Visualizzazione post con etichetta FCA Heritage. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta FCA Heritage. Mostra tutti i post

venerdì 15 maggio 2020

Riaprono le Officine Classiche di FCA Heritage


Sono di nuovo operative le Officine Classiche di FCA Heritage, ubicate nel comprensorio industriale torinese di Mirafiori: riprendono così le attività di certificazione e restauro che erano state sospese a causa del COVID-19. Ovviamente le Officine Classiche applicano il protocollo di sicurezza e salute, elaborato dal Gruppo FCA con l’aiuto del virologo Roberto Burioni, già in vigore in tutte le realtà italiane di FCA – dagli stabilimenti alle concessionarie – e che ricalca quanto già definito dall’accordo siglato il 9 aprile tra FCA e le Organizzazioni Sindacali Nazionali. 

Attive dal 2015 presso la sede di Abarth & C. in via Plava a Torino, precisamente nell’ex Officina 83 di Mirafiori, le Officine Classiche ospitano le attività di riparazione, restauro e certificazione delle auto storiche di FCA, sia quelle dei collezionisti privati sia quelle appartenenti alla preziosa collezione di FCA Heritage, il dipartimento del Gruppo dedicato alla tutela e alla promozione del patrimonio storico dei brand italiani di FCA. L’accuratezza e la fedeltà degli interventi sono garantite dall’utilizzo dei dati di produzione e dei disegni tecnici originali di ogni modello, custoditi negli archivi aziendali, oltre che dalla grande esperienza del team di specialisti di FCA Heritage. 

Nelle Officine Classiche i possessori di vetture storiche Alfa Romeo, Fiat, Lancia ed Abarth possono trovare competenze e standard qualitativi unici a disposizione della loro passione. Infatti, lo stesso team che si prende cura della collezione FCA è a disposizione dei clienti privati, con servizi che vanno dalla semplice manutenzione – compresa quella di modelli “racing”, che necessitano di verifiche specifiche prima di scendere in pista – al restauro completo: dalla diagnosi al ripristino degli interni, dalla riparazione dei singoli componenti meccanici ed estetici fino al collaudo finale. Ogni modello preso in carico segue processi definiti e rigorosi, ma allo stesso tempo flessibili per adattarsi a ogni tipo di esigenza. Per ogni restauro viene creato un dossier, che raccoglie la documentazione tecnica e fotografica degli interventi realizzati. 

Oltre agli interventi di restauro e riparazione, nelle Officine Classiche verranno riprese le attività legate alla “Certificazione di autenticità”. Dopo aver analizzato in dettaglio i particolari della vettura storica in esame ed averne verificato i dati di produzione e le specifiche tecniche presso gli archivi aziendali, FCA Heritage attesta l’autenticità dell’auto d’epoca, evidenziandone il valore. Per ottenere la certificazione, ogni auto passa attraverso un rigoroso processo di controllo e valutazione, effettuato dal team di esperti di FCA Heritage, che verifica l’autenticità della vettura e dei suoi componenti, e il funzionamento delle principali parti meccaniche. La Certificazione di Autenticità è disponibile per le auto classiche dei Brand Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth e – qualora il cliente lo preferisse – l’attività di analisi della vettura storica può essere eseguita anche a domicilio, in completa sicurezza. 

Maggiori info sul sito di FCA Heritage.

venerdì 1 maggio 2020

“Storie Alfa Romeo”, seconda puntata: l’iconica 6C 1750 anticipa il futuro ed è protagonista della sua epoca


È il 13 aprile 1930, sono passate da poco le cinque del mattino. La quiete del Lago di Garda è rotta dal rombo di una Alfa Romeo 6C 1750 Gran Sport spider Zagato che va a 150 chilometri orari a fari spenti. Al volante c’è Tazio Nuvolari da Mantova, detto “Nivola”. Al suo fianco c’è Gian Battista Guidotti, capo-collaudatore Alfa Romeo al Portello. La corsa è la mitica Mille Miglia. In testa c’è Achille Varzi. che sembra avviato alla vittoria. Ma pochi chilometri prima del lago, a Verona, Nuvolari e Guidotti hanno avuto un’idea folle: spegnere le luci. Per battere il rivale, l’unico modo è coglierlo di sorpresa. È quasi l’alba. Dopo il lago c’è la campagna che porta al traguardo di Brescia. È qui che Varzi e il secondo pilota Canavesi sentono l’eco di un altro motore. Neanche il tempo di capire che cosa stia succedendo, e un’automobile identica alla loro li sorpassa. 

Vince Nuvolari alla media di 100,45 km/h. È la prima volta in questa gara che viene infranto il muro dei 100 km/h di media – un record a cui la stampa dell’epoca dà grande risalto. L’incredulo Varzi arriva secondo, staccato di una decina di minuti. Terzo Giuseppe Campari. Quarto Pietro Ghersi. Piloti molto diversi, con una cosa in comune: guidano tutti e quattro la stessa vettura, la 6C 1750. E non sono gli unici. Altre 6C arriveranno, nell’ora e mezza seguente – per un totale di otto nei primi undici posti. 
Una supremazia assoluta, ribadita quello stesso anno con i primi tre classificati alla 24 Ore di Spa, in Belgio, e al Tourist Trophy di Belfast. La 6C 1750 è l’auto più veloce del suo tempo. 

La famiglia 6C 

La 6C è la prima creatura di Vittorio Jano, che dal 1926 ha preso in mano tutta la progettazione Alfa Romeo. Il mandato era creare una “vettura leggera con prestazioni brillanti” – capace di arrivare prima nelle corse, di farsi ammirare, ma anche di aprire nuovi mercati. 
La 6C unisce pulizia di struttura e raffinatezza meccanica – le qualità tipiche delle auto di Jano. Ma ha anche qualcosa in più, che diventerà una caratteristica distintiva Alfa Romeo: una elevata potenza specifica. Jano sa estrarre cavalli da motori piccoli, e questo lo porta a immaginare quello che noi oggi chiameremmo “downsizing”: crea propulsori che si collocano a metà tra la cilindrata da un litro, tipica delle utilitarie, e i due o tre litri delle auto di lusso. Già allora, le Alfa Romeo vanno più forte di tutti grazie al miglior rapporto peso/potenza. 

L’innovazione tecnologica 

A partire da questa intuizione progettuale, nascono modelli che faranno storia. 
Già per la GP 1914 (poi bloccata dalla guerra), Merosi aveva sviluppato soluzioni motoristiche inedite, che avrebbero caratterizzato la storia progettuale futura di Alfa Romeo: i due alberi a camme in testa, le quattro valvole per cilindro e la doppia accensione. Sulla 6C 1900 GT (e successivamente sulle 6C 2300 e 6C 2500) vengono introdotte altre novità: le sospensioni a ruote indipendenti, e un nuovo telaio con componenti saldati (anziché chiodati) per aumentare la rigidità. 
La maneggevolezza e la tenuta di strada delle Alfa Romeo diventano leggendarie: lo “handling” entra nel DNA del Brand. 

La 6C 1750 

La 6C 1750 presentata nel gennaio del 1929 al Salone dell’Automobile di Roma rappresenta forse la piena maturazione della formula 6C. Il motore è un’evoluzione del precedente 1500 sei cilindri in linea. Viene prodotto in versioni diverse – monoalbero e bialbero, con compressore volumetrico e senza – e la potenza va dai 46 cavalli della versione Turismo ai 102 cavalli della Gran Sport “Testa Fissa”. Quest’ultima è una “special version” prodotta in pochissimi esemplari: la testata è fusa in blocco col basamento cilindri per eliminare le guarnizioni (e il rischio di bruciarle), il peso è di soli 840 kg e la velocità massima di 170 km/h. 

Ma non è solo il propulsore a fare della 6C 1750 il punto più alto dell’innovazione in campo automobilistico. Il sistema frenante è di tipo meccanico, con tamburi di grandi dimensioni comandati da un sistema di rinvii. Il telaio, in acciaio stampato, è perfettamente equilibrato ed estremamente rigido, con assali rinforzati. Le balestre sono montate non sotto ai longheroni, ma all'esterno del corpo vettura: il baricentro più basso esalta la tenuta in curva. Il serbatoio del carburante è stato arretrato per ottenere un maggior carico sulle ruote posteriori e migliorare il bilanciamento tra gli assi. Tutte soluzioni all’avanguardia, che – in linea con la filosofia della Casa – sono applicate sulle vetture da corsa come sulle auto stradali. 

Le vittorie nelle gare diventano una cassa di risonanza per la supremazia tecnica del modello. Sin dall’esordio, la 6C 1750 ha un notevole successo commerciale. Dal 1929 al 1933 escono dal Portello ben 2.579 esemplari, venduti sul mercato domestico ma anche all’estero – soprattutto in Regno Unito e nel Commonwealth. Numero significativo, considerando che si tratta di un’auto decisamente “di élite”. In Italia, il prezzo di vendita andava dalle 40 alle 60 mila lire: circa sette anni di uno stipendio medio. 

L’era dei carrozzieri 

La 6C non è solo veloce, è anche molto bella. E molta parte del suo successo si deve ai carrozzieri che la “vestono”: maestri artigiani capaci di unire il mestiere di sellaio, di battilastra, di verniciatore e di tappezziere – ma soprattutto creativi e stilisti capaci di lasciare un segno nella loro epoca. 
Fino agli anni trenta, era normale che dagli stabilimenti produttivi uscissero telai nudi, attrezzati con motore, cambio e sospensioni. Il cliente acquistava l’auto, poi si rivolgeva all’allestitore per farsi creare un modello su misura – praticamente unico al mondo. Solo nel 1933 al Portello viene aperto un reparto di carrozzeria interno, che affianca (ma non sostituisce) la produzione di chassis meccanizzati venduti direttamente a clienti e carrozzieri. 
La 6C 1750 dimostra grande duttilità di allestimento. Intorno all’eccezionale meccanica Alfa Romeo vengono sviluppate alcune delle auto più eleganti di sempre – carrozzate dagli stilisti più illustri, e comprate dai personaggi più famosi. 

La 6C 1750 GS Touring “Flying Star” 

La “Flying Star” nasce per essere bella quanto la sua proprietaria: Josette Pozzo, milionaria, modella e protagonista degli eventi mondani dell’epoca. Creata appositamente per partecipare al Concorso d'Eleganza di Villa d'Este del 1931, fu sviluppata dalla Carrozzeria Touring di Felice Bianchi Anderloni. 
La 6C 1750 spider è un “pezzo unico”: un vero gioiello di originalità, eleganza e cura del dettaglio. È tutta bianca, compresi sottoscocca, raggi ruote, volante, e selleria – con la sola eccezione del cruscotto nero a contrasto. 
Con questo modello, Touring dà alla 1750 nuove proporzioni e inserisce una serie di dettagli estetici che le danno un fascino “liberty” – come i predellini anteriore e posteriore sospesi, che nascono dai passaruote per incrociarsi sotto le porte senza toccarsi. 
A Villa d’Este la 6C 1750 GS Touring vince la “Coppa d’Oro” assegnata all’auto più bella – e alla premiazione Josette guida personalmente la vettura, sfoggiando un abito bianco perfettamente coordinato. 

Credits: FCA Heritage

sabato 25 gennaio 2020

FCA Heritage alla 38esima edizione di Automotoretrò


Dal 30 gennaio al 2 febbraio, al Lingotto Fiere di Torino, vanno in scena la 38esima edizione di Automotoretrò e l'undicesima edizione di Automotoracing, che aprono ufficialmente il calendario di eventi dedicati agli appassionati del motorismo d'epoca. Confermata la formula vincente delle scorse edizioni: i visitatori possono infatti toccare con mano le più belle vetture del passato, sportive e di serie, provenienti da ogni parte d'Europa e da diverse epoche. Tra più di 1.200 espositori, trovano posto anche stand dedicati ai modellini, ai ricambi originali, alla compravendita di vetture e all'editoria specializzata, oltre a un ricco programma di convegni, presentazioni di libri e incontri con famosi personaggi del settore. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito ufficiale del salone.

Un appuntamento importante, dunque, che vede in prima fila FCA Heritage, il dipartimento del Gruppo dedicato alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio storico dei marchi Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth. Alla kermesse torinese FCA Heritage si presenta con nuovi materiali di comunicazione e con uno stand suggestivo e rinnovato nel design, che ospita alcuni esemplari straordinari, come la rarissima Alfa 24 HP del 1910 e l'affascinante Alfa Romeo 6C 1500 SS. Sono due capolavori della azienda milanese fondata il 24 giugno 1910 con la denominazione A.L.F.A. (Società Anonima Lombarda Fabbrica Automobili) e in particolare la 24 HP, insieme alla 12 HP, è il primo modello del marchio scaturito dall'accordo tra il cavaliere Ugo Stella e il progettista piacentino Giuseppe Merosi. Entrambe le vetture sono normalmente esposte presso il Museo Storico Alfa Romeo di Arese - La macchina del tempo. 

Nel 2020 si celebrano anche i primi 40 anni della Fiat Panda, l'intramontabile icona Fiat che ha conquistato diverse generazioni di automobilisti grazie alle sue dimensioni esterne compatte, al grande spazio interno configurabile per ogni esigenza di trasporto, all'ampia scelta di motori e alle numerose combinazioni cromatiche. Sullo stand è in mostra una Panda 30 (1980), uno dei primi esemplari del modello presentato al Salone dell'automobile di Ginevra del 1980 che riscosse un immediato successo, soprattutto tra i più giovani che per la sua innata semplicità e simpatia.
Inoltre, ad Automotoretrò si possono vedere da vicino i paraurti della leggendaria Lancia Delta HF Integrale, i primi ricambi della linea "Heritage Parts" dedicata alle vetture classiche e prodotta da FCA Heritage insieme a Mopar. In particolare, per l'occasione i ricercatissimi pezzi sono visibili su una vettura sperimentale degli anni Novanta appartenente alla collezione storica di FCA Heritage ed attualmente in restauro presso le Officine Classiche.

Infine, completano l'esposizione due vetture moderne – la sportiva Alfa Romeo Giulia MY20 e l'esclusiva Fiat Panda Trussardi – all'insegna di quel fil rouge che lega da oltre un secolo le automobili del passato con quelle attuali. In questo contesto rientra anche la suggestiva galleria allestita presso il Mirafiori Motor Village - la famosa dealership di Torino ubicata nello storico stabilimento Fiat nato nel 1939 - che racconta il mondo di FCA Heritage e l'ampia gamma di attività e servizi offerti dal Dipartimento.

giovedì 5 dicembre 2019

Da “Heritage Parts” ricambi per vetture classiche. Primi prodotti in catalogo i paraurti della Delta HF Integrale

Al via la commercializzazione di "Heritage Parts", la nuova linea di ricambi per vetture classiche fedelmente riprodotti, che nasce dalla collaborazione tra il dipartimento FCA Heritage e il marchio Mopar. Il progetto parte con uno dei modelli più iconici della storia di FCA: da oggi infatti sono disponibili i paraurti anteriore e posteriore della Lancia Delta HF Integrale e della Lancia Delta HF Integrale Evoluzione.

I ricambi vengono prodotti dagli stampi originali, custoditi da FCA Manufacturing e ora tornano a nuova vita, dopo le necessarie operazioni di ripristino, nello stabilimento FCA di Grugliasco. In particolare, i paraurti sono forniti non primerizzati in quanto i materiali non richiedono l'operazione di flammatura. La sabbiatura, prima della verniciatura, è a cura del cliente.
Avvalendosi di stampi e materiali originali, quindi, l'offerta di Mopar e FCA Heritage garantisce il perfetto montaggio dei ricambi e consente alle vetture di poter circolare su strada nel pieno rispetto delle regole omologative. Si tratta di una novità importante per i proprietari di queste vetture Lancia, intramontabili simboli delle più prestigiose vittorie nelle gare di rally.

La linea "Heritage Parts" unisce l'inestimabile patrimonio documentale di FCA Heritage - il dipartimento del Gruppo dedicato alla tutela e alla promozione del patrimonio storico dei marchi Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth - e l'elevata qualità, sicurezza e affidabilità dei ricambi originali prodotti da Mopar, il brand dedicato ad assistenza, ricambi e supporto al cliente per i veicoli FCA.

I paraurti della Lancia Delta HF Integrale sono ordinabili presso la Rete Autorizzata FCA oppure direttamente sul Mopar Store al seguente link. Si tratta dello store ufficiale Mopar dedicato ai clienti privati dove acquistare accessori e ricambi, ma anche una lunga serie di servizi personalizzati per la propria vettura FCA, quali estensioni di garanzia, tagliandi di manutenzione, pacchetti di installazione all-in-one e molto altro ancora. 
I paraurti della versione Integrale Evoluzione sono già ordinabili mentre l'ordinabilità dei paraurti della versione Integrale partirà dal prossimo 9 dicembre.

martedì 3 dicembre 2019

La Fiat 600 Multipla protagonista della retrospettiva "Cars: Accelerating the Modern World"


La Fiat 600 Multipla, vera icona dello stile italiano e antesignana di tutte le monovolume, è protagonista di "Cars: Accelerating the Modern World". La mostra, aperta fino al 19 Aprile 2020, ha per tema l'impatto dell'automobile sulla società moderna ed ospita vetture che hanno rappresentato dei veri e propri acceleratori sociali ed economici nel corso del XX secolo.

La retrospettiva mira a celebrare le automobili che per design, innovazione e impatto sociale hanno cambiato il mondo negli ultimi 130 anni. Strutturata in tre sezioni principali, la mostra accoglie oltre 250 oggetti e 15 vetture, tra cui il primo modello di automobile, un prototipo di auto volante e uno dei modelli più rappresentativi dell'automobilismo in Italia: la Fiat 600 Multipla.
Presentata al Salone di Bruxelles del 1956, la Fiat 600 Multipla propone una linea assolutamente inedita e uno spazio interno eccezionale. Con i sedili disposti su tre file può infatti ospitare comodamente sei persone oppure, con quattro sedili ribaltati, offrire un ampio e versatile piano di carico. Per la sua versatilità e il suo impareggiabile comfort, la "Multipla" diventa la beniamina dei tassisti e delle famiglie italiane per oltre un decennio. 

L'auto esposta a Londra fa parte della collezione di FCA Heritage ed è normalmente in mostra presso il Centro Storico Fiat di Torino. In occasione del 120° anno di vita di Fiat, FCA Heritage ha organizzato numerose attività per celebrare la Fabbrica Italiana Automobili Torino, una pietra miliare nella storia dell'automobilismo mondiale. Tra queste ricordiamo la partecipazione della Fiat 3½ HP del 1899, di proprietà di FCA UK Ltd e in mostra permanente presso il National Motor Museum di Beaulieu, alla "London to Brighton Veteran Car Run".

Maggiori informazioni sulla mostra "Cars: Accelerating the Modern World" in corso presso il V&A Museum sono disponibili sul sito www.vam.ac.uk/exhibitions/cars.

mercoledì 4 settembre 2019

Gran Premio d'Italia/ L'Alfa Romeo GP Tipo 159 "Alfetta" di J.M. Fangio sfila in centro a Milano


4 Settembre 2019 - Stasera presso la Boutique di Larusmiani - il brand d’abbigliamento e sartoria più antico di Via MonteNapoleone nato nel 1922 - sarà esposta l'Alfa Romeo GP Tipo 159 "Alfetta", monoposto campione del mondo 1951 con Juan Manuel Fangio. E per far rivivere le emozioni di quelle competizioni, all’interno della maison anche una rassegna fotografica dell’epoca e una selezionata collezione di merchandising a tema. L'Alfa iridata di Fangio potrà essere ammirata fino al 15 Settembre.

Il progetto che unisce Larusmiani e Alfa Romeo, simboli della bellezza italiana nel mondo, nasce dai valori che hanno dato vita a prodotti entrati nell'immaginario collettivo. Alla base di entrambi i marchi la capacità di combinare stile, qualità, eleganza e artigianalità. E se dal 1936 il simbolo del gabbiano (dal latino Larus) identifica ogni capo Larusmiani, allo stesso modo dal 1923 il mitico simbolo del Quadrifoglio contraddistingue tutte le vetture Alfa Romeo più performanti, come la GP Tipo 159 "Alfetta" del 1951 e l’attuale monoposto C38 del team "Alfa Romeo Racing" che Kimi Räikkönen e Antonio Giovinazzi condurranno nel “tempio della velocità” a Monza. Tra l’altro, lo scorso luglio proprio il bolide degli anni Cinquanta è stato guidato dal pilota finlandese nella "drivers parade" a Silverstone che ha preceduto il GP di Gran Bretagna. 

Alfa Romeo ha scritto alcune delle pagine più gloriose sia del motorsport sia dello stile italiano, basti pensare ad esempio all’esclusività dell’abitacolo, qualunque sia il modello, "cucito" come un abito raffinato, con cura artigianale e materiali pregiati. Ecco perché la GP Tipo 159 "Alfetta", icona sportiva ed elegante, impreziosisce ulteriormente la Boutique di Larusmiani. 

La GP Tipo 159 "Alfetta" appartiene alla collezione di FCA Heritage ed è esposta al Museo Storico Alfa Romeo di Arese - La Macchina del Tempo. Nella stagione 1951, l'Alfa Romeo decise di correre effettuando un rifacimento radicale della vettura degli anni precedenti a cui venne dato il nuovo nome di GP Tipo 159. Il propulsore fu spinto a 425 CV a 9300 giri/min, con picchi di 450 CV e velocità massime che superavano i 300 km/h. Anche la trasmissione ed i freni furono opportunamente migliorati. E al termine di una stagione avvincente Alfa Romeo si aggiudicò il campionato mondiale.



giovedì 20 giugno 2019

FCA Heritage alla “Vernasca Silver Flag 2019”


Nella splendida cornice del Centro Storico Fiat è stata presentata la “Vernasca Silver Flag 2019” – rievocazione storica della cronoscalata Castell'Arquato-Vernasca che fu disputata dal 1953 al 1972 – che si svolgerà dal 28 al 30 giugno. Oggi, abbandonato il cronometro di una volta, l’evento è strutturato in forma di “concorso dinamico di conservazione e restauro” – le auto sfilano su strada chiusa al traffico a velocità limitata – riservato a vetture da competizione costruite dalle origini dell’automobile fino ai primi anni Settanta. 

Organizzata dal Club Piacentino Automotoveicoli d’Epoca, quest’anno la “Vernasca Silver Flag 2019” celebra il 120esimo compleanno di Fiat e il 70esimo di Abarth, due anniversari importanti non solo per il motorismo italiano ma per l’automobilismo mondiale e quello sportivo in particolare. Per questo motivo FCA Heritage, il dipartimento del Gruppo dedicato alla tutela e alla promozione del patrimonio storico dei marchi italiani di FCA, partecipa all’evento con il proprio stand, che ospiterà due vetture iconiche e di grande valore: la Fiat 8V (1954) e Abarth 2400 coupé (1964). 

Con la prima vettura si ritorna alle origini della Castell'Arquato-Vernasca: infatti, nel 1954, la seconda edizione della gara fu vinta dalla Fiat 8V di Giovanni Auricchio. Costruita in un numero limitato di esemplari, sulla base della coupé Fiat 8V, la vettura fu presentata in versione prototipale al Salone di Torino del 1954. L’esemplare che partecipa all’evento presenta una carrozzeria in vetroresina (dal peso di appena 48,5 kg), un materiale decisamente innovativo per quegli anni. Il design della vettura si deve all’ingegner Fabio Luigi Rapi e la realizzazione al reparto Carrozzerie Speciali Fiat. La 8V è l'unica auto sportiva stradale con motore a otto cilindri realizzata dalla Fiat. In totale ne furono prodotti 114 esemplari. 

Spazio anche Abarth 2400 coupé (1964), la cui storia inizia nel 1959 quando Carlo Abarth decide di lanciare sul mercato una selezione di vetture Gran Turismo eleganti e discrete ma sempre ad alte prestazioni. La gamma tocca l'apice con l'Abarth 2400 Coupé realizzata dal carrozziere torinese Allemano, ultima evoluzione della meccanica dell'ammiraglia Fiat 2100/2300 con motore 6 cilindri in linea. La nuova carrozzeria è l'evoluzione dei progetti e degli esercizi di stile precedenti, scaturita da un salomonico mix tra le due proposte di stile presentate ad Abarth dai carrozzieri Ezio Ellena e Serafino Allemano. Si stima ne siano state costruite poche decine; uno Carlo Abarth lo tiene per sé, utilizzandolo tutti i giorni e per le vacanze nella natia Austria. Ma non solo: nel 1964, nonostante la vettura fosse già fuori produzione, Abarth decide di esporla ugualmente nel suo stand al Salone di Ginevra.

domenica 19 maggio 2019

FCA Heritage protagonista alla 28esima edizione di Autopromotec


Dal 22 al 26 maggio è in programma Autopromotec, biennale internazionale delle attrezzature e dell'aftermarket automobilistico. Nata nel 1965 e ospitata nel quartiere fieristico di Bologna, la prestigiosa rassegna è organizzata da Promotec, società di servizi di proprietà di AIRP - Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici, e AICA - Associazione Italiana Costruttori Autoattrezzature.
Oltre al consueto ricco calendario di convegni e incontri, l'edizione 2019 avrà due focus: la rassegna "Hybrid & ADAS Village" - allestita nell'area esterna 48 della Fiera dove testare i diversi sistemi di sicurezza ADAS - e la mostra "Italia: la passione in rosso", a cura di Ruoteclassiche, con l'esposizione di sei auto d'epoca rigorosamente rosse. Quest'ultima attrazione, allestita all'interno del Quadriportico del quartiere fieristico, vede la partecipazione di FCA Heritage che mette a disposizione quattro rarità della sua collezione storica: Fiat 1100 S (1948), Abarth 2400 Coupé (1964), Lancia Rally 037 (1982) e Alfa Romeo SZ (1989). Completano la mostra una Giannini 500 TV (1970) e una Ferrari 328 GTS (1987) appartenenti a collezioni private.

Da sempre il rosso è il colore della passione, oltre che la tinta per antonomasia delle vetture sportive italiane. Fin dagli anni venti del Ventesimo secolo, quando i bolidi nostrani abbandonarono la tinta nera per adottare il rosso. Alfa Romeo, Maserati e in seguito Ferrari hanno verniciato con questo colore le loro vetture da competizione, affinché il pubblico potesse distinguere le squadre italiane che gareggiavano nei campionati automobilistici internazionali. Secondo lo schema stabilito dall'associazione che in seguito sarebbe diventata la Federazione Internazionale dell'Automobile, le auto francesi dovevano essere blu, le vetture tedesche bianche (e successivamente argento), le auto britanniche verdi e le vetture italiane, come già accennato, rosse. Ecco perché Autopromotec, per festeggiare il genio, la creatività e soprattutto la passione italiana per i motori, ha ideato la retrospettiva "Italia: la passione in rosso", permettendo al al pubblico di ammirare sei capolavori made in Italy rigorosamente rossi.

Fiat 1100 S (1948): la versione più sportiva della 1100 anteguerra (soprannominata "Musone") nasce nel 1947. Progettata da Dante Giacosa, aveva una carrozzeria di tipo aerodinamico, senza paraurti. Le ruote posteriori sono carenate e il motore 4 cilindri con potenza di 51 CV a 5200 giri/min deriva da quello impiegato sulla Cisitalia 202 e permetteva una velocità massima di 150 km/h. Erano montate diverse particolarità meccaniche sul mezzo, tra cui un sistema di lubrificazione con radiatore dell'olio, una pompa dell'acqua di tipo centrifugo e un albero motore posto su quattro cuscinetti di banco. Fu realizzata in 401 esemplari ed ottenne diversi risultati sportivi di rilievo come il quinto posto alla Mille Miglia del 1947 e, l'anno successivo, tre ottimi piazzamenti sempre alla Freccia Rossa (seconda, terza e quarta assoluta).

Abarth 2400 Coupé (1964): nel 1959 Carlo Abarth decide di lanciare sul mercato una selezione di vetture Gran Turismo eleganti e discrete ma sempre ad alte prestazioni. La gamma tocca l'apice con l'Abarth 2400 Coupé Allemano, ultima evoluzione della meccanica dell'ammiraglia Fiat 2100/2300 con motore 6 cilindri in linea. La nuova carrozzeria è l'evoluzione dei progetti e degli esercizi di stile precedenti, scaturita da un salomonico mix tra le due proposte di stile presentate ad Abarth dai carrozzieri Ezio Ellena e Serafino Allemano (che la costruisce fino al 1962). Si stima ne siano state costruite poche decine; quel che è certo è che uno Carlo Abarth lo tiene per sé, utilizzandolo tutti i giorni e per le vacanze nella natia Austria. Ma non solo: nel 1964, nonostante la vettura fosse già fuori produzione, Abarth decide di esporla ugualmente nel suo stand al Salone di Ginevra. 

Lancia Rally 037 (1982): conosciuta dal grande pubblico con la sigla di progetto 037, la Rally è una vettura prodotta dalla Lancia dal 1982 al 1983 per partecipare al Campionato Mondiale Rally. La versione stradale monta un quattro cilindri in linea da 1995 cm³ con testata a 16 valvole in posizione centrale longitudinale, sovralimentato da un compressore volumetrico che sviluppava 205 CV a 7000 giri/min capaci di spingere la berlinetta Lancia a oltre 220 km/h e di farle raggiungere i 100 km/h da ferma in meno di 7 secondi. Ideata dall'ingegner Sergio Limone, nelle competizioni rallistiche colse numerose affermazioni, tra cui la vittoria del Campionato Mondiale Costruttori Rally del 1983. Fu l'ultima auto a 2 ruote motrici a vincere il mondiale di specialità e fu anche l'unica a prevalere sulle più avanzate auto a trazione integrale.

Alfa Romeo SZ (1989): proprio trent'anni fa, l'Alfa Romeo svelò al Salone di Ginevra del 1989 la SZ. Le due lettere nella sigla indicano rispettivamente Sprint e Zagato, la carrozzeria milanese già legata ad alcune leggendarie vetture della Casa del Biscione del passato. A volere l'operazione fu l'amministratore delegato Vittorio Ghidella, che all'inizio del 1987 diede semaforo verde al progetto della Experimental Sportscar 3.0, nome abbreviato poi nel codice ES 30, da cui scaturì infine la SZ. Da un punto di vista tecnico, la SZ sfrutta componenti collaudati, derivati da versioni sportive e corsaiole della Alfa Romeo 75. Ne sono esempi il pianale e l'impianto frenante, privo di ABS e con i dischi posteriori montati internamente, vicino al differenziale, dove si trovano anche il cambio e la frizione, secondo lo schema transaxle. Il motore è un 6 cilindri a V di 60° con potenza di 207 CV a 6200 giri/min, velocità massima di 245 km/h.

domenica 7 aprile 2019

FCA Heritage a Essen per Techno Classica 2019

Dal 10 al 14 aprile, presso la Fiera di Essen (Germania), si svolgerà la 31esima edizione di Techno Classica, il salone dedicato alle auto storiche più visitato d'Europa, come dimostrano i numeri da record registrati lo scorso anno: più di 188.000 visitatori, oltre 2.700 automobili in vendita, più di 1.250 espositori provenienti da 30 Paesi e oltre 200 club e associazioni.

Al prestigioso evento - che si articola in 21 padiglioni e 4 aree esterne per un totale di oltre 120.000 metri quadrati di area espositiva - non poteva certo mancare FCA Heritage, il dipartimento del Gruppo dedicato alla tutela e alla promozione del patrimonio storico dei marchi italiani di FCA.




Lo stand di FCA Heritage ad Essen sarà focalizzato sull'anima racing dell'Alfa Romeo, e in particolare sul suo ritorno in Formula 1. Protagoniste assolute la gloriosa G. P. Tipo 159 "Alfetta", con cui Juan Manuel Fangio vinse il campionato mondiale di F1 nel 1951, e l'altrettanto affascinante Brabham-Alfa Romeo BT45 del 1977 condotta in F1 dai piloti ufficiali Carlos Reutemann (ARG) e Carlos Pace (BRA). 
I due bolidi - che sono normalmente visibili presso il Museo Storico Alfa Romeo di Arese - La Macchina del Tempo - testimoniano come le competizioni siano da sempre nel DNA di Alfa Romeo: infatti, appena un anno dopo la sua fondazione avvenuta il 24 giugno 1910, il marchio debuttò ufficialmente nel mondo delle corse vincendo la sua prima gara a Modena. Da allora la sua leggenda sportiva si è arricchita di vittorie e podi nei diversi campionati internazionali, inclusa la Formula 1. Dal 2018 Alfa Romeo è tornata nel massimo campionato automobilistico e da quest'anno la denominazione ufficiale della squadra è "Alfa Romeo Racing" con il significativo inciso "since 1910". E per la prima volta in Germania, dopo l'esordio mondiale al recente salone di Ginevra, sullo stand di FCA Heritage sarà possibile ammirare la serie speciale a tiratura limitata Giulia Quadrifoglio "Alfa Romeo Racing" che celebra proprio la partecipazione e il sempre più profondo coinvolgimento di Alfa Romeo nel campionato di Formula 1 insieme a Sauber. Al suo fianco un'altra vettura Alfa Romeo dalla spiccata personalità sportiva: Stelvio Quadrifoglio NRING, l'esclusiva limited edition che rende omaggio al giro record realizzato nel 2017 al Nürburgring: 7 minuti, 51 secondi e 7 decimi per coprire gli oltre 20 km della Nordschleife (anello nord).


La manifestazione tedesca segna anche il debutto internazionale della nuova "Cassetta di trasformazione Abarth Classiche 595", ispirata all'originale kit degli anni Sessanta e contenente i componenti necessari a potenziare il motore delle classiche Fiat 500 o fungere da sostitutivi per le parti usurate delle Abarth 595 classiche. 
Sotto i riflettori anche la Fiat 500 allestita appositamente da FCA Heritage per testare il kit di elaborazione alla Targa Florio Classica 2018. E al suo fianco la Fiat Nuova 500 da record elaborata Abarth (1958), un esemplare dal valore storico inestimabile che è stato oggetto di un accurato intervento di restauro conservativo. Si tratta infatti della prima Fiat 500 elaborata dal team di Carlo Abarth nella storia, e che fece il suo debutto sull'anello di alta velocità dell'autodromo di Monza collezionando 6 record internazionali.


Particolarmente ricca anche la vetrina di "Reloaded by Creators", il progetto con cui FCA Heritage propone in vendita un numero limitato di auto storiche che, dopo la valutazione e il restauro, vengono restaurate, certificate e riproposte sul mercato, tornando così al loro antico splendore grazie al lavoro effettuato direttamente dal costruttore. A Techno Classica il pubblico potrà ammirare, e acquistare, tre vetture iconiche: Pininfarina Spidereuropa, Alfa Romeo 8C Competizione e Alfa Romeo 8C Spider.

domenica 24 febbraio 2019

Una singolare Fiat 130 Familiare


Il Brema Classic Motorshow, andato in scena all'inizio del mese di Febbraio, ha ospitato, tra l'altro, un pezzo molto raro, una station wagon di produzione artigianale appartenuta ad Umberto Agnelli, fratello dell'avvocato Giovanni Agnelli. L'auto era al centro di una retrospettiva tematica - con vetture di serie, prototipi, studi di stile e pezzi unici - dedicata appunto alle station wagon, categoria sempre più importante tra le automobili classiche.

FCA Heritage ha partecipato alla retrospettiva con la Fiat 130 Familiare appartenuta ad Umberto Agnelli, già presidente della Juventus e della Fiat. La vettura - progettata dai designer del Centro Stile Fiat - venne realizzata artigianalmente nel 1972 dagli esperti in carrozzerie speciali delle Officine Introzzi, situate a Lipomo sul lago di Como. Come base venne impiegata la Fiat 130 berlina di serie, all'epoca il modello top di gamma del marchio italiano. La vettura è mossa da un propulsore V6, che con una cilindrata di 3,2 litri eroga 165 CV.

Le Officine Introzzi dovrebbero aver costruito quattro esemplari della Fiat 130 Familiare, tutti destinati ad esponenti della famiglia Agnelli: la prima vettura era per Giovanni Agnelli in persona, che utilizzava la comoda e prestigiosa station wagon soprattutto per le vacanze invernali a St. Moritz. La sua 130 Familiare, realizzata in grigio metallizzato con inserti sulle fiancate ad effetto legno, è caratterizzata dal cesto portapacchi in vimini sul tetto, che veniva utilizzato per il trasporto degli sci. Le altre tre vetture prodotte non presentano questi caratteristici dettagli, ma sono state realizzate tutte con una livrea bicolore: un esemplare con il tetto rosso metallizzato, uno con il tetto verde ed infine l'esemplare in mostra a Brema - che appartiene alla collezione aziendale di FCA Heritage e che si distingue per l'eleganza della carrozzeria color crema abbinata al tetto color bronzo.

> Credits: http://www.press.fcaheritage.com

venerdì 1 febbraio 2019

FCA HERITAGE PROTAGONISTA DI “AUTOMOTORETRÒ 2019”


FCA Heritage partecipa alla 37esima edizione di “Automotoretrò”, al Lingotto Fiere di Torino fino al 3 febbraio insieme alla decima edizione di “Automotoracing”. Il prestigioso appuntamento apre il calendario di festeggiamenti per il 70esimo anniversario del marchio Abarth, che FCA Heritage vuole celebrare con l’esposizione di alcuni preziosi esemplari d’epoca nati dalla collaborazione tra la Casa dello Scorpione e gli altri marchi italiani oggi parte del Gruppo FCA. 

Il pubblico può ammirare tre vetture straordinarie, realizzate in piccola serie o addirittura in esemplare unico: Alfa Romeo 750 Competizione (1955), Lancia Rally 037 (1982) e Fiat Nuova 500 elaborazione Abarth "Record" (1958). In mostra anche l’Abarth 1000 Monoposto Record Classe G – appositamente restaurata – con cui Carlo Abarth conquistò personalmente il centesimo record del marchio che porta il suo nome, e che rappresenta un tributo ulteriore alla figura di questo geniale pilota e imprenditore. Infine, completa l’esposizione torinese un esemplare di Pininfarina Spidereuropa, che ha beneficiato di importanti interventi di restauro e viene proposta in vendita corredata della Certificazione di Autenticità nell’ambito del progetto “Reloaded by Creators”. E accanto a queste rarità d’inestimabile valore, le nuove Abarth 595 e Abarth 124 GT “70esimo Anniversario”, parte della gamma che celebra l’importante ricorrenza e, al tempo stesso, conferma il legame indissolubile tra le automobili del passato e quelle del presente. E la passione per le vetture Abarth è ancora oggi molto forte, come dimostrano le quasi 23.500 unita vendute in Europa nel 2018 che hanno portato a un aumento della quota del 36,5% rispetto al 2017. 

Settant’anni di Abarth 

La selezione di vetture presentate da FCA Heritage celebra l’importante anniversario di Abarth raccontando l’appassionante storia delle sinergie tra la Casa dello Scorpione e gli altri brand italiani di FCA: una lunga serie di collaborazioni di successo, che hanno consolidato il mito dell’Abarth come protagonista del motorsport internazionale. Tutto ha inizio nel secondo dopoguerra, quando il desiderio di una rinascita e la crescente disponibilità di tecnologie industriali trovano nel settore automobilistico il terreno fertile per nuove sperimentazioni. In questo contesto, nel 1949, Carlo Abarth fonda la scuderia sportiva che porta il suo nome e nel logo il suo segno zodiacale. Un’azienda che si dedica alla prettamente alla produzione di automobili dall’anima racing e, in seguito, anche a quella di componenti meccaniche per l'elaborazione di modelli di altri costruttori. Già a partire dagli anni Cinquanta l’Abarth inizia a cimentarsi su vetture Fiat, dando vita alle leggendarie elaborazioni capaci di conquistare in pista ogni tipo di record. Negli stessi anni sviluppa per l’Alfa Romeo kit di trasformazione per auto di serie e si dedica alla sperimentazione estrema realizzando prototipi in esemplare unico. La collaborazione stabile con Lancia si consolida alla fine degli anni Settanta e porta a quindici anni di straordinari successi sportivi nei campionati mondiali rally ed endurance. 


Fiat Nuova 500 elaborata Abarth "Record" (1958) 

Nel 1957 Carlo Abarth decide di impegnarsi per dare lustro alla Fiat Nuova 500, vettura utilitaria dotata di prestazioni non certo da auto da corsa. Il suo “motorino” con due soli cilindri era infatti troppo piccolo e non abbastanza potente per ambire a grandi risultati sportivi. Abarth decide di dimostrare la qualità della vettura trasformandola in un’auto da record. La 500 da lui elaborata, con un motore che sviluppa 26 CV e capace di spingerla alla velocità massima di 118 km, corre nell’autodromo di Monza per 168 ore consecutive collezionando 6 record internazionali. Anche la conquista di questi importanti risultati contribuirà al successo della Nuova 500 facendone una delle più famose vetture mai prodotte. 

La vettura in esposizione – che è proprio quella utilizzata a Monza – è anche il primo esemplare in assoluto di Fiat 500 elaborata da Abarth ed è stato riportato alla sua configurazione originale dopo un accurato intervento di restauro conservativo. Si tratta di una vettura dal valore storico inestimabile e rappresenta una vera pietra miliare nella storia del marchio Abarth e dell’automobile. 

Abarth 1000 Monoposto Record Classe G (1965) 

A molti anni di distanza dall’ultima competizione vissuta da pilota, a 57 anni Carlo Abarth decide di tentare l'impresa del record di accelerazione sul quarto di miglio con una vettura di Classe G, all'autodromo di Monza - nel 1964 la FIA aveva infatti istituito la novità dei record sulle brevissime distanze. 

La tentazione di dare il proprio contributo personale alla storia della Casa che porta il suo nome conquistando personalmente il centesimo record è troppo forte: Abarth si sottopone quindi a una dieta rigorosa (si dice basata soltanto sulle mele) arrivando a perdere i 30 kg necessari a entrare nell’abitacolo e gareggiare senza appesantire eccessivamente la vettura. 
Nell'ottobre 1965 la Abarth 1000 Monoposto Record Classe G, mossa dal bialbero di un litro, sigla il record di accelerazione sul quarto di miglio e sui 500 metri, battendo le temute BMW e Porsche. La monoposto usata dal costruttore-pilota in questa impresa era derivata da quella di Formula 2 realizzata l’anno precedente, con migliorie a livello di aerodinamica (musetto e parabrezza) e di motorizzazione: la Classe G adottava infatti un propulsore da 982 cm3, elaborato con due carburatori Weber 40 e due alberi a camme in testa. 


Alfa Romeo 750 Competizione (1955) 

La collaborazione tra Carlo Abarth e l’Alfa Romeo per la realizzazione della 750 Competizione – il cui nome in codice deriva dalla sigla di progetto della Giulietta – rimane a lungo segreta. Il progetto nasce con l’intenzione di realizzare una vettura di categoria Sport basata sulla Giulietta e di riaprire il capitolo competizioni dopo l’abbandono della Formula 1 dopo la vittoria dell’Alfa Romeo nel campionato 1951. 
Carlo Abarth, da sempre ammiratore dei motori Alfa Romeo, aveva già fornito alla casa di Arese dei kit di trasformazione per alcune vetture di produzione ed era desideroso di impegnarsi nel progetto. Accetta quindi con entusiasmo la sfida e realizza un telaio simile a quello della 207/A, mentre si affida per la carrozzeria allo stile e alla sapiente esecuzione di Mario Boano. La vettura da lui predisposta presenta un motore a 4 cilindri bialbero in lega leggera, con cilindrata incrementata a 1488 cm3 e con la “doppia accensione”. 

Sebbene la vettura venga testata con successo e dimostri buone qualità dinamiche, il progetto viene abbandonato perché l’Alfa decise di non tornare a competere nelle corse. La 750 Competizione in mostra rappresenta quindi un esemplare unico, che si differenzia marcatamente nell’estetica rispetto alle altre vetture Alfa Romeo dell’epoca. 


Lancia Rally 037 (1982) 

La collaborazione tra Abarth e Lancia – storicamente limitata alla realizzazione di alcuni accessori aftermarket per il potenziamento del motore e delle sospensioni dell’Aurelia B20, realizzati da Abarth a metà degli anni Cinquanta – si consolida dopo l’acquisizione della Casa dello Scorpione da parte di Fiat, quando l’Abarth diventa il reparto corse dell’azienda al servizio di tutti i marchi del Gruppo. È grazie a questa collaborazione, testimoniata dalla sigla di prodotto Abarth SE037, che negli anni Ottanta inizia la storia gloriosa della Lancia Rally. 

Connubio perfetto tra la carrozzeria disegnata da Pininfarina e la meccanica sviluppata da Abarth, la vettura fu concepita per sostituire, nelle competizioni rallystiche internazionali, la celebre ma ormai datata Fiat 131 Abarth Rally. Basata sulla cellula centrale della Lancia Beta Montecarlo e equipaggiata con un motore bialbero Fiat di 2 litri a 16 valvole, la 037 in versione stradale (l'esemplare è uno dei 200 prodotti per consentire l'omologazione in Gruppo B) sviluppa 205 cv capaci di spingerla a oltre 220 km/h e di farle raggiungere i 100 km/h da ferma in meno di sette secondi. 
La versione da competizione esordisce al Rally Costa Smeralda nell'aprile del 1982 e concorre ufficialmente per la stagione 1983, dove domina il campionato mondiale sin dalla prima gara, il Rally di Montecarlo vinto da Walter Röhrl. In quell'anno, nonostante l'agguerrita concorrenza delle nuove Audi Quattro a trazione integrale, la Lancia Rally Gr. B conquistò anche il Campionato Europeo e quello Italiano con alla guida l’allora venticinquenne Miki Biasion. 


Pininfarina Spidereuropa (1982) 

La 124 Sport Spider è una delle più longeve vetture costruite da Fiat nel secolo scorso. Disegnata nell’atelier di Pininfarina nel 1966, ha vissuto tra l’Europa e l’America una doppia vita all’insegna dell’inossidabile successo fino al 1985. Vent’anni in cui la sinuosa e compatta spider ha seguito l’escalation meccanica di differenti modelli Fiat, restando in produzione esclusiva per gli States a partire dal 1975. L’incessante successo e le richieste del pubblico europeo hanno spinto Pininfarina nel 1982 a riproporre nel vecchio continente la vettura, aggiornata e denominata “Spidereuropa” per distinguerla dalla versione per il mercato statunitense. 
La Pininfarina Spidereuropa è equipaggiata con un quattro cilindri due litri che sviluppa 105 cv ed è dotato di iniezione ed accensione elettronica. Grazie al peso contenuto – poco più di 1000 kg – la leggera spider a due posti secchi supera agevolmente i 180 km/h di velocità massima. 
La vettura in esposizione ha beneficiato di un accurato restauro che ha interessato la carrozzeria, la meccanica e gli interni. Dopo essere stata certificata dal team di esperti di FCA Heritage, è proposta in vendita all’interno del programma “Reloaded by Creators”.

lunedì 22 ottobre 2018

FCA Heritage al salone “Auto e Moto d’epoca 2018”


Dal 25 al 28 ottobre a Padova la 35° edizione di "Auto e Moto d'epoca", il più importante evento europeo del settore con oltre 5.000 vetture storiche in vendita e più di 1600 espositori. 
Tra i protagonisti, il dipartimento del Gruppo FCA che valorizza e promuove il patrimonio storico dei marchi Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth. 
Il salone padovano vedrà il debutto ufficiale di due nuovi servizi Alfa Romeo Classiche: la Certificazione di Autenticità e il Restauro. A rappresentarli, la Giulietta Sprint (1955) del cantante e musicista Piero Pelù, tra le prime Alfa Romeo storiche a fregiarsi della Certificazione di Autenticità. 
In rappresentanza del nuovo progetto “Instant Classic”, che prevede la certificazione di esclusive vetture attuali che diventeranno pezzi da collezione, è in mostra la serie speciale Stelvio Quadrifoglio NRING. 
Dalla scoperta al restauro, dalla valorizzazione alla re-immissione sul mercato: con il progetto "Reloaded by Creators”, FCA Heritage propone in vendita a Padova una Fiat 124 Sport Spider (1967) e una Pininfarina Spidereuropa (1982). 
Sullo stand di FCA Heritage tre ambasciatrici d’eccezione del passato sportivo del Gruppo: Alfa Romeo 75 Turbo Evoluzione IMSA (1988), Lancia Delta HF Integrale Gr. A «Safari» (1988) e la rara Fiat S 61 Corsa (1908), vera e propria vedette del Dipartimento.

sabato 18 novembre 2017

FCA Heritage a “Milano AutoClassica”


Al via la rassegna "Milano AutoClassica" che, dal 24 al 26 novembre, accoglierà appassionati, esperti e addetti ai lavori, tutti affascinati da un settore in continua espansione e che riscuote sempre maggior interesse nel pubblico.
Giunta alla settima edizione, la manifestazione è incentrata sulla felice contaminazione fra il passato che valorizza la memoria storica dei brand e il presente e il futuro dei modelli attuali, presentati dalle case automobilistiche. Non poteva quindi mancare FCA Heritage, il dipartimento del Gruppo dedicato alla tutela e alla promozione del patrimonio storico dei marchi italiani di FCA, a conferma dell'indissolubile legame tra i modelli che hanno scritto la storia e le novità attuali.
L'esposizione sullo stand è dedicata agli "Epic Journeys", gli avventurosi viaggi portati a termine in tutto il mondo dalle vetture storiche in mostra, che hanno partecipato con successo a rally e raid affrontando autentiche maratone di resistenza lungo percorsi impervi.. Vetture derivate da quelle di serie, dunque, ma capaci di superare sollecitazioni estreme. In dettaglio, si tratta delle Fiat Campagnola "Alger - Le Cap" del 1951, 131 Diesel Abarth "London - Sydney" del 1977 e 500 "Overland" del 2007; della Lancia Delta Integrale "Safari" del 1988 e dell'Alfa Romeo Giulietta t.i. del 1957, vettura quest'ultima che ha partecipato alla rievocazione della Pechino - Parigi nel 2007.
Accanto agli esemplari della collezione Heritage il pubblico potrà ammirare la Fiat 500 serie speciale dedicata al 60esimo anniversario dell'iconica vettura, in cui convivono il look vintage e la più attuale tecnologia in termini di connettività, e un esemplare dell'Alfa Romeo Stelvio, il primo SUV del brand.
Alla storia dei marchi Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth è dedicato il sito www.fcaheritage.com, il nuovo portale che rappresenta la vetrina online del dipartimento FCA Heritage e mira a essere il punto di riferimento per tutti gli interessati alle storie, agli eventi e alle iniziative che coinvolgeranno le auto classiche dei brand italiani del Gruppo.

Fiat Campagnola "Alger - Le Cap" (1951)

Nel 1950 l'Esercito Italiano bandì una gara per la fornitura di veicoli polivalenti per impieghi speciali (in inglese MPV, cioè Multi Purpose Vehicle), che ricalcassero lo schema della Jeep Willys, il fuoristrada impiegato dalla truppe americane durante la campagna europea del secondo conflitto mondiale.
Due case automobilistiche di grande prestigio come l'Alfa Romeo e la Fiat si cimentarono nella progettazione di un tipo di automezzo che, fino a quel momento, non aveva ancora avuto nessun sviluppo nel panorama automobilistico italiano.
Ne scaturirono due modelli, entrambi siglati con la dicitura "A.R. 51", dove le due lettere stanno per "Automezzo da Ricognizione", che vennero presentati al vertici militari.
Per ragioni di praticità e facilità nella gestione e nelle riparazioni, la scelta cadde sul prototipo della Fiat, prodotto ingegneristico di Dante Giacosa, che venne così messo in produzione su larga scala.
A fine autunno del 1951 la dirigenza Fiat decise di battere il record di velocità della traversata dell'Africa da Città del Capo ad Algeri con una Campagnola A.R. 51. L'impresa fu portata a termine in 11 giorni, 4 ore e 54 minuti: un record ancora imbattuto, nonostante gli odierni mezzi tecnici e ritrovati tecnologici.
Pilota e organizzatore fu designato Paolo Butti, forte dell'esperienza maturata nel corso di precedenti rally in terra d'Africa, affiancato da un collaudatore Fiat con profonda conoscenza della Campagnola, cioè quel Domenico Racca incaricato qualche tempo prima della messa a punto del prototipo militare.
In realtà non si trattò "solamente" di percorrere il tragitto Città del Capo-Algeri bensì di effettuare prima il percorso al contrario, partendo da Algeri per raggiungere Città del Capo, organizzando via via le tappe ed i punti di rifornimento per il raid vero e proprio; per i componenti dell'equipaggio fu quindi una doppia traversata Nord-Sud-Nord del continente africano. Racca e Butti utilizzarono due identiche Campagnole, una per ciascuna tratta, in modo da poter avere quella "fresca", spedita da Torino, per il tentativo, riuscito, di record.

Fiat 131 Diesel Abarth "London - Sydney" (1977)

Se oggi il pubblico degli appassionati si sta abituando a vedere automobili diesel impegnate e spesso vincenti nelle gare di durata, nel 1977 nessuno avrebbe mai pensato a un motore a gasolio per una gara, che fosse di resistenza o di velocità. L'impiego principale e sostanzialmente esclusivo di questo combustibile era appannaggio dei veicoli commerciali e agricoli, dotati ovviamente di prestazioni non entusiasmanti.
Non la pensavano in questo modo i tecnici Fiat, quando decisero di sviluppare una versione diesel della 131 berlina, modello in produzione dal 1974 e molto diffuso e apprezzato, equipaggiandolo di un motore SOFIM 4 cilindri in linea da 2445 cm3, in vista della presentazione al Salone di Torino del 1978.
Non solo: immaginando, giustamente, un possibile ritorno di immagine da un impiego prettamente sportivo di questo modello, venne chiesto all'Abarth di preparare quattro 131 Diesel (3 + 1 test car) per il Raid Londra-Sydney che si sarebbe corso nell'estate del 1977. In questo tipo di gara non serviva avere l'auto più veloce, ma quella più affidabile e con minori consumi.
Per alcune componenti, i preparatori Abarth usarono soluzioni di serie: ad esempio, il cambio a 5 marce e il differenziale autobloccante erano entrambi derivati dalla Fiat 131 Abarth.
Le tre vetture - condotte dagli equipaggi Robert Neyret/Marianne Hoepfner, Giancarlo Baghetti/Tommaso Carletti e Christine Dacremont/Evelyne Vanoni - si presentarono ai nastri di partenza a Londra il 14 agosto; dopo 45 giorni di raid ininterrotto e oltre trentamila chilometri percorsi, due 131 giunsero al traguardo a Sidney il 27 settembre e la vettura di Neyret/Hoephner vinse la categoria.
Grazie a questo risultato, la 131 Diesel 2500, che aveva lo stesso motore delle vetture in gara, ebbe una grossa spinta mediatica ancor prima ancora del suo debutto al salone dell'auto di Torino.

Fiat 500 "Overland" (2007)

Nell'estate del 2007 la Fiat 500 ha affrontato l'undicesima edizione di "Overland" insieme ai famosi automezzi Iveco di colore arancione e alla mitica Itala che nel 1907 trionfò nello storico raid Pechino-Parigi.
Contraddistinta dalla vivace carrozzeria arancione, la Fiat 500 Overland si è dimostrata affidabile e sicura coprendo i 18.000 chilometri del raid estivo con grande disinvoltura e spiccata personalità. Un traguardo ancora più straordinario se si considera che la Fiat 500 Overland è una vettura di normale produzione con doti eccellenti nel campo della meccanica, del comportamento dinamico e delle prestazioni, soprattutto per merito del brillante turbodiesel 1.3 Multijet da 75 CV.
In dettaglio, partita l'11 luglio da Torino, la comitiva di Overland 11 ha attraversato l'Europa passando per Parigi, Liegi, Bruxelles, Hannover, Berlino, Varsaviae arrivando, a inizio agosto, nei Paesi Baltici e in Russia. Dopo aver superato San Pietroburgo e Mosca, la spedizione si è diretta verso le distese asiatiche della Siberia, con tappa nella capitale Novosibirsk, fino a raggiungere il confine con la Mongolia: un viaggio impegnativo di oltre 2.500 chilometri, un susseguirsi di dure prove ma anche di spettacolari paesaggi che la Fiat 500 ha superato sempre brillantemente. Il 20 settembre la carovana di Overland 11 è arrivata davanti all'Ambasciata italiana a Pechino.
Dopo questo straordinario viaggio, la Fiat 500 Overland è tornata in Italia guidata, in solitaria, da Rocco Errico e Beppe Tenti, quest'ultimo ideatore del progetto Overland che dal 1995 conduce la sua carovana di speciali automezzi Iveco negli angoli più remoti del mondo. Partiti il 12 novembre da Nanchino, i due veterani dell'avventura hanno percorso, in meno di un mese, oltre 16.000 chilometri per arrivare al Motor Show di Bologna dopo aver attraversato 9 diverse nazioni: Cina, Kazakistan, Russia, Bielorussia, Polonia, Repubblica Ceca, Germania, Austria e infine Italia.

Lancia Delta Integrale "Safari"(1988)

Fra i modelli che la Lancia ha prodotto nei suoi 111 anni di storia, la Delta davvero non ha bisogno di presentazioni, non solo per essere stata un autentico best seller del marchio torinese, prodotta dal 1979 al 1993, ma anche per aver scritto alcune fra le più importanti e gloriose pagine del rally mondiale.
Nel maggio 1986 viene lanciata la prima versione a quattro ruote motrici, la Delta HF 4WD: è con quest'auto e con le sue successive quattro evoluzioni (denominate poi "Integrale") che la Lancia inizierà il suo ineguagliato ciclo di vittorie nei rally: dopo i cinque titoli già ottenuti con vetture del calibro di Stratos e Rally 037, con la Delta la Lancia vincerà il Campionato Mondiale Rally per sei volte consecutive (1987-1992) mentre i piloti che guidarono questa autovettura vinsero quattro titoli: due con Miki Biasion (1988 e 1989) e altri due con Juha Kankkunen (1987 e 1991).
Tra gli innumerevoli successi conquistati dalla Delta nelle competizioni, il Rally Safari occupa un posto particolare. Questa importante competizione, chiamata confidenzialmente "il Safari", venne istituita nel 1953 dalla East African Coronation Safari per celebrare l'incoronazione della Regina Elisabetta II e divenne una delle gare più impegnative a faticose per vetture ed equipaggi, costretti a sfrecciare lungo la savana, facendo i conti con i mille imprevisti che queste condizioni comportavano.
La Lancia aveva tentato ben dieci volte, senza successo, di riuscire a conquistare il gradino più alto del podio nella durissima gara africana. Finalmente nel 1988 l'esemplare in esposizione - guidato da Miki Biasion - riescì ad imporsi non senza difficoltà, tra cui l' "incontro" con una zebra che ha lasciato il segno sul lato destro della vettura. L'importante risultato fu raggiunto nuovamente l'anno successivo e poi ancora nel 1991.

Alfa Romeo Giulietta t.i. (1957)

Nella prima metà degli anni Cinquanta l'Alfa Romeo, terminata momentaneamente l'esperienza ufficiale nelle competizioni dopo essersi ritirata imbattuta nei primi due campionati del mondo di Formula 1, si dedica alla costruzione di vetture "medie", dotate di prestazioni notevoli e di un carattere prettamente sportivo. Si rivolge al grande pubblico, mantenendo una qualità più alta rispetto alla media.
La Giulietta, presentata nel 1954, incarna questa nuova impostazione programmatica della dirigenza del Portello: un motore di soli 1290 cm3, con basamento in lega e diversi elementi in alluminio, per garantire il miglior rapporto peso-potenza.
Nel 1957, presso l'Autodromo di Monza, viene presentata la Giulietta t.i. (Turismo internazionale), evoluzione del modello berlina, dotata un più elevato rapporto di compressione, carburatore doppio corpo e più ricca strumentazione. La potenza passa da 53 a 65 cavalli, per una velocità di punta che arriva ai 155 km/h.
Proprio con una Giulietta t.i. del 1957 la Scuderia del Portello, in collaborazione con l'Alfa Romeo, ha corso e terminato con onore l'edizione 2007 della Pechino-Parigi.
La vettura in esposizione ha percorso senza particolari problemi tutti i 16.000 chilometri che, attraverso due continenti, l'hanno portata a tagliare il traguardo, tradizionalmente fissato in Place Vendôme a Parigi, dimostrando la robustezza, l'affidabilità e la velocità di un modello dal fascino senza tempo.

Alfa Romeo Stelvio

Un altro protagonista dell'esposizione sarà certamente Alfa Romeo Stelvio, il primo SUV del marchio italiano che, per la prima volta in oltre un secolo di storia, esprime l'autentico "spirito Alfa" in una sport utility. Alfa Romeo Stelvio regala, anche al guidatore più esigente, un'esperienza di guida entusiasmante e, al tempo stesso, il massimo livello in termini di comfort e versatilità tipica di questa categoria. Alfa Romeo Stelvio, dunque, trasforma qualunque viaggio in un'esperienza unica grazie alla sua perfetta combinazione tra piacere di guida, stile italiano e versatilità. A Milano il pubblico potrà ammirarne un esemplare in livrea Bianco Trofeo equipaggiato con il motore 2.2 Diesel da 210 CV con cambio automatico a 8 marce e trazione integrale Q4.

Fiat 500 serie speciale dedicata al 60esimo anniversario

Quest'anno l'icona di casa Fiat ha festeggiato i suoi primi sessant'anni. Tra le numerose iniziative che hanno celebrato questa speciale ricorrenza non poteva mancare una serie speciale ad hoc, esposta anche a "Milano AutoClassica". Si tratta delle serie speciale dedicata al 60esimo anniversario, svelata allo scorso Salone Internazionale di Ginevra. Questa vettura esclusiva rende omaggio all'antesignana attraverso una caratterizzazione specifica e la rilettura contemporanea di alcuni stilemi che l'hanno resa famosa, come la plancia in vinile, il logo vintage sul musetto tra i baffi cromati, sul portellone e sul volante, oltre alla cromatura sul cofano anteriore. Realizzata esclusivamente in versione cabrio, Fiat 500 serie speciale dedicata al 60esimo anniversario presenta un'inedita verniciatura bicolore dall'evocativo nome "Dolcevita": Bianco Tristrato per il corpo della vettura ed avorio pastello per il cofano e i montanti, coronata da una capote grigia e decorata con una linea di bellezza tricolore, bordeaux, bianca e grigia. L'omaggio al passato si limita all'estetica: dal punto di vista tecnologico la serie speciale dedicata al sessantesimo anniversario offre quanto di meglio oggi disponibile nel campo della tecnologia e del comfort a bordo.