in quarta posizione grazie al crono ottenuto con la D50 (cambio consentito dal regolamento), non adatta quest’ultima alla corsa per l’eccessivo consumo di pneumatici. Il Gran Premio è dominato dalla Mercedes di Juan Manuel Fangio, al comando dalla partenza alla bandiera a scacchi ad eccezione dell’ottavo giro. Il campione argentino conclude davanti a Stirling Moss con la seconda Mercedes carenata in gara. Terzo posto per Castellotti. Stessa posizione nel Mondiale in una stagione che si conclude con la vittoria alla 10 Ore di Messina. Eugenio si prepara alla stagione 1956 con la certezza che sarà la prima guida della Scuderia Ferrari, che, però, ingaggia Fangio, libero dopo il ritiro della Mercedes, e Luigi Musso, giovane emergente in arrivo dalla Maserati. 

Una stagione straordinaria. La prima gara in Argentina vede Castellotti protagonista in prova ma sfortunato nella gara conclusa anzitempo. Con Fangio trionfa in Florida alla 12 Ore di Sebring con la 860 Monza ma l’apoteosi è alla 1000 Miglia, il 29 Aprile. Sotto la pioggia battente porta al successo la 290 MM, una vittoria che proietta il pilota ai vertici del motorsport. E non solo. Ormai è anche un personaggio da copertina dei rotocalchi anche per la relazione con l’attrice Delia Scala. In pista deve ritirarsi a Montecarlo e a Spa, e in Francia - circuito di Reims – per ordini di scuderia deve accontentarsi del secondo posto alle spalle di Peter Collins. Una decisione poco gradita. 

In luglio si rifà vincendo il gran premio di Rouen per vetture Sport con la Ferrari 860 Monza. La gara sulla pista di casa, il Gran Premio d’Italia, lo vede protagonista in prova – seconda posizione dietro a Fangio e davanti a Musso, tutti su Ferrari – e nei primi quattro giri della corsa, condotti in prima posizione prima del ritiro per problemi a uno pneumatico e conseguente testacoda ad oltre 250 chilometri all’ora. Primo posto finale per la Maserati di Stirling Moss. Come nel 1955, Eugenio è campione assoluto velocità. 

Parte con un nulla di fatto il 1957. In Argentina, Castellotti si ferma quando è terzo per problemi a una ruota. Una settimana più tardi la rivincita. Sulla stessa pista vince insieme a Cesare Perdisa la 1000 chilometri di Buenos Aires con la 290 MM. Poco fortunato il ritorno oltreoceano per il Gran Premio di Cuba per vetture Sport dove colleziona un altro ritiro. 

L’epilogo. L’Italia rimase scossa dalla morte di Eugenio Castellotti, eroe sportivo del momento, vittima di un incidente durante una sessione di prove all’Aerautodromo di Modena. C’era da provare la 801 e da battere, come richiesto da Enzo Ferrari, il record della pista stabilito il giorno prima da Jean Behra con la Maserati. Lo schianto dopo pochi giri. Alla “S”, la Ferrari 801 non curvò e andò a schiantarsi a circa 200 chilometri orari. Tra le ipotesi, la rottura della trasmissione, il blocco dell’acceleratore, la stanchezza – forse - del pilota, che in quei giorni viaggiava spesso tra Modena e Firenze, dove la fidanzata Delia Scala era impegnata in uno spettacolo teatrale. L’incidente alle 17.19 del 14 marzo 1957. Eugenio era nato a Lodi il 10 ottobre 1930.

lunedì 13 marzo 2023

All’Autodromo di Varano de' Melegari il debutto in pista della Maserati GT2



L'Autodromo di Varano de' Melegari ha ospitato il debutto in pista di un'altra vettura da competizione da prima pagina: la Maserati GT2, versione "racing" della super sportiva del Tridente che apre la strada al ritorno del marchio nelle corse Gran Turismo. Il tracciato parmense è stato scelto da Maserati Corse per effettuare il test inaugurale, il cosiddetto "shakedown", con il collaudatore ufficiale Andrea Bertolini al volante.


"Abbiamo fatto parecchi run e i primi riscontri sono positivi", ha commentato Bertolini. "Le prime giornate sono sempre qualcosa di unico, ancora di più per me che ho avuto la fortuna di portare al successo Maserati nel periodo dei mondiali GT1, vincendo quattro titoli".


La Maserati GT2, infatti, raccoglie l'eredità della precedente MC12 GT1, plurivincitrice nella serie FIA GT nel periodo 2006-2010, con Bertolini fra i principali artefici dei successi. Il progetto è stato concepito per il regolamento tecnico della Fanatec GT2 European Series, campionato emergente per piloti gentleman ed equipaggi di tipo Pro-Am. Sotto al cofano della Maserati GT2 c'è un motore da 630 cavalli, derivato dal V6 stradale, già caratterizzato da tecnologie mutuate dalla Formula 1. Il telaio monoscocca è in fibra di carbonio per garantire un elevato rapporto peso-potenza.


Lo shakedown della Maserati GT2 ha rappresentato un'occasione di incontro fra due realtà della Motor Valley, l'associazione che riunisce le eccellenze motoristiche dell'Emilia-Romagna: l'Autodromo di Varano de' Melegari, socio fondatore attraverso la società promotrice SO.GE.S.A., e Maserati, ne sono parte integrante.


I collaudi della supercar modenese hanno dato lustro alle attività invernali del circuito "Riccardo Paletti", arricchite da numerose sessioni di prove libere, in avvicinamento al mese di aprile che segnerà il via degli eventi agonistici inseriti nel calendario 2023 per auto e moto.

F4 / Brando Badoer prosegue con Van Amersfoort Racing nel Campionato italiano 2023

Van Amersfoort Racing ha annunciato che Brando Badoer rimarrà con il team nel campionato italiano di Formula 4 2023. Il giovane pilota italiano correrà al fianco del brasiliano Matheus Ferreira e dell'australiano Jack Beeton.
L'anno scorso Badoer ha gareggiato in round selezionati sia del campionato F4 UAE sia in quello tedesco ed ha partecipato a tutti i round del campionato italiano F4, oltre al campionato F4 UAE '23.

Brando, che ha concluso una carriera di successo nel karting solo un anno fa, ha utilizzato la scorsa stagione agonistica per accumulare esperienza e tempo in pista e i suoi sforzi sono stati premiati. Nonostante abbia saltato due dei cinque round del campionato, Brando ha concluso la serie F4 UAE in sesta posizione ed ha conquistato anche il suo primo podio nella categoria, con il terzo posto nel penultimo round della serie all'Autodromo di Dubai.

Quest'anno Badoer entra nella sua seconda stagione nella serie F4 italiana che vedrà in pista oltre quaranta piloti. Il campionato, che si svolge su sette round, prenderà il via all'Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola nella terza settimana di aprile.

''Attualmente, stiamo lavorando duramente per prepararci alla prossima stagione e con un anno di esperienza in monoposto, sono fiducioso per la prossima stagione. L'anno scorso è stato tutto incentrato sull'apprendimento e la comprensione della monoposto, e ho fatto grandi passi avanti nel mio sviluppo sia in pista che fuori pista. Personalmente, non vedo l'ora di tornare in gara insieme a VAR. Trascorrere così tanto tempo insieme come abbiamo fatto durante lo scorso anno aiuta molto a capirci, ovviamente a beneficio sia mio che del team. Non vedo l'ora di iniziare'' afferma Brando Badoer.

''Avere Brando con noi anche quest'anno è un vero piacere. - commenta Rob Niessink, CEO di Van Amersfoort Racing. “Abbiamo fatto grandi progressi insieme e avere l'opportunità di continuare comporta molti vantaggi. Oltre al chilometraggio extra che ha accumulato partecipando al campionato F4 UAE, Brando e il team si sono preparati intensamente per la prossima stagione durante la pausa invernale e non vediamo l'ora di mettere tutto in pratica quando il campionato prenderà il via".

Foto Claudio Pezzoli - New Reporter Press

Campionato Italiano GT3 Endurance, Luca Maria Attianese primo pilota sotto contratto con Audi Sport Italia nel 2023


Nibbiola (NO), 13 Marzo 2023 - Con le ultime giornate invernali si avvicina la ripresa delle attività a pieno ritmo anche per il Gran Turismo tricolore: Audi Sport Italia ha appena fatto rimettere le gomme sull'asfalto alla sua R8 LMS. Sul Circuito Tazio Nuvolari, sabato 11 marzo, la GT3 dei quattro anelli è stata rimessa in moto e al volante c'era Luca Maria Attianese. Il ventisettenne romano ha così potuto effettuare il suo debutto su un modello molto blasonato sia in Italia che internazionalmente nella più performante delle categorie che prenderanno parte alla stagione 2023 del Campionato Italiano GT3 Endurance.

La serie di durata è formata da quattro appuntamenti con avvio il prossimo 21 maggio a Pergusa (EN) e conclusione il 15 ottobre sulla pista di casa del neo-acquisto Audi: Vallelunga. Ancora da deliberare i nomi dei due piloti che saranno schierati al fianco di Attianese sulla vettura che ha fedelmente servito lo scorso anno il duo Campione Italiano Conduttori GT3 AM Sprint. Il team con sede nel novarese è intenzionato a ritornare anche nella categoria tricolore Sprint, il cui debutto è previsto per il 6 e 7 maggio a Misano Adriatico.

Il primo driver messo sotto contratto quest'anno dalla squadra diretta da Emilio Radaelli ha esordito nel mondo dei motori già maggiorenne coi kart, per poi passare dalle quattro ruote "minimaliste" a quelle più voluminose delle categorie turismo, dei monomarca e lo scorso anno "assaggiando" anche la categoria GT Cup nella prima parte della stagione.

Attianese dispone, come coach in grado di facilitare la sua transizione all'impegnativo panorama del GT3, del supporto di Alberto Di Folco. La collaborazione di quest'ultimo sarà quanto mai all'insegna dell'esperienza diretta e non mediata come avviene in altri casi, perché quest'anno anche Di Folco correrà su una R8 LMS: lo farà nel prestigioso campionato Fanatec GT, e sarà quindi in grado di trasmettere "senza filtri" tutto quello che servirà ad Attianese per raggiungere il suo pieno potenziale agonistico.

Credits: Audi Sport Italia - Ufficio Stampa

Regolarità dei Colli Isolani: Rugo vince la quindicesima edizione



Isola Vicentina (VI), 13 marzo 2023 – Va in archivio anche la quindicesima edizione della Regolarità dei Colli Isolani, gara di regolarità turistica per auto storiche e moderne organizzata dal Rally Club Team e disputata nella giornata di sabato 11 scorso con partenza ed arrivo a Isola Vicentina.
Quarantadue gli equipaggi che si sono presentati al via, otto dei quali con auto moderne costruite dopo il 1° gennaio 1991, per affrontare i diciannove rilevamenti al centesimo di secondo distribuiti in un percorso di poco inferiore ai 120 chilometri.
Riproposta con la gradita formula che prevedeva verifiche, gara e premiazioni in una decina di ore, la gara è stata animata da un acceso confronto con cinque equipaggi che dopo le prime dieci prove si trovavano racchiusi nello spazio di soli 4 centesimi di secondo, delineando i nomi dei papabili per la vittoria; a metà gara, al comando si trovano Giacomo Turri ed Elisa Moscato su Fiat 1500 Cabriolet pari merito con Antonio Faccin e Silvia Dal Santo su MG Midget. Le successive prove movimentano la classifica con Faccin che perde qualche posizione, mentre Turri, secondo, viene scavalcato da Carlo Rugo che si porta al comando assieme a Paola Ravaschini con un’Autobianchi A112 Junior, dopo esser sempre stato nelle zone alte dell’assoluta.

Il finale diventa incandescente con Turri che ripassa al comando a due prove dall’epilogo, ma Rugo non molla e ribalta la situazione nella successiva e va a completare l’opera realizzando il “netto” sull’ultimo pressostato e poter quindi festeggiare la vittoria con 5 penalità di scarto su un tenace Turri. Il podio viene completato da un’altra A112, l’Abarth di Fausto Margutti e Sandro Buranello i quali, dalle retrovie della prima parte di gara, riescono a risalire inanellando una sequenza di ottimi passaggi sui pressostati, fino al balzo finale che fa loro guadagnare due posizioni conquistando il bronzo in extremis. Ai piedi del podio sono due gli equipaggi con le medesime penalità ma è la MG Midget di Faccin e Dal Santo ad aver la meglio sulla Volvo Amazon di Leonardo Fabbri ed Elisabetta Russo. Sesti, con una Lancia Fulvia Coupè, chiudono Andrea Vignato e Camilla Bellin seguiti dalla Porsche 914 di Maurizio Pozzan e Paolo Saletti, mentre l’ottava posizione è appannaggio di Giorgio Del Ben in coppia con Giorgio Scaravetto su Mercedes 190. Pierluigi e Maurizio Pocobelli chiudono al nono posto su Porsche 911 e la top-ten viene completata da Giovanni Omarchi e Laura Butturini su Alfa Romeo GT Junior. Tra le scuderie svetta la A.C. Verona Historic.

Combattuta è stata anche la gara delle auto moderne con un testa a testa tra la Fiat Abarth 595 di Gianluigi Scarpari, con Alda Tonon, e la Citroen C2 di Enrico Susto e Marco Serafini che si sono più volte scambiati la prima posizione fino al decisivo sorpasso nella sequenza finali di prove a sancire la vittoria per il duo della Fuorigiri Squadra Corse. Per Scarpari e Tonon una buona seconda posizione precedendo la Mini Cooper di Tomas Sartore e Sonia Cipriani. Marco Pezzolato e Valentina Guolo sono quarti assoluti su Citroen AX precedendo la Ford Escort Cosworth di Marco Morari e Marta Ruberti. Successo tra le scuderie per il Progetto M.I.T.E.

domenica 12 marzo 2023

Arturio Merzario, il cowboy del motorsport




- di Massimo Campi – foto Raul Zacchè/Actualfoto e Massimo Campi

Millenovecentosessantadue, è l’anno in cui iniziava a correre un giovane Arturio ….e non ha ancora smesso. Tutti lo chiamano Arturo, ma il suo vero nome è Arturio, per un errore anagrafico al momento della registrazione. Di cognome fa Merzario ed è nato il 11 marzo del 1943 a Civenna, sul lago di Como. 
Il debutto nelle corse, con una Alfa Romeo Giulietta Spider, avvenne a Monza, il 14 ottobre del 1962: giunse ottavo. Dopo una stagione con l’Alfa Romeo Giulietta SZ, acquistò una Fiat Abarth 1000 con l’aiuto del padre Giorgio, e ne affidò la preparazione a Samuele Baggioli di Milano. Nel 1964, con questa vettura, sfiorò il titolo di Campione Italiano per vetture turismo e la sua carriera ebbe inizio. Entra nelle grazie di patron Abarth e nel 1968 vinse il Campionato Italiano della Montagna alla guida della barchetta 1000SP. La svolta della carriera giunse con la vittoria del Circuito del Mugello 1969, con una Abarth 2000 e la vittoria nella categoria Sport del Campionato europeo della montagna. Rivince al Mugello nel 1970 e si aprono le porte della Ferrari come giovane promettente italiano. Corre soprattutto con le sport di Maranello: 512S, 512M, e la 312P con il 12 cilindri boxer. Nel 1972 con la biposto di 3 litri domina la Targa Florio in coppia con Sandro Munari, e la 1000 km di Spa con Brian Redman. Corre anche in F.2 ed in F.1 in qualche Gran Premio con la Ferrari dove debutta a Brands Hatch cogliendo il sesto posto.

Finita la stagione delle ruote coperte con la rossa, si lega all’Alfa Romeo dell’Ing. Chiti ed in F.1 corre con la squadra di Frank Williams che gestisce le Iso/Marlboro. Nel 1975, alla guida dell’Alfa Romeo 33, tornò a imporsi nel Mondiale Marche vincendo le gare di Digione, Monza, Enna e Nurburgring. Vinse per la seconda volta la Targa Florio in coppia con Nino Vaccarella. La carriera di Merzario si snoda tra ruote coperte e formule e diventa anche costruttore nel 1978, ma gli scarsi mezzi economici relegano la sua Merzario A1 alla sola lotta per la qualificazione. Dopo l’esperienza finita con la F.1 riparte dalla F.2 e con i prototipi italiani, dove sarà protagonista per molti anni con la sua squadra.

Dall’anno 2000 si è concentrato sulle gare GT con Ferrari e Porsche, aggiudicandosi alcune vittorie di classe. Innumerevoli le sue corse e le avventure vissute, anche se verrà ricordato da molti per il suo gesto al Nurburgring 1976 quando, con Guy Edwards, Brett Lunger e Harald Ertl estrasse Niki Lauda dalla sua Ferrari in fiamme salvandogli la vita. Nel 2010 viene eletto presidente onorario della Scuderia del Portello e con le vetture del biscione partecipa a innumerevoli manifestazioni per auto d’epoca. Ma il vulcanico Merzario non si ferma e fonda la “Merzario Academy”, scuola di pilotaggio e partecipa a varie trasmissioni motoristiche come opinionista con la sua immancabile verve e gli aneddoti sulla storia delle competizioni.







MotoGP / Portimao Test, 12 marzo 2023: foto @racingpicture (Parte 2)

Portimao, 12 marzo 2023

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Portimao, 12 marzo 2023
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