Il suo primo approccio con il Maserati Trofeo risale all’ultimo round del monomarca nel 2014, quello poi vinto da Mauro Calamia. Romain Monti era semplicemente un pilota nella entry list, uno tra i tanti. Un giovane francese con ambizioni e potenziale. Si presentò con un bel biglietto da visita: una vittoria, un secondo e un terzo posto. Non male per un debuttante.
All’inizio della stagione 2015 si annunciava come uno dei protagonisti, ma il francese di Vitry Sur Seine non era tra i favoriti per la vittoria finale. Alla fine dell’anno, però, ha messo tutti in fila, a cominciare da Riccardo Ragazzi, classificatosi al secondo posto. Per l’italiano pesa sicuramente l’assenza al secondo round a Spielberg, in Austria, dove Romain non ha fatto sconti: una vittoria e un secondo posto, prendendo un vantaggio risultato poi incolmabile per gli inseguitori. Nel complesso, per Monti (classe 1990) una stagione esemplare, con 5 vittorie e quattro secondi posti in 12 gare complessive. Un bel ruolino di marcia.
Hai corso nei kart, nel Porsche Carrera Cup France per quatto anni, quindi nel Blancpain Endurance Series. Come mai ha scelto il Trofeo Maserati?
“Mi mancava un’esperienza con la Casa italiana, uno dei brand più importanti al mondo. Non mi riferisco solo alle auto, ma a tutto quello che questo marchio rappresenta. Se penso a quanti e a quali piloti hanno corso con Maserati, non posso che essere onorato di aver preso parte a questo campionato. Nel Maserati Trofeo tutte le vetture sono uguali, si parte ad armi pari; è il pilota che conta e che fa la differenza. Un aspetto da non sottovalutare”.
Come giudichi il livello di questo campionato che hai appena vinto?
“Ho scoperto durante la stagione che ci sono avversari molto veloci e molto competitivi. Alcuni sono qui da anni e quindi possono vantare tanta esperienza. Sono felice di averli sfidati”.
La tua prima apparizione al Trofeo Maserati risale al 2014…
“Sì, sono arrivato ad Abu Dhabi per la finale del 2014. Mi sono ambientato facilmente, forse anche per la mia capacità di adattarmi in fretta ai nuovi circuiti, e sono riuscito a centrare subito una vittoria”.
Raccontaci come è maturato il successo finale del 2015.
“Ho avuto un avvio complicato al Paul Ricard: alla prima curva della prima gara sono finito fuori dopo un contatto con Ragazzi. Non mi sono arreso, ho cercato subito il riscatto e in gara 2 ho ottenuto la prima vittoria stagionale. Al termine del secondo round in Austria sono balzato al comando della classifica e, negli appuntamenti successivi, ho cercato di guadagnare sempre il maggior numero di punti possibili. Non è stato facile, perché arrivare tra i primi tre significava portare zavorra aggiuntiva nella prova successiva. Questo mi ha limitato, ma non mi ha impedito di conquistare il campionato”.
Quale è stato lo sfidante più forte?
“Sono stati vari, anche tra i guest, come ad esempio il giapponese Shinji Nakano, ma anche Derek Hill. E’ stato un onore competere con loro. Sicuramente Ragazzi è stato molto competitivo, mentre Adrien De Leener è stato il pilota che più mi ha sorpreso”.
Questa vittoria è importante per la tua carriera sportiva?
“Di certo arricchisce la mia bacheca personale: vincere con una Maserati è molto importante. Inoltre, partecipando a questo monomarca ho avuto la possibilità di correre in giro per il mondo e di farmi conoscere. Ho stretto nuove amicizie, preso confidenza con nuovi circuiti e aumentato la mia esperienza. Sono tutti fattori che potranno essermi d’aiuto per i prossimi campionati. Forse continuerò nelle serie riservate alle GT3”.
A chi dedichi questo titolo?
“In particolare a mio padre: mi ha accompagnato ovunque, mi è sempre stato vicino e mi ha aiutato. Senza di lui non ce l’avrei mai fatta. Una dedica va riservata anche ai miei amici e agli sponsor che mi hanno sostenuto”.
> Photo: credits Maserati/Grimfoto