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domenica 27 gennaio 2019

AltriTempi/Quarant'anni fa, il campionato italiano “2CV-Dyane Cross”




C’è stato un tempo in cui André Citroën provava al mondo la validità dei suoi veicoli con traversate di interi continenti: dai deserti Africani alle vette dell’Himalaya, sfide umane prima ancora che tecnologiche che ancor oggi impressionano chi ne legge i resoconti. Tra la fine degli anni ‘50 e l’inizio dei favolosi anni ‘60, l’arrivo di un’auto popolare ma capace di affrontare incredibili imprese come la Citroën 2CV, consentì a tutti di intraprendere viaggi straordinari attraverso terre selvagge, raid e persino giri del mondo. Ne è un esempio quello raccontato da Jacques Séguéla nel suo libro “La Terre en Rond”, preso come un autentico manuale pratico da migliaia di giovani che con la loro bicilindrica hanno raggiunto l’India o l’allora pacifico Medio Oriente.

Nei primi anni ‘70, Citroën organizzò raid di gruppo riservati alle sue vetture bicilindriche: prima la Parigi-Kabul, nel 1970, poi la Parigi-Persepoli, nel 1971 ed infine l’incredibile Raid Afrique del 1973, che portò la bellezza di sessanta 2CV da Abidjan a Tunisi su un percorso prevalentemente desertico di 8000km.
Ma queste iniziative non erano adatte a tutti. Per selezionare gli equipaggi che presero parte alla Parigi-Persepoli, ad esempio, furono vagliate 3800 domande di aspiranti viaggiatori: ovviamente, la maggior parte di loro restò esclusa dall’avventura, ma Citroën stava preparando qualcos’altro per tutti gli appassionati di motori, anche i meno facoltosi.



Ad Argenton sur Creuse, il 22 luglio 1972, venne disputata la prima gara di un nuovo campionato monomarca: il “Pop Cross”, riservato alle bicilindriche Citroën (principalmente 2CV, Dyane e Méhari) che si sfidavano in gare di velocità su piste in terra battuta, con vetture preparate secondo un preciso regolamento tecnico del costruttore. La 2CV usata costava poco, il kit di preparazione ancora di meno: era lo sport automobilistico alla portata di tutti.


La filiale italiana di Citroën accolse con entusiasmo la nuova specialità e già nell’anno seguente anche in Italia si correva il campionato italiano, denominato “2CV-Dyane Cross”, valido per il campionato europeo che nel frattempo era stato istituito con il nome internazionale di “2CV Cross”.


Le pagine di riviste specializzate si riempirono velocemente di foto che ritraevano le 2CV che decollavano dalla pista, carambolando per poi esser rimesse sulle loro ruote e ripartire. Il rischio per i piloti era veramente minimo: la morfologia delle piste, unita alla poca “cavalleria” disponibile determinavano una velocità di gara ridotta, la spettacolarità era garantita dalla scarsa (o nulla) differenza tra i veicoli in competizione, determinata da un regolamento molto rigido che non permetteva alcuna elaborazione, ma consentiva di usare le parti di serie di tutti i modelli Citroën anche combinate tra loro. Ed ecco che paradossalmente, giravano più veloci le 2CV con motore “4” (il 435cc) anziché le “6”. Veniva inoltre preferito un cambio a rapporti corti anziché uno lungo… o viceversa, perché i piloti ed i preparatori che si sono sfidati per un decennio sui circuiti sterrati di mezza Italia e che hanno ottenuto buoni risultati anche nel campionato europeo, oggi, quarant’anni dopo, i loro segreti non li rivelano ancora.


Credits: Citroën Communication

domenica 20 gennaio 2019

Rally / Rachele Somaschini e Sergio Marchetti pronti per il Monte-Carlo


Rachele Somaschini, milanese classe 1994, è l'unica donna italiana nell'elenco degli iscritti dell'imminente Rallye Monte-Carlo, prova di apertura del Mondiale Rally 2019. 

"È un’emozione essere iscritti a questo mondiale. Vedermi nell’elenco dei partecipanti a fianco di piloti che ho sempre visto in tv è un onore" racconta Rachele, attesa tra i protagonisti di una gara difficile che sta preparando al meglio con la Citroen DS3 R3T preparata da Sportec Engineering della scuderia RS TEAM. Con il numero #62 sulle fiancate. "Sarà sicuramente impegnativo e richiederà fatica fisica, ma non mi sono mai piaciute le cose semplici" prosegue Rachele che porterà in gara i colori della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica. Malattia che la segue dalla nascita.


Grazie all’iniziativa #CorrerePerUnRespiro, nata da un’idea di Rachele in collaborazione con la Delegazione di Milano della Fondazione, anche a Monte-Carlo l’obiettivo sarà quello di sensibilizzare e diffondere la conoscenza sulla fibrosi cistica e raccogliere fondi da destinare alla ricerca sulla malattia genetica grave più diffusa nel nostro Paese. Come nelle gare che disputa in Italia, nell'area hospitality di GAP sarà possibile effettuare donazioni a sostegno della ricerca. 

"Abbiamo svolto test su tutti i fondi possibili che potremmo trovare al Rallye Monte-Carlo.» conclude Rachele «Il tempo è variabile e non vogliamo farci trovare impreparati. E poi questa sarà anche la prima volta con le gomme chiodate. Non vedo l’ora!». 

Sono 84 gli equipaggi iscritti alla gara, 11 le WRC Plus, 21 gli equipaggi italiani. A leggere le note a Rachele ci sarà un navigatore esperto: Sergio Marchetti, team manager della Plus Rally Academy - HankookCompetition. 



mercoledì 16 gennaio 2019

Mauro Miele e Luca Beltrame (Citroen DS3 Wrc) al Rallye Monte-Carlo


Al fascino del Rallye Monte-Carlo è difficile resistere. E anche Mauro Miele, plurititolato campione delle due e quattro ruote, tra pochi giorni si presenterà al via della 87° edizione della prestigiosa corsa. Il vincitore della Coppa Italia Rally di Zona 1 2018, è pronto a rimettersi in discussione proprio nei giorni nei quali spegnerà 63 candeline sulla torta di compleanno. Con il numero #20, Mauro Miele parteciperà insieme al navigatore Luca Beltrame, fresco di titolo mondiale WRC3 insieme ad Enrico Brazzoli. La Citroen DS3 Wrc della DreamOne Racing, sarà seguita in gara direttamente da PH Sport, struttura di riferimento per il marchio della doppia spiga.

“Ho preso parte a svariati rally nella mia carriera ma quando un anno fa ho gareggiato al Tour de Corse mi sono reso conto del fascino che esercita il Campionato del Mondo – spiega Mauro Miele - Non sarà facile gareggiare al “Monte” per via delle sue ormai classiche caratteristiche di asfalto ghiacciato, neve e viscido ma non è la classifica finale che ci interessa. Siamo vogliosi di divertirci e di metterci in gioco ancora una volta con i maggiori interpreti della specialità”.

Mauro Miele, che nel corso della passata stagione ha colto due assoluti al Rally della Lanterna e alla Ronde del Monte Caio, sottolinea poi l’importanza di tutti i fattori in campo: “il bello del Monte-Carlo è che non si tratta di una gara come le altre: serve una preparazione fisica adeguata, una vettura impeccabile ed il ruolo dei ricognitori è fondamentale: noi avremo una vettura che con Fabrizio Gallio e Nicolò Gonella ci precederà di qualche ora dandoci indicazioni fondamentali riguardo al tracciato che, a causa del meteo, può cambiare velocemente. Sarà la prima esperienza su neve e ghiaccio e pagheremo lo scotto di utilizzare pneumatici che non conosciamo. Questa sfida però ci affascina: non vediamo l’ora di cominciare!”

Miele e Beltrame sono gli unici italiani iscritti alla gara con una World Rally Car.

giovedì 27 dicembre 2018

L'aerodinamica di Citroën DS 19


André Lefebvre, l’ingegnere capo che seguì il progetto della DS, aveva una formazione di tipo aeronautico e proveniva dalla Voisin, la fabbrica che produsse oltre 10.000 aerei per l’aviazione francese nella Grande Guerra. Al termine del conflitto, Gabriel Voisin si dedicò al settore delle auto di lusso, realizzando alcuni capolavori assoluti realizzati con le stesse tecnologie impiegate nella produzione dei velivoli.
La crisi del ‘29 colpì duramente i veicoli di lusso e all’inizio degli anni ‘30 Voisin suggerì ad André Citroën la possibilità di assumere il migliore dei suoi tecnici: André Lefebvre, che avrebbe regalato al Double Chevron auto del calibro della Traction Avant, la 2CV ed ovviamente la DS 19.

Per quest’ultima, Lefebvre aveva idee straordinariamente chiare: struttura leggera, fatta con materiali come l’alluminio e la vetroresina, baricentro molto basso, sotto all’asse delle ruote, per una eccezionale tenuta di strada, massa compresa per la gran parte tra i due assali, con prevalenza sulle ruote anteriori che erano motrici e direzionali ed infine, ma non per ultima, una formidabile profilatura aerodinamica, che garantisse al medesimo tempo una “deportanza” significativa a vantaggio dell’aderenza al suolo ed un coefficiente di penetrazione nell’aria molto basso, utile al raggiungimento di una elevata velocità di punta ed una riduzione sui consumi.


Gli studi sulla profilatura della DS iniziarono già alla fine del ‘37, utilizzando come modello la sagoma della Traction Avant, proseguirono poi durante la seconda guerra mondiale per approdare ad una forma a goccia d’acqua, con la parte posteriore più stretta dell’anteriore, alla fine degli anni ‘40.
La forma definitiva della parte anteriore fu tracciata nel ‘53 mentre quella del posteriore fu definita all’inizio del 1955, tanto che le prime DS, nell’indisponibilità delle linee di montaggio, furono costruite praticamente a mano.

Per preservare l’assoluta segretezza richiesta dai protocolli dell’epoca, Citroën effettuò tutti i test preliminari nei propri laboratori. L’ONERA (la “NASA francese”) ebbe modo di provare un modello in scala della DS nel proprio tunnel idrodinamico solo nel 1964 e non poté fare a meno di confermare l’eccezionalità del lavoro di Lefebvre, con un CX molto inferiore a 0,4, valore per l’epoca assolutamente straordinario.

Con poco più di settanta cavalli, la DS 19 superava i 140 chilometri all’ora e quando la potenza crebbe intorno ai 140 cavalli, le ultime DS 23 i.e. sfiorarono i 200 chilometri orari.


mercoledì 12 dicembre 2018

Monza Rally Show / Giacomo Ogliari soddisfatto della Citroen C3 R5


Il Monza Rally Show ha visto tra i protagonisti anche la nuova Citroen C3 R5 della G Car Sport Racing: a portarla in gara è stato il pilota milanese Giacomo Ogliari che coadiuvato dall’esperto Lorenzo Granai, ha disputato una buonissima gara contro ben oltre sessanta piloti appartenenti alla medesima categoria, la R5. Sorpassi, staccate al limite, chicane aperte e gomme finite sotto la macchina: questo e ancora molto altro è stato il Monza Rally Show di Ogliari che ben conoscendo le dinamiche della kermesse brianzola, sdrammatizza pensando alla cosa più bella del fine settimana ossia la vettura appena arrivata in G Car.

“Siamo soddisfatti” ha commentato Ogliari; “abbiamo usato per la prima volta questo nuovo modello di Citroen che la GCar ha preparato a tempo di record per permetterci di essere a Monza visto che è arrivata dalla Francia solo alla vigilia della gara. Abbiamo fatto una buonissima corsa condizionata da una grossa perdita di tempo: una chicane sollevata da un nostro avversario è finita sotto la nostra vettura per cui Lorenzo Granai è dovuto scendere dalla C3 per rimuovere gli pneumatici incastrati sotto la slitta paracoppa con conseguente perdita di oltre un minuto e mezzo; questo però fa parte dei giochi e lo sappiamo molto bene, motivo per il quale non disperiamo. E’ stato un piacere nonché un onore portare al debutto questo gioiello nel quale GCar ha subito creduto e dopo averla provata devo dire che non posso dargli torto!”

Ogliari ha poi parole di ringraziamento per tutti: “Sono contento di aver potuto condividere l’abitacolo con Lorenzo Granai che è uno stimato professionista  e già campione italiano ed europeo. Spero di poterlo riavere al mio fianco quanto prima: vorrei ringraziare tutti gli sponsor che mi hanno supportato, la GCar Sport Racing e tutti i fan presenti: a loro e a tutti quanti auguro un sereno Natale ed uno splendido anno 2019!”. (Luca Del Vitto)

- Foto Luca Roncari

giovedì 15 novembre 2018

Citroën, il primo depliant pubblicitario della 2CV


Ai tempi di André Citroën, la marca del Double Chevron era celebre per la coloratissima comunicazione voluta dal fondatore ed affidata ad artisti del calibro di Pierre Louÿs, fatta di grandi affissioni sulle strade francesi, coloratissime brochure e perfino il nome Citroën a lettere luminose sui quattro lati della Tour Eiffel. Fino al 1935, anno in cui i fratelli Michelin subentrarono ad André Citroën nella gestione dell’azienda che ne portava il nome.
Industriali di Clermont Ferrand, i fratelli Michelin credevano che la pubblicità avesse un ruolo importante ma non decisivo. Così, in accordo con Pierre-Jules Boulanger, l’uomo a cui avevano affidato il comando di Citroën, decisero di ridurre le spese pubblicitarie e di investire ancora di più nello sviluppo dei prodotti che, innovativi e tecnologici, avrebbero pubblicizzato se stessi.
Le grandi brochure con copertina in seta cinese che raccontavano le avventure dei semicingolati Citroën fino a Pechino, lasciarono così il posto a semplici fogli illustrativi che riepilogavano le specifiche tecniche del prodotto.



La 2CV non sfuggì a questa regola e al momento del debutto al Salone dell’Auto di Parigi del 1948 fu affiancata da un piccolo foglietto, stampato fronte e retro e piegato a metà, che misurava su ogni facciata appena 9 centimetri per 13!
Le foto erano in parte quelle degli esemplari di pre-serie, il testo enfatizzava le caratteristiche di economia e praticità, con una singolare peculiarità: la Casa dichiarava la presenza di un cambio a tre marce più una “surmoltiplica”.
Questa era il frutto di una diatriba tra i progettisti ed il direttore generale. Mentre quest’ultimo voleva un cambio a tre marce, ormai fuori moda nel dopoguerra, i tecnici avevano già progettato una trasmissione a quattro rapporti più retromarcia. Alla fine la questione fu risolta salomonicamente con un cambio a quattro marce dove la quarta era chiamata “surmoltiplica” e si poteva inserire (e togliere) solo passando dalla terza marcia, grazie a un “dentino” metallico che impediva l’inserimento senza seguire questa procedura.
Il comando del cambio della 2CV (e della derivata AMI6, apparsa nel ‘61) rimase così fino alla seconda metà degli anni ‘60, quando il dentino fu rimosso e la quarta marcia riapparve al suo posto.

Anche il depliant della 2CV, pian piano, crebbe: con l’arrivo nel 1958 di Jacques Wolgensinger alla direzione della comunicazione di Citroën, l’immagine della marca fu affidata al geniale Robert Delpire dell’omonima agenzia, che restituì al Double Chevron quella veste giocosa e colorata che fa parte del DNA di Citroën.

> Credits: Citroën Media Center

venerdì 19 ottobre 2018

Al Salone Auto e Moto d’Epoca Citroën celebra i 50 anni di Méhari, l'anticonformista


Maggio 1968. Un’intera generazione calca il pavé parigino e chiede più libertà, mentre Citroën presenta un innovativo modello per il tempo libero: la Méhari, cabriolet originale, costruita sulla piattaforma della Dyane 6, definita come oggetto mobile non identificato sulle strade dell’epoca. Il suo aspetto fresco, disinvolto e senza pretese, stupisce e sconvolge i codici delle cabriolet tradizionali.
Pensata da Roland de La Poype, un eccentrico industriale francese che nel secondo dopoguerra ha rivoluzionato il panorama europeo con le sue creazioni in plastica, la Méhari dimostra subito le sue caratteristiche di vettura multiuso e trasformista, adatta a diversi utilizzi, capace di portare un gruppo di giovani in spiaggia o quattrocento chilogrammi di materiale all'interno di un cantiere!
Versatile, pratica ed economica, la Citroën Méhari è la compagna ideale per le gite al mare, grazie all’ingegnosa carrozzeria in plastica ABS, che la rende leggera (525 kg), insensibile alla corrosione e totalmente lavabile con un getto d’acqua. Fuori dagli schemi, ma decisamente conviviale e ottimistica, modulabile a piacimento e dai colori pop, questa piccola Citroën diventa immediatamente un successo popolare.


Spinta da un motore a due cilindri contrapposti, raffreddato ad aria, analogo a quello delle Citroën Dyane6 e 2CV 6, la Méhari viaggia sul filo dei cento all'ora e percorre mediamente venti chilometri con un litro di benzina.
Costruita in quasi centocinquantamila esemplari per circa vent'anni, la Méhari ha fatto in tempo a stupire il mondo presentandosi anche in versione a trazione integrale. Le Méhari 4x4 hanno servito l'esercito francese in versione paracadutabile e la Gendarmerie come vetture di collegamento; dieci di loro si sono rivelate preziose auto mediche nella celebre Parigi-Dakar. La piccola Citroën di plastica che ha mutuato il suo nome da una razza di dromedari, ha dimostrato di essere un'autentica nave dei deserti!
La Citroën Méhari è diventata un fenomeno sociale. Vanta anche una grande carriera cinematografica, (con la serie «I Gendarmi di Saint-Tropez» con Louis de Funès), e avventure sulle strade del mondo (come il Raid Liegi-Dakar-Liegi nel 1969 o il Raid Parigi-Kabul-Parigi nel 1970).

DUE MÉHARI IN ESPOSIZIONE AL SALONE DI PADOVA

Al Salone Auto e Moto d’Epoca di Padova, sullo stand curato dal Centro Documentazione Storica Citroën, all’insegna del colore, sono esposti due modelli di Méhari per celebrare i suoi 50 anni: una Méhari verde Tibesti e una Méhari arancio Kirghiz.
La prima è targata NA K14314 ed è la vettura appartenuta a Giancarlo Siani, il giovane giornalista ucciso dalla camorra a Napoli per le sue inchieste sul rapporto tra criminalità organizzata e politica. Questa vettura resta ancora oggi un simbolo di coerenza ed onestà.
La seconda, nella tinta arancio, è una vettura di serie, fresca di restauro, e rappresenta l’altro aspetto della storia narrata sullo stand: quella di una vettura sbarazzina, allegra, colorata, simbolo della gioia di vivere di generazioni di giovani che hanno visto e che ancora vedono in lei il mezzo ideale per svago e divertimento. Tra l’altro, queste ultime sono poi le medesime ragioni che spinsero lo stesso Giancarlo Siani a scegliere la spiaggina di Citroën come sua unica vettura per lavoro e divertimento.

Per celebrare i 50 anni della Méhari, nella mattina della giornata dedicata alla stampa, giovedì 25 ottobre, alle ore 10.30, presso lo stand ACI - ACI Storico, la presentazione di due volumi dedicati a due diverse interpretazioni della medesima storia:

“NA K14314” di Paolo Miggiano, racconta la storia della Méhari di Giancarlo Siani e del suo viaggio, terminato il 23 settembre del 1985 con l’omicidio del giornalista e ripartito, non a caso, il 23 settembre 2013 da Napoli e che ha portato questo simbolo di libertà e coerenza prima a Roma, nei palazzi delle istituzioni, tra Camera e Senato, poi su fino al Parlamento Europeo, a Bruxelles, dove lo stesso Martin Schulz, suo presidente, ha voluto sedersi simbolicamente al volante per affermare l’importanza dei valori di cui la Méhari di Giancarlo Siani è portavoce.

“CITROËN MEHARI, la francese avventurosa” curato dal Centro Documentazione Storica Citroën, ripercorre i vent'anni di produzione della spiaggina Citroën, riportando testimonianze, curiosità e documenti legati all’avventura del piccolo “cammello di plastica” del Double Chevron, dalla storia del suo creatore, Roland de La Poype, eclettico inventore ed eroe di guerra francese, sino alle versioni speciali a due e quattro ruote motrici che hanno dimostrato come, grazie ad idee geniali e tanta fantasia, si possa arrivare facilmente in capo al mondo.

I 50 anni della Méhari rappresentano un anniversario importante per Citroën, una Marca da sempre moderna e innovativa, attenta alle evoluzioni della società e alle esigenze dei suo Clienti. Una Marca proiettata verso il futuro ma che affonda le radici nella sua storia e si prepara a celebrare i suoi 100 anni nel 2019.

giovedì 11 ottobre 2018

Una moto "Special" per i settant'anni di Citroën 2CV. Sarà in anteprima a EICMA


Presentata al pubblico nel 1948 e progettata per soddisfare le esigenze di una clientela prevalentemente contadina che non aveva mai posseduto un’automobile, la 2CV è stata subito un grande successo e ha immediatamente allargato il suo perimetro di utilizzo. E’ diventata la vettura ideale per le famiglie e per i giovani, ha colorato i viaggi e i sogni di intere generazioni, è stata un nido d’amore, un veicolo da lavoro, ha attraversato deserti e città, sempre con la sua inarrestabile gioia di vivere. 
L’originalità del progetto della Citroën 2CV permette ancora oggi ad ogni proprietario di utilizzarla come gli suggerisce la fantasia. La sua versatilità le permette di trasformarsi di volta in volta in tante auto differenti.
Non stupisce quindi se adesso essa stessa diventa fonte di ispirazione di una moto. Un’operazione originale e di grande interesse nel settore dei motori, sia per gli appassionati delle quattro ruote che per gli amanti delle motociclette: una contaminazione tra i due mondi legittimata dalla creatività e dall’innovazione. 
Il progetto di realizzazione della moto “special” è stato affidato a South Garage, tra i principali preparatori di motociclette a livello nazionale, un atelier in cui si realizzano progetti di customizzazione su specifiche del cliente, con un’estrema attenzione al dettaglio e un’evidente ispirazione “tailor-made”.

Il lancio del progetto è avvenuto a maggio, seguito poi, a luglio, dal viaggio a Gonzaga, al Raduno Nazionale delle bicilindriche, luogo ideale dove trarre ispirazione e cogliere lo spirito delle migliaia di appassionati e proprietari di 2CV che alimentano quotidianamente la passione per quest’icona dell’auto. Il progetto terminerà a novembre, quando la “special”, realizzata in un unico esemplare, sarà presentata in anteprima accanto alla 2CV in occasione di EICMA, il Salone del ciclo e motociclo, la più importante rassegna espositiva mondiale per le due ruote.


venerdì 10 agosto 2018

AutoStoriche / 1959: il lancio della Citroën 19 Prestige

Nel 1959, a quattro anni dal lancio della DS19, Citroën decise di affiancare alle normali berline anche una vettura adatta alle occasioni ufficiali, dotata di tutti i comfort per i passeggeri posteriori e delle più moderne tecnologie. Nasceva così la DS19 Prestige, allestita presso la Carrosserie Chapron di Levallois sulla base delle berline di serie e caratterizzata dalla verniciatura nera, fianchetti e tetto compresi, da una paratia di separazione per dividere i passeggeri dallo chauffeur e dal primo radiotelefono montato in serie su un’autovettura.
Presentata come “un lussuoso ufficio viaggiante”, la Prestige aveva anche doppi comandi per la ventilazione, delle plafoniere dedicate ai passeggeri posteriori e poteva essere dotata di preziose ebanisterie realizzate su misura da Chapron per i clienti che ne avessero fatta richiesta.


Una delle prime DS19 Prestige fu donata il 25 novembre del 1959 dalla filiale italiana di Citroën a Papa Giovanni XXIII, in occasione del suo compleanno. Alla consegna erano presenti Gerard Vion, da poco direttore di Citroën Italia, l’ambasciatore francese presso il Vaticano e gli alti prelati che si occupavano delle vetture papali. Lo stesso Giovanni XXIII benedì l’auto all’atto della consegna e il momento fu ritratto in un celebre scatto fotografico.

Le esigenze dell’utenza cambiarono e, nel settembre 1964, fu introdotto un allestimento ancor più lussuoso chiamato “Pallas” che non contemplava la presenza della paratia di separazione perché dedicato ai moderni imprenditori e professionisti che amavano guidare personalmente la propria auto. Ma la figura dello chauffeur era ancora ben presente nell’high society e quasi subito arrivò la Prestige Pallas che univa le specificità della DS19 Prestige al lusso della Pallas.

Scelta da ambasciatori e primi ministri, la Prestige Pallas restò in produzione sino al 1975 come allestimento “di serie” (acquistabile presso le normali concessionarie) e come “commande spéciale”, altamente personalizzabile nel colore e nelle finiture, realizzata a mano da Chapron.


giovedì 9 agosto 2018

Feste per i settant’anni di Citroën 2CV


Nel 2018 la mitica 2CV di Citroën taglia il traguardo dei suoi primi settant'anni. Per festeggiare l'importante compleanno di una delle vetture che hanno segnato la storia dell'automobile, i numerosi appassionati e fortunati possessori stanno organizzando festeggiamenti in Europa ed anche al di fuori del Vecchio Continente.

Ad esempio, a luglio si sono svolti due importanti raduni, il primo dei quali addirittura a New York. Una cinquantina di "Deux chevaux", tra i quali undici provenienti dal Québec, hanno sfilato per le strade di Manhattan, per poi essere posteggiate ai lati di Central Park. Il raduno newyorkese si è poi concluso tra degustazioni di champagne, vini, piatti tipici francesi e l'immancabile accompagnamento musicale che hanno sottolineato lo spirito che ha sempre animato la 2CV: "ceci n'est pas une voiture, c'est un art de vivre". 

Questo è lo spirito che ha animato anche il primo raduno nazionale dedicato alla "piccola" di Citroën che si è svolto a Gonzaga (Mantova) all'inizio di luglio con ben 305 "Deux chevaux" e quasi mille persone. Un evento in cui volutamente si respirava aria delle vecchie fiere paesane, per ricordare le "origini contadine" di questo modello. 
Al primo raduno nazionale delle 2CV, organizzato con la collaborazione di tutte le molteplici anime del "duecavallismo" italiano, c'erano giovani e meno giovani, bambini con 2CV a pedali e musica dal vivo, un mercatino con pezzi di ricambio, libri e artigianato. E cibo di strada e comodi ristoranti. 
C'era soprattutto tanta voglia di stare assieme, giocare e divertirsi con quel miracolo a motore che è la Citroën 2CV, c'era la fantasia al potere (perché la 2CV l'ha sempre rappresentata), c'erano auto impeccabili di serie ed altre iperpersonalizzate, c'era la gara delle 2CV Cross, c'erano roulotte "fatte apposta" ed anche una selva di tende da campeggio per gente che ha preferito dormire sotto le stelle. 
Uno spettacolo unico, un successo che sarà un appuntamento fisso, ogni anno, fino a quando questa icona senza tempo continuerà a solcare le strade del mondo. 
Perché la Citroën 2CV "n'est pas une voiture" bensì "un art de vivre".


venerdì 11 maggio 2018

6 Ottobre 1955. Ecco DS, la nuova era dell'auto


6 ottobre 1955: a Parigi è una tipica giornata d’autunno, ma l’atmosfera che si respira in città è elettrica. Il Grand Palais sta per alzare il sipario sulla 42esima edizione del Salone dell’auto francese ed in fila davanti alle biglietterie c’è la folla delle grandi occasioni. Per DS. Alle 8.30 si aprono in cancelli ed il pubblico si riversa all’interno dell’elegante palazzo delle esposizioni per dirigersi compatta verso uno stand ben preciso, dove incontrare la vedette della manifestazione.
Tra scoop giornalistici e falsi annunci, sono almeno cinque anni che gli appassionati aspettano l’erede della gloriosa Traction Avant, ma quello che i visitatori del Salone si trovarono davanti, supera di molto la più fervida delle fantasie.

In un mondo di auto grigie, nere o blu, la DS19 – questo il nome della vedette - si propone abbigliata in un rutilante verde mela con tetto bianco, piuttosto che giallo champagne e tetto melanzana. Le ruote azzurre, o rosso mattone, gli interni verdi, caramello o lilla!
La linea d’avanguardia della DS, poi, è incredibile, sembra arrivare da un altro pianeta. È opera dello stilista italiano Flaminio Bertoni, varesino, assunto nei primi anni ‘30 personalmente da André Citroën che ne riconobbe immediatamente il genio.
Il successo è immediato, travolgente. Nei primi quarantacinque minuti di apertura del Salone vengono siglati ben 749 contratti di vendita, che diventano 12mila alla fine del primo giorno, 80mila alla chiusura della manifestazione.
Il successo della DS19 dura per vent’anni, fino al 1975, quando la congiuntura tra crisi economica e crisi petrolifera determina la fine di molte auto di lusso e di grossa cilindrata, inclusa la stessa DS. La sua produzione terminò ufficialmente il 24 aprile, dopo circa un milione e mezzo di esemplari venduti, molti dei quali, alteri ed irraggiungibili, ancora oggi dominano le strade del terzo millennio.

> Credits: 

giovedì 14 dicembre 2017

Un certificato per le Citroën storiche

La Commissione Tecnica – Albo d'Oro istituita recentemente dal Registro Italiano Auto Storiche Citroën (R.I.A.S.C.) è pienamente operativa. Il suo compito è certificare, dopo attento esame dei suoi commissari, la conformità delle vetture della Marca con almeno vent'anni di anzianità di servizio e appartenenti a soci regolarmente iscritti al Registro, seguendo le rigorose direttive della Féderation Internationale des Véhicules Anciennes (FIVA). Le vetture storiche che ottengono dalla Commissione Tecnica la votazione di almeno 80 punti su 100 hanno diritto alla Targa Oro R.I.A.S.C.

Nel mese di novembre si è tenuta presso la sede milanese di Citroën Italia la prima sessione di omologazione della Commissione Tecnica del R.I.A.S.C. Una decina di esperti hanno esaminato le quattro vetture presentate dai soci del Registro: una XM V6 del 1990, una CX25 GTi Turbo del 1986, una SM del 1971 e una SM del 1972. Le quattro auto erano in eccellenti condizioni tanto da meritare punteggi tra i 95 ed i 98 punti, ottenendo così l'ambita Targa Oro.
La certificazione da parte della Commissione Tecnica del R.I.A.S.C. (nel corso del 2018 si terranno altre sedute "d'esame", una delle quali presso la sede del Centro Documentazione Storica Citroën di Sinalunga) costituisce un valore aggiunto alla vettura, la descrive in ogni particolare, indicando eventuali difformità e imperfezioni rispetto all'originale dell'epoca. 

Al Registro Italiano Auto Storiche Citroën, nato nel 1996 aderiscono sette Club, ognuno dei quali rappresenta uno o più modelli che hanno fatto la storia del Marchio: Club 2CV e Derivate Italia; Club Italia Bicilindriche Citroën; Club GS Italia; CX Club Italia; Club IDéeSse; SM Club Italia; eXtreMe XM Club Italia. Tra i compiti del R.I.A.S.C. vi sono quelli di interagire con la Casa costruttrice e gli enti pubblici e privati a livello locale e internazionale, e di diffondere la passione e la cultura della Marca anche attraverso la rivista semestrale lecitroën.

martedì 24 ottobre 2017

AUTO E MOTO D’EPOCA: A PADOVA LE “#EndlessPossibilities” DI CITROËN


1967 e 2017: sono gli anni di nascita di due vetture che, pur diverse fra loro, sono accomunate da quella forte personalità, da quel carattere deciso, da quella grande funzionalità che da sempre contraddistinguono le Citroën.
Sono la storica Citroën Dyane e la nuovissima CitroënC3 Aircross, protagoniste sullo stand del Marchio ad Auto Moto d'Epoca 2017, al fianco di Acadiane, la versione commerciale furgonata di Dyane, anch'essa al cinquantesimo compleanno.

E per mettere in evidenza il carattere fresco e colorato delle vetture esposte, lo spirito innovatore fatto di idee creative, l'audacia, l'originalità e la continua ricerca del benessere a bordo delle sue vetture... gran parte dello spazio Citroën al Salone di Padova è allestito in pieno stile anni 70, in omaggio alla creatività della comunicazione di Dyane, in Italia curata da Titti Fabiani, direttore creativo dell'agenzia B Communications che all'inizio degli anni Settanta ideò per la Dyane un unico, semplice ed efficacissimo slogan: Dyane è l'auto in jeans!
Slogan che nelle campagne pubblicitarie fu "declinato" tramite gli splendidi disegni in stile "Yellow Submarine" realizzati dalla stessa Titti Fabiani e riproposti sullo stand.
In questi disegni, di volta in volta Citroën Dyane era il pulmino da campagna, lo scooter da città, la spider per le vacanze, il fuoristrada per l'avventura, l'auto per andare alla partita di calcetto o ad una cena elegante. Sempre rigorosamente in blue-jeans.
Sì, perché nell'immaginario collettivo Citroën Dyane era ben più di una semplice e simpatica vettura. Era uno spazio con quattro ruote con cui "conquistare" il mondo. Era uno stile di vita come quello della generazione in jeans: libero, disimpegnato, spensierato.
Citroën Dyane poteva trasportare (quasi) di tutto, dalle scale lunghe che uscivano dal tetto alla carrozzina o alla lavatrice che entravano dal portellone posteriore.
La Dyane offriva quattro posti su sedili molto confortevoli, tanto spazio per le gambe ed una buona visibilità. Inoltre, la sua altezza da terra insieme al grande comfort assicurato dalla morbidezza delle sospensioni ne permettevano l'utilizzo anche su strade dissestate o addirittura laddove le strade non esistevano proprio.

sabato 23 settembre 2017

Cinquanta Dyane per cinquant'anni


“Per Dyana! Sono già cinquanta!”, questo deve essersi detto Oreste Morgia, presidente del Club Italia Bicilindriche Citroën di Lodi, assieme al direttivo della stessa associazione, quando hanno pensato ad un raduno tutto italiano riservato alle Citroën Dyane che quest’anno compiono il primo mezzo secolo.

Era infatti l’agosto del 1967 quando nasceva la Dyane, la versione ancora più pratica e moderna della popolare e diffusissima 2CV, sul mercato sin dal lontano 1948, di cui conservava la facilità di guida, l’affidabilità, la praticità e l’economia d’esercizio.
L’evento si è tenuto lo scorso week end a Bobbio, in provincia di Piacenza, un delizioso borgo affacciato sul Trebbia.
Sabato mattina le prime Dyane hanno iniziato a colorare il piazzale di “Casa Dyane”, lo spazio polifunzionale messo a disposizione degli organizzatori, poi nel pomeriggio il giro in carovana che è terminato nella sala conferenze all’interno del palazzo comunale di Bobbio. Qui, il Centro Documentazione Storica Citroën ha organizzato un incontro sulla storia della Dyane, con la preziosa presenza dell’ingegner Camillo Saini, direttore tecnico di Citroën tra il 1958 ed il 1972 e progettista di alcuni particolari tecnici adottati poi nella produzione di serie e che contraddistinguono questa vettura, come ad esempio il sistema di alimentazione dell’aria verso il carburatore.

Nel chiostro antistante il Duomo è stata allestita una mostra dedicata alla campagna pubblicitaria di Dyane, con tavole che raccontano la storia di “Dyane: l’auto in jeans” attraverso le brochure Citroën degli anni tra il 1967 ed il 1983.
Il gran finale si è svolto nelle due piazze di Bobbio: quella centrale antistante la cattedrale, ospitava le sole Dyane provenienti da tutta Italia mentre l’altra piazza conteneva le altre Citroën arrivate a salutare l’auto in jeans.


Tra le vetture esposte una Dyane del 1967 425 cc (la prima motorizzazione) ed una 602 cc del 1983 (l’ultimo anno di produzione); tra loro persino una versione Pickup, oltre ad una rara Dyane in Beige Opale (l’unica tinta metallizzata mai “vestita” dalla Dyane, prodotta per un solo anno) e la Dyane Rouge Geranium recentemente restaurata da Citroën Italia.

Un evento certamente riuscito per spirito e partecipazione, che ha visto la presenza di 70 bicilindriche Citroën tra cui esattamente 50 Dyane.

sabato 31 gennaio 2015

1955–2015: DS FESTEGGIA 60 ANNI A RÉTROMOBILE




Appuntamento internazionale per gli appassionati di auto d’epoca, Rétromobile rappresenta un’occasione d’incontro con il grande pubblico davvero imperdibile. Il brand DS, presente per la prima volta come marchio, esporrà una selezione di modelli emblematici della DS d’epoca, presentata 60 anni fa al Salone di Parigi. 

Lo spazio DS ospiterà anche due SM e un’auto attualmente in commercio, DS 3 CABRIO. I collezionisti hanno messo a disposizione cinque modelli d’eccezione e il pubblico avrà l’occasione di ammirare l’eccezionale passato su cui si basa il presente del marchio DS, e che oggi permette di proporre auto che coniugano design e tecnologia, comfort et sensazioni di guida, materiali pregiati e cura dei dettagli. 

Le auto attese a Rétromobile sono:

  • una DS 19 del 1959, proposta nella configurazione originale, con livrea grigio-rosa e tetto color melanzana abbinati a interni blu royal. Adattata al mercato tedesco, la plancia si distingue per la presenza di un termometro per l’acqua motore e di una radio FM/LW. Dotata di motore a 3 supporti e cambio idraulico con 4 marce in avanti; 
  • una DS 21 Cabriolet del 1968, con cambio idraulico. La finitura di quest’auto dalle linee essenziali comprende sedili in pelle rossa in contrasto con il bianco Carrara della carrozzeria e il nero della capote; 
  • una DS 20 Pallas del 1973, modello di lusso ed eccellenza, con rivestimenti in pelle Tabac, carrozzeria beige Tholonet, vetri colorati e persino tetto apribile. È dotata di cambio idraulico a 4 marce sincronizzate e motore da 1985 cc; 

  • una SM in versione Coupé del 1971 appartenuta a Sua Maestà il Re del Marocco, Hassan II. Con la carrozzeria sabbia metallizzata, si distingue per targhe particolari, rivestimento in pelle naturale, climatizzazione, radio Hi-Fi Continental Edison specifico per il modello, vetri colorati e fari fendinebbia. Il motore è un V6 Maserati; 
  • una SM in versione Coupé del 1972 di prima mano, con carrozzeria marrone Scarabée e sedili in finta pelle. La sospensione idraulica con correttore di assetto è simile a quella di DS con l’aggiunta di un innovativo sterzo ad assistenza variabile (DIRAVI) per un comfort di guida eccezionale. 


Infine, una DS 3 CABRIO ULTRA PRESTIGE che ha ereditato dalle DS d’epoca e dalla SM lo stesso spirito rivoluzionario.

RÉTROMOBILE 2015: IL BENESSERE CITROËN 



Per la 40ª edizione del salone "Rétromobile", evento imperdibile per gli appassionati di auto da collezione, CITROËN ha scelto di puntare sul benessere. 
Dalla C6 Torpedo del 1931 a C4 Cactus, passando per le indimenticabili 2CV e Méhari, il pubblico potrà viaggiare attraverso la storia di CITROËN, e scoprire come il Marchio abbia dato il in ogni epoca risposte concrete e ottimiste per facilitare e migliorare i trasporti quotidiani.
In occasione del 40° salone "Rétromobile", il pubblico avrà l'opportunità di scoprire o riscoprire modelli emblematici di CITROËN che hanno segnato la storia per stile, creatività e influenza sull'immaginario collettivo. 
Quest'anno CITROËN ripercorre la sua storia seguendo il filo conduttore del benessere, nel DNA dei veicoli di qualsiasi epoca e caratteristica distintiva dell'identità di Marca. Ogni modello presente sullo stand testimonia la volontà di CITROËN di proporre sempre un rapporto diverso con l'auto, più intelligente, leggero e conviviale.

L'esposizione permetterà di viaggiare nel tempo e scoprire una selezione di modelli che hanno fatto la storia del Marchio, tra cui: 

- una C6 Torpedo del 1931, prima CITROËN a disporre di un motore a 6 cilindri, 
- una GS Pallas del 1977, che rivoluzionerà il segmento delle berline di medie dimensioni grazie alla tecnologia imbarcata e a uno stile senza paragoni, 
- una CX 2400 del 1978, prima auto in grado capace di raggiungere Nizza da Parigi con un solo pieno, 
- una Traction Avant 15/6 H,  la vettura che diventerà "la regina della strada" per i francesi, 
- una Baby Brousse, emblema del respiro internazionale di CITROËN in tutte le epoche
‎- una 2 CV AZAM, che ha segnato l'immaginario collettivo di molte generazioni, 
una Méhari, icona che trasmette gioia di vivere e sensazione di libertà,  

Sarà presente anche C4 Cactus, a testimoniare che anche oggi CITROËN è sinonimo di creatività al servizio del benessere.
Sarà possibile ammirare questi modelli allo stand CITROËN, padiglione 1 della Porte de Versailles, dal 4 all'8 febbraio 2015