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domenica 6 giugno 2021

Alfa Romeo 8C 2900 B Le Mans e 33 Stradale, damigelle d’onore del REB Concours di Roma


- Torino, 4 giugno 2021. Da lunedì 21 a mercoledì 23 giugno, il Circolo di Golf Roma Acquasanta sulla Via Appia, il più antico Golf Club d’Italia, ospiterà la 2^ edizione del “Roma Eternal Beauties – The REB Concours”, un esclusivo concorso d’eleganza riservato a 70 auto storiche prodotte fra i primi del ‘900 e il 1970. Ad accogliere ospiti e partecipanti alla kermesse saranno due esemplari tra i più preziosi appartenenti alla collezione storica Alfa Romeo, esposti fuori concorso: la 8C 2900 B Speciale Tipo Le Mans del 1938 e la 33 Stradale Prototipo del 1967.

La 8C 2900 è stata protagonista della famosa gara francese nel 1938. Vero simbolo della sua epoca, quest’auto dalla linea sinuosa e aerodinamica sfoggia una carrozzeria unica realizzata dall'atelier milanese Touring Superleggera, è equipaggiata con un propulsore 8 cilindri in linea da 220 cv e poteva raggiungere i 240 km/h. Alla 24 Ore di Le Mans del 1938 questa magnifica vettura, portata in gara da Clemente Biondetti, sfiorò la vittoria: dopo aver raggiunto una media record sul giro, la 8C 2900 rientrò nel box per riparazioni, riprese la corsa rimanendo in prima posizione, poi si fermò di nuovo per un guasto e fu costretta al ritiro. Entrata nella collezione storica della Casa del Biscione, oggi è uno dei gioielli più preziosi custoditi al Museo di Arese. 


Altrettanto straordinaria la 33 Stradale Prototipo, con carrozzeria in alluminio firmata da Franco Scaglione: è infatti la capostipite di un modello prodotto in ristrettissima serie, che annovera 18 esemplari realizzati. Solo 12 unità di questa slanciata berlinetta, con motore V8 da due litri e 230 CV, raggiunsero il mercato dei privati, mentre i restanti telai vennero acquistati da prestigiosi carrozzieri come Bertone, Pininfarina e Italdesign, che ne fecero la base per futuribili concept car.

Assegnare il titolo di auto “bella come Roma” tra le 70 partecipanti sarà l’arduo compito attribuito a una selezionatissima giuria presieduta quest’anno da Gianni Letta, uomo politico e giornalista, ma in palio ci sono numerosi altri riconoscimenti a seconda delle particolari categorie individuate. Così, ad esempio, all’attore Michele Placido toccherà eleggere la vettura “più cinematografica”, mentre sarà l’imprenditore della moda Tomaso Trussardi a scegliere la più bella tra “le italiane”.

Ma non ci saranno solo vetture storiche. Sul green del Circolo debutterà infatti anche la supersportiva Alfa Romeo Giulia GTAm, presentata a Balocco a metà maggio. Un evento eccezionale, perché per il nuovo modello si tratta di un esordio assoluto nell’Italia centrale: per l’occasione verrà esposta una unità con la fiammante livrea Rosso Etna. Prodotta in soli 500 esemplari, è equipaggiata con una versione potenziata del motore 2.9 V6 Bi-Turbo da 540 CV, la cui potenza specifica di 187CV/litro è best in class. La nuova Giulia GTA/GTAm si ispira a uno dei modelli più vincenti dei 111 anni di storia di Alfa Romeo e rappresenta la massima espressione della capacità unica del Marchio di coniugare stile e sportività. Grazie all’adozione estesa di materiali ultraleggeri beneficia di una riduzione di peso fino a 100 kg rispetto a Giulia Quadrifoglio e accelera da 0 a 100 km/h in soli 3,6 secondi. Non solo: sono state sviluppate soluzioni tecniche specifiche anche per aerodinamica, assetto ed handling. Il progetto si è avvalso delle competenze di Sauber Engineering e dei piloti del team di Formula 1 Alfa Romeo Racing ORLEN Antonio Giovinazzi e Kimi Räikkönen

Inoltre, ai partecipanti e agli ospiti di questo prestigioso ed emozionante evento il Motor Village di Roma, dealer di proprietà diretta del Gruppo Stellantis, metterà a disposizione un’Alfa Romeo Giulia e una Stelvio Quadrifoglio, che potranno essere provati su strada con l’assistenza di driver professionisti. Infine, oltre al giusto riconoscimento tributato allo stile e alla bellezza in sé, REB Concours si caratterizza anche per un fine benefico: infatti le quote di iscrizione dei concorrenti, insieme a offerte libere da parte di sponsor e visitatori, saranno ancora una volta devoluti al Circolo San Pietro, l’istituzione di volontariato nata nella Capitale nel 1869 che dipende dalla Santa Sede e raccoglie fondi per i bisognosi.

mercoledì 26 maggio 2021

“Heritage Parts”: ancora più ampia la linea di ricambi per vetture classiche


Torino, 21 maggio 2021 - Tra i molti progetti interessanti di Heritage – il dipartimento di Stellantis dedicato alla tutela e alla promozione del patrimonio storico dei marchi Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth – una menzione particolare merita "Heritage Parts", la linea di ricambi per vetture classiche fedelmente riprodotti grazie alla collaborazione con Mopar®, il brand dedicato ad assistenza, ricambi e supporto al cliente per i veicoli del Gruppo.

Lanciato alla fine del 2019, il progetto è partito con i paraurti anteriore e posteriore della Lancia Delta HF Integrale e della Lancia Delta HF Integrale Evoluzione, per poi proseguire con i paraurti anteriore e posteriore dell’Alfa Romeo 147 GTA ed un utile “car care set” con prodotti speciali per la cura delle auto storiche.
L’unicità della linea "Heritage Parts" risiede nel potersi avvalere di stampi e materiali originali, gelosamente custoditi all’interno del Gruppo, il che garantisce un’altissima qualità e il perfetto montaggio dei ricambi tanto da consentire alle vetture di poter circolare su strada nel pieno rispetto delle regole omologative.

Visto il successo dei primi prodotti commercializzati, "Heritage Parts" amplia oggi la sua offerta con sette lamierati specifici della Lancia Delta HF Integrale Evoluzione: cofano, parafanghi e rivestimenti delle portiere diventano così parte integrante del catalogo di ricambi ufficiali dedicati alle vetture classiche. I lamierati vengono realizzati attraverso uno stampo ricavato da un processo di "reverse engineering", ottimizzato grazie alla scansione dell’esemplare di Lancia Delta HF Integrale Evoluzione appartenente alla collezione storica di Heritage. Il materiale utilizzato è l’acciaio a basso tenore di carbonio: la stessa lega del componente originale, migliorata con l'aggiunta della zincatura.

Oltre alle parti di ricambio riprodotte, nel catalogo fanno oggi il loro ingresso anche altri 31 componenti originali, disponibili in numero limitato e fino ad esaurimento scorte, destinati ai modelli Alfa Romeo GTV/Spider, Alfa Romeo GT, Alfa Romeo 147, Alfa Romeo 156, Fiat Coupé e Fiat Barchetta. In dettaglio si tratta di 10 centraline iniezione e 21 ricambi di carrozzeria suddivisi tra paraurti, parafanghi, portiere, portelloni e cofani. Sono tutti ricambi fondamentali per salvaguardare il valore collezionistico ed economico di queste vetture youngtimer e, vista anche la disponibilità limitata, il loro acquisto può rivelarsi un prezioso investimento per il futuro.

I prodotti della linea "Heritage Parts" sono ordinabili presso la Rete Autorizzata Stellantis oppure direttamente sul Mopar Store.

sabato 21 novembre 2020

Il quinto anniversario di FCA Heritage

Torino, 20 novembre 2020 - Questa settimana si celebra il quinto anniversario di FCA Heritage, il dipartimento del Gruppo dedicato alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio storico dei marchi Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth. Un traguardo importante ma soprattutto un nuovo punto di partenza per guardare al futuro con crescente slancio, continuando a riportare in vita il patrimonio automobilistico di FCA attraverso una piattaforma di servizi e attività divulgative, sportive e culturali ideate e coordinate da FCA Heritage nel suo Hub di Torino, l’innovativa sede sorta nel 2019 all’interno dello storico comprensorio industriale di Mirafiori.

«L’obiettivo per cui nasce FCA Heritage è ben riassunto nel suo nome. Heritage è una parola che noi italiani usiamo spesso come sinonimo di tradizione e storia, trascurando che essa contiene anche un’accezione ulteriore, e forse più letterale, di eredità, patrimonio da trasmettere – dichiara Roberto Giolito, Head of EMEA FCA Heritage –. Aver dato vita a FCA Heritage, nel 2015, per noi vuol dire consegnare una visione più ampia a tutto il patrimonio rappresentato dalla nostra storia e tradizione. Significa valorizzare e non solo celebrare, far vivere e non solo custodire. Si tratta di un patrimonio inestimabile che ancora oggi ispira i modelli di domani, certo più sostenibili e connessi ma che conservano sempre lo stile Made in Italy famoso nel mondo».



Collaborazioni con prestigiosi musei di design e d’arte nel mondo

In questi cinque anni FCA Heritage ha stretto importanti rapporti di cooperazione con alcuni dei più famosi musei del mondo, dando vita a una preziosa rete di scambi con il panorama culturale internazionale. Lo dimostrano i trasferimenti temporanei di alcuni dei suoi cimeli presso il Victoria & Albert Museum di Londra (Regno Unito), il Musée National de la Voiture a Compiègne (Francia), il Triennale Design Museum di Milano, il Museo della Tecnica di Sinsheim (Germania), il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino e il "Museo delle emozioni" di Alfa Romeo, allestito nel 2016 a Madrid presso il Complejo Duques de Pastrana. E in questo contesto si inseriscono anche la ricerca ed il restauro di una storica Fiat 500 serie F (1968) che, donata da FCA Heritage al MoMA di New York per festeggiare il 60° anniversario dell’iconica vettura, è entrata a far parte della collezione permanente del museo statunitense nel luglio 2017. Il prestigioso ingresso ha "certificato", dunque, l'importanza storica e la valenza simbolica della Fiat 500 degli anni 50: un'icona di stile italiano che incarna molti dei tratti tipici del design modernista dell'epoca, collegandolo ai temi esplorati dalle collezioni esposte al museo newyorkese. E proprio i rapporti con queste celebri istituzioni culturali hanno ispirato uno dei servizi sviluppati dal dipartimento Heritage, lanciato nel 2018: il programma “Reloaded by Creators”, che prevede l’acquisizione, il restauro, la certificazione e la re-immissione sul mercato di una selezione di vetture storiche, utilizzando i proventi raccolti per acquisire nuove vetture d’epoca che entrano a far parte della collezione aziendale. Un’attività portata avanti anche dai principali musei d’arte, che finanziano così l’acquisizione e la valorizzazione di altri capolavori.



Vetture esposte in tutto il mondo e vincitrici delle più famose gare per auto storiche

Oltre che essere esposte nei più famosi musei del mondo, le rarità di FCA Heritage partecipano anche ai più importanti saloni ed eventi del settore in Europa – continente dove ha sede il Dipartimento – ma anche in America e Asia, viaggiando in oltre venti Paesi. A titolo esemplificativo, ricordiamo la partecipazione a diverse edizioni del Festival of Speed di Goodwood (Gran Bretagna) e della Targa Florio: al centesimo appuntamento con la storica corsa automobilistica siciliana ha partecipato, nel 2016, anche John Elkann, presidente di FCA, a bordo dell’iconica Alfa Romeo Giulietta SZ. A questi eventi dinamici si aggiungono i diversi concorsi di eleganza riservati alle vetture d’epoca, tra cui quello tenutosi nel 2018 presso il Castello Nijō di Kyoto (Giappone) con protagonista l’Alfa Romeo 1900 C52 Coupé, più conosciuta come "Disco Volante", e quello di Amelia Island (Florida, USA) che nel 2016 ha visto trionfare nella sua categoria la Alfa Romeo - Brabham BT45. Sono un piccolo ma significativo campione dell’attività svolta da FCA Heritage per valorizzare e far conoscere i capolavori della tecnica automobilistica italiana in tutto il mondo. Ma alcune di queste rarità non disdegnano, grazie al prezioso supporto tecnico offerto dalle Officine Classiche, di competere anche nelle più famose gare riservate alle veterane. Basti pensare alla straordinaria Alfa Romeo 6C 1500 SS (1928), proveniente dal Museo Storico Alfa Romeo di Arese, che nel 2019 ha vinto la rievocazione storica della “1000 Miglia”, la più importante gara di regolarità per auto d’epoca al mondo.



Le rinnovate Officine Classiche dove rinascono leggendari esemplari d’epoca

Pochi giorni fa sono state inaugurate le nuove Officine Classiche, l'atelier di restauro e certificazione di FCA Heritage dove si eseguono alcuni dei servizi più apprezzati dagli appassionati di auto storiche: dalla Certificazione di Autenticità ai servizi di assistenza tecnica e manutenzione, fino al restauro integrale. Ampliate e completamente rinnovate nell’aspetto esteriore e nella disposizione degli spazi, le Officine Classiche sono un indiscusso fiore all’occhiello di FCA Heritage. Attive dal 2015 nell’ex Officina 83 di Mirafiori, in via Plava a Torino, le Officine Classiche occupano ora una superficie di circa 6000 metri quadrati – rispetto ai 900 originari – e sono attrezzate con 12 ponti sollevatori, macchinari utensili specifici e una linea di finitura accuratissima che include una cabina dedicata alla verniciatura di singoli elementi. Qui si eseguono tutte le attività di riparazione, restauro e certificazione delle auto storiche dei marchi Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth, sia quelle dei collezionisti privati sia quelle appartenenti alla preziosa collezione di FCA Heritage. In totale, dal 2015 ad oggi, sono state effettuate decine di restauri e rilasciate circa 500 certificazioni a proprietari di vetture residenti in tutto il mondo: dal Giappone agli USA, dal Costa Rica alla Thailandia, fino all’isola di Antigua. Tra le maggiori novità delle officine rinnovate vi è una maggiore affinità alla corporate identity di FCA Heritage, continuando così un percorso iniziato nel 2019 con la nuova sede Heritage Hub e proseguito all’inizio del 2020 con l’inedita Heritage Gallery ospitata al Mirafiori Motor Village. Inoltre, il restyling delle Officine Classiche rende omaggio al famoso comprensorio industriale di Mirafiori, il più grande complesso di FCA nel mondo, che le ospita dal 2015. Le pareti dell’atelier sono ora impreziosite da suggestive immagini storiche della produzione nello stabilimento torinese, alternate da grafiche contemporanee e foto che ritraggono alcune delle vetture storiche più iconiche della collezione aziendale.

“Heritage Parts”, la nuova linea di ricambi per vetture classiche

Tra i progetti più interessanti di FCA Heritage vi è certamente "Heritage Parts", la linea di ricambi per vetture classiche fedelmente riprodotti grazie alla collaborazione tra FCA Heritage e il marchio Mopar. Lanciato alla fine del 2019, il progetto è partito con i paraurti anteriore e posteriore della Lancia Delta HF Integrale e della Lancia Delta HF Integrale Evoluzione. Ordinabili presso la Rete Autorizzata FCA oppure direttamente sul Mopar Store, i paraurti “Heritage Parts" vengono prodotti dagli stampi originali, che sono stati restaurati e ripristinati per l’occasione. Avvalendosi di stampi e materiali originali, quindi, l'offerta di Mopar e FCA Heritage garantisce il perfetto montaggio dei ricambi e consente alle vetture di poter circolare su strada nel pieno rispetto delle regole omologative. Nuovi particolari sono attualmente allo studio e verranno presentati nei prossimi mesi.
Va infine ricordato che nel 2019 ha debuttato il “Kit Fiat Abarth 595 Classiche”, la riedizione del kit di elaborazione ispirato alle originali cassette di trasformazione realizzate da Carlo Abarth per le Fiat 500 a partire dal 1963. Riproposta nel suo design originale, la cassetta di legno contiene tutti i componenti meccanici necessari per potenziare il motore delle Fiat 500 d'epoca oppure per sostituire le parti meccaniche usurate delle Fiat Abarth 595 classiche.


Heritage Hub, location simbolica dove la storia guarda al futuro

Una menzione particolare tra le realizzazioni più significative di FCA Heritage spetta all’Heritage Hub, la “casa” torinese del dipartimento, dove nascono tutti i servizi e i prodotti destinati agli amanti delle auto d’epoca. Si tratta di uno spazio fluido e creativo ospitato in un edificio evocativo ed evoluto, dove interazione e connettività restituiscono uno sguardo attuale alla storia gloriosa di Fiat, di Lancia, di Abarth, i marchi più strettamente legati al territorio torinese, e di Alfa Romeo. Dal 2019 sorge infatti nell'ex Officina 81 di via Plava, nel comprensorio industriale di Mirafiori. L’ambiente ha mantenuto il suo fascino industriale – pareti, pavimenti e il reticolo di pilastri sono stati restaurati con i colori e i materiali originali – diventando uno spazio polifunzionale fluido e creativo, moderno e stimolante, dove esprimere al meglio la missione di FCA Heritage: tutela, divulgazione e promozione del patrimonio storico dei marchi italiani di FCA. L'ambiente originale è stato oggetto di un accurato restauro conservativo che ne ha rispettato la natura industriale, i colori storici, senape e verde, la pavimentazione in cemento, il reticolo di pilastri metallici. Alzando lo sguardo si può ammirare la mostra sospesa sulla storia di Mirafiori, un percorso di pannelli fotografici e testuali che racconta le vicende più significative dello stabilimento attraverso una fruizione coinvolgente e intuitiva. Fiore all’occhiello dell'Hub è l'inimitabile esposizione di automobili: i 15.000 m2 del padiglione ospitano infatti oltre 300 vetture, autentici gioielli della collezione aziendale - alcuni mai mostrati prima al pubblico - che rendono la struttura un luogo di formazione e di emozione: non uno spazio museale tradizionale, ma un vero e proprio archivio tridimensionale in costante arricchimento. Ne è un simbolo la vettura che ha appena raggiunto lo spazio espositivo, per arricchirne la collezione: l’esemplare della Fiat Nuova 500 elettrica presentato lo scorso 3 luglio al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nei giardini del Palazzo del Quirinale.

FCA Heritage protagonista online con i canali social su Instagram e Facebook

Sin dalla fondazione di FCA Heritage, il sito web fcaheritage.com costituisce la “vetrina online” del dipartimento. Disponibile in quattro lingue, il portale costituisce il punto di riferimento privilegiato della community internazionale di appassionati e clienti che entrano quotidianamente in contatto con FCA Heritage per richiedere informazioni, servizi e consulenze.

Per garantire un accesso ancora più semplice e diretto al patrimonio di conoscenza e rarità automobilistiche custodito da FCA Heritage, lo scorso giugno sono stati inaugurati i canali social ufficiali su Instagram e Facebook, che vanno ad aggiungersi al canale YouTube, attivo dal 2016 e che in questi anni ha totalizzato oltre nove milioni di visualizzazioni. I due nuovi account, che rappresentano l’identità social di FCA Heritage e ne raccontano i luoghi, i servizi, le attività e gli eventi, hanno già superato i dieci milioni di impression. Sulle nuove pagine ufficiali grande spazio è riservato anche alle storie dei personaggi e delle vetture che hanno reso grandi i marchi rappresentati dal dipartimento, e al coinvolgimento di utenti e appassionati che possono interagire direttamente con il team di FCA Heritage, evocando immagini ed esperienze legate alle loro vetture d’epoca.

Credits: FCA HERITAGE








 Credits: FCA HERITAGE

lunedì 15 giugno 2020

Il Museo Alfa Romeo riapre al pubblico per i 110 anni del Marchio e svela i suoi tesori nascosti


Il Museo Alfa Romeo riapre al pubblico, e lo fa in una data speciale: il 24 giugno, giorno in cui il Marchio celebra il 110° anniversario dalla fondazione. La ricorrenza sarà quindi celebrata ad Arese, e andrà avanti anche nei giorni successivi: in questa occasione, infatti, il Museo resterà aperto con il consueto orario 10-18 tutti i giorni fino a domenica 28 giugno. Dalla settimana successiva, il calendario di apertura verrà temporaneamente modificato e le visite saranno possibili nelle giornate di sabato e domenica, sempre dalle 10 alle 18. 

Per club e appassionati ci sarà una sorpresa: avranno infatti l’opportunità non solo di visitare l’esposizione permanente, ma anche di accedere per la prima volta ad aree finora chiuse al pubblico e fuori dal percorso museale: i due piani dell’ex Centro Direzionale di Arese dove è conservata la Collezione, ovvero il backstage del Museo, comprendente altre 150 vetture, decine di motori stradali, aeronautici e marini, centinaia di modellini, trofei, oggetti d’arte, accessori ma anche un motoscafo da gara e molto altro. Tutti questi materiali, normalmente non esposti, costituiscono uno straordinario serbatoio che consente al Museo di organizzare mostre temporanee tematiche, e ad Alfa Romeo di partecipare ad eventi esterni, mostre e manifestazioni varie. 

Le visite alla Collezione avverranno su prenotazione, per gruppi al massimo di 10 persone, con visita guidata. Per informazioni e prenotazioni: collezione@museoalfaromeo.com

Mercoledì 24 e nel weekend gli alfisti avranno inoltre l’opportunità di partecipare a parate sul tracciato interno. Per evitare assembramenti, è necessario confermare la partecipazione via email all’indirizzo info@museoalfaromeo.com. 

Inoltre, in questa speciale ricorrenza, sarà presente ad Arese la Nuova Giulia GTA, l'iconica serie limitata concepita per il 110° anniversario del Marchio, e a partire dal 24 Giugno il Museo Alfa Romeo sarà il teatro di esclusive anteprime private per i clienti. 

Nel fine settimana sono inoltre in programma le conferenze Backstage, dedicate all’approfondimento di capitoli meno noti della storia Alfa Romeo: i due appuntamenti inizialmente previsti a marzo e aprile, sospesi a causa dell’emergenza sanitaria, verranno programmati rispettivamente sabato 27 giugno (Spider Monoposto concept, la versione estrema della 916) e domenica 28 giugno (164 Q4, il sezionato dell’ammiraglia a trazione integrale). Entrambi gli appuntamenti si svolgeranno in sala Giulia alle ore 15. Le conferenze sono comprese nel biglietto di ingresso, necessaria la prenotazione a info@museoalfaromeo.com 


Organizzato in tre aree tematiche - Timeline, che rappresenta la continuità industriale; Bellezza, che unisce stile, design e lifestyle; Velocità, sintesi di tecnologia, sportività e piacere di guida - il Museo Alfa Romeo si presenterà in una veste parzialmente rinnovata, grazie ad alcune novità quale ad esempio la rimodulazione della sezione dedicata alla produzione Avio con l’esposizione dell’“Angelo dei bimbi”, il velivolo Sai Ambrosini 1001 Grifo protagonista nel 1949 di un raid benefico sulla tratta Milano-Buenos Aires. 

Il Museo – inaugurato nel 1976, e completamente ristrutturato e riallestito nel 2015 – si è attrezzato per accogliere il pubblico con una serie di misure all’insegna della sicurezza, mettendo al centro la salute dei visitatori e dello staff. All’ingresso verrà rilevata la temperatura con termoscanner, e in caso di valore superiore alla norma verrà richiesto di riprogrammare la visita. Sarà obbligatorio l’uso della mascherina, e una apposita segnaletica orizzontale aiuterà i visitatori a rispettare le regole di distanziamento sociale e a seguire un percorso che separa il flusso di entrata da quello di uscita. Sarà data inoltre priorità al pagamento digitale, sia alla biglietteria del Museo che all’Alfa Romeo Store. 

Il Museo si sviluppa su una superficie di oltre 6mila mq e dispone di ampie aree esterne, garantendo quindi spazi sufficienti per assicurare a visitatori e staff il rispetto delle distanze interpersonali. In caso di afflussi consistenti gli ingressi potranno essere temporaneamente contingentati per evitare assembramenti. Non è necessaria la prenotazione online. 

E’ invece obbligatoria la prenotazione per le visite guidate sia al Museo che alla Collezione, per gruppi al massimo di 10 persone, e per la partecipazione alle varie attività programmate dal Museo, dalle proiezioni in diretta dei GP di Formula 1 (primo appuntamento domenica 5 luglio per il GP d’Austria) alle conferenze Backstage: l’accesso sarà consentito fino al raggiungimento del numero massimo di posti disponibili. 

Tutte le informazioni sul calendario attività sono disponibili su www.museoalfaromeo.com


mercoledì 10 giugno 2020

“Storie Alfa Romeo” – La rivoluzione di forme e colori: 33 Stradale, Carabo e Montreal



L’auto: fotografia dell’epoca
“Occhi” per fari, “bocca” per calandra, “volto” per frontale – e, naturalmente, “corpo” vettura, con “spalle” e “fianchi” disegnati dai passaruota. Queste similitudini antropomorfe si usano anche oggi. Come nascono, e perché? Le prime vetture sono letteralmente “carrozze senza cavalli”, prive di soluzioni decorative specifiche. Dagli anni trenta i “carrozzieri” (il nome è rimasto) diventano molto bravi a lavorare il metallo: battono le lastre a mano, direttamente su un “master” in legno, dando vita ad autentici pezzi unici – con linee tondeggianti e sensuali che sembrano inseguire un ideale organico. Con l’evolversi della produzione industriale, le forme tendono invece a semplificarsi, perché le attrezzature di stampaggio dell’epoca non consentono altrettanta raffinatezza e tridimensionalità. A un certo punto, alla fine degli anni Sessanta, le due ispirazioni stilistiche si biforcano nettamente. La differenza tra “auto antropomorfa” e “auto di domani” è rappresentata in modo plastico dalla 33 Stradale e dalla Carabo – due modelli Alfa Romeo sviluppati a partire dalla stessa base tecnica.

Nate dalla stessa piattaforma
La 33 Stradale e la Carabo non potrebbero essere più diverse. L’una tutta nervi e muscoli, come un atleta ritratto nel pieno dello sforzo agonistico; l’altra tutta linee rette e angoli, tesa a cogliere l’essenza della mobilità e a proiettarla nel futuro. Molto più che due interpretazioni: due mondi diversi.
La base tecnica comune di queste due vetture rappresenta la sintesi di cinquant’anni di esperienza Alfa Romeo nelle corse. Progettazione ingegnosa e rigorosa, perizia e coraggio nella scelta dei materiali, uno stile che sposa innovazione tecnologica e creatività: sono gli ingredienti di progetto della Tipo 33.

Voglia di correre
Tutto nasce dalla voglia di correre – una voglia che non si è mai spenta. Nel 1964 il Presidente Luraghi sente che è il momento di un ritorno ufficiale. Per ricostituire la Squadra Corse acquisisce l’Autodelta, un’azienda di Udine che è già partner privilegiato per la produzione delle TZ. Con Autodelta rientra in Alfa Romeo anche Carlo Chiti, che già ha lavorato al Portello dal 1952 al 1957 e prende ora il ruolo di responsabile della scuderia ufficiale.
Nello stesso anno, parte il progetto 33. Luraghi chiede al suo team una vettura in grado di competere nelle “categorie del momento” per successo di  pubblico e attenzione mediatica: il mondiale sport prototipi e le cronoscalate.

Autodelta
A metà degli anni sessanta, Autodelta si trasferisce a Settimo Milanese – più vicino allo stabilimento Alfa Romeo, ma soprattutto alla pista prove di Balocco.
Il primo telaio Tipo 33 progettato da Alfa Romeo entra nelle officine Autodelta nel 1965. È una struttura tubolare a “H”, asimmetrica, realizzata in lega di alluminio, che integra al suo interno i serbatoi  del carburante. Nella parte frontale, una struttura in magnesio sostiene in modo ottimale sospensioni anteriori, radiatori, sterzo e pedaliera. Il gruppo motore/cambio è montato longitudinalmente in posizione posteriore centrale. La carrozzeria è in fibra di vetro, e questo consente di limitare la massa totale della vettura ai 600 chili che il regolamento prevede come minimo. Ancora una volta, la leggerezza è l’arma segreta di Alfa Romeo.

La vittoria nei Campionati Mondiali Marche del 1975 e del 1977
Un progetto così ambizioso (e innovativo) ha tempi di sviluppo non brevissimi. Prima che la 33 sia pronta per le gare passano quasi due anni. Per le prime prove la vettura adotta il 4 cilindri da 1.570 cm³ della TZ2; nel frattempo viene sviluppato un propulsore interamente nuovo, con il quale si passa a una configurazione 8 cilindri a “V”, con due litri di cilindrata e 230 cavalli di potenza al debutto.
La prima 33 a correre viene subito soprannominata “Periscopica” per la presa d’aria che spunta sopra il roll-bar. Per l’esordio viene scelta la cronoscalata di Fléron, vicino a Liegi; a guidare l’auto è il capo-collaudatore dell’Autodelta, Teodoro Zeccoli. Dopo anni di preparazione meticolosa, il 12 marzo 1967 la 33 entra nel mondo delle competizioni. E vince subito. 
È la prima di una lunga serie di successi sui circuiti più prestigiosi. Una cavalcata che porterà la 33 sul tetto del mondo, con le vittorie iridate nel Campionato Marche del 1975 e del 1977.

Il nobile fiorentino che voleva fare il designer

Quando Alfa Romeo decide di produrre la 33 in piccolissima serie per i privati, ha bisogno di una nuova veste che ne intepreti l’agonismo in chiave stradale. Il progetto viene affidato a Franco Scaglione.
Nato a Firenze da famiglia di antica nobiltà, Scaglione studia per diventare ingegnere aeronautico fino al momento del servizio di leva; poi parte per il fronte libico, dove verrà fatto prigioniero a Tobruk. Torna in Italia a fine 1946, deciso a non riprendere gli studi, e sceglie di diventare stilista auto: prima con Pinin Farina, poi con Bertone, poi come designer indipendente.
Scaglione mette nel progetto della 33 Stradale tutta la sua perizia tecnica e audacia creativa, creando un capolavoro in cui l’innovazione di stile si fonde con la ricerca dell’aerodinamica e della funzionalità.

La 33 Stradale
Il cofano della 33 Stradale si apre completamente per migliorare l’accesso alle parti meccaniche, e – per la prima volta su un’auto “street-legal” – le portiere sono “a elitra”, al fine di agevolare l’ingresso in una vettura alta meno di un metro. Le uniche differenze rispetto alla versione da pista sono 10 centimetri in più di passo, e telaio in acciaio invece che in alluminio. Il motore è lo stesso della Tipo 33, interamente in leghe di alluminio e magnesio, con iniezione meccanica indiretta e lubrificazione a carter secco. La distribuzione è affidata a un bialbero a camme in testa, con due valvole e due candele per cilindro. Su un auto così leggera, 230 cavalli consentono di raggiungere la velocità massima di 260 km/h, e 100 km/h da fermo in 5 secondi e mezzo.

L'anteprima a Monza
La vettura viene presentata ufficialmente al Salone di Torino del 1967, ma svelata qualche settimana prima a un pubblico appassionato e competente. È il 10 settembre 1967, e a Monza si disputa il Gran Premio d’Italia, nona prova del mondiale di Formula 1. Un GP passato alla storia per un’epica rimonta di Jim Clark su Jack Brabham – e per l’anteprima di una delle più belle auto sportive di sempre. Quando nasce, la 33 Stradale è la sportiva più costosa sul mercato, venduta a quasi 10 milioni di lire del tempo contro i 6/7 delle rivali più prestigiose. Gli esemplari realizzati con carrozzeria Scaglione sono solo 12. Chi li compra fa l’investimento della vita: oggi sono praticamente senza prezzo.

L'auto-astronave
La 33 Stradale rappresenta il culmine del concetto di “auto antropomorfa”. Ma la ricerca stilistica Alfa Romeo percorre anche altre direzioni. L’idea di un’“auto del futuro”, simile a un’astronave, si manifesta negli anni cinquanta con la “Disco Volante” disegnata da Touring: una spider frutto di avanzati studi aerodinamici, con parafanghi bombati lateralmente e raccordati al corpo vettura basso e filante.
Al Salone dell’Auto di Parigi del 1968 viene presentata una “dream car” che rappresenta l’evoluzione di questa idea estrema: è la Carabo disegnata dal trentenne Marcello Gandini per Bertone.

Gemella diversa: la Carabo
La Carabo è sviluppata sulla meccanica della 33 Stradale – utilizzata in quegli anni anche da altri designer per esercizi one-off come l’Iguana di Giorgetto Giugiaro, la 33 Coupé Speciale e la Cuneo di Pininfarina, la Navajo di Bertone. Anche l’altezza è uguale, meno di un metro, ma sono sparite completamente le linee tondeggianti: tutto nella Carabo è tagliente, dal profilo a cuneo alle porte con apertura “a forbice”. Il nome Carabo prende ispirazione dal “Carabus auratus”, un coleottero  dai colori metallici e brillanti, gli stessi che vengono proposti sulla vettura: verde luminescente con dettagli arancione. Da questo momento, Alfa Romeo inizia a rivolgere un’attenzione particolare ai colori estrosi e alle tecniche di verniciatura speciali, elementi in grado di evidenziare ancora di più l’unicità del Marchio. Una ricerca cromatica che continuerà con la Montreal.

La Montreal
Nel 1967 tutte le nazioni del mondo partecipano all'Esposizione Universale di Montreal con le loro migliori realizzazioni tecniche e scientifiche. Ad Alfa Romeo viene richiesto di creare un simbolo tecnologico per l'Expo – un modello che rappresenti "la massima aspirazione dell'uomo in fatto di automobili”. Satta Puliga e Busso chiedono la collaborazione di Bertone, e Gandini viene incaricato di disegnare la carrozzeria e gli interni. Il risultato è un grande successo. I visitatori nordamericani apprezzano moltissimo l'eleganza e i contenuti della vettura. Sull’onda del consenso di pubblico, viene sviluppata una versione di serie, presentata al Salone di Ginevra nel 1970. A differenza del concept originario, questa Montreal ha un motore V8 derivato dalla Tipo 33, portato a 2.6 litri e limitato a 200 cavalli. Il modello colpisce per la straordinaria gamma di colori, sia pastello sia metallizzati: dal verde (già usato per la show car dell’Expo) all’argento, dall’arancio dall’oro. La ricerca cromatica è una tradizione Alfa Romeo che troveremo ancora nelle prossime storie – e che continua anche oggi, con la proposta di una nuova palette di colori carrozzeria: Rosso Villa d’Este, Ocra GT Junior e Verde Montreal. Tinte ispirate ai 110 anni di vita del Marchio e dedicate ad alcuni dei suoi modelli più gloriosi.

Credits: FCA Heritage

FCA Heritage apre su Instagram e Facebook


È trascorso all’insegna delle interazioni il primo weekend social di FCA Heritage, che ha inaugurato venerdì scorso i suoi canali su Instagram e Facebook. I due nuovi account, che rappresentano l’identità social di FCA Heritage e ne raccontano i luoghi, i servizi, le attività e gli eventi, hanno già superato il milione di visualizzazioni. Sulle nuove pagine ufficiali sarà dato grande spazio anche alle storie dei personaggi e delle vetture che hanno reso grandi i marchi rappresentati dal dipartimento, e al coinvolgimento di utenti e appassionati che potranno interagire direttamente con il team di FCA Heritage, evocando immagini ed esperienze legate alle loro vetture d’epoca.

Un viaggio nel tempo lungo strade italiane
L’esordio dei nuovi canali è avvenuto in una settimana simbolica, quella della Festa della Repubblica, a ribadire il legame con l’italianità dei quattro brand rappresentati dal Dipartimento: Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth. E la strategia di lancio è incentrata sul tema del viaggio, quello intrapreso da FCA Heritage sui social media. Viaggio e italianità sono al centro del video d’esordio che mostra suggestivi itinerari collinari in Piemonte, Emilia Romagna e Toscana, oltre al Centro Sperimentale di Balocco: eccellenze paesaggistiche del Belpaese che ospitano quattro protagoniste scelte per il loro valore simbolico nella storia del marchio che rappresentano.

Alfa Romeo Giulietta Sprint, Fiat S61, Lancia Aurelia B20, Abarth 2400 Coupé
Si tratta dell’Alfa Romeo Giulietta Sprint (la “fidanzata d'Italia”, come era soprannominata negli anni Cinquanta, magnifica coupé disegnata da Franco Scaglione per la carrozzeria Bertone); la Fiat S61 (imponente vettura da Gran Premio di inizio ‘900: l’esemplare mostrato è quello che trionfò al GP d’America del 1912 ed è stato ripristinato con un intervento di restauro conservativo dagli esperti tecnici di FCA Heritage); la Lancia Aurelia B20 (versione coupé della prima vettura al mondo equipaggiata con un motore V6: con lei nasce il concetto di “Granturismo” che poi diventerà una bandiera della cultura automobilistica italiana); l’Abarth 2400 Coupé (la vettura personale di Carlo Abarth, realizzata dalla Carrozzeria Allemano in serie limitata seguendo le indicazioni del fondatore della Casa dello Scorpione).

Una passione in crescita costante
In parallelo, le pagine dei quattro brand Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth hanno mostrato ciascuna un video più lungo dedicato alla propria vettura-simbolo, invitando la propria community a seguire la nuova pagina di FCA Heritage. Community italiana di appassionati che, sul web e dal vivo, è in crescita costante: sono oltre 32 milioni gli italiani che hanno assistito con calorosa partecipazione a eventi di motorismo storico negli ultimi dieci anni. Non solo: il canale YouTube ufficiale di FCA Heritage è attivo dal 2016 e in questi anni ha totalizzato oltre otto milioni di visualizzazioni.

sabato 6 giugno 2020

“Storie Alfa Romeo”: con Duetto la spider italiana sbarca a Hollywood

Hollywood nel destino
“It is a very forgiving car. Very pretty, too”. Così parla di Duetto un gentleman driver d’eccezione: Steve McQueen, che nell’estate del 1966 viene chiamato da Sports Illustrated a provare la spider italiana insieme ad altre “fast friends”. Quella da lui guidata è una delle prime Alfa Romeo 1600 Spider sbarcate negli States, dopo l’esordio al Salone di Ginevra di pochi mesi prima. Il giudizio coglie insieme l’essenza Duetto e l’unicità Alfa Romeo: piacere di guida e bellezza allo stato puro.
È un parere anche tecnicamente autorevole. Steve McQueen è collezionista di supercar e pilota di buon livello, capace di arrivare secondo nella sua categoria alla 12 Ore di Sebring del 1970 in coppia con Peter Revson.
Un anno dopo, alla guida di Duetto c’è Dustin Hoffman, che corre a tutto gas sulle note di Simon & Garfunkel nell’indimenticabile “Il laureato”. Immagini che entrano nella storia del cinema, e danno il via a un filone: la Duetto è utilizzata come auto di scena in centinaia di opere del piccolo e del grande schermo, e diventa essa stessa un “cult”. Anche il campione del mondo dei pesi massimi Muhammad Ali ne vuole una: riprendendo il suo motto “Float like a butterfly, sting like a bee”, la personalizza con la targa “Ali Bee”.
La carriera da star di Duetto inizia così. Noi però facciamo un passo indietro, e andiamo a conoscere le sue radici: l’innovazione tecnica di Giulia e il fascino di Giulietta Spider.
Nata per scoprire l’America
Anche nella storia della Giulietta Spider c’è un Hoffman protagonista. Non Dustin l’attore, ma Max Edwin Hoffman: ex pilota da corsa, costretto dal nazismo a lasciare l’Austria per gli Stati Uniti, divenuto in pochi anni l’importatore americano di riferimento per le Case auto europee.
Max è molto di più che un semplice “trader”: è un profondo conoscitore del mercato. Orienta le politiche commerciali, chiede specifici modelli, suggerisce variazioni di stile – e contribuisce con i suoi consigli alla creazione di alcune auto sportive tra le più ammirate di sempre. Tra queste c’è la Giulietta Spider.
La Spider per Hoffman è un chiodo fisso. Inizia a chiederla ad Alfa Romeo nel 1954, subito dopo il lancio della Giulietta Sprint. Sente che può diventare l’auto perfetta per la Pacific Coast – e sa che tutti a Hollywood ne vorranno una. È così sicuro del suo successo, che prima ancora di vedere i disegni definitivi si dice disposto ad acquistarne diverse centinaia.


La Bella Signorina
Hoffman riesce a convincere Francesco Quaroni e Rudolf Hruska, e il progetto parte. Lo stile è messo in gara tra i due designer del momento: Bertone e Pinin Farina. Bertone presenta una versione estrema, figlia del concept “2000 Sportiva” di Franco Scaglione: frontale appuntito, fari carenati, pinne posteriori. La proposta di Pinin Farina è disegnata da Franco Martinengo, e viene preferita per l’eleganza e l’equilibrio classico delle forme.
La “bella signorina”, come la definisce Pinin Farina, nasce con parabrezza panoramico e vetri laterali a scorrimento. All’interno della portiera non c’è maniglia: una corda aziona l’apertura. Solo più tardi arriveranno un parabrezza tradizionale, vetri laterali discendenti, pannelli porta attrezzati, tettuccio ripiegabile, maniglie esterne e nuovi interni.
Un concept da sportiva pura, confermato da prestazioni estremamente brillanti. La Spider adotta il motore della Giulietta: un quattro cilindri in linea  da 1.290 cm³ di cilindrata, che eroga 65 cavalli e spinge l’auto a 155 km/h. La potenza continua a salire con le successive versioni – a partire dalla Spider Veloce del 1958 da 80 cavalli.
Flessuosa, giovane, scattante. E bella. Giulietta Spider piace al cinema: Fellini la fa comparire in “La Dolce Vita”, Antonioni la sceglie come auto di Alain Delon in “L’eclisse”. Diventa uno status symbol: amata da personaggi famosi, desiderata da tutti.
Made in Italy
Viene il momento di dare una erede alla Giulietta Spider. Luraghi e il suo team sanno che non basta fare un’ottima macchina: bisogna ricreare lo stesso carisma. La presentazione dev’essere un evento – una cerimonia solenne, un po’ investitura e un po’ incoronazione.
Alfa Romeo pensa in grande. Per il lancio USA organizza una crociera, e invita i personaggi più esclusivi dello spettacolo, dello sport e della moda. A bordo ci sono 1.300 VIP, tra cui Vittorio Gassman, Rossella Falk e la soprano Anna Moffo. La turbonave italiana Raffaello viaggia da Genova a New York, facendo scalo a Cannes in occasione del Festival del Cinema – e durante tutta la crociera sul ponte della nave fanno bella mostra di sé tre esemplari della nuova Spider: uno verde, uno bianco e uno rosso. Sottolineando l’italianità del suo prodotto, Alfa Romeo anticipa di più di un decennio l’intuizione comunicativa del “Made in Italy”.
L’eredità tecnica Giulia
L’Alfa Romeo Spider 1600 nasce sul pianale della Giulia, con passo ridotto a 2.250 mm; la meccanica è quella della contemporanea Giulia Sprint GT Veloce (evoluzione della Sprint GT). Al lancio, Duetto è equipaggiata con il classico 4 cilindri bialbero da 1.570 cm³ in lega leggera, capace di scaricare sulle ruote 108 cavalli con un peso a secco di meno di 1.000 chili. La velocità massima è di 185 km/h.
“Duetto” o “Osso di Seppia”?
Il nome del modello è una storia in sé. Per sceglierlo, viene organizzato un concorso a premi in collaborazione con tutti i concessionari d'Europa. Vince “Duetto” – ma emerge una questione di diritti (per l’omonimia con un biscotto al cioccolato), che impone di lanciare la vettura come “Alfa Romeo Spider 1600”.
Il nome Duetto resta in sottofondo, si consolida nella memoria degli appassionati e diventa il soprannome comune di tutte le generazioni della vettura. Altri se ne aggiungeranno: la Spider del 1966, prima della serie e ultimo capolavoro di Battista Pinin Farina, è detta “Osso di Seppia” per la sua forma ellissoidale: frontale e coda arrotondati, laterali convessi e linea di cintura molto bassa. La seconda è la “Coda Tronca” del 1969, che si distingue per il taglio aerodinamico della parte posteriore. La terza è l’“Aerodinamica” del 1983, nata dagli studi in galleria del vento. Nel 1989 arriva l’ultima generazione, la cosiddetta “IV Serie” – un’auto dalla linea pulita e filante, in qualche modo un ritorno alle origini.
Quattro generazioni, oltre 124 mila unità prodotte in 28 anni: la più lunga vita di sempre per un modello Alfa Romeo.

Credits: FCA Heritage

lunedì 25 maggio 2020

“Storie Alfa Romeo”, quinta puntata: “Gazzelle” e “Pantere” sulle strade italiane


Nell’Italia del dopoguerra, le Alfa Romeo sono un mito. Hanno dimostrato su pista e su strada di essere più veloci di qualsiasi altra auto. Sono potenti, e vincono sempre – come il bene sul male. Hanno tutte le caratteristiche tecniche e simboliche per diventare le auto dei Corpi dello Stato. 
Il legame tra Alfa Romeo e le Forze dell'Ordine è un piccolo pezzo di storia della Repubblica. A partire dagli anni cinquanta, le Alfa Romeo vengono selezionate per il servizio di pronto intervento. Diventano le “volanti”, una presenza familiare per i cittadini, ed entrano nel linguaggio comune: quelle della Polizia sono ribattezzate “Pantere”, e quelle dei Carabinieri “Gazzelle”. Due metafore che sottolineano potenza e agilità. 
La prima Pantera è un’Alfa Romeo 1900 del 1952: le sue linee aggressive ispirano il nome stesso. 
La prima Gazzella è di pochi anni dopo. La più famosa di tutte è la Giulia Super; ma le Forze dell’Ordine arruolano moltissimi altri modelli Alfa Romeo, praticamente tutti i più importanti, dalla Matta all’Alfasud, dall’Alfa 75 all’Alfetta, dalla 156 alla Giulia di oggi. 

La storia del rapporto con le Forze dell’Ordine corre parallela alla storia dell’evoluzione Alfa Romeo. E questo tema ci porta a fare la conoscenza di un altro protagonista: il torinese di origine sarda Orazio Satta Puliga, un grande innamorato di Alfa Romeo. 
A lui si deve la famosa frase: “Ci sono molte Marche di automobili, e tra esse l’Alfa occupa un posto a parte. È una specie di malattia, l’entusiasmo per un mezzo di trasporto. È un modo di vivere, un modo tutto particolare di concepire un veicolo a motore”. 

Nominato direttore della progettazione nel 1946, Satta Puliga ha davanti a sé un arduo compito: non solo ricostruire quanto la guerra ha distrutto, ma anche trasformare un’azienda artigianale in una manifattura moderna, continuando sulla strada avviata da Ugo Gobbato. 
Satta Puliga inizia subito. Al suo arrivo, Alfa Romeo produce al Portello ogni singola parte meccanica, in base a criteri di alta artigianalità; lui razionalizza il processo, esternalizza i componenti secondari e abbatte i costi. E intanto pensa a creare le nuove Alfa Romeo “di serie”, da costruire con le più efficienti metodologie tecniche e organizzative disponibili. 

La 1900 di Satta Puliga del 1950 è la prima Alfa Romeo con la guida a sinistra, e la prima ad adottare una struttura a scocca autoportante. Ha abbandonato i tradizionali 6 e 8 cilindri per un nuovo motore con frazionamento a 4 cilindri, testata in alluminio e due assi a camme comandati da catena. Il motore è alimentato da un solo carburatore, e offre brillantezza con una classe fiscale contenuta. La 1900 eroga 80 cavalli, è scattante e veloce come ci si aspetta sia un’Alfa Romeo, ma è anche molto facile da guidare. In altre parole, si rivolge a un mercato più grande. Lo slogan che accompagna il lancio è: “La vettura di famiglia che vince nelle corse”. 
La 1900 è anche la prima Alfa Romeo a nascere su catena di montaggio. Una vera rivoluzione: i tempi di produzione dell’auto completa scendono da 240 a 100 ore. Il nuovo approccio porta a un successo commerciale mai visto: da sola, 1900 vende più di quanto avesse fatto l’intera Alfa Romeo fino a quel momento. 
Il risultato nasce anche da un’accorta gestione del ciclo di prodotto. Vengono introdotte varianti ad alte prestazioni (la 1900 TI, la 1900 C Sprint e Super Sprint, la 1900 Super) che vincono importanti competizioni internazionali di categoria. 

E continua la collaborazione con i carrozzieri: su meccanica 1900 nasce la serie delle concept car BAT (Berlinetta Aerodinamica Tecnica), firmate da Bertone e disegnate dal giovane Franco Scaglione. 
Lo stesso motore della 1900 viene anche adottato dall’AR51, più nota come “Matta”: un 4x4 nato per sostituire i fuoristrada post-bellici delle Forze Armate italiane. 

Se con la 1900 Alfa Romeo ha imboccato la strada della produzione in serie, è con Giulietta che si trasforma in una grande fabbrica di automobili. L’uomo che guida la trasformazione è Giuseppe Luraghi. 

Nato a Milano, nei suoi anni universitari alla Bocconi ha anche praticato la “nobile arte” della boxe. Quando entra nelle nostre storie è già riconosciuto come un manager di grande spessore, con una lunga esperienza in Pirelli. Dal 1951 al 1958 è direttore generale di Finmeccanica, la holding che controlla Alfa Romeo. Dopo un breve parentesi in Lanerossi, torna nel 1960 come presidente di Alfa Romeo stessa, ruolo che manterrà fino al 1974. 

Scrittore, giornalista, editore, Luraghi è promotore di iniziative culturali anche in ambito aziendale. Nel 1953 affida a Leonardo Sinisgalli, “il poeta ingegnere”, il compito di creare una rivista che unisca in dialogo la cultura umanistica, la conoscenza tecnica e l'arte. Nasce così “La Civiltà delle Macchine”, su cui scrivono anche Ungaretti e Gadda. 
Al suo arrivo in Alfa Romeo, Luraghi rivoluziona la struttura chiamando in azienda il progettista Rudolf Hruska, e Francesco Quaroni per riorganizzare i processi industriali. C’è una grande opportunità da cogliere: il Marchio ha eccezionale visibilità, le sue vittorie sportive esaltano e fanno sognare milioni di persone. Occorre dare a tutto questo un riscontro commerciale. Siamo alla vigilia del boom economico, e l’auto è il bene più desiderato: il possesso di un’Alfa Romeo deve diventare la prova visibile del raggiunto benessere. 

Da prodotto di élite a oggetto aspirazionale: la Casa concentra in questa direzione le sue risorse progettuali e industriali. E Giulietta nasce per essere il modello della svolta – che fa crescere le vendite, ma al tempo stesso conferma la tradizione tecnica e la vocazione sportiva del Marchio. 

Il nuovo modello ci riporta al legame di Alfa Romeo con le Forze dell’Ordine. La prima Gazzella dei Carabinieri è proprio una Giulietta destinata al servizio di pattuglia, ed entra in servizio già equipaggiata con impianto radio per il collegamento con la Centrale. Nel linguaggio dell’Arma, la Gazzella rappresenta il pilota di radiomobile: veloce, agile e resistente. Queste caratteristiche vengono immediatamente trasferite alla vettura. 

Più corta, più stretta, più leggera della 1900, Giulietta porta Alfa Romeo in un segmento nuovo, per un nuovo pubblico. Offre linee moderne e filanti all’esterno e grande abitabilità all’interno, insieme con tenuta di strada, ripresa e velocità. Il suo motore (interamente in alluminio) eroga 65 cavalli per una velocità massima di 165 chilometri orari. 

Al Salone di Torino del 1954, Giulietta fa il suo esordio in versione coupé. Giulietta Sprint, disegnata da Bertone, è una vetturetta bassa, compatta e slanciata che diventa un “instant classic”. Da notare che la sportiva nasce prima del modello standard: una scelta poco convenzionale (e molto Alfa Romeo), riproposta pochi anni fa da Giulia Quadrifoglio. 
Giulietta raggiunge un livello di popolarità eccezionale, che le vale il soprannome di “fidanzata d'Italia”. Il risultato di vendite è altrettanto straordinario: oltre 177 mila unità. 

Solo una vettura rivoluzionaria potrà sostituire Giulietta. Satta Puliga lo sa bene. E la sua squadra (Giuseppe Busso, Ivo Colucci, Livio Nicolis, Giuseppe Scarnati e il collaudatore Consalvo Sanesi) sviluppa una vettura che è decisamente avanti rispetto al suo tempo. 

Giulia è una delle prime vetture al mondo con struttura portante a deformazione differenziata. La parte anteriore e posteriore è studiata per assorbire gli urti, e l’abitacolo è estremamente rigido per proteggere gli occupanti: soluzioni che diventeranno obbligatorie solo molto più tardi. 
Il motore bialbero 1.6 litri della Giulia rappresenta una evoluzione del 1.3 quattro cilindri, e si distingue per le valvole di scarico raffreddate con inserti di sodio. 

Anche il design di Giulia è rivoluzionario. Giulia è compatta, ben proporzionata nei volumi e con uno stile unico. Il frontale basso e la coda tronca sono ispirati da motivazioni aerodinamiche. “Disegnata dal vento”, recita la pubblicità di lancio. Grazie all’innovativo lavoro di sviluppo in galleria del vento, il Cx di Giulia è straordinario per l’epoca: solo 0,34. 
Il modello riscuote un successo eccezionale: oltre 570 mila vendite complessive (più del triplo di Giulietta). Giulia diventa un’icona italiana. 
Chi visita il Museo Storico di Arese trova una sala dedicata all’Alfa Romeo nel cinema. Tra molte presenze illustri, Giulia spicca come protagonista assoluta di molti film “poliziotteschi” del tempo – nati come “B-movie”, e diventati poi oggetto di culto. In queste pellicole dove “guardie e ladri” si sfidano, Giulia è spesso l’auto di entrambi.

Credits: FCA Heritage