martedì 16 novembre 2021

Grande successo per la prima Romeo Ferraris Experience


Nella giornata di sabato 13 novembre, Romeo Ferraris ha aperto le porte della sua sede di Opera. Grazie alla prima "Romeo Ferraris Experience", una selezionata lista di clienti e di media hanno avuto l'opportunità di osservare e apprezzare da vicino le attività dell'azienda.

L'evento è stato l'opportunità di svelare la Caterham Seven 170, il nuovo modello entry-level del marchio britannico di cui Romeo Ferraris è importatore ufficiale e concessionario per l'Italia. Ospite speciale è stato quindi Olivier Jouanne, responsabile Caterham per il territorio dell'Europa Occidentale, che ha lanciato, ad un anno dall’acquisizione della Borghi Automobili, Romeo Ferraris come rivenditore autorizzato per l’Italia del caratteristico marchio inglese.
La Seven 170, dal peso di appena 440 chilogrammi, si distingue per il propulsore Suzuki da 3 cilindri e 660cc di origine motociclistica. I potenziali clienti hanno potuto mettersi al volante per scoprirne le potenzialità in prima persona, in un'area dedicata. Presenti, in esposizione e per i test drive, anche le più prestazionali Seven 485 e 485 CSR.

Ad arricchire la Romeo Ferraris Experience c'erano anche le vetture Morgan Motors, altra storica casa inglese per la quale Romeo Ferraris rappresenta l’unica concessionaria esclusiva per l’Italia, con i modelli Plus Four e Plus Six.

Per celebrare il proprio impegno nel motorsport, Romeo Ferraris ha messo in mostra nell'officina un esemplare dell’Alfa Romeo Giulietta Veloce TCR, schierato lo scorso anno nel Mondiale FIA WTCR per vincere il WTCR Trophy, e della Giulia ETCR che nel 2021 ha disputato la stagione inaugurale del PURE ETCR, l'inedita serie Turismo completamente elettrica, in cui è arrivato il successo nell'appuntamento di Copenaghen ed il secondo posto tra i costruttori. Il tutto al fianco di altre realizzazioni speciali del costruttore lombardo, come la FatFive, o modelli dotati dei kit di preparazione dedicati.

Michela Cerruti, Romeo Ferraris Operations Manager: "Abbiamo voluto aprire le porte della nostra sede, rispettando le normative vigenti con una selezionata lista di invitati, per mostrare a tutti il nostro lavoro e ciò che siamo capaci di realizzare, oltre ad organizzare i test drive con protagonista la nuova Caterham Seven 170. Abbiamo accolto tanti ospiti speciali, respirando tutti assieme la passione che ci accomuna. Abbiamo vissuto una giornata davvero fantastica che ci ha dato una grande spinta nel proseguire, con ancora più motivazione, sulla strada intrapresa su ogni fronte di attività dell'azienda. Crediamo che il concetto di #RFExperience ci permetta in qualche modo di rappresentare che cosa significhi la nostra realtà. Posso già dire che, visto il successo, torneremo ad organizzare eventi di questo genere, per essere il più inclusivi possibile".

Credits: Romeo Ferraris Press

Scuderia Palladio Historic archivia un buon Valpantena


Vicenza, 16 novembre 2021 – Cinque su cinque al traguardo gli equipaggi della Scuderia Palladio Historic impegnati nella diciannovesima edizione del Revival Rally Club Valpantena, la gara più sentita e partecipata nel settore della regolarità sport, che si è disputata sabato scorso nel segno dell’abile organizzazione dell’omonimo club veronese.

Ad ottenere la miglior prestazione a livello assoluto è stato Daniele Carcereri con la Peugeot 205 GTI il quale, in coppia con Federico Danzi, si è classificato dodicesimo nella generale cogliendo anche il secondo posto in Divisione 9 e precedendo in entrambe le classifiche la vettura gemella dei compagni di team Ezio Franchini e Gabriella Coato, soddisfatti del buon risultato.

Si scorre poi fino alla posizione 77 dove si trovano Gianluigi Falcone ed Erika Balboni con la Toyota Celica ST 185, autori di una prestazione sui pressostati che li avrebbe visti nelle zone nobili della classifica, ma precipitati nelle retrovie a causa di una penalità ad un controllo orario.

Gara conclusa anche per la Mazda MX 5 di Stefano Adrogna e Marco Patron, ottantaduesimi assoluti badando solamente al piacere della guida e, due posizioni più in basso, ha chiuso la Fiat Ritmo 125 di Mauro Argenti e Roberta Amorosa fortemente penalizzati da un problema elettrico nel corso dell’ultima delle otto prove in programma; un problema “di gioventù” della nuova vettura che era stata ripristinata pochi giorni prima della gara dopo essere stata inutilizzata per molti anni.

Credits: Videofotomax

A Antonio Giovinazzi il Premio Michele Alboreto


Sarà Antonio Giovinazzi a ricevere il Premio Michele Alboreto 2021. Il riconoscimento ideato dal “Le Mans Model Fan Club 1996” è alla 16esima edizione e viene assegnato ogni anno ad un esponente del Motorsport italiano che si è distinto nel corso della stagione sportiva.

Tra i premiati delle precedenti edizioni, vi sono Giancarlo Fisichella, Sergio Peroni, Piero Ferrari, Dindo Capello, Amato Ferrari, Roberto Lacorte, Emilio Radaelli, Giorgio Ascanelli.
La consegna del Premio Michele Alboreto a Antonio Giovinazzi avrà luogo nelle prossime settimane a Matera nei locali della Concessionaria Alfa Romeo del Gruppo Maffei.
Antonio Giovinazzi, appiedato dalla scuderia Alfa Romeo Orlen in F1, nella stagione 2022 sarà impegnato nel campionato di Formula E con una monoposto di Dragon Penske Autosport.

lunedì 15 novembre 2021

La Formula Class Junior chiude il 2021 con un bilancio largamente positivo. E punta al raddoppio


Conclusa al "Tazio Nuvolari" di Cervesina la stagione 2021 di Formula Class Junior, la più importante da quando è partito il progetto di rilancio della categoria. Progetto che ha raggiunto l'obiettivo portando quest'anno in pista la ragguardevole media di 27 piloti ad ogni round. Un successo insperato per qualcuno, ma non per chi, proprio nel paddock del circuito pavese, ha buttato le basi della nuova Formula Junior.

A motori appena spenti, l'occasione per parlare con Andrea Tosetti, l'artefice di questo rilancio, e per tirare le somme della stagione appena conclusa con qualche anticipazione sulla prossima.

Un primo bilancio di quest'anno di grande successo.

"Si chiude la stagione 2021, finalmente direi. Finalmente perché è stata una delle stagioni più faticose. Superata la stagione 2020 con il Covid, pensavo sarebbe stato tutto più facile, invece, dal punto di vista organizzativo, questa appena conclusa ci ha fatto sudare. Per questo ringrazio Luca Panizzi per il grande aiuto. Chiudiamo una stagione, seppur con una gara in meno, con un bilancio estremamente positivo. Credo di poter dire che la Formula Class Junior sia stata la categoria con la media più alta di vetture in pista ad ogni gara in tutta Italia".

Insomma, una formula vincente.

Il risultato ottenuto conferma che il format, il target price, lo spirito sono vincenti e sono contento di averlo confezionato con caparbietà e decisione anche contro pareri contrari. Non si può accontentare tutti o, forse, non si deve perché il sottile confine tra chi organizza e chi partecipa deve sempre essere ben chiaro".

Un risultato che potrebbe essere interpretato come un punto di arrivo.

"Da oggi inizio a lavorare per la prossima stagione con ancora più impegno perché ho bisogno di garantire la certezza del rispetto delle regole in un campionato così combattuto e devo capire bene come procedere. Con questi ottimi risultati che sono stati raggiunti sto lavorando per una nuova stagione con due schieramenti distinti, uno con le monoposto di Formula Junior e uno con quelle di Formula SuperJunior, allargando il bacino alle Predator's Pc08 e 010 e ad altre Formule che mi hanno già manifestato interesse. Impegno doppio per il futuro, non ci riposiamo sugli allori".

In arrivo importanti novità per la Formula Junior, che tornerà a gareggiare da sola come ai vecchi tempi, e per la Formula SuperJunior.

"Stiamo lavorando con questo obiettivo. Concludo ringraziando tutta lo staff FX per il supporto, Asi e Aci Sport, tutti i piloti, i meccanici, i tifosi e i sostenitori della Formula Class Junior che sono la vera benzina di questa categoria così longeva". 

Nelle foto, i campioni 2021 di Formula Class Junior e SuperJunior e Andrea Tosetti, organizzatore del campionato.

Rachele Somaschini conclude una stagione formativa all’ACI Rally Monza in formato “Mondiale”


Cusano Milanino (MI), 15/11/2021 - Rachele Somaschini come da tradizione chiude la sua stagione sportiva nella gara di casa, il Rally di Monza, rivisitato nelle ultime due edizioni per ospitare l’ultimo e decisivo appuntamento del Campionato del Mondo Rally (WRC), a causa di variazioni del calendario dovute alla pandemia.

Dopo un riposo forzato di quasi due mesi dopo il Rally delle Azzorre - round di Campionato Europeo disputato lo scorso settembre - interrotto solo dalla Cronoscalata di Tandalò, quest’ultimo fine settimana in Sardegna, la giovane milanese ritorna alla guida della sua Citroen C3 R5, gestita da Sportec Engineering, sugli insidiosi asfalti della gara lombarda.
La partecipazione all’evento di Tandalò, il cui organizzatore è da sempre proattivo nella raccolta fondi per #CorrerePerUnRespiro - il progetto di Rachele dedicato alla ricerca sulla fibrosi cistica - era un doveroso tributo della pilota alla memoria dell’amico Nicola Imperio, scomparso lo scorso anno, che tanto impegno ha profuso nel supportare la sua causa.

Nel lungo periodo di stop Rachele si è infatti sottoposta ad una terapia innovativa per la cura della fibrosi cistica, da cui è affetta dalla nascita, con un farmaco di nuova generazione da pochissimo somministrato in Italia, che al momento sembra dare ottimi riscontri e alimenta perciò grandi speranze per il futuro.

Molta voglia di rimettersi in gioco quindi per la pilota milanese, in una gara che rappresenta per lei il ciclo conclusivo di una stagione intensa, dedicata alla crescita e alla formazione alla guida di una vettura impegnativa - da cui la scelta di farsi affiancare da un navigatore molto esperto come Nicola Arena –, e in cui non sono mancate le soddisfazioni, come la conquista del titolo Italiano Femminile.

Di certo non potrebbe esserci occasione più formativa di un round di Campionato del Mondo, valenza a cui è stato “promosso” per la seconda volta di fila, l’Aci Rally Monza. La gara si presenta infatti nuovamente nel formato “WRC”, che prevede un itinerario complessivo di 677 km., di cui circa 254 cronometrati: dopo lo shakedown nel parco dell’Autodromo di Monza, in programma due giornate di prove tra infide strade di montagna della bergamasca e circuito e la tappa conclusiva nel Tempio della Velocità, dove si premieranno i Campioni iridati 2021.

L’evento monzese, a differenza della passata stagione, apre le porte al pubblico in Autodromo, sebbene con una capienza ridotta al 75% e potrà così consentire ai tifosi di assistere dal vivo al grande spettacolo. Nel Rally Village, zona dedicata all’intrattenimento del pubblico, situata nei pressi dell’ingresso pista del circuito, sarà presente un spazio dedicato a #CorrerePerUnRespiro, dove si potranno fare donazioni e scegliere gadget e panettoni solidali, il cui ricavato verrà destinato alla Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica Onlus (FFC).

“E’ una grande emozione disputare un rally a cui sono tanto legata, in un contesto così prestigioso. – commenta Rachele - Certo il format WRC rende la gara molto più lunga, sfidante e complessa, ma per me resta un appuntamento speciale e irrinunciabile. Ho iniziato ad appassionarmi ai motori proprio all’Autodromo di Monza quando, da bambina, seguivo mio padre che correva fino a debuttare lì, insieme a lui, nella mia prima competizione in pista. Non potrei proprio mancare. Nell’edizione dello scorso anno ho avuto il battesimo del fuoco, su prove di montagna con una vettura di classe R5, in condizioni estreme di pioggia, nebbia e perfino bufera di neve. Questa volta spero sarà meno difficile e resta prioritario l’obiettivo di completare il percorso formativo sulle note, che ho intrapreso in questa stagione con Nicola Arena, e di accrescere la mia esperienza di guida su asfalto – che si sa non è il mio fondo ideale – con la C3 R5, con cui spero di poter affrontare l’anno prossimo il Campionato Europeo".

"Rivedere il pubblico in Autodromo sarà una sensazione bellissima – prosegue Rachele - e costituisce un'occasione notevole per sottolineare con maggior forza il messaggio di #CorrerePerUnRespiro, il mio progetto vitale nella lotta alla fibrosi cistica, che sarà presente con uno spazio dedicato nell'area spettatori dell'Autodromo. Il nuovo farmaco appena introdotto sembra efficace per una mutazione genetica riguardante circa il 70% dei malati italiani di fibrosi cistica. Ma l'impegno di #CorrerePerUnRespiro non si fermerà sinché la malattia non sarà sconfitta per tutti.
Ringrazio sempre tutti gli sponsor che mi accompagnano e mi permettono di prendere parte a questo importante evento.”

Un evento che promette un alto tasso di adrenalina. Dopo lo shakedown nel pomeriggio di giovedì 18 novembre, all’interno dell’Autodromo brianzolo, saranno 16 in totale le prove speciali previste dal programma dell’ACI Rally Monza che determineranno i Campioni del Mondo 2021. Si entra nel vivo della gara nella giornata di venerdì 19, con sette tratti cronometrati da percorrere tra le valli bergamasche e il circuito, in un format che si replicherà sabato 20, con sei prove speciali, sino al gran finale della domenica, con tre prove tutte disegnate all’interno del Tempio della Velocità. Le continue variazioni di fondo, le impervie prove di alta montagna e il meteo imprevedibile daranno filo da torcere ai protagonisti che, vista la posta in ballo, non potranno risparmiarsi, a tutto vantaggio dello spettacolo.

(In foto: Rachele Somaschini in azione al Rally di Monza 2020 - credit: RaceEmotion Photography)

Campioni alla ribalta al Porsche Club GT Festival di Misano


Tra sabato e domenica il Porsche Club GT Festival ha concluso a Misano il 2021 del Porsche Club GT confermando i grandi numeri della stagione del monomarca organizzato dal Porsche Club Umbria sotto l’egida di ACI Sport. La seconda edizione dell’adrenalinica serie nazionale con protagoniste le Porsche 911, Cayman e Boxster da corsa e stradali ha vissuto una coinvolgente e partecipata kermesse finale tra sfide in pista, karting e premiazioni, con presenti tutti i Campioni 2021 e tanti fra protagonisti e ospiti speciali. 

Un successo su tutti i fronti che ha permesso a piloti, squadre, tecnici e partner di celebrare una stagione da record (oltre cento i piloti coinvolti) in un evento speciale extra-campionato capace di miscelare alla perfezione i duelli a colpi di giri veloci tipici della serie alle iniziative pensate per l’occasione, che hanno rinsaldato l’atmosfera di sano agonismo, passione, condivisione e anche amicizia creatasi in questi due anni nel circus del Porsche Club GT, fra tante novità già proiettato verso il 2022.

“È stata una grande chiusura del 2021 - ha detto il presidente del Porsche Club Umbria Diego Locanto -, complimenti ai partecipanti e alle realtà che hanno reso possibile la stagione. La gara di kart sabato ha dato prova del sano agonismo che traspare dal campionato e ancor più lo si è visto al gala serale delle Premiazioni con un centinaio di presenze. Questo certifica la bontà del progetto, siamo super soddisfatti della stagione e bisogna perseguire sulla strada intrapresa. Poi domenica in pista grandi sfide. Era un evento extra, ci siamo divertiti girando molto più del solito all’interno di un autodromo in esclusiva e anche questa è una chiusura in’ upgrade’. Per il 2022 confermiamo il format con la base di cinque round sulle piste più importanti e chissà che il Festival non diventi la sesta prova con punteggio doppio. Dopo la bella esperienza di sabato potremmo anche evolvere in parallelo il karting, mentre già vari partner hanno espresso la volontà di proseguire insieme, fra questi il Centro Porsche Latina, Tubi Style e Goodyear, con la quale inauguriamo un nuovo accordo che coinvolgerà anche il marchio Dunlop.”

Dopo le sfide in kart al “Misanino”, la cui finalissima è stata vinta dal noto pilota di Latina Fabrizio Del Monte mentre nella categoria femminile si è imposta la perugina Virginia Patumi, la Cerimonia di Premiazione di sabato sera ha ospitato tutti i sette campioni 2021, premiati con gli altri protagonisti sul podio di ciascuna classe nel gala tenuto all’Hotel Europa Monetti: il bergamasco Federico Reggiani nella categoria “racing” regina DSW 991 Cup, il trentino Emiliano Formaini nella DSW 997 Cup, lo stesso presidente Diego Locanto campione fra le stradali nella Goodyear GT3 RS, il pratese Davide Zumpano vincitore della Tubi Style GT3 (e del premio speciale di uno scarico Tubi Style come pilota che ha realizzato il più alto punteggio in assoluto), il ravennate vincitore della Sparco GT Carlo Manetti. il milanese campione della Panta GT4 Martino Rigo e il torinese dominatore della Entry level/Historic Andrea Ruscica. Il premio speciale come Pilota Sportivo dell’Anno è stato consegnato al gentleman driver bresciano Dario Peroni, mentre nella classifica a squadra ha prevalso la compagine Umbria 3 su quella della Toscana.

Nella domenica dedicata alle gare, che nelle vesti di coach ha ospitato anche i due campioni della Carrera Cup Italia Alberto Cerqui (neo campione 2021) e Simone Iaquinta (2019 e 2020), al Misano World Circuit non sono mancate emozioni e sorprese. Al termine delle tre gare disputate (valida la somma dei migliori due tempi), fra le 911 GT3 Cup il già campione della DSW 991 Cup Federico Reggiani ha fatto sua anche la tappa extra del Festival superando Diego Locanto (2°) e il valdarnese Daniele Polverini (3°). Dominio umbro invece nella DSW 997 Cup con Massimo Regni davanti all’altro perugino Walter Patumi, entrambi già protagonisti in stagione. Fra le Porsche stradali, esordio vincente nel Porsche Club GT per il trentino Ivan Melchiori, primo nella Goodyear GT3 RS, mentre il già campione Davide Zumpano su 911 GT3 si è imposto nella Tubi Style GT3 davanti ad Andrea Ruscica, alla prima presenza con la 911 dopo il titolo vinto nella Entry Level sulla Boxster. Nella Sparco GT il pilota brianzolo Enrico Di Leo ha portato al successo il modello 997 GT3 RS al Festival, tornando sul gradino più alto dopo la vittoria colta al Mugello nella prima tappa 2021. Come per l’intero campionato, emozioni in bagarre si sono succedute fra le Porsche Cayman della Panta GT4, che al Festival incorona per la prima volta il bergamasco Enrico Zanchi davanti al bolognese vicecampione 2021 Enzo Formato e al campione in carica Martino Rigo. Finale al limite anche nella Entry level/Historic, dove al volante della 997 S il marchigiano di Civitanova Devid Vesprini ripete l’exploit dell’ultima di campionato a Vallelunga superando proprio all’ultimo assalto il milanese Mattia Fiore, in azione con l’ammirata 964 RS. Tornando alle 911 GT3 Cup, da segnalare il rientro, anche se solo nelle libere, del team principal di Krypton Motorsport Stefano Pezzucchi, la new-entry lodigiana Giacomo Maiocchi e due protagonisti come Marco Santanocita e Ilario Introna, con il primo all’esordio sulla versione 991 e il pugliese sul nuovo modello 992. (Agenzia ErregiMedia)

domenica 14 novembre 2021

La rivoluzione del carbonio


- di Massimo Campi
- foto di Raul Zacchè (Actualfoto)

Dagli anni Ottanta il carbonio è diventato sempre più popolare e il suo utilizzo si è esteso anche alle categorie minori, alle vetture a ruote coperte. Il 18 luglio 1981, John Watson vince il G.P. di Inghilterra con la Mc Laren Mp4/1 progettata da John Barnard, la prima vettura realizzata con una monoscocca in fibra di carbonio, ed apre un’epoca che dura tuttora, una vera rivoluzione tecnologica, più duratura di molte altre come le wing car o la sovralimentazione. Con l’avvento del carbonio si è cambiato modo di costruire le vetture, sono aumentate le prestazioni, in virtù di una maggiore rigidezza torsionale e di un elevato grado di sicurezza in caso di urto. 

Alcuni drammatici incidenti, ad esempio quello che è costato la vita a Gilles Villeneuve, con una monoposto realizzata in carbonio avrebbe avuto ben altro esito per il pilota. Lo testimoniano alcuni incidenti degli ultimi anni, risolti con molta paura, magari qualche brutta botta, ma senza la perdita del pilota, con prestazioni delle monoposto ben più elevate rispetto agli anni settanta e ottanta. La validità della fibra di carbonio è innegabile nello sport dell’automobile, soprattutto in termini di sicurezza, leggerezza e rigidità torsionale. Oggi il carbonio è diventato molto popolare e gli usi si sono moltiplicati. Dopo le scocche, le carrozzerie e parti accessorie come alettoni, appendici aerodinamiche, prese d’aria, si passati all’utilizzo su altre parti strutturali. I freni al carbonio sono nati ancor prima delle scocche, ma il loro vero sviluppo risale al 1982, sempre con Mc Laren e Renault, in seguito il carbonio è stato utilizzato per i bracci e gli attacchi delle sospensioni, e le moderne F.1 sarebbero ormai impensabili senza questa fibra nera, leggera e resistente.

L’utilizzo delle fibre di carbonio risale al dopoguerra nel campo dell’industria aerospaziale. Nell’automobilismo da corsa fanno la loro comparsa a metà degli anni settanta, per la costruzione di parti della carrozzeria o degli alettoni, come sulla Lola Embassy di Graham Hill, ma nessuno, fino ad allora, aveva ancora pensato di impiegarla per la costruzione del telaio. Correva l’anno 1981 e per la Mc Laren c’era appena stata una svolta epocale, con la fusione tra la vecchia Mc Laren Cars di Teddy Meyer ed il Team Project Four di F.2 capitanato da Ron Dennis, che in breve tempo diventerà il padrone assoluto della Mc Laren. Nella nuova sede di Woking viene chiamato un progettista, John Barnard, che all’attivo ha una precedente esperienza nel team Mc Laren, nell’era Meyer, poi è emigrato in America nel team Chaparral. Nel 1979 è ritornato in Europa andando al Team Rebaque, che però ha chiuso i battenti, e così torna in Mc Laren nella nuova struttura di Ron Dennis. L’incarico affidato a Barnard è quello di progettare una nuova vettura ad effetto suolo, siamo ancora in piena epoca “wing car”, e per avere elevati valori di deportanza occorre fare una scocca piuttosto stretta. Ma una scocca stretta presenta valori di rigidità piuttosto bassi ed occorreva trovare delle soluzioni alternative per avere la massima resistenza alla torsione. “Mister lampadina” (Barnard in gioventù ha lavorato anche in una fabbrica di lampadine) entra in contatto con tecnici della British Aerospace, che usano abitualmente la fibra di carbonio nel campo dell’aeronautica, nasce così l’idea di fare una scocca con questo materiale che viene realizzata dalla Hercules a Salt Lake City, con cui la Mc Laren ha stretto una collaborazione, e viene pronta alla fine del 1980. 
Nel 1981 i piloti della Mc Laren sono John Watson ed il giovane Andrea De Cesaris, che iniziano la stagione con le vecchie M29F-Ford, per poi passare alla nuova Mp4/1 motorizzata con il V8 Cosworth, che debutta con l’irlandese in Argentina. In Spagna Watson sale sul terzo gradino del podio, a Digione è secondo, dietro la Renault Turbo di Prost, ed a Silverstone arriva la prima storica vittoria, facilitata anche dal ritiro della Renault di Prost e della Brabham di Piquet. A Monza Watson subisce un pericoloso incidente, la Mp4 sbatte violentemente contro le barriere, tanto che si spezza la scatola del cambio e l’olio finito sugli scarichi incandescenti prende fuoco. Watson, incredulo esce dalla monoposto senza un graffio, la scocca, nonostante i forti urti, risulta completamente integra. Solo allora tutti capirono i pregi della fibra di carbonio anche in materia di sicurezza.

Colin Chapman, contemporaneamente a Barnard, arriva all’utilizzo della fibra di carbonio con la Lotus 88, presentata alla stampa solo una settimana dopo la Mc Laren Mp4/1. Ma la 88 è stata una delle più geniali e controverse idee di Colin Chapman, bocciata sul nascere. Il tipo di fibra di carbonio usato da John Barnard era principalmente unidirezionale. All’inizio l’impiego del carbonio era misto con il kevlar, in seguito si è passati all’utilizzo integrale della fibra di carbonio. La scocca della Mc Laren Mp4/1 aveva inizialmente una rigidità torsionale di oltre 1.400 kg/m, ma era più stretta delle altre vetture concorrenti e pesava solamente 30 Kg. I materiali compositi possono essere di diverso genere, come il kevlar e la fibra di carbonio. Ai costruttori arrivano sotto forma di fogli impregnati con diversi tipi di resine (epossidiche, fenoliche, poliestere). Le fibre di carbonio sono di vari tipi, ma nel campo della formula uno si usano generalmente quelle unidirezionali ad alta resistenza. I telaio vengono realizzati con questo tipo di fibre, intrecciandole a seconda dei casi e delle esigenze strutturali dei singoli punti. La tecnologia creata da John Barnard con le varie Mc Laren Mp4 e le successive Ferrari 639, prevedeva l’utilizzo di uno stampo maschio, in pratica l’interno della scocca su cui venivano incollate i vari strati di fibra di carbonio. Lo stampo era di alluminio, smontabile dopo la cottura in autoclave. Questa soluzione permetteva di avere una scocca interna su cui poi veniva posizionata la carrozzeria che poteva essere ampiamente modificata a seconda delle esigenze aerodinamiche senza dovere riprogettare l’intera struttura. In seguito si è percorsa l’attuale soluzione dello stampo femmina. In pratica le scocca è realizzata in due semigusci, successivamente uniti ed esce già con la forma esterna definitiva. Questa soluzione non ha bisogno di una successiva carrozzeria, ma è la stessa scocca a fungere da carrozzeria con un relativo risparmio di peso e di dimensioni della monoposto nella parte centrale.

Gerard Ducarouge, nel 1982, è uno dei primi dopo Barnard ad utilizzare la fibra di carbonio per la realizzazione dell’Alfa Romeo 182, ma è anche il primo che utilizza uno stampo femmina per la scocca che viene realizzata dalla inglese Advance Composites. Il risparmio della carrozzeria e la leggerezza della scocca fa sì che la vettura è di 40 Kg sottopeso, un valore notevole per le monoposto dell’epoca. L’utilizzo del carbonio porta ad una vera rivoluzione nel campo della progettazione telaistica, ma non tutti sono preparati e possiedono i sistemi di calcolo di Barnard, per cui alcuni, tra cui anche Ferrari e Williams, inizialmente realizzano una scocca mista, con la parte inferiore in alluminio ed il top in carbonio. Solo con l’arrivo di Barnard in Ferrari nel 1989, la fabbrica di Maranello passa alla costruzione di una vera struttura monolitica, anche se la tecnologia dell’inglese impone uno stampo maschio, per poter intervenire più liberamente sulle forme della carrozzeria. Attualmente tutti i team utilizzano la tecnologia di fabbricazione con i maschi femmina, e le centine vengono direttamente incorporate tra le pelli della scocca e non più incollate come un tempo. La costruzione delle scocche è molto influenzata dalle prove di resistenza introdotte dalla Fia in materia di sicurezza.

La costruzione dei telai in carbonio prende spazio anche in altre categorie, tra cui le vetture sport a ruote coperte. Tra i primi ad introdurre la tecnologia del materiale composito c’è Tony Southgate a cui viene affidata, dalla TWR di Tom Walkinshaw, la progettazione delle Jaguar a metà degli anni ottanta. Il progetto di Southgate è decisamente innovativo e presenta un telaio completamente monoscocca in fibra di carbonio e kevlar con un motore 12 cilindri a V di 7 litri di cilindrata aspirato derivato da quello montato sulle vetture di serie. Nel 1986 arrivano le prime affermazioni, nel 1987 la TWR-Jaguar vince il mondiale con la Xjr-8 e nel 1988 la prima vettura con un telaio in carbonio vince la 24 ore di Le Mans. E’ la Xjr-9LM di Johnny Dumpries, Andy Wallace e Jan Lammer.

Pensare una vettura di F.1 odierna senza l’utilizzo di questa fibra nera, leggera e resistente è quasi impossibile. La maggioranza delle parti che compongono una moderna monoposto è realizzata in carbonio, dopo essere stato impiegato per le carrozzerie, le appendici aerodinamiche, i telai, si è passati ai freni in carbonio, a parti accessorie del motore ed anche alla costruzione della scatola del cambio. L’uso del carbonio per i dischi dei freni è merito di Gordon Murray, che li sperimentò brevemente sulla Brabham BT46 del 1976. I freni erano praticamente quelli adottati dal Concorde, realizzati dalla Dunlop, ma l’esperimento non ebbe un immediato seguito. Solo nel 1982 si ha l’ingresso stabile dei dischi in carbonio sulle monoposto, introdotte dalla Mc Laren e dalla Renault. Inizialmente i dischi erano semplici, non ventilati, con un processo di fabbricazione piuttosto complesso che durava anche otto mesi. L’uso dei freni in carbonio inizialmente viene alternato con quelli classici in ghisa, preferiti dai piloti in condizioni di pioggia o tempo incerto, il carbonio è ancora incostante nell’utilizzo e non sempre riesce a raggiungere la temperatura ottimale. La stagione successiva vengono introdotti, sempre da John Barnard, i primi dischi in carbonio autoventilanti, ed è Niki Lauda a vincere il la prima gara con questo tipo di freni. E’ il G.P del Sudafica, a Kyalami, il 7 aprile del 1984. Il campione austriaco è al volante della Mc Laren Mp4/2 Tag Porsche ed a fine anno vincerà il suo terzo titolo battendo per mezzo punto il compagno di squadra Alain Prost.

E’ sempre merito di John Barnard l’introduzione del carbonio per la costruzione della scatola del cambio, con la Ferrari F310 del 1996, la prima monoposto dell’era Schumacher. Il progettista inglese, ritornato in Ferrari, realizza il cambio in carbonio e titanio, ma la nuova soluzione presenta degli inconvenienti, con alcuni ritiri causati proprio da questo particolare. Il carbonio viene anche impiegato nella costruzione dei bracci delle sospensioni, e negli ultimi anni anche per gli attacchi dei bracci alla carrozzeria, con delle speciali piastrine al posto dei tradizionali uniball.

Dagli anni ottanta il carbonio è diventato sempre più popolare, il suo utilizzo si è esteso anche alle categorie minori, alle vetture a ruote coperte, ed anche alle formule addestrative. Anche alcune vetture granturismo hanno fatto largo uso di strutture in carbonio, come la Bugatti EB110 degli anni ’90 o la Mc Laren F1 GTR progettata da Gordon Murray, una delle supercar che ha fatto scuola ed ha rappresentato un metro di paragone e la nuova frontiera per tutte le vetture ad altissime prestazioni.

Formula X Racing Weekend/ L’ultimo atto al circuito ‘Tazio Nuvolari’ ha incoronato i campioni 2021


Finale di stagione del Formula X Racing Weekend emozionante e ricco di colpi di scena. Sul circuito ‘Tazio Nuvolari’ di Cervesina (PV) sono infatti stati emanati gli ultimi verdetti di un’annata densa di soddisfazioni per il contenitore agonistico tricolore, con l’assegnazione dei numerosi titoli ancora in palio nelle otto categorie presenti in pista nelle giornate di Venerdì 12 e Sabato 13 Novembre. A conquistare il titolo di campione italiano nella Topjet FX2000 Formula Trophy è stato il pilota veronese Bernardo Pellegrini su Dallara F-313 Volkswagen, mentre la sfida conclusiva nel campionato FX3 riservato alle Predator’s PC015-Y ha visto prevalere il giovane Andrea Bodellini. Finali scoppiettanti anche per quanto riguarda la serie Turismo ATCC e per la Formula Class Junior, così come per le categorie di supporto presenti in un evento che ha registrato la presenza di oltre 150 piloti al via.

A rendere ancora più incerto ed emozionante l’atto conclusivo della stagione ci ha pensato il meteo, con una fitta nebbia che ha poi ceduto il passo alla pioggia nella seconda giornata. Condizioni che hanno esaltato la sfida in pista, rendendo quasi epico il finale di un’annata da incorniciare per la serie organizzata da Luca Panizzi. Il tutto accompagnato dalla consueta diretta televisiva su MS Motor TV e dalle immagini in live streaming, che hanno intrattenuto migliaia di appassionati confermando il successo del format targato Formula X, pronto a sfornare numerose novità in vista della stagione 2022.

TOPJET FX2000 FORMULA TROPHY/FX2. Il testa a testa finale tra Bernardo Pellegrini ed il campione uscente Dino Rasero si è risolto in favore del primo, capace di imporsi grazie alla superiorità complessivamente messa in mostra nell’arco del week-end di Cervesina. Giunto al round pavese con 32 punti di vantaggio sull’avversario, Pellegrini (dopo aver messo a segno una perentoria pole position) ha dovuto fare i conti con l’esito di una gara-1 divenuto sub-judice in seguito ad un’investigazione da parte della Direzione Gara. Di fatto, la seconda manche si è rivelata quella decisiva per l’assegnazione del titolo, con il portacolori HT Powertrain che ha controllato la situazione sul bagnato transitando per primo sotto la bandiera a scacchi davanti allo stesso Rasero. Sul terzo gradino del podio nella classifica assoluta sono saliti nelle due manche Francesco Solfaroli (al top nella FX2) e Umberto Vaglio (vincitore nella classe Pro), mentre la giovane Jenni Sonzogni si è aggiudicata il titolo nella classe B dopo un emozionante confronto con Simone Saglio. Vittorie nella classe Open per Stefano Palummieri e titolo nella FX2 Light per Fabio Turchetto, abile ad imporsi in gara-2 dopo il successo conquistato da Riccardo Stocchi nella prima manche.

FX3. A svettare nel gran finale che vedeva ben quattro piloti ancora in lizza per il titolo è stato Andrea Bodellini, autore di un altro week-end consistente che lo ha visto salire sul gradino più alto del podio in gara-1 e conquistare la piazza d’onore nella seconda prova. Il giovane portacolori del New Team Racing ha potuto così respingere gli assalti di Alberto Naska (capace comunque di chiudere in bellezza con il secondo centro stagionale in gara-2) e di Lyle Schofield, mentre Davide Critelli è stato costretto ad una prova in rimonta dopo un testacoda nelle fasi iniziali. Podio nell’assoluta e titolo AM per Maurizio Giberti, capace di precedere nella graduatoria finale Andrea Gilardoni, nonostante il successo colto da quest’ultimo in gara-1.

TROFEO PREDATOR’S. Il doppio confronto riservato alle PC015-H del Factory Team (valevole per la prima prova stagionale del Winter Trophy) e alle ‘classiche’ PC010 ha registrato il doppio successo di Lorenzo Bruni, capace di precedere in gara-1 Gabriele Bini e Diego Sabbatini. Per quanto riguarda invece l’ultimo atto stagionale riservato al Trofeo PC010, il titolo 2021 è andato ad Andrea Zaniboni, dopo il successo conquistato dal fratello Matteo in gara-1 e quello di Lorenzo Cossu nella seconda manche davanti ad Andrea Raiconi e Marcello Melchior.

ATCC. Una griglia ricca e variegata ha caratterizzato anche l’ultimo round stagionale del campionato riservato alle vetture Turismo e GT. Dopo la conquista nel precedente appuntamento di Vallelunga del titolo in Prima Divisione da parte di Denis Babuin (Bolza Corse), ad imporsi nelle due manche di Cervesina è stato il bolognese Giacomo Ghermandi. Il portacolori Lema Racing ha avuto la meglio nella prima manche nei confronti della Peugeot 308 di Giuseppe Bodega e di Mauro Trentin, mentre nella seconda prova quest’ultimo ha artigliato il secondo gradino del podio davanti a Massimo Arduini. La classe C ha visto il doppio successo di Andrea Musso su Seat Leon MK2, mentre Lorenzo Semprini (Porsche Cayman) si è aggiudicato il titolo GTM dopo un acceso confronto con Francesco Palmisano.

La Seconda Divisione ha incoronato invece Claudio Cappai (Peugeot RCZ Cup) sul trono della classifica assoluta, complice l’assenza di Lorenzo Funari dalla tappa conclusiva. Per lo svizzero è arrivato un perentorio doppio trionfo nelle difficili condizioni meteo di Cervesina, conquistato davanti ad Andrea Borgna in gara-1 e Silvano Bolzoni nella seconda manche. Per quanto riguarda le singole classi, lo stesso Cappai ha preceduto Claudio Grispino nella D, mentre Paolo Marcon (Spice-X) e Matteo Franzosi (Citroen Saxo) si sono imposti rispettivamente nella E1M e nella classe F. La combattuta RS Trophy ha infine visto l’assegnazione del titolo 2021 ad Andrea Borgna, con quest’ultimo che si è spartito il gradino più alto del podio di categoria con Silvano Bolzoni, al top in gara-2.

FORMULA CLASS JUNIOR. Un finale al cardiopalma e condizionato dalla pioggia ha assegnato i titoli 2021 nella classifica assoluta e nei singoli trofei. Nicolò Pavoni (Sarchio Racing) si è aggiudicato il trono dell’assoluta valevole per il Trofeo ‘Alberto Baglioni’, grazie anche al successo conquistato in gara-1 dopo l’uscita di pista del leader Dino Panozzo. A completare il podio nella prima manche anche Annalaura Galeati (vincitrice di gara e del titolo nella Super Junior) davanti a Marco Visconti, autore di una grande rimonta. Proprio il pilota Stilo Corse si è poi aggiudicato una gara-2 interrotta dopo sole tre tornate a causa di un violento acquazzone, precedendo sul podio dell’assoluta Marco Brambilla e Roberto Di Modugno. Oltre ai trionfi di Nicolò Pavoni e Annalaura Galeati (quest’ultima al secondo titolo consecutivo nel ‘Pino Marabotto) ad aggiudicarsi gli allori 2021 sono stati Dino Panozzo nel Trofeo ‘Romolo Tavoni’ (Junior) e Lorenzo Tocci nel Trofeo ‘Sandro Corsini’ (Silver).

SUPPORT SERIES. Finale da incorniciare per Alberto Naska nella Legens Cars Italia, con il popolare youtuber in grado di aggiudicarsi entrambe le manche in programma precedendo in gara-1 Simone Borghi e il già campione Luca Ferrario, mentre nella seconda è stato Gianluca Borghi a piazzarsi sul terzo gradino del podio. Il monomarca GT National Cup ha registrato i successi di Claudio Cappelli e Claudio Mantori, con Pierluigi Nebuloni e Carmine Alfano a completare il podio della serie riservata alle Porsche Cayman ed organizzata dal team Tecnocorse. Kevin Liguori ha colto una doppietta nell’appuntamento finale del Challenge Ford MPM, precedendo Antonello Casillo e Antonio Auricchio in gara-1, mentre sono stati lo stesso Auricchio e Giuseppe Gulizia ad accompagnarlo sul podio della seconda manche; proprio il pilota siciliano ha potuto così festeggiare la conquista del titolo 2021 del monomarca organizzato da Four Project Italia. Infine, le consuete gare elettrizzanti hanno caratterizzato il penultimo round stagionale della Smart EQ fortwo e-cup, con i successi di tappa conquistati da Francesco Savoia e Giuseppe De Pasquale.

Luca Panizzi (organizzatore Formula X Racing Weekend): “Abbiamo chiuso con un fine settimana esaltante una stagione per noi ricca di soddisfazioni. Nonostante le difficoltà causate dalle bizze meteorologiche, siamo riusciti a fare disputare tutte le gare in programma e le emozioni…non sono mancate. Un grande complimento va rivolto ai vincitori dei titoli assegnati nelle varie categorie, ma l’applauso collettivo è ampiamente meritato per tutti i piloti e team che hanno creduto nel nostro progetto e che hanno preso parte a questa stagione. Desidero ringraziare tutti coloro che hanno fornito il proprio contributo, a partire da ASI e ACI Sport, passando per i nostri sponsor e partner tecnici, sino alla Direzione Gara e al nostro fantastico staff che ha lavorato in modo encomiabile. Adesso ci prepariamo per l’atto finale della E-STC Series il prossimo week-end a Imola, prima di concentrarci al 100% su una stagione 2022 che riserverà grandi novità che sveleremo a breve!”

Il FORUM8 ACI Rally Monza in diretta su Raisport


Monza, 14 novembre 2021 - Il FORUM8 ACI Rally Monza avrà un'ampia copertura televisiva in Italia grazie ad un accordo con Rai. Sul canale Raisport+HD verranno infatti trasmesse cinque Prove Speciali dell'ultima tappa del World Rally Championship, compresa la Power Stage finale all'Autodromo Nazionale Monza che assegnerà i titoli piloti e costruttori del Campionato del Mondo Rally 2021.A commentare le PS per il pubblico italiano saranno Gianfranco Mazzoni e Andrea Nicoli, coadiuvati da voci tecniche del mondo dei rally. L'inviata Stella Bruno farà inoltre collegamenti in diretta dal circuito per Rai News e TG Sport, realizzando dei servizi per quest'ultimo notiziario sportivo e per il programma L'altra DS, entrambi in onda su Rai2.

Il primo appuntamento televisivo del FORUM8 ACI Rally Monza è previsto giovedì alle 18:30 quando in circuito sarà in corso lo shakedown Pzero. Stella Bruno si collegherà con TG Sport Sera in onda su Rai2 e Raisport per informare gli spettatori degli ultimi sviluppi. Venerdì 19 novembre verrà invece trasmessa su Raisport+HD la diretta della PS Costa Valle Imagna 2, disputata in 22,11 km dell'omonimo paese della provincia di Bergamo, a partire dalle 11.

Sabato 20 novembre gli appassionati di rally potranno seguire su Raisport+HD le due Prove Speciali San Fermo sulle montagne bergamasche di 14,80 km. Alle 7.30 sarà trasmessa in diretta la PS San Fermo 1 mentre alle 12:15 andrà in onda la differita della PS San Fermo 2. Venerdì e sabato, Stella Bruno si collegherà in diretta alle 12.30 con Rai News e darà un aggiornamento sull'esito delle prove in un servizio per TG Sport Sera alle 18.30.

Domenica 21 novembre a mezzogiorno inizierà su Raisport+HD una diretta di 90 minuti che seguirà gli atti finali del FORUM8 ACI Rally Monza con l'ultima PS Wolf Power Stage di 14,62 km e le premiazioni. Alle 17 sarà invece possibile rivedere in differita sullo stesso canale la Serraglio 1, penultima Prova Speciale della giornata. Nei programmi TG Sport Sera e L'Altra DS di domenica su Rai2 andrà in onda un servizio riassuntivo dell'evento.

Un ricco palinsesto per gli appassionati italiani dunque che arricchirà i contenuti già realizzati da WRC+ All Live, la piattaforma streaming ufficiale del World Rally Championship che sarà trasmessa anche nel Pirelli Rally Village per il pubblico presente in Autodromo.

Foto Diego Onida

Giovanni Salvati, la promessa perduta



> Testo di Massimo Campi

> Immagini © Archivio Salvati


Taruma, Brasile, vicinanze di Porto Alegre, 14 novembre 1971. Giovanni Salvati, grande promessa dell’automobilismo e campione Italiano 1970 di F.3 esce di pista in una gara di F.2 nel tentativo di passare Wilson Fittipaldi. Si infila sotto il guard rail, le lesioni causano il decesso istantaneo e la fine del sogno di un giovane pilota, nato a Castellammare di Stabia, milanese di adozione, innamorato delle corse. Da quel triste giorno sono cambiate tante cose nella vita di suo fratello Adriano, più giovane di lui di tre anni. Chi era e cosa ha vinto Giovanni Salvati ce lo racconta proprio lui, Adriano, appassionato di corse, commissario di gara dell’ACI Milano, che ha fondato con alcuni amici la Scuderia Salvati proprio per ricordare il fratello scomparso in quel triste giorno del 1971.




“Giovanni è nato il 2 novembre del 1941, a Castellammare di Stabia, dove ha origine la nostra famiglia, mentre io sono più giovane, il secondo, essendo nato nel 1944. La nostra famiglia arriva a Milano nel 1960, al seguito di mio padre. Avevamo già un negozio a Castellammare, ma a mio padre non piaceva stare al sud, voleva emigrare a Milano dove veniva spesso per lavoro, aveva capito che il boom era qui e non al sud. Si occupava già di gomme ed olio, era un rappresentante Michelin e Rolloil, il progresso era a Milano e lui ci volle venire. Mio fratello, che tutti noi chiamavamo “Giannino”, fu subito entusiasta della proposta, era appassionatissimo di motori: Milano era vicino a Monza, per lui era un grande sogno poter frequentare la pista, ed il suo entusiasmo contagiò tutti. Così mio padre non ebbe più nessuna remora, trovò una sistemazione a Milano, casa in Piazzale Corvetto e negozio con relativa attività di vendita gomme ed accessori in Viale Umbria. Dopo due mesi venimmo tutti nella metropoli del nord, l’unico che non era contento ero io: dovevo lasciare amici e ragazza, ma con il tempo tutto si superò”.


Il debutto in F. 875 Monza


“Nel 1964 Romolo Tavoni, fresco dirigente dell’Autodromo di Monza, inventa la F. 875 Monza. La monoposto venne esposta in occasione del G.P. d’Italia davanti al vecchio bar, su un piedistallo; Giannino la vide, se ne innamorò subito, il cartello di presentazione diceva: F. 875 Monza, costo 875.000 lire. Per mio fratello era il sogno possibile di potere finalmente correre. Si iscrisse subito nella lista d’acquisto, la monoposto si poteva prendere anche a rate, dette 250.000 lire di anticipo ed il resto lo diede a rate direttamente all’ACI Milano. Subito dopo il Gran Premio, il vulcanico Tavoni organizzò delle sessioni di prova per chi aveva comprato la monoposto. Una domenica pomeriggio, durante queste prove sulla pista Junior, fermò tutti quelli che stavano provando, estrasse a sorte i nomi per fare una griglia di partenza e diede il via alla prima gara, così senza nessun preavviso, per vedere come si comportavano i futuri piloti. Giannino partì a metà schieramento, ma al primo giro, all’uscita della Parabolica, aveva superato tutti ed era in testa con una ventina di metri sul gruppo degli inseguitori, ma al secondo giro era già nella sabbia della Parabolica per troppa foga, dimostrando di essere veloce, ma anche troppo ardito!


Nel 1965 è uno dei vari piloti del primo “Trofeo Cadetti” della storia. Vince anche una gara, ma viene squalificato per problemi di motore. Allora non c’erano dei veri preparatori e Giannino si affida ad un meccanico di Piacenza, si chiamava Provini, che preparava le 500. Provini preparò il motore della Ambivero di Giannino con le stesse caratteristiche che usava per le sue vetture, senza nessun rispetto del regolamento in vigore per la F. 875. Quel motore comunque andava piuttosto male, ma appena montato andò a Monza per partecipare ad una gara sotto l’acqua. Giannino era uno di quei piloti che amava il bagnato, andava fortissimo, superò tutti dimostrando le doti che sarebbero poi uscite nel tempo e vinse. In verifica, quando aprirono il motore, scattò subito la squalifica ed il divieto di correre per due gare. Ovviamente cambiò subito meccanico ed andò da chi già preparava le macchine dei vincenti. Nel 1966 era uno dei protagonisti del Trofeo Cadetti e finì, sempre con la Ambivero, terzo in campionato alle spalle di Franco Guffanti e Santino Pancotti, entrambi alfieri della C.R.M.; fece anche, verso fine stagione, delle gare con la MZ costruita da Mario Zambarbieri”


Dopo la F.Monza Giannino passa alla F. 850 e la F. 3


“Per Giannino ormai la F. 875 era stretta e nel 1967 optò per la F850 dopo avere già fatto un paio di gare alla fine della stagione precedente. La vettura era inizialmente la MZ, corse anche con altre vetture ma sempre con alterni risultati, senza mai cogliere risultati eclatanti per vari problemi meccanici. Con la F.850 corse per due anni, 1967 e 1968, poi arrivò il debutto in F.3 che allora montava ancora i propulsori di un litro di cilindrata. Venne acquistato un telaio Tecno usato vecchio di un anno, ed il 7 aprile 1969, c’è il 1° trofeo Novolan, la prima gara della stagione a Monza sulla pista Junior con il debutto di Giannino in F.3. Nelle prove di qualificazione sotto il diluvio il miglior tempo è quello di Giannino che vince la sua batteria di qualificazione ed in finale si ritrova in prima fila con affianco la Tecno ufficiale di Ronnie Peterson. Per 41 giri i due piloti con le Tecno continuano a sorpassarsi ad ogni staccata sfruttando le scie. All’ultima staccata si rompe il cambio della Tecno di Giannino ed è la fine del sogno con la monoposto ferma, mentre Peterson saluta e va a vincere. Dopo questa gara Peterson parlò così bene di Giannino alla Novamotor che in seguito i Pedrazzani ebbero sempre un occhio di riguardo per mio fratello. Quando corse in F.2 avevano un poster di Giannino anella loro officina che per loro era un segnale di vero apprezzamento verso un pilota concesso a pochi. Il resto della stagione ’69 continuò senza particolari risultati, con vari problemi meccanici e incidenti, ma senza nessun acuto. Messa in archivio la stagione 1969 ci si preparava alla stagione ’70, sicuramente il miglior anno di gare nella storia di Giannino”.


Il 1970 è stato sicuramente l’anno d’oro di Giannino, vittorie in Italia ed all’estero, campione Italiano di F.3, Casco d’oro di Autospint ed il debutto vittorioso in F.2, ma andiamo con ordine.


“Il carattere di mio fratello e le sue doti di pilotaggio venivano comunque apprezzate dagli addetti ai lavori e dai campioni come Peterson. Per il 1970 la Tecno gli fornì un telaio nuovo ad un prezzo scontatissimo e la Novamotor fornì i motori praticamente gratis, compreso un motore di scorta per ogni gara e con questo pacchetto tutto divenne più semplice. 30 marzo 1970, prima gara dell’anno a Monza, il Gran Premio Campagnolo organizzato da Giambertone, la nuova Tecno va forte ed è subito vittoria davanti a Sandro Cinotti, Luigi Battistello e Marcello Gallo. Nella Coppa Junior il 3 maggio a Monza, vince la batteria, in finale è secondo in volata, battuto per pochi centimetri da Gian Luigi Picchi, il suo principale rivale in campionato. A Monaco sbatte all’uscita dalla S. Devote per problemi di stanchezza. Si ritorna in Italia a Monza, il 17 maggio sotto l’acqua, giunge terzo dietro la Brabham di Picchi e la Tecno di Jean Pierre Jassaud, ma la settimana dopo vince a Monza in volata su Marcello Gallo, Fredy Link e Picchi. L’Autodromo brianzolo è il terreno ideale per Giannino, arriva di nuovo secondo in volata per pochi centimetri dietro a Claudio Francisci il 7 giugno l’altro suo principale antagonista per il campionato dopo Picchi.


Tra Salvati, i Pederzani ed i Pedrazzani c’è grande sintonia, ed arriva la grande opportunità per la gara di F.2 in concomitanza con il G.P. della Lotteria di Monza il 21 giugno 1970.


“I piloti ufficiali Tecno erano impegnati in altre categorie ed a Bologna c’erano ferme le due monoposto. “Giannino vuoi provare la F.2?” furono le parole dei due fratelli della Tecno, appoggiati da quelli della Novamotor di Novara. A Giannino non parve vero e si presentò a Monza, sulla sua pista pieno di speranze. Pole position di Tino Brambilla con la Ferrari Dino 166 ufficiale, ma al via si invola un trio composto da Giannino, Brambilla e Graham Birrel con Brabham BT30 della Ecurie Ecosse. Fu lotta per tutti i 27 giri di gara, scie, staccate al limite, alla fine, dopo avere segnato il giro più veloce, Giannino riuscì a passare per primo sotto la bandiera a scacchi battendo per pochi centimetri Birrel e Brambilla nell’ordine.”


Dopo quella vittoria Salvati diventa una delle promesse italiane


“Ad Hockenheim, il 5 luglio, nuovo trionfo in F.3 per Giannino davanti alle tribune del Motodrom stracolme di gente. La F.3 era la gara di contorno della Interserie Tedesca, tra i piloti che disputano quella gara ci sono dei giovani promettenti con nomi che diventeranno leggenda: Niki Lauda, solo 5°, James Hunt, disperso nelle retrovie, ma ci sono anche Hans Stuck Jr, David Purley, Mike Beuttler, Freddy Kottulinski, Tony Trimmer. Non pago Giannino va a correre la settimana dopo a Magny Cours, pole position, vittoria in batteria ed in finale, davanti a Jean Pierre Jarier e Jean Pierre Jassaud, un podio tutto Tecno, la migliore vettura di F.3 di quel periodo. Dopo avere vinto il titolo italiano di F.3 va a correre anche in Sudamerica, a contorno delle gare del Trofeo Brasilero con la F.3, dove scopre un nuovo mondo, e la voglia di ritornarci con la F.2 per la stagione successiva. Era stato invitato dalla federazione Brasiliana come pilota emergente di F.3 ed anche in Brasile colse un successo con la sua Tecno.”


La F.2 e la tragedia di Taruma


“Il 1970 fu sicuramente il suo anno migliore, era riuscito a correre da vero professionista, viaggiando in giro per l’Europa, cogliendo successi ed affermando la sua immagine di pilota veloce. Nel 1971 è pronto al salto ed inizia l’avventura in F.2. Arriva uno sponsor, la Concord, una ditta di tagliaerba. Il proprietario compra una March 712M, crea la Scuderia Ala d’Oro ed ingaggia Giannino come pilota. Purtroppo i mezzi tecnici non sono di prim’ordine e la stagione è molto difficile con ritiri e grosse difficoltà. Unico sprazzo il secondo posto in classifica ad Imola, il 25 luglio dietro alla March di Carlos Pace. Tra le varie corse del 1971 c’è anche un rientro in F.3 dove corre occasionalmente a Monza con la macchina realizzata da Aquilino Branca, per testare le nuova monoposto del costruttore. A fine anno si torna a correre in Brasile, nel Trofeo Brasilero, composto da quattro appuntamenti per F.2 e la F.3 di contorno. Il 31 ottobre si corre ad Interlagos, Giannino è quinto assoluto dietro a Emerson Fittipaldi, Ronnie Peterson, Wilson Fittipaldi e Carlos Reutemann e battaglia per tutta la gara con Graham Hill, tenendo dietro. Al termine di questa corsa succede un fatto particolare: Graham Hill rimane impressionato favorevolmente dalla prestazione di Giannino, tra i due nasce una intesa e l’inglese propone a mio fratello il sedile di una sua Embassy-Lola di F.1 per la stagione 1972. Giannino finisce quel fine settimana con un pre accordo per la F.1, il morale è alle stelle. Nella seconda gara sempre ad Interlagos il 2 novembre si ferma al 12° giro e si arriva al 14 novembre a Porto Alegre, circuito di Taruma dove succede la tragedia. Quando i concorrenti arrivano sulla pista si rendono conto delle pessime condizioni dell’asfalto e della sicurezza praticamente inesistente. Due giorni prima della gara si riuniscono tutti i piloti e chiedono modifiche all’organizzazione con la minaccia di non correre. I problemi riguardano soprattutto le condizioni dei guard rail, malconcio e soprattutto con la lama alta da terra, tanto che in alcuni punti una monoposto ci poteva passare sotto. Gli organizzatori dissero che i piloti potevano anche rinunciare alla gara, ma ovviamente non sarebbero stati pagati gli ingaggi ed i rimborsi spese. Davanti alle questioni economiche fecero tutti marcia indietro e tutti scesero in pista. Nella prima manche Giannino si fermò con un uniball rotto, il meccanico propose di caricare la macchina sul camion e di ripartire subito per la prossima gara che era in Argentina e molto distante da raggiungere, ma Giannino insistette per partire, fare solo qualche giro per controllare se l’assetto era giusto e così si avviò sullo schieramento della seconda manche dove partiva in ultima fila. Al via iniziò a superare avversari più lenti di lui e dopo pochi giri era quinto in lotta con Wilson Fittipaldi. Arrivò alla fatidica curva, vide il varco e si infilò per sorpassare la March del brasiliano, ma non fece i conti con lo sporco fuori traiettoria. Taruma era in una zona desertica, con vento, sabbia e spesso, fuori traiettoria, c’era molto sporco. Si girò, il muso della sua March andò via dritto e la monoposto si infilò sotto il guard rail fermandosi con la testa contro la lama metallica ed i traumi riportati non dettero scampo a Giannino, deceduto sul colpo. Da quel giorno cambiò tutto, Giannino non c’era. In seguito, nel 1972 nasce il Club Giovanni Salvati che si trasformerà nella Scuderia e contribuirà a lanciare tanti giovani piloti; ma questa è un’altra storia.”


Immagini © Archivio Salvati






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