sabato 9 maggio 2015
venerdì 8 maggio 2015
Regolarità Auto Storiche: intervista a Giordano Mozzi che punta alla terza vittoria nella 1000 Miglia con l'O.M. che vinse la prima edizione
• Il settore della Regolarità, tra le diverse specialità dell’automobilismo sportivo, è quello che incontra maggiore successo, come dimostra il numero delle manifestazioni e dei concorrenti che vi partecipano. Da cosa nasce questo grande consenso?
Credo sia perché è alla portata di quasi tutti: bastano infatti poche migliaia di euro, anche 3 o 4, per poter acquistare una vettura d'epoca con la quale poter partecipare alla maggior parte degli eventi, sia in Italia che all'estero. Questi eventi poi non sono legati alla velocità pura, quindi sono accessibili a molti anche senza dover essere dei "piloti". Ciò rende la regolarità come il piacere di guidare la propria vettura d'epoca assieme ad altri appassionati all'interno di un bel contesto turistico ed a volte anche enogastronomico, senza lo stress ed il rischio della velocità.
• Come è nata in Giordano Mozzi la passione che lo ha portato ad essere tra i migliori interpreti della gare di regolarità a livello mondiale?
Nel 2006 con un amico ci siamo iscritti ad una gara per "gioco", giusto per trascorrere un weekend diverso; io ero navigatore. Ci è piaciuto ed abbiamo proseguito, poi ho attaccato la "malattia" anche alla moglie ed al resto della famiglia.
• La vittoria che ricorda più volentieri …
Mi vien da dire la prossima.... Se devo però parlare al passato, ve ne sono diverse, ognuna con sensazioni particolari ed indimenticabili: ad esempio la prima 1000miglia nel 2011, ma anche la prima vittoria in assoluto nel 2008, così come la Coppa d'Oro delle Dolomiti o la Targa Florio, il Rally ValPantena o il Rally Revival dei Rododendri. E che dire delle Stelle Alpine e delle Corse di Alcide, così come le tante gare di Campionato Italiano.... tutte belle e da ricordare. Ed anche la MM 2014.
Giordano Mozzi con la figlia Arianna alla "Florida Car Marathon" |
Mi ritengo fortunato, ho realizzato un mio sogno; vincere una gara importante con ognuna delle tre donne della mia vita, cioè la mamma, la moglie e la figlia. Con Stefania, la moglie, quasi tutte le vittorie ed in particolare le 2 MM, con mia mamma la Targa Florio nel 2012 (aveva 78 anni) e con mia figlia questa bella maratona in Florida. Ringrazio il Buon Dio ogni giorno per tanta gioia.
• Un anno fa la vittoria alla 1000 Miglia, seguita da quella alla “Festa MM”, la 1000 Miglia giapponese, e dal successo in Florida. Oltre a numerose altre vittorie. Un anno da chiudere con un’altra vittoria, sarebbe la terza, alla 1000 Miglia …
Vincere la terza MM sarebbe certamente un sogno, ma per come vivo io talune situazioni, sarebbe anche quasi "irriconoscente" nei confronti del grande Tazio Nuvolari, il mio mito, da mantovano come lui. Posto che parliamo di MM completamente diverse tra loro, dopo esser stato il primo mantovano a vincere la MM dopo di lui, e dopo aver vinto la seconda MM a distanza di tre anni dalla prima proprio come fece lui, mi sentirei in difficoltà nel vincere la terza e "superarlo". Detto ciò, ovviamente e come sempre ce la metteremo tutta, venderemo cara la pelle; sperando di vedere il traguardo a Brescia, vedremo poi il risultato.
• Sarà in gara, alla 1000 Miglia, con una OM del 1927, lo stesso modello che vinse la prima edizione della corsa bresciana. Un buon auspicio …
Sarà un grande onore e privilegio guidare una simile vettura, la quinta differente che guido negli ultimi 5 anni e tutte anteguerra che hanno fatto la storia della MM e delle competizioni nel mondo, negli anni 1920 e 1930. Questo modello di OM mi piace da sempre ed il fatto che abbia vinto la prima edizione della MM mi stimola ancor più, anche perché da allora non ha mai più rivinto.....
Tra poco sapremo se Giordano Mozzi e Stefania Biacca saranno riusciti nell'impresa di superare Tazio Nuvolari e di riportare sul gradino più alto del podio bresciano l'auto bresciana O.M. 665 Superba che, oltre a vincere con Nando Minoja e Giuseppe Morandi, conquisto anche il secondo e il terzo posto della prima edizione della 1000 Miglia.
(gianni cattaneo)
giovedì 7 maggio 2015
Porsche a Verona Legend Cars
Porsche Italia compie 30 anni e i festeggiamenti cominciano proprio con la partecipazione a Verona Legend Cars dall‘8 al 10 Maggio. Nello stand del padiglione 1, riservato a mostre ed eventi speciali delle Case automobilistiche, saranno esposte la nuova Cayman GT 4 e la storica 904 GTS. All’evento veronese parteciperanno anche i Registri Storici del Marchio che potranno informare gli appassionati sulle attività in calendario nel 2015, inclusa la Porsche Parade che si svolgerà in Sicilia a fine maggio.
L’attenzione per il mondo classic e per il collezionismo attivo (vale a dire la partecipazione ad eventi come la Winter Marathon o la Mille Miglia) è un punto di forza delle attività di Porsche sia in Italia sia nel mondo. Del resto oltre il 70 per cento di tutte le Porsche costruite è ancora in circolazione. Proprio per questo motivo il 19 Marzo e il 9 Aprile scorsi sono stati inaugurati da Pietro Innocenti, direttore generale di Porsche Italia i Partner Porsche Classic numero 9 a Milano e numero 11 a Padova. Aperture in perfetta coerenza con la strategia di Porsche Ag che sta ampliando la propria rete mondiale con circa 100 Partner Porsche Classic per garantire un servizio di assistenza e restauro adeguato delle vetture Classic: dalla fornitura di circa 52.000 ricambi originali, agli interventi di riparazione e manutenzione, nonché a restauri completi o parziali. In questo modo, Porsche integra il servizio di cura e manutenzione delle vetture Youngtimer e Oldtimer all’interno di un moderno concetto di assistenza, che coniuga perfettamente tradizione ed innovazione.
Porsche 904 GTS, l’origine del Gran Turismo Sport secondo Porsche
La Porsche 904 GTS disegnata da Ferdinand Alxander Porsche (Butzi), è una vettura da competizione adatta anche all’uso stradale. Nel 1964, con alla guida Antonio Pucci e Colin Davis, conquistò la quinta delle 11 vittorie assolute di Porsche alla Targa Florio.
La caratterstica peculiare di questo modello era il comfort che garantiva ai piloti di mantenere a lungo la concentrazione nella guida anche nelle condizioni più difficili.
Il motore i posizione posteriore centrale era un 4 cilindri longitudinale alimentato da due caburatori a doppio corpo e lubrificazione a carter secco. La cilindrata era di 1996 cc, il peso di soli 650 kg e la velocità massima era di oltre 260 km/h.
mercoledì 6 maggio 2015
VERONA LEGEND CARS: HERITAGE DNA DELL’AUTO
Verona, 6 Maggio 2015 - L’Heritage cresce: come cultura, come eccellenza turistica, come strategia industriale della Fiera di Verona e delle Case automobilistiche. Verona Legend Cars si candida, fin dalla prima edizione, come un appuntamento internazionale in grado di richiamare l’attenzione di appassionati e addetti ai lavori da tutta Europa. Più di 300 espositori e 2000 auto esposte, una nuova formula che vede l’auto d’epoca sempre più organica alla strategia dell’Automotive, test drive gratuiti e modelli mai visti prima in Italia.
E’ questa la sintesi della presentazione del Nuovo Salone scaligero avvenuta, questa mattina, alla Fiera di Verona. Presenti i vertici di Veronafiere, con il presidente Ettore Riello e il direttore generale Giovanni Mantovani, il presidente del Museo Nicolis di Villafranca Silvia Nicolis, l’organizzatore Mario Carlo Baccaglini di Intermeeting e i responsabili della comunicazione di Porsche e Volvo in Italia Mauro Gentile e Roberto Lonardi.
Sono stati proprio questi ultimi a sottolineare la centralità della tradizione nella politica delle grandi Case automobilistiche.
E’ questa la sintesi della presentazione del Nuovo Salone scaligero avvenuta, questa mattina, alla Fiera di Verona. Presenti i vertici di Veronafiere, con il presidente Ettore Riello e il direttore generale Giovanni Mantovani, il presidente del Museo Nicolis di Villafranca Silvia Nicolis, l’organizzatore Mario Carlo Baccaglini di Intermeeting e i responsabili della comunicazione di Porsche e Volvo in Italia Mauro Gentile e Roberto Lonardi.
Sono stati proprio questi ultimi a sottolineare la centralità della tradizione nella politica delle grandi Case automobilistiche.
“Heritage” ha spiegato Lonardi “non significa retrò. E’ il Dna di un marchio: la sua aspirazione, i sui valori, la sua riconoscibilità; quel filo che unisce le vetture del passato al futuro”. Per Volvo questo filo è “la sicurezza: dal 1959, con la cessione gratuita a tutto il mondo del brevetto per le cinture di sicurezza a tre punti di ancoraggio che, si stima, abbia salvato, fino ad oggi, un milione di vite; dal 1967, con i primi studi sui seggiolini invertiti rispetto al senso di marcia; fino ai nostri giorni, con i primi airbag esterni pensati per la sicurezza dei pedoni. A Verona Legend Cars presentiamo la nuova XC90 e portiamo le auto – la PV544 e la P1800 degli anni sessanta – dalle quali discende. Quando presentiamo i nostri nuovi sistemi di sicurezza, poggiamo su una tradizione che risale al 1927”.
Per Porsche Heritage “è continuità” gli ha fatto eco il collega Mauro Gentile “con il settanta per cento di tutte le Porsche mai prodotte ancora su strada, le auto delle nostre collezioni che escono ed entrano dai Musei per partecipare alle competizioni storiche e con migliaia di persone che condividono non uno status, ma una passione comune”.
“La nuova manifestazione poggia su basi solide – sottolinea il presidente di Veronafiere Ettore Riello -: L’expertise del più importante organizzatore diretto di manifestazioni fieristiche in Italia, con 117 anni di attività, e quella di Intermeeting il primo organizzatore italiano e riconosciuto tra i principali in Europa nel comparto dei quattro ruote heritage”.
Per Verona, il nuovo Salone “sarà un grande abbraccio alla città” dice il direttore generale Giovanni Mantovani “grazie alla collaborazione con il Comune e gli eventi organizzati da ACI Verona: la competizione di Regolarità “Aspettando la Mille Miglia” e il concerto ad ingresso libero all’Arena Venerdì 8 alle 21:45. Verona si conferma lo snodo dove far incontrare opportunità economiche e richiamo della bellezza: un faro d’attrazione per l’Europa con l’auto d’epoca come fiore all’occhiello”.
Lo ha confermato Silvia Nicolis, presidente di uno dei più importanti Musei di auto d’Epoca d’Europa: il Nicolis di Villafranca che, per l’8 maggio, riserva un’anteprima assoluta ancora da svelare. “Ogni anno” ha detto Nicolis “crescono i visitatori stranieri, giunti al 70 per cento. L’Heritage è un’eccellenza per qualificare un nuovo flusso di turismo di qualità. Questa cultura vanta appassionati in tutto il mondo: esprimerla sul nostro territorio lo rende internazionale e attrarre moltissimi visitatori”.
Un flusso di persone che raggiungerà Verona Legend Cars spinto da quella che è la più importante caratteristica distintiva del Salone – spiega l’organizzatore Mario Carlo Baccaglini -: “La passione. Verona Legend Cars è fatta per la gioia di chi ama l’auto. E’ l’unico Salone d’Europa dove gli appassionati parcheggiano in fiera la loro auto d’epoca, entrano a farne parte, la vivono assieme a tutti coloro che condividono i loro sentimenti. La differenza, per questo pubblico, sono i contenuti, la bellezza delle auto, la qualità degli espositori. Questa è la forza di Verona Legend Cars”.
Poggiando su queste basi conclude Riello “Verona e l’auto d’epoca hanno fatto il primo passo di una lunga strada assieme”.
Per Porsche Heritage “è continuità” gli ha fatto eco il collega Mauro Gentile “con il settanta per cento di tutte le Porsche mai prodotte ancora su strada, le auto delle nostre collezioni che escono ed entrano dai Musei per partecipare alle competizioni storiche e con migliaia di persone che condividono non uno status, ma una passione comune”.
“La nuova manifestazione poggia su basi solide – sottolinea il presidente di Veronafiere Ettore Riello -: L’expertise del più importante organizzatore diretto di manifestazioni fieristiche in Italia, con 117 anni di attività, e quella di Intermeeting il primo organizzatore italiano e riconosciuto tra i principali in Europa nel comparto dei quattro ruote heritage”.
Per Verona, il nuovo Salone “sarà un grande abbraccio alla città” dice il direttore generale Giovanni Mantovani “grazie alla collaborazione con il Comune e gli eventi organizzati da ACI Verona: la competizione di Regolarità “Aspettando la Mille Miglia” e il concerto ad ingresso libero all’Arena Venerdì 8 alle 21:45. Verona si conferma lo snodo dove far incontrare opportunità economiche e richiamo della bellezza: un faro d’attrazione per l’Europa con l’auto d’epoca come fiore all’occhiello”.
Lo ha confermato Silvia Nicolis, presidente di uno dei più importanti Musei di auto d’Epoca d’Europa: il Nicolis di Villafranca che, per l’8 maggio, riserva un’anteprima assoluta ancora da svelare. “Ogni anno” ha detto Nicolis “crescono i visitatori stranieri, giunti al 70 per cento. L’Heritage è un’eccellenza per qualificare un nuovo flusso di turismo di qualità. Questa cultura vanta appassionati in tutto il mondo: esprimerla sul nostro territorio lo rende internazionale e attrarre moltissimi visitatori”.
Un flusso di persone che raggiungerà Verona Legend Cars spinto da quella che è la più importante caratteristica distintiva del Salone – spiega l’organizzatore Mario Carlo Baccaglini -: “La passione. Verona Legend Cars è fatta per la gioia di chi ama l’auto. E’ l’unico Salone d’Europa dove gli appassionati parcheggiano in fiera la loro auto d’epoca, entrano a farne parte, la vivono assieme a tutti coloro che condividono i loro sentimenti. La differenza, per questo pubblico, sono i contenuti, la bellezza delle auto, la qualità degli espositori. Questa è la forza di Verona Legend Cars”.
Poggiando su queste basi conclude Riello “Verona e l’auto d’epoca hanno fatto il primo passo di una lunga strada assieme”.
Volvo a Verona Legend Cars 2015 - Volvo PV 544: prima Volvo con cinture di sicurezza moderne e vincitrice del Rally Safari
Uno dei modelli chiave della storia di Volvo venne introdotto alla fine degli anni ‘50 come erede della
fortunatissima PV 444. Al di là della linea ormai un po’ datata
e a dispetto dell’arrivo della fresca ed
elegante Amazon, la nuova 544 garantì al modello PV una seconda giovinezza grazie a qualità
costruttiva e fedeltà dei clienti.
A testimonianza dei fasti sportivi che culminarono con l’impresa africana dei fratelli Singh, un
esemplare di PV 544 è oggi nelle mani dei piloti della Scuderia Volvo.
Era Giovedì 13 Agosto 1959 quando veniva consegnata la prima automobile al mondo dotata di serie delle cinture di sicurezza a tre punti di ancoraggio, frutto dello studio e del genio di Nils Bohlin, ingegnere alla Volvo. Si trattava di una Volvo PV 544. E’ stato calcolato che da allora le cinture di sicurezza a tre punti hanno salvato più di un milione di vite umane. E a tutt'oggi la cintura di sicurezza a tre punti costituisce il principale equipaggiamento singolo di sicurezza di un'automobile e rappresenta l'innovazione più significativa in tema di sicurezza dei 120 anni di storia dell'automobile.
Poco meno di sei anni dopo, nell’Aprile del 1965, alla fine del suo fortunato ciclo di vita, lo stesso modello Volvo coglieva una delle più belle e inattese vittorie della storia della Casa automobilistica Svedese, in barba a tutti coloro che ne avevano pronosticato un prematuro tramonto. La produzione totale per la gamma PV 444 superò la soglia delle 200.000 unità; includendo i numeri della generazione 544 si arriva a quasi mezzo milione di unità.
La piccola PV, con la sua convessità posteriore, venne realizzata in 15 diverse serie o varianti (otto serie 444 e sette serie 544) fra il 1947 e il 1965.
PV 544, la novità era il parabrezza
in un pezzo unico
La scocca della PV 544 era la stessa del modello 444, ma la novità di rilievo del modello 544, progettato per cinque occupanti, da cui il numero "5" nella sigla, era costituita dal nuovo parabrezza in un pezzo unico.
La Volvo 444 aveva sempre conservato il parabrezza suddiviso per motivi di riparazione e assicurativi, ma nel 1958 non vi erano quasi più vetture dall'aspetto così antiquato. Il nuovo parabrezza, di grandi dimensioni, rappresentava un notevole miglioramento del modello PV, e rendeva molto più luminoso l'abitacolo.
Dal punto di vista della comunicazione, la Volvo PV 544 esordì in modo eccellente negli Stati Uniti, un mercato vitale, sotto forma di "compagna di allenamento".
Nella primavera e nell'estate del 1959, durante la preparazione alla sfida per il titolo mondiale dei pesi massimi negli USA, Ingemar Johansson, noto allora come Ingo, venne affiancato da un altro sfidante svedese, vale a dire una nuova PV 544 bianca dotata di pneumatici con fascia bianca e di gradevoli barre (dette all'americana) sopra i paraurti. L'allenatore di Ingo, Nisse Blomberg, aveva un'auto scura con le stesse caratteristiche, e seguiva lentamente il pugile ogni volta che usciva per una corsa di allenamento. Le vetture attirarono ovviamente un notevole interesse, e comparvero su molti quotidiani, specialmente dopo il famoso destro di Ingo del 25 giugno.
Sopravvissuta
La vettura era relativamente economica da produrre; la costante evoluzione tecnica in atto presso Volvo consentiva inoltre di mantenere aggiornato ciò che si trovava sotto la carrozzeria, nonché di introdurre in modo semplice e poco costoso migliorie estetiche di un certo impatto. A differenza della Amazon, tuttavia, il modello PV non venne mai equipaggiato con freni a disco. La Volvo 544 aveva ereditato dal modello 444 un altro punto debole, vale a dire le maniglie esterne delle porte, che assomigliavano a quelle delle porte delle abitazioni; queste rendevano piuttosto complessa la chiusura e tendevano inevitabilmente a creare problemi nel corso degli anni. Sotto molti altri punti di vista, tuttavia, la vettura si avvicinava alla perfezione. vetture attirarono ovviamente un notevole interesse, e comparvero su molti quotidiani, specialmente dopo il famoso destro di Ingo del 25 giugno. Sopravvissuta La vettura era relativamente economica da produrre; la costante evoluzione tecnica in atto presso Volvo consentiva inoltre di mantenere aggiornato ciò che si trovava sotto la carrozzeria, nonché di introdurre in modo semplice e poco costoso migliorie estetiche di un certo impatto.
A differenza della Amazon, tuttavia, il modello PV non venne mai equipaggiato con freni a disco. La Volvo 544 aveva ereditato dal modello 444 un altro punto debole, vale a dire le maniglie esterne delle porte, che assomigliavano a quelle delle porte delle abitazioni; queste rendevano piuttosto complessa la chiusura e tendevano inevitabilmente a creare problemi nel corso degli anni. Sotto molti altri punti di vista, tuttavia, la vettura si avvicinava alla perfezione. Negli anni '60, il modello PV 544 sopravvisse in un relativo anonimato, con poche variazioni della produzione di anno in anno, ma con una clientela comunque fedele. Volvo sapeva bene che il fatto che la vettura iniziasse a sembrare antiquata costituiva un problema per l'azienda, ma si trattava pur sempre di un'ottima auto, solida e ben costruita.
L'ultima vettura prodotta
fu una versione Sport di colore nero
Ma al di là della qualità dell’auto, era impossibile fermare il tempo. La PV 544 venne presentata ad agosto del 1965 come modello per il 1966, ma poi giunse il momento dell'addio.
Alle ore 15 del 20 ottobre 1965, dalla catena di montaggio dello stabilimento di Lundby uscì, con il numero 440.000, l'ultimo esemplare della serie PV, una versione Sport speciale di colore nero con interni rossi attualmente esposta presso il museo Volvo. La Amazon rimase così per un anno l'unico alfiere della gamma di vetture station wagon Volvo, fino a quando venne affiancata, e rapidamente detronizzata, dalla Volvo 144.