lunedì 25 gennaio 2021

ENTRA NEL VIVO LA 24 ORE DI DAYTONA PER IL TEAM CETILAR RACING


Daytona, 24 gennaio 2021 - Ottimo inizio per Cetilar Racing, al debutto nella 24 Ore di Daytona con un super equipaggio tutto tricolore formato da Roberto Lacorte, Giorgio Sernagiotto, Andrea Belicchi e il nuovo arrivo Antonio Fuoco, tutti e quattro anche loro al proprio esordio assoluto nella classica gara endurance della Florida, primo round del calendario IMSA WeatherTech SportsCar Championship.


Una gara che segna inoltre l'ultima apparizione della Dallara LMP2 numero 47, protagonista di ben quattro edizioni consecutive della 24 Ore di Le Mans portate tutte a termine con risultati più che lusinghieri (incluso il nono piazzamento ed il settimo di classe conquistato nel 2017) e compagna di avventura nella duplice sfida della serie ELMS prima e poi nel Mondiale FIA WEC, nel corso della stagione 2019-2020.


A sferrare la prima zampata è stato Lacorte, sabato autore di un eccellente terzo responso di categoria al termine delle qualifiche per il Roar Before the 24, decisivo per definire lo schieramento della stessa 24 Ore di Daytona che prenderà il via il prossimo weekend. Per lui il responso di 1'38"573, di appena 41 millesimi superiore a quello della Oreca della High Class Racing che l'ha preceduto.




Quindi, nella gara del "Roar", Lacorte e Fuoco sono stati assoluti protagonisti, portandosi al comando e lottando per il successo fino all'ultimo, quando un problema allo sterzo li ha costretti allo stop classificandosi sesti della LMP2.

Lacorte all'inizio è riuscito a gestire bene la situazione, in condizioni di pioggia. Fuoco, salito in macchina per il secondo stint, quando la pista ha iniziato ad asciugarsi, è stato quindi perfetto nelle fasi finali.


"Abbiamo visto che siamo competitivi. Dopo alcune stagioni difficili, grazie a un regolamento che ci fa essere vicini alle altre vetture, siamo venuti fuori noi piloti - ha commentato Lacorte - Una sensazione dolce e amara al tempo stesso. Peccato infatti per la beffa finale. Ma questo è il nostro sport. Adesso bisogna pensare però alla 24 Ore di Daytona della prossima settimana".


Crediti foto: Fabio Taccola

domenica 24 gennaio 2021

Le date dell'Alfa Revival Cup 2021

L’Alfa Revival Cup è pronta per la decima stagione di gare riservate ai collezionisti ed agli appassionati delle vetture del Biscione. 
Sono stati mesi molto difficili per tutti e la pianificazione del calendario non è stata facile, ma grazie al Gruppo Peroni Race, che sostiene sin dall’inizio la serie dedicata alle vetture Alfa Romeo storiche costruite dal 1947 al 1981, gli organizzatori sono riusciti a mettere a punto il calendario della stagione 2021. 
Lo scenario attuale delle corse dedicate alle auto storiche vede già cancellazioni e rinvii e per questo motivo è stato deciso di rinviare il più tardi possibile la prima stagionale che sarà all'Autodromo di Monza il 29-30 maggio. La seconda gara si disputerà a Misano il 19-20 giugno e la terza il 17-18 luglio a Vallelunga. Dopo la pausa estiva, ritorno in pista l’11-12 settembre nel rinnovato ed allungato circuito di Adria mentre l’ultima e quinta tappa sarà nuovamente a Monza il 2-3 ottobre. 
Il regolamento, in fase di approvazione da parte di ACI Sport, non subirà modifiche sostanziali. L’unica, ultima novità sarà quella di una giornata di prove libere gratuite aperta a tutti i partecipanti già iscritti alla prima gara di Monza, che si svolgerà nella seconda parte di aprile presso il circuito di Varano de’ Melegari. La giornata sarà anche l’occasione per svolgere la premiazione dei vincitori dell’edizione 2020. 

Alfa Revival Cup 2021: 
  • 29/30 Maggio – Autodromo Nazionale Monza 
  • 19/20 Giugno – Misano World Circuit Marco Simoncelli 
  • 17/18 Luglio – Autodromo Vallelunga Piero Taruffi 
  • 11/12 Settembre – Adria International Raceway 
  • 02/03 Ottobre – Autodromo Nazionale Monza

Credits: www.alfarevivalcup.it

Montepremi di oltre 400mila euro per le serie tricolori rally 2021



Lievitano in modo significativo i montepremi messi in palio da ACI Sport per la nuova stagione sportiva. Sensazionale il montepremi stabilito per le serie tricolori rally, proposto dalla Commissione Rally ACI Sport e approvato dalla Direzione Sportiva Automobilistica di ACI, che per il 2021 supera la cifra complessiva di 400.000 euro. Il tetto si è alzato in maniera importante rispetto all'annata precedente. 

Per quanto riguarda, ad esempio, il Campionato Italiano Rally, il vincitore assoluto del CIR 2021 si aggiudicherà la somma di 40.000 euro (25.000 euro in più rispetto al 2020) e 40.000 verranno riservati al primo del CIR Asfalto. Notevoli anche i premi confermati per le altre serie CIRT, CIWRC e Coppa Rally di Zona ACI Sport. Per quanto riguarda il CIWRC è previsto anche un ulteriore importante montepremi che verrà comunicato a breve.


Questa la tabella completa:


MONTEPREMI SERIE TRICOLORI RALLY 2021


  • € 40.000,00 per il vincitore del Campionato Italiano Rally.

  • € 75.000,00 per il Campionato Italiano Rally Junior destinati per un programma in un campionato internazionale nella stagione successiva. Un ulteriore montepremi in pneumatici verrà a breve inserito.

  • € 60.000,00 per il Campionato Italiano Rally Asfalto (40.000 al 1° -15.000 al 2° - 5.000 al 3°).

  • € 35.000,00 per il Campionato Italiano Rally Asfalto Due Ruote Motrici (10.000 al 1° - 7.000 al 2° - 3.000 al 3°

  • 15.000 al 1° classificato CIRA Due Ruote Motrici Under 25 - premio cumulabile con il premio del CIRA Due Ruote Motrici condizionato alla partecipazione al Campionato Italiano Junior 2022).

  • € 15.000,00 per il vincitore del Campionato Rally WRC.

  • € 15.000,00 per il vincitore del Campionato Italiano Rally Terra.

  • € 10.000,00 per il vincitore assoluto della Finale Nazionale ACI Sport Rally Cup Italia.

  • € 2.000,00 per il vincitore di ogni classe, Femminile ed Over 55 della Finale Nazionale ACI Sport Rally Cup Italia.

  • € 20.000,00 per il vincitore della Coppa Under 25 nella Finale Nazionale ACI Sport Rally Cup Italia (premio subordinato alla partecipazione al Campionato Italiano Rally Junior della successiva stagione sportiva).

  • € 20.000,00 per la Coppa Under 25 Due Ruote Motrici nella Finale Nazionale ACI Sport Rally Cup Italia (premio subordinato alla partecipazione al Campionato Italiano Rally Junior della successiva stagione sportiva).


In totale il montepremi della stagione 2021 per i rally tocca quota 402 mila euro (dei quali 292.000 relativi al montepremi sopra evidenziato + 46.000 tasse di iscrizione per i finalisti ACI Sport Rally Cup Italia 2020 + 64.000 per i vincitori di classe alla finale Rally Cup Italia 2020).


Nella foto: i Campioni d'Italia Andrea Crugnola e Pietro Ometto durante il Rally Il Ciocco.


Credits: Acisport.it

La Suzuki GSX-R1000R Legend Edition si tinge di azzurro per Franco Uncini

 

Sette colorazioni esclusive e irripetibili, che celebrano gli altrettanti titoli iridati vinti da Suzuki nella classe regina del Motomondiale. E’ questo ciò che contraddistingue la GSX-R1000R Legend Edition, una serie esclusiva limitata nel numero di esemplari disponibili voluta da Suzuki Italia per festeggiare il successo di Joan Mir nel Campionato del Mondo MotoGP 2020. Con questa moto gli appassionati hanno la possibilità di acquistare una sportiva che offre il massimo in termini di prestazioni e di tecnologia con una livrea a scelta tra quelle entrate nella storia del motociclismo assieme a piloti del calibro di Sheene, Lucchinelli, Uncini, Schwantz e Roberts, oltre che dello stesso Mir.

Tra le sette livree disponibili per la GSX-R1000R Legend Edition ce n’è una che spicca per la sua eleganza. Si tratta di quella che celebra il successo nel Campionato del Mondo della Classe 500 del 1982 di Franco Uncini, ancora oggi figura importante nell’ambiente delle corse come Responsabile della Sicurezza dei Gran Premi in seno alla Federazione Internazionale.
La GSX-R1000R Legend Edition Uncini Replica ricalca i colori e lo schema grafico originali della RGΓ500 XR40 allestita nel 1982 dal Team Gallina. La tinta dominante è dunque l’azzurro, con il serbatoio e la carenatura solcati da una banda multicolore in cui il bianco abbraccia il celeste, l’azzurro e il blu. Questo motivo trova poi continuità anche nel codino, segue le sue forme sinuose e dà slancio all’insieme. A completare la personalizzazione ci sono le tabelle gialle con il numero 13 che accompagnò Uncini nella sua cavalcata vincente e i cerchi che riprendono fedelmente la colorazione della sua leggendaria RGΓ500.
Nel 1982 Franco Uncini seppe imporsi con ampio margine sui rivali, tanto da ottenere matematicamente il titolo di Campione del Mondo con quattro gare di anticipo. 

“La moto mi piaceva tantissimo. Con lei mi trovavo davvero molto bene.” dice ancora oggi il pilota marchigiano ricordando quella magnifica annata. Dopo un quarto posto nella gara di apertura della stagione in Argentina, disputata soffrendo per i postumi di una precedente frattura allo scafoide, Uncini trionfò in Austria e salì sul terzo gradino del podio in Spagna. A quel piazzamento seguirono due vittorie, in Italia e in Olanda, e un’altra terza piazza, stavolta in Belgio, prima di una nuova perentoria doppietta, in Jugoslavia e in Inghilterra. La certezza del trionfo finale arrivò al termine della gara successiva in Svezia, con Uncini a 103 punti in classifica e con un divario incolmabile per gli avversari.
La supremazia di Uncini e della RGΓ500 furono tali da regalare a Suzuki nel 1982 anche il settimo Campionato del Mondo Costruttori consecutivo, a suggello di un dominio della Casa di Hamamatsu iniziato nel 1976.

L'intervista completa sul canale YouTube di Suzuki Moto Italia.

sabato 23 gennaio 2021

Tyrrell 019, l’ala di gabbiano di Harwey Postlethwaite


di Massimo Campi
Immagini di ©Raul Zacchè/Actualfoto

Quando si apre la serranda dei box del Team Tyrrell al Gran Premio di San Marino 1990 tutti vanno a guardare la nuova monoposto disegnata da Harvey Postlethwaite e Jean-Claude Migeot. La grande novità è il profilo alare del muso con un alettone scalinato subito soprannominato “ala di gabbiano”. La Tyrrell 019 è la ventesima monoposto dell’ex boscaiolo, una evoluzione della precedente 018 che ha corso la stagione precedente con il nuovo alettone ed il muso rialzato. Migeot, ha studiato il profilo aerodinamico per favorire e pulire i flussi sotto la scocca, in modo da vere il meno vortici possibili che influenzano l’efficienza del fondo piatto obbligatorio. Harvey Postlethwaite, con la sua grande esperienza, applica alla 019 alcuni studi fatti da Migeot nel 1986, quando lavorava per la Ferrari. 

Secondo la tecnica dell’epoca si utilizza un fondo piatto con uno scalino ed un grande diffusore sul posteriore per creare deportanza. Maggiore è il passaggio di aria e più aumenta il valore di deportanza, ma il muso anteriore delle monoposto generalmente devia l’aria lateralmente e verso l’alto riducendo la portata che passa sotto la scocca. Approfittando delle nuove tecnologie per la realizzazione delle parti in carbonio, Postlethwaite e Migeot studiano l’alettone ad ala di gabbiano, con una struttura molto resistente ed il vano che incanala l’aria e pulisce i flussi sotto la vettura. 
Il resto delle monoposto è abbastanza simile alla 018, una vettura che aveva già bene impressionato gli addetti ai lavori nella stagione precedente. Nel 1989, la fine del regolamento con le motorizzazioni turbo con un costo dei propulsori aspirati molto più abbordabile, ha portato grossi benefici al team inglese. Inoltre ad Ockham arrivano Harvey Postlethwaite e Jean-Claude Migeot in uscita dalla Ferrari, tecnicamente nelle mani di John Barnard. Nel 1990 arriva da Maranello anche Joan Villadelprat con il ruolo di direttore tecnico e l’organico del team inglese passa da 60 a 90 dipendenti. 

La Tyrrell 019 monta il V8 Cosworth, portato a 3,5 litri come previsto dal regolamento, preparato da Brian Hart che riesce ad ottenere una migliore erogazione ed una potenza leggermente maggiore rispetto ai V8 inglesi in versione clienti. Tra le innovazioni della stagione 1990 c’è il contratto con la Pirelli per la fornitura delle gomme, una scelta che si rivela azzeccata soprattutto in qualifica con le gomme italiane che si dimostrano molto efficienti. 
Jean Alesì e Satoru Nakajima sono i due piloti che portano in gara la Tyrrell, il francese va subito a punti nella gara del debutto ad Imola, ed a Montecarlo sale sul secondo gradino del podio cogliendo il miglior risultato stagionale. Anche Nakajima ottiene qualche punto, ma senza mai andare oltre la sesta piazza. 
Lo sviluppo della 019 viene interrotto a metà stagione, i due tecnici si dedicano alla futura vettura con il V10 Honda e nonostante il buon inizio, la 019 ha diversi problemi di affidabilità con Alesi, spesso costretto al ritiro. 
La Tyrrell conclude la stagione con il quinto posto in classifica costruttori, ma la soluzione del muso alto viene presto adottata da tutte le altre scuderie e, nel 1994, la Benetton sarà la prima monoposto a vincere un mondiale con quella configurazione.

 

F4 UAE / Hamda Al Qubaisi conquista l'ultima vittoria del secondo round di campionato a Yas Marina

Concluso sul circuito di Yas Marina il secondo round del Campionato di Formula 4 degli Emirati Arabi. Sul gradino più alto dell'ultimo podio, quello di gara-4, è salita Hamda Al Qubaisi dell'Abu Dhabi Racing by Prema che ha conquistato la prima vittoria della stagione. Kirill Smal di Xcel Motorsport ha concluso al secondo posto davanti al compagno di scuderia Tasanapol Inthraphuvasak. Quarto posto per Enzo Trulli davanti a Dilano Van't Hoff.

Gara 3 ha invece visto protagonista la safety car. Kirill Smal di Xcel Motorsport è stato infatti coinvolto in un incidente di gara dopo soli due giri con gravi danni alla monoposto. Il pilota sta bene, ma non è stato possibile riparare la barriera del circuito in tempo per riprendere la gara. Il leader della corsa Dilano Van't Hoff è stato dichiarato vincitore di Gara 3, con Enzo Trulli di CRAM Motorsport al secondo posto e Nikita Bedrin di Xcel al terzo.

Il prossimo round del campionato è in programma dal 28 al 30 gennaio sulla pista dell'Autodromo di Dubai.

Foto di Claudio Pezzoli/New Reporter Press

venerdì 22 gennaio 2021

Michel Vaillant e Le Mans

 

di MASSIMO CAMPI
IMMAGINI ©RAUL ZACCHE'/ACTUALFOTO e ©MASSIMO CAMPI 

La recente scomparsa di Jean Graton riporta alla mente l’interesse del creatore di Michel Vaillant per la 24 Ore di Le Mans. Le storie del famoso fumetto da corsa si sono spesso intrecciate con la maratona della Sarthe, e nei primi decenni dell’attuale secolo sono state due le volte che Michel Vaillant è sceso in pista sul tracciato francese. Nel 2002 sono state iscritte due vetture alla 24 Ore per girare molte scene in pista del film Adrenalina blu - La leggenda di Michel Vaillant diretto da Louis-Pascal Couvelaire.La pellicola, sceneggiata da Luc Besson e Gilles Malençon, è liberamente tratta dal fumetto ed è stata interpretata da Sagamore Stévenin e Diane Kruger . Le sequenze di gara girate durante la 24 Ore di Le Mans 2002 sono state eseguite dalla barchetta Lola B98/10, marchiata Vaillante, e dalla Panoz LMP1 Roadster S con i colori Leader, entrambe gestite dal Team DAMS, con gli equipaggi Emmanuel Clerico-Michel Neugarten-Philippe Gache e Perry McCarthy-Marc Duez-Jerome Policand. Lo scopo di entrambe le vetture è solo quello di effettuare riprese in gara, con molte soste per il cambio delle varie riprese, ed entrambe non vengono classificate.

Diverso approccio quello del 2017, con la sponsorizzazione del Team Rebellion per pubblicizzare il sesto album della nuova serie del fumetto da corsa intitolato appositamente “Rebellion”. Il titolo è frutto di una grande operazione pubblicitaria per il lancio dell'album, che ha visto la collaborazione tra Graton, Dupuis e la scuderia svizzera da anni nell’Endurance. Il team partecipa all'intero campionato mondiale Endurance 2017 con due prototipi nella specifica livrea Vaillante ed il nome di Vaillante-Rébellion. La prima uscita, dopo la presentazione al "Club des V" di Bruxelles il 27 aprile 2017 è alla Sei Ore WEC di Spa-Francorchamps, la prima gara della serie, per poi continuare nelle rimanenti prove, con quella più attesa sul tracciato della Sarthe del 17-18 giugno 2017. 

Nella saga a fumetti Michel Vaillant lotta a Le Mans con la Vaillante n° 13 che corre nella massima categoria dei prototipi (LMP1), mentre nella realtà la Vaillante-Rébellion partecipa alle gare Endurance nella seconda categoria dei prototipi (LMP2). In gara ci sono due vetture, la numero 13, "feticcio" nella saga e 31, in pratica un 13 rovesciato. I piloti veri della Vaillante-Rébellion per Le Mans sono Nelson Piquet Jr., Mathias Beche e David Heinemeier Hansson sulla n°13 e Nico Prost, Bruno Senna e Julien Canal sulla n°31. Nella storia, assieme a Michel corre proprio Nicolas Prost già apparso nella saga. 

La 24 Ore di Le Mans 2017 vive sulla grande sfida tra le vetture top ibride e quelle della seconda classe. Le nuove LMP2 sono sempre più belle, sorelle in miniatura delle vetture top, ma con una tecnologia meccanica imposta e decisamente affidabile. Prima della gara si annuncia la sfida i top team della categoria, con la speranza di arrivare in fondo colmando il gap velocistico di quasi 10 secondi al giro con le LMP1 con il ritmo di gara costante. La speranza dei team principali, soprattutto delle Vaillante-Rebellion, è quella di arrivare nei primi cinque, magari approfittando di qualche debacle di una vettura ibrida. 

Gara con tempo ottimale, una edizione completamente asciutta, Le Mans 2017 lascia poco spazio ad eventuali improvvisazioni e sviste causate dal maltempo con conseguenti incidenti come nelle passate edizioni. Ma come nei migliori film di azione una serie di imprevisti hanno ribaltato la situazione e le piccole LMP2 si sono ritrovate, la domenica mattina, a combattere per la testa della gara con l’unica LMP1 che doveva forzatamente rimontare la testa della gara per evitare una figuraccia a tutta la categoria. Prima le Porsche, poi le Toyota sono spesso ferme per vari problemi 

La prima Toyota è ko, rimangono le altre due contro una sola Porsche competitiva, ma il destino è beffardo, ed anche la vettura di Kamuy Kobayashi è Ko con la frizione a pezzi. In gara rimangono due Porsche contro una sola Toyota, ma anche la n°9 ha problemi al motore, con soste ai box che rallentano la corsa. In testa rimane saldamente la Porsche 919 Hybrid n°1 che sembra marciare tranquillamente, con le LMP2 Oreca, la Jackie Chan Racing e la Vaillante-Rebellion alle spalle distaccate praticamente di oltre mezz’ora che lottano tra loro vedendo comunque profilarsi un grande risultato che mette in evidenza l’affidabilità del propulsore della Gibson. Alle 11 della domenica mattina succede l’incredibile con la Porsche n°1 che si ferma mestamente a bordo pista con il motore ammutolito. Le telecamere interne inquadrano il caso e gli occhi attoniti di Andrè Lotterer che comunica con i box, riesce a ripartire con il sistema ibrido ma è lontano e dopo pochi chilometri gli accumulatori lo lasciano a piedi, apre il cockpit, è finita, pura delusione. 

Al comando passa l’Oreca 07 Gibson n.38, della DC Jackie Chan Racing, di Ho-Pin Tung, Oliver Jarvis e Thomas Laurent, seguita dalla Rebellon di Nelson Piquet Junior, David Heinemeier Hansson e Mathias Beche e dall’altra vettura della DC Jackie Chan Racing, la n.37, nelle mani di David Cheng, Tristan Gommendy e Alex Brundle. Improvvisamente la situazione si fa molto interessante, con Timo Bernard che spreme la Porsche n°2 a suon di giri record per conquistare la vetta ed evitare figuracce. La 919 Hybrid viaggia dieci secondi al giro più veloce di tutte altre vetture in pista, un piccolo errore le sarebbe fatele, ed a meno di un’ora dalla fine ripassa al comando salvando l’onore della casa di Stoccarda e di tutta la categoria. La bandiera a scacchi sancisce il risultato, prima è la Porsche, seguita dalla LMP2 del Team Jackie Chan e dalla Rebellion-Vaillante n°13 sul terzo gradino del podio. Michel Vailant è ritornato alla grande a le Mans, ma dopo, durante le verifiche tecniche arriva la delusione con la squalifica della Rebellion per aver utilizzato, nel finale di corsa, una carrozzeria diversa da quella omologata. L’accusa è di aver praticato un’apertura sul lato destro della copertura del motore per accedere al motorino di avviamento e poterlo resettare senza dover passare dalla rimozione della copertura e della carrozzeria del retrotreno.

IMMAGINI DI © RAUL ZACCHE'/ACTUALFOTO e © MASSIMO CAMPI