martedì 23 dicembre 2025

ICE Challenge si ferma nella stagione 2025/2026 e prepara il ritorno nel 2026/2027


Cuneo, 23 dicembre 2025 - BMG Motor Events comunica che ICE Challenge non si svolgerà nella stagione 2025/2026. Una decisione presa con senso di responsabilità, a seguito di un’attenta valutazione delle condizioni organizzative e operative, che non consentono di garantire lo svolgimento del campionato secondo gli standard di qualità che hanno sempre contraddistinto la serie.

Gli organizzatori sono già al lavoro per costruire il ritorno del campionato nella stagione 2026/2027, con l’obiettivo di riportare ICE Challenge al centro del panorama nazionale delle competizioni su ghiaccio con una struttura solida e un calendario all’altezza delle aspettative di piloti, team e appassionati, alla luce anche del successo registrato nel 2024/2025.

(Comunicato stampa ICE Challenge - Foto Caldani)

Michele Alboreto, dalla F. Monza alla F. 1


di MASSIMO CAMPI
Foto di RAUL ZACCHE' - ACTUALFOTO

Non ha vinto il mondiale, ma il ricordo di Michele è ancora forte tra gli appassionati, chi lo ha conosciuto lo ricorda ancora per le sue doti, come pilota, ma soprattutto come uomo. Per iniziare a correre, a dare sfogo alla sua passione, aveva dovuto fare molti sacrifici, poi ripagati da una straordinaria carriera, ma come persona era sempre disponibile, facendo della gentilezza una delle sue migliori doti anche fuori dall’abitacolo.

Michele Alboreto è nato il 23 dicembre 1956, a Rozzano alle porte di Milano, ed ha rappresentato un grande esempio di determinazione, passione e tanta voglia di fare e di dimostrare. Alboreto, pur non essendo mai diventato campione del mondo, ed in quel lontano e sfortunato 1985 con la Ferrari lo avrebbe sicuramente meritato, ha rappresentato una figura emblematica per tanti giovani, e per tanti tifosi. La grande forza di Alboreto è stata quella di essere un uomo, ancor prima che essere un pilota. Era considerato un pilota dal piede pesante, ma soprattutto con una testa pensante, che sapeva sempre fare funzionare cercando di cogliere il migliore risultato possibile in ogni occasione. La sua è stata una carriera molto importante, ed è stato l’ultimo che è riuscito a realizzare il sogno del pilota italiano al volante di una rossa.



Enzo Ferrari non voleva italiani, non voleva ulteriori polemiche in caso di incidenti o di lutti, ma dopo tanti anni aveva voluto Alboreto, ed il milanese è stato un pilota importante nella storia della rossa. E’ arrivato nel 1984 e ci è restato fino al 1988, quando è morto il Drake. Se ne è andato da Maranello in silenzio, senza fare polemiche, anche se avrebbe avuto molto da recriminare, soprattutto dal punto vista tecnico e sportivo. Ma Michele Alboreto non è stato solo un campione con le vetture di Maranello, ha corso e vinto anche con le Porsche.
Sentir parlare Alboreto, durante una intervista o una conferenza stampa, aveva un significato particolare: mai banale, sempre cercando il perché delle cose e delle situazioni, a volte sarcastico nei suoi giudizi, a volte con una vena polemica, ma sempre garbata. Prima di essere un pilota era un uomo, sempre disposto a mettersi in discussione, ed a costruire un futuro.
La vittoria più grande di Alboreto è stata alla 24 Ore di Le Mans, nel 1997, con la TWR Joest, un risultato che lo lancerà nella grande squadra Audi di Wolfgang Ullrich quando parte l’avventura del team tedesco.

La determinazione e la passione sono sempre state due costanti nella sua carriera: aveva ancora tanta voglia di correre, di ottenere ancora dei risultati come la vittoria a Le Mans e quella di Sebring del 2001, la sua ultima. Voleva conquistare ancora un’altra vittoria sulla Sarthe, proprio con quell’Audi che lo ha tradito.
Il suo casco era facilmente riconoscibile: blu intenso con la striscia gialla, gli stessi colori di Ronnie Peterson, l’idolo della sua gioventù, un pilota che come Michele non è riuscito a conquistare l’alloro mondiale, ma il cuore di molti tifosi, per come guidava in pista, per come sapeva essere un signore delle piste, proprio come Alboreto.

Michele Alboreto era questo, e tanto altro. Con lui è anche finita un’epoca, nella quale i piloti iniziano a correre per merito e arrivano in alto, non per la valigia, ma per le proprie qualità, velocistiche e professionali. Riescono a fare sognare le folle al volante di una rossa e continuano a fare i professionisti ad alto livello per molte stagioni ancora, senza mai arrendersi. Ma soprattutto finisce anche un’epoca dove i piloti sanno essere anche uomini, non solo delle star o dei semplici robot al servizio degli sponsor, e vengono apprezzati anche e soprattutto per questo.

Oggi avrebbe compiuto 69 anni se la sua vita non fosse stata prematuramente spezzata il 25 aprile 2001, quando la sua Audi, durante un test al Lausitzring ha preso il volo mettendo fine ad una storia difficilmente ripetibile.




Michele Alboreto, foto di Claudio Pezzoli

Michele Alboreto
23 Dicembre 1956 - 25 Aprile 2001

Foto di Claudio Pezzoli / New Reporter Press
riproduzione riservata 












sabato 20 dicembre 2025

Romolo Tavoni, ragioniere delle corse




Riproponiamo un articolo di Luciano Passoni per AutoMotocorse.it redatto in occasione di un incontro con Romolo Tavoni (Formigine, 
30 gennaio 1926 - Casinalbo, 20 dicembre 2020)

> di Luciano Passoni

La figura è elegante, a dispetto dell’età e di qualche acciacco, riceve gli amici o quanti vogliono incontrarlo molto volentieri. Apre la porta della sua casa e ci accoglie con una voce ancora austera e ferma. Il taccuino, le foto, il registratore o lo smartphone, c’è l’imbarazzo per il cronista su che cosa fissare quel fiume in piena di ricordi, aneddoti e episodi che racconta con passione, quasi fossero successi ieri, ed invece abbracciano più di mezzo secolo di storia dello sport auto, vissuta dalle stanze dei bottoni all’asfalto delle piste. Sempre in prima linea, meglio in pole position visto l’argomento, per lui arrivato quasi per caso in un mondo che non conosceva. Fresco di diploma comincia alle Officine Alfieri Maserati, poi prevale il desiderio del posto fisso e sicuro, e si ritrova giovane ragioniere di una banca. E’ l’Istituto Bancario che lo manda in missione alla Ferrari, Il compito è di tenere sotto controllo i conti dell’azienda del cavallino che passavano attraverso un prestito dell’Istituto stesso. Lavora, letteralmente parlando, al fianco del signor Enzo, nella stessa stanza con un tavolo, due sedie ed un armadio. Il caratterino del commendatore non tardò a manifestarsi, ma niente di preoccupante quando urlava, il problema vero era quando stava in silenzio. Finito il suo compito ed in procinto di tornare alla sede Enzo Ferrari, che evidentemente lo ritiene prezioso, lo assume direttamente, così comincia la sua “carriera”. Non esiste un ruolo ed una mansione, si lavora e basta, in azienda o sui circuiti, in Italia e nel resto del mondo. Sono gli anni in cui il cavallino rampante diventa leggenda, con le vittorie a grappoli nelle corse più importanti, dalla formula uno agli sport prototipi. Trionfi che servono ad incentivare le vendite. Ricorda ancora bene come nel mese successivo ad una vittoria di Le Mans gli ordini raddoppiavano, osservazione che ci riporta il pragmatico ragioniere sempre attento ai conti. Ma ovviamente è la parte sportiva che prende il sopravvento negli episodi, nelle storie e nelle vicende umane che hanno arricchito e riempito la sua esistenza di sensazioni e di emozioni irripetibili. Conoscendo la nostra provenienza inevitabile parlare di Eugenio Castellotti, la distanza del tempo attenua il dolore ma non la memoria, per lui e per il gruppo di piloti definiti “gli indisciplinati” (cit. da Luca Delli Carri), storie di vite vissute nel mito della velocità, consapevoli che ad ogni curva un rischio, con il traguardo che troppo spesso non era rappresentato dalla bandiera a scacchi. Con loro un elenco infinito di nomi, di uomini e di donne, vicende intrecciate, nel bene e nel male, nelle gioie e nelle tragedie. Tanti episodi finiti in dramma e qualche curiosità degna di telefilm d’azione, come si diceva una volta. Così è il racconto del G.P. del Venezuela che sanciva la vittoria nel Mondiale Marche del 1957, a scapito di Maserati, l’avversario scomodo posto all’altro lato della via Emilia. La missione di vincere gara e mondiale è portata felicemente a termine. Il problema è portar fuori da quel paese il trofeo destinato al vincitore, qualche chilo d’oro che suscita l’interesse di molti e mette nel dubbio l’onestà di tanti. Viene studiato un percorso alternativo dal circuito all’aeroporto, con l’aiuto di un residente italiano che lavora per una compagnia petrolifera e tra autocisterne, bagagliai, doppifondi e finte valigie il trofeo arriva nella bacheca di Maranello. E’ l’ATS con il gruppo di tecnici e dirigenti fuoriusciti da Ferrari che lo allontana dall’azienda. L’ avventura finisce molto presto, errori madornali nella conduzione finanziaria e mondo delle corse sembra destinato per lui a restare un ricordo del passato. Un uomo con la sua esperienza e capacità non può non destare interesse e arriva la chiamata dell’ACI Milano, che significa in sostanza Monza. Romolo Tavoni diventa così il braccio esecutivo di Luigi Bertett, presidente del sodalizio milanese, sarà lui a tradurre in pratica un’idea del dirigente milanese che si rivelerà geniale: la creazione di una formula addestrativa per giovani piloti. Nasce così la Formula 875 Monza e anche il mito di Tavoni, associato per sempre a quel straordinario periodo sportivo. Un progetto che non avrà più eguali, fatto non solo da un’idea di vettura, ma legato alla logistica del circuito, alla giornata di gare e all’economia dei partecipanti, vedi prove gratuite e semplicità regolamentari. Con il tempo e successivi passaggi la categoria ha poi perso il suo valore formativo e, ad oggi, possiamo considerarla come una eredità che è andata purtroppo dispersa. Non è certo qualche campionato monomarca, più o meno sostenuto da federazioni od enti sportivi generalisti, con costi comunque insostenibili, che possa paragonarsi al glorioso passato. Da qui forse anche la mancanza di piloti italiani agli alti livelli internazionali nel settore monoposto. Tutto questo lo vede naturalmente sempre attento e curioso, ma il tempo trascorso è veramente tanto e il rammarico non può tradursi, per la sua generazione, in azione, mentre per quelle nuove sembra contare di più l’apparire che l’essere, con le scuole piloti sostituite dagli addetti stampa e dai manager, attenti al colore della vettura o del casco, alla location, alle ospitality e con la pratica in pista comprata su Google Play. Per rifarci da questo velo di amarezza, torniamo con lui al mito del passato e ripassiamo, sfogliando il libro Melegnano Motori, le tante storie che riguardano proprio l’epopea delle “pettarelle”. Poi la nostra cronaca della tappa di Lodi della Mille Miglia gli ricorda un suo ultimo passaggio da Guidizzolo (MN), cittadina che vide l’incidente di De Portago con la Ferrari, episodio che mise fine, oltre alle vite delle vittime, alle corse su strada in Italia. Un ricordo struggente, il riconoscimento del corpo che dovette fare nella sua qualità di rappresentante della Ferrari, del pilota spagnolo, uno degli “indisciplinati”, che al pari di Eugenio Castellotti diede molto lavoro alla stampa “rosa” dell’epoca. Nell’occasione lo lasciò di stucco la visione del monumento, posto in quel luogo; non si capacitava dell’aspetto poco curato, irrispettoso per i caduti di quella tragedia, tanto da recarsi in Comune, non solo per protestare, ma offrendosi per le spese occorrenti a ridare dignità a quella gente e a quell’episodio. Finisce così, tra dediche ed autografi; vuole anche il nostro sul libro che gli abbiamo donato e che oggi è là, su quella mensola prestigiosa, insieme a chissà quali storie e quali scrittori. Lo abbracciamo, non solo idealmente, e ci invita a ritornare, quando in realtà noi non vorremmo proprio andarcene, per sentire e gustare chissà quante altre storie. Lui prende la bandiera a scacchi e sale sul podio di Monza, la sventola con autorità scrivendoci un’ultima dedica: “Questa è la parte che mi ha dato più soddisfazione, Romolo Tavoni”.

(P.S. Ringraziamo l’amico Lello Soncini che ci ha “raccomandato”, aiutato e accompagnato in questo incontro. La dedica di Romolo Tavoni (foto in alto) è sulla fotografia posta sul libro “TROFEO CADETTI: una storia che continua”, di Massimo Campi e Roberto Chinchero – Promit Edizioni – 1996)


Romolo Tavoni, a sinistra, con Luciano Passoni
e Lello Soncini, storico ufficiale di gara a Monza

venerdì 19 dicembre 2025

La Coppa d'Oro delle Dolomiti 2026 apre le iscrizioni


Dal 16 al 19 luglio ritorna l'appuntamento con uno degli eventi motoristici e culturali tra i più affascinanti del motorsport nazionale, ovvero la Coppa d'Oro delle Dolomiti che ha aperto le iscrizioni per l'edizione 2026. Tutti i moduli sono già disponibili cliccando qui 

Nata come corsa di velocità pura su strade aperte al traffico, ha fatto sognare l’Italia per 10 anni (1947–1956): 303,8 km in un’unica giornata, con partenza e arrivo a Cortina d’Ampezzo.
Un percorso leggendario tra passi e panorami delle Dolomiti, con oltre 156 km di salita e un dislivello totale di 4.129 m.
Istituita dall’Automobile Club di Belluno (che ne è tutt’oggi titolare), dal 1972 è tornata come rievocazione storica di regolarità classica nel calendario internazionale FIA. 

L’edizione 2026 della Coppa d'Oro delle Dolomiti, terza tappa del Campionato Italiano Grandi Eventi di ACI Sport, si svolgerà a Cortina d'Ampezzo dal 16 al 19 luglio 2026. 

Il contesto sarà quello della straordinaria bellezza delle Dolomiti, patrimonio mondiale Unesco, nello stesso anno dello svolgimento delle Olimpiadi invernali Milano Cortina 2026.

giovedì 18 dicembre 2025

IL 2025 DI 1000 MIGLIA SI CHIUDE CON I SUCCESSI DELLE EXPERIENCE CHINA E UAE



Brescia, 18 dicembre 2025 – Si è chiuso nel migliore dei modi il 2025 di 1000 Miglia con le Experience China e UAE. Quasi 200 equipaggi provenienti da tutto il mondo - Italia, Germania, Svizzera, Giappone, Francia, Stati Uniti, Spagna, Regno Unito e non solo - hanno preso parte ai due eventi internazionali fra cultura, scenari mozzafiato e ovviamente motori classici.

Dal 25 al 30 novembre 89 vetture, con 28 prestigiosi marchi rappresentati, hanno percorso oltre 1200 chilometri attraversando il cuore della Greater Bay Area del Guangdong. Per cinque giorni gli equipaggi si sono sfidati attraversando le popolose città di Haizhu, Huangpu, Panyu, Conghua e Zengcheng, passando poi per centri storici e industriali come Foshan e Shunde, e ancora aree più collinari e naturali come Qingyuan. Il tracciato si è esteso anche verso Huizhou, Heshan, Jiangmen, Nankunshan e Luofushan, regalando un mosaico di modernità e storia.
La vittoria è andata ai giapponesi Kiyoyuki Okuyama e Daisuke Saito, dominatori con la loro Abarth 750 del 1957. Di seguito Klein e Alexander Eberhard su Porsche 356 A Speedster del 1961, ed Enrico Rondinelli e Matteo Wolter su Mercedes Classe S W140 del 1994.

Dal 30 novembre al 4 dicembre sono state un centinaio le vetture partecipanti all’Experience UAE. Dopo la partenza dal prestigioso Emirates Golf Club di Dubai, le auto hanno raggiunto la montana e rocciosa Hatta Fort per concludere sulle spiagge incontaminate di Ras Al Khaimah. Fra i punti salienti del percorso, la spettacolare salita verso i 2000 metri della Jabel Jais Mountain, il passaggio sulle coste dell’Oman, il rientro negli Emirati con la capitale Abu Dhabi e il finale a Dubai. Qui le ultime prove cronometrate fra deserto e autodromo, prima del traguardo sotto l’imponente arco dell’International Financial Centre. La manifestazione si è conclusa con la cerimonia di premiazione alle Emirates Towers.
Primi classificati Artur Moscicki e Mariuz Juszczyk con Bmw 3.0 Cs Coupé del 1974, secondi Jeffrey Gault e Raffaele Conti su Lincoln Capri del 1953, terzi Adnan Nouh e Zyad Al Arfaj su Porsche Carrera MFI del 1975. Ok k
Una partecipazione numerosa e trasversale, segno di come la leggendaria Freccia Rossa sia sempre più un’icona di eccellenza nel mondo. Ora l’appuntamento è per il prossimo anno, dal 20 al 23 febbraio, con la 1000 Miglia Experience Usa Florida 2026.

(Ufficio Stampa 1000 Miglia)







mercoledì 17 dicembre 2025

STELLANTIS HERITAGE HUB SARÀ LA NUOVA CASA DELLA COLLEZIONE ASI-BERTONE


TORINO, 16 dicembre 2025 – Durante la presentazione di Salone Auto Torino 2026 è stato annunciato in anteprima il ritorno nel capoluogo piemontese della Collezione ASI Bertone. Grazie ad un accordo tra l'Automotoclub Storico Italiano e Stellantis Heritage, nei primi mesi del 2026 la raccolta di esemplari tra modelli, prototipi e one-off - acquisita e posta sotto tutela dall'ASI nel 2015 - sarà esposta negli spazi dell'Heritage Hub in via Plava 80. Un ritorno cercato e atteso da tempo, che arricchisce ulteriormente l'offerta motoristico-culturale torinese con le testimonianze di sei decadi di evoluzione stilistica "made in Torino", dagli anni '50 del '900 ai primi anni 2000.

Roberto Giolito, Head of Stellantis Heritage Italia dichiara: “La missione dell’Heritage HUB è raccontare, attraverso una prospettiva evolutiva, oltre cento anni di storia dell’automobilismo intimamente connessa alla città di Torino. L’ingresso della collezione ASI - Bertone rafforza ulteriormente il ruolo dell’Heritage HUB come polo di riferimento unico nel panorama museale, capace di narrare le tappe fondamentali dell’evoluzione tecnologica e del design in vari ambiti: dalle competizioni al contenimento delle emissioni, dalle fuoriserie alle utilitarie che hanno contraddistinto la storia della mobilità nel mondo. Siamo particolarmente orgogliosi di prendere parte a questo ambizioso progetto, offrendo a un pubblico sempre più ampio l’opportunità di scoprire e riscoprire la straordinaria storia locale attraverso le vetture che andranno ad arricchire la collezione già presente all’Heritage HUB.”

L’Heritage Hub, con sede a Mirafiori nei locali dell’ex Officina 81, rafforza così il suo ruolo di polo di riferimento internazionale per la valorizzazione e la divulgazione del patrimonio automobilistico italiano, confermando Torino come capitale del saper fare automobilistico e che contribuisce a preservare e tramandare un patrimonio unico, simbolo di innovazione, stile e identità territoriale. 

Per visitare Heritage Hub è possibile prenotare al seguente link.

A GENNAIO IL CORSO DI REGOLARITÀ DELLA SCUDERIA CASTELLOTTI


La Squadra Corse della Scuderia Castellotti aprirà la stagione 2026 organizzando presso la propria sede (via Caponnetto 19 a Lodi) un corso di regolarità per auto storiche. 

Un’occasione da non perdere per chi vuole scoprire questa disciplina, sempre più diffusa anche nel Lodigiano, oppure intende perfezionare le proprie conoscenze sul mondo della regolarità, specialità che unisce il piacere di usare l’auto storica ed il gusto di mettersi alla prova.

Il corso avrà luogo domenica 25 gennaio 2026 con inizio alle ore 9 ed il programma prevede una sessione teorica (normative ASI e ACI, tipologie di gare, lettura roadbook, cartelli e indicazioni di gara) con consigli tecnici per il pilota e il navigatore, l’equipaggiamento della vettura e gli strumenti richiesti per partecipare alle gare. Alle ore 11,00 verranno effettuate prove pratiche.

La partecipazione è libera e gratuita. Gli interessati devono confermare la partecipazione alla Scuderia organizzatrice: tel 0371 50076 (aperto dal lunedì al venerdì: 9.00-13.00); segreteria@scuderiacastellotti.it oppure a aldo.buttafava@gmail.com entro giovedi 22 gennaio. I posti sono limitati. 



martedì 16 dicembre 2025

Monza e Mugello nel Masters Historic Racing 2026


Masters Historic Racing annuncia una importante modifica al calendario 2026 con l’uscita di scena del round di Silverstone che verrà sostituito dal Monza Revival in programma il 25 e il 26 luglio all’Autodromo Nazionale.
La decisione degli organizzatori della serie per auto storiche deriva dall’impossibilità del circuito inglese di ospitare il Masters Historic a causa di vincoli logistici previsti nella prossima stagione.

Il Masters Historic Racing 2026 inizierà in aprile con una giornata di test al Paul Ricard che dall’8 al 10 maggio ospiterà anche il primo appuntamento della stagione che si concluderà sul circuito del Mugello con il Gran Premio Storico d’Italia (2-4 ottobre), settimo evento del 2026.

Gli altri circuiti del Masters 2026 sono Brands Hatch, Zandvoort, Assen e Dijon-Prenois.


Foto Pezzoli \ New Reporter Press



La slitta dí Vespa


La slitta di Babbo Natale rende omaggio a Vespa e alla sua gioia di vivere, e atterra nel cuore di Milano, a VESPA THE EMPTY SPACE il concept store Vespa, da poco aperto in Via Broletto 13, a due passi dal Duomo.
Trainata da cinque Vespa Primavera nella splendida livrea (VespaPrimavera) RED, la slitta di Babbo Natale ha preso le forme iconiche di Vespa.
L’inconfondibile scudo anteriore, le celebri rifiniture ai bordi, l’originale disegno della pedana con gli elementi in gomma nera, ridisegnano in pieno stile Vespa la slitta che, la notte di Natale, popola i sogni di milioni di bambini in tutto il mondo.
Una autentica slitta natalizia, un pezzo unico al mondo, ricca degli stessi elementi stilistici che hanno reso Vespa uno degli oggetti più amati al mondo, è a disposizione dei visitatori di VESPA THE EMPTY SPACE per un selfie natalizio assolutamente irripetibile e imperdibile. (UFFICIO STAMPA PIAGGIO)

venerdì 12 dicembre 2025

Il presidente ACI Geronimo La Russa nel Consiglio Mondiale Motorsport della FIA

Milano, 12 Dicembre 2025 - Geronimo La Russa, presidente eletto di ACI e presidente dell’Automobile Club Milano, è stato eletto membro del Consiglio Mondiale per lo Sport Automobilistico della FIA (la Federazione Internazionale dell’Automobile). 
Le votazioni, cui hanno preso parte 146 federazioni sportive nazionali provenienti da ogni parte del mondo, si sono svolte oggi a Tashkent, in Uzbekistan, con la conferma di Mohammed Ben Sulayem ai vertici dell’organizzazione.

Il Consiglio Mondiale per lo Sport Automobilistico, nell’ambito delle proprie funzioni, decide le regole tecniche e sportive del motorsport mondiale, “un consesso - commenta il Consiglio di Automobile Club Milano, esprimendo la propria soddisfazione per il grande risultato raggiunto - dal quale il nostro Paese mancava come membro dal 2021. Un importante riconoscimento, dunque, per Milano e per l’Italia intera”.

“Un onore poter riportare ai vertici mondiali il motorsport italiano - spiega Geronimo La Russa, avvocato quarantacinquenne, nel ringraziare il presidente Mohammed Ben Sulayem e tutti i partecipanti al voto - ma anche un onere da affrontare con determinazione. L’Italia torna ad avere un’importante rappresentanza in quello che è l’organismo responsabile per tutti gli aspetti internazionali dello sport automobilistico". 

“Lavoreremo con impegno e dedizione per raggiungere risultati che rendano sempre più attrattive e sicure le nostre attività e far brillare nel mondo l’eccellenza sportiva e motoristica italiana” conclude Geronimo La Russa.

Parte la missione Dakar 2026 del Ladies Dakar Team


12 dicembre 2025 – È iniziata in modo concreto l’avventura del Ladies Dakar Team verso la Dakar Classic 2026 con una prima sessione di test su sabbia in cava, utile per affinare feeling, sensibilità di guida e lavoro di squadra a bordo del Mercedes-Benz Unimog 435 del 1988 preparato dal Team Tecnosport di Como che assisterà l'equipaggio durante tutta la competizione. Per Rachele Somaschini, Serena Rodella e Monica Buonamano si è trattato dei primi chilometri con il mezzo nella configurazione definitiva, con riscontri incoraggianti e una progressione costante che ha confermato reattività e robustezza del camion pur lasciando ampio margine di crescita, naturale in questa fase iniziale ancora molto lontana dalle condizioni che si troveranno in gara.

Il veicolo, completate le verifiche tecniche a Barcellona a fine novembre, è già partito per l’Arabia Saudita: l’equipaggio lo ritroverà sul posto per due ulteriori giornate di test pre-gara, passaggio essenziale in vista del via della Dakar Classic F1 2026. Il programma di preparazione prevede infatti una fase di lavoro “sul campo” direttamente sulle piste saudite, con l’obiettivo di confermare le sensazioni raccolte durante la sessione italiana e definire eventuali aggiustamenti prima dello Start Camp. Il camion, ora in viaggio, arriverà a Yanbu il 30 dicembre, il 31 dicembre, 1 e 2 gennaio si svolgeranno i test privati, al termine dei quali i mezzi verranno verificati definitivamente, prima della cerimonia di partenza in programma il 3 gennaio.

La competizione che si svolge nel deserto arabo disputerà il prologo a Yanbu il 3 gennaio e poi tutta prima settimana con l'arrivo a Riyadh per il giorno di pausa. La carovana si rimetterà in movimento domenica 11 gennaio per la settima tappa, con l'arrivo nuovamente a Yanbu il 17 gennaio. Ogni dettaglio farà la differenza su tappe che potranno superare i 600 chilometri tra speciali e trasferimenti. Il debutto alla Dakar Classic del Ladies Dakar Team sarà solo il primo passo di un programma sportivo più ampio, destinato a crescere e a promuovere un messaggio inclusivo, ad alto impatto mediatico.

Il progetto è stato presentato ufficialmente il 19 novembre scorso al Centro Guida Sicura di Arese e nasce da un’idea di drivEvent Adventure e Carrozzeria Bonino, realtà da anni impegnate nei grandi rally-raid internazionali e ora protagoniste di un progetto strutturato e di medio-lungo periodo. Il coordinamento generale è affidato a Rudy Briani, pluricampione italiano rally terra e già navigatore alla Dakar Classic, che ha definito l’iniziativa “un percorso in cui la Dakar Classic rappresenta l’inizio, non il traguardo, con l’obiettivo di dare spazio a professionalità femminili e valorizzare la dimensione tecnica e umana dietro ogni grande avventura”. A livello tecnico sarà fondamentale poter contare su un team di comprovata esperienza come Tecnosport che nelle ultime edizioni della Classic è sempre stato tra le realtà di riferimento a livello mondiale.

L’equipaggio è composto da Rachele Somaschini, reduce dal programma nel FIA WRC2 e attiva dal 2016 con il progetto solidale #CorrerePerUnRespiro per la ricerca sulla fibrosi cistica, da Serena Rodella, pilota e meccanico con cinque titoli italiani femminili fuoristrada consecutivi, e da Monica Buonamano, navigatrice con lunga esperienza nei grandi raid internazionali. Un trio costruito su competenze complementari, equilibrio e responsabilità, con l’obiettivo di crescere passo dopo passo e favorire la presenza di nuove figure nel mondo dei rally-raid.

Il progetto è reso possibile grazie al coinvolgimento di sponsor e partner tecnici: Castrol supporterà il team testando in gara la nuova linea dedicata ai mezzi pesanti, Fiamm garantirà il comparto batterie, mentre Sparco e Stilo forniranno l’equipaggiamento tecnico; accanto a loro i partner di Somaschini – Prima Assicurazioni, Mapei, SLF Abrasivi, Kemtec e Gruppo Meregalli – sosterranno il programma nelle attività 2026. (Matteo Bellamoli)