martedì 30 giugno 2020

Grande successo per la 35a Stella Alpina vinta da Mario e Roberto Crugnola su Lancia Fulvia


Si è conclusa la 35a edizione della Stella Alpina: gara organizzata da Scuderia Trentina e Canossa Events che quest’anno ha avuto l’onore di essere la prima gara di regolarità ad avere luogo nella fase post Covid-19, ripartita dopo tre mesi di lockdown, ovviamente sempre con grande attenzione alla sicurezza dei partecipanti che sono stati accolti con il consueto sorriso, anche se nascosto dalla mascherina, seguendo il protocollo di sicurezza sanitario previsto. L’evento si è svolto dal 26 al 28 giugno con tre avvincenti giornate di guida interamente sui percorsi più panoramici delle Dolomiti e su spettacolari passi alpini, e ha visto gli equipaggi al via in un clima amichevole anche se competitivo.

Le prove a cronometro e le prove di media hanno impegnato gli equipaggi in gara in un clima di sana competizione sportiva. Tante prove impegnative, ma inserite in un contesto panoramico suggestivo, su un percorso di circa 500 km. La competizione è stata combattuta fino all’ultima tappa e durante la premiazione, svoltasi a Trento nella spettacolare cornice di Villa Bortolazzi, sono stati incoronati i vincitori di questa 35a edizione.
Sul podio delle auto storiche, dopo uno sfidante testa a testa, il primo premio della classifica assoluta e del trofeo Azimut va a Mario e Roberto Crugnola, su Lancia Fulvia HF del 1971. Sul secondo gradino l’equipaggio Riccardo Roversi e Michele Bellini su una Fiat 1100/103 del 1954, che si aggiudica anche il Trofeo Stella Alpina dedicato alle vetture ante 1957, mentre sul terzo gradino sale l’equipaggio Michele Lafortezza e Ilaria Carturan su Lancia Fulvia Coupé del 1976.

Nella classifica delle Ferrari moderne a imporsi è stata la coppia composta da Giovanni Carretti e Antonella Furlan su Ferrari 488 Spider, che hanno preceduto Enrico Zobele e Ivana Trentinaglia su Ferrari 812 GTS e Fabio Vergamini e Maurizia Bertolucci su Ferrari 488 GTB.
La coppa delle Dame, trofeo Ferrari, va all’equipaggio Patrizia Montagni e Sveva Fossati su Mercedes 280 SL del 1967. Il premio per l’equipaggio under 30 viene vinto da Ciro Agostini e Diletta Montagni su Alfa Romeo Giulia 1600 del 1963. Il premio per le Prove di Media va per le classiche ad Andrea Giacoppo con Daniela Grillone Teciou su Mercedes 230 Sl del 1965, per le moderne a Enrico Zobele e Ivana Trentinaglia su Ferrari 812 GTS.

I commenti
Luigi Orlandini, CEO di Canossa Events: “Siamo molto provati, ma anche molto soddisfatti e anche un pizzico orgogliosi di aver riaperto le danze degli eventi automobilistici. È stata una bella edizione e, sentendo i commenti dei partecipanti e godendo dei loro sorrisi, posso affermare con gioia ed orgoglio che è stato un grande successo! Per questo tengo molto a ringraziare di cuore tutti coloro che hanno reso possibile il successo dell’evento: in primo luogo i partecipanti, sia storici che nuovi, che hanno voluto essere presenti a questo primo evento dopo la ripresa e che con il loro entusiasmo hanno reso unica questa edizione e poi lo staff che ha messo come sempre il cuore per rendere possibile tutto questo”.

Anche Fiorenzo Dalmeri, Presidente di Scuderia Trentina, commenta con soddisfazione: “Questa edizione post lockdown della Stella Alpina è stata per noi una grande scommessa e ha richiesto tantissimo impegno e perché no, molto coraggio nel decidere di realizzarla. Siamo però felicissimi di averla fatta. È stata un’edizione molto apprezzata dai partecipanti e assistita anche dal meteo e dalle istituzioni che hanno collaborato in modo molto positivo alla sua realizzazione. Grazie anche a tutti gli sponsor che come sempre ci hanno supportato: Azimut, main sponsor dell’evento, Cantine Ferrari, Zuccari, SacréSSence, Autoindustriale, gLOVEme e La Sportiva”.

Enrico Zobele, Patron dell’evento, dichiara: “Un grazie sentito agli organizzatori e a tutti gli amici ferraristi che hanno risposto numerosi alla proposta di ricominciare. Quest’anno, con mio grande piacere, la Stella Alpina è infatti stata un grande inno alla Ferrari, un vero trofeo al Cavallino Rampante. A nome della Stella Alpina ringrazio anche tutto lo staff Ineco che ha contribuito a realizzare tutto questo, fornendo anche un’impeccabile assistenza”.


Il XXIV Memorial Castellotti


Si svolgerà domenica 11 ottobre la 24a edizione del Memorial Castellotti, manifestazione di regolarità per auto storiche organizzata dalla Scuderia dedicata al grande pilota lodigiano.
Come tradizione, il Memorial era previsto in marzo con validità per il Trofeo Nord Ovest, ma la chiusura provocata dal Covid-19 ha costretto gli organizzatori al cambio di data, mentre il Trofeo Nord Ovest è stato rinviato all’anno prossimo.
Questa edizione del Memorial Castellotti sarà al centro di una serie di iniziative per ricordare il compleanno del pilota, nato a Lodi il 10 ottobre 1930. Nelle prossime settimane i dettagli sul percorso del Memorial.

Villa d’Este Style 2020: un’edizione da ricordare


29 giugno 2020 – Sabato 27 giugno è andata in scena la nona edizione di un raduno davvero unico nel suo genere: Villa d’Este Style, dedicato alla bellezza di un’automobile che ha fatto la storia - l’Alfa Romeo 6C 2500 SS Coupé Villa d’Este - e che ha dato il via simbolico alla nuova stagione di appuntamenti per gli appassionati dei motori d’epoca.

Villa d’Este Style celebra la passione e la dedizione per una macchina iconica, che negli anni Cinquanta affascinò tutti grazie ad uno stile incomparabile. Dopo una lunga e attenta ricerca, l’Hotel Villa d’Este nel 2012 acquistò un modello di un'Alfa Romeo "Coupé Villa d'Este" e la riportò a casa, in quel luogo in cui il modello originale fece il suo debutto al Concorso di Eleganza del 1949, e che rappresenta la dimora spirituale di questo raro esemplare. La presenza di questa auto amplifica ulteriormente lo stile di vita elegante che rende l’Hotel Villa d’Este così unico nel mondo.



I protagonisti di questa edizione sono stati sei esemplari di Alfa Romeo 6C 2500 SS Coupé Villa d’Este, di cui tre bordeaux, uno blu, uno nero, oltre all’inconfondibile grigio metallizzato di proprietà dell’Hotel Villa d’Este.
Accanto a questi capolavori, sono state esposte delle automobili con una certa affinità elettiva, rigorosamente Alfa Romeo 6C 2500: due Coupé di Touring, due Cabriolet e una berlina speciale di Pinin Farina, e infine una Freccia d’Oro e una GT SS carrozzate dall’Alfa Romeo.


“Siamo orgogliosi di aver assistito a un’edizione di successo, in cui la passione per le auto si è unita perfettamente all’atmosfera inconfondibile che si respira qui, dando vita ad una esperienza eccezionale che celebra l’essenza stessa di Villa d’Este”, dichiara il Dottor Giuseppe Fontana, Presidente del Gruppo Villa d’Este.

Il Signor Danilo Zucchetti, Direttore Generale del Gruppo Villa d’Este, aggiunge: “Questo appuntamento racconta la relazione speciale tra un hotel iconico come Villa d’Este e un’auto unica dal design senza tempo, due esempi di stile inimitabile”.

Per maggiori informazioni: www.villadestestyle.com












Formula Class Junior verso la ripartenza. Con il rientro di Paolo Collivadino che punta al terzo titolo con la Covir



Apertura di stagione con ampio ritardo ma con grande soddisfazione. Come consentono i numeri. Il Covid-19 ha aumentato l’attesa degli appassionati e il desiderio di indossare di nuovo tuta e casco per ripartire. Dalla pista dell’Autodromo Riccardo Paletti di Varano de’ Melegari che nel prossimo fine settimana ospiterà il primo grande evento di automobilismo agonistico in Italia dopo la grande chiusura provocata dal virus. 
E nel fine settimana del Formula X Italian Series, affollato di auto e piloti, sarà protagonista la Formula Class Junior con ben 23 monoposto pronte a dare spettacolo nelle due gare in programma domenica 5 luglio dopo le prove libere e di qualificazione di sabato. 

Con vecchi e nuovi protagonisti della categoria. E apprezzati ritorni, come quello di Paolo Collivadino, dopo l’annuncio del ritiro dello scorso ottobre. Il due volte campione di Formula Class Junior (titoli conquistati nel 2017 e 2018 con la Dywa preparata da Riponi Corse) ci ha ripensato ed ha deciso di ripartire da dove tutto ebbe inizio 14 anni fa, da una monoposto del Team Covir, lo stesso del debutto a ruote scoperte. 

“Farò tutto il campionato nella categoria Formula Junior, con l'obiettivo di conquistare il terzo titolo. Sarà impegnativo visto il livello degli avversari, ma ce la metteremo tutta, anche per rispetto degli sponsor (vecchi e nuovi) che mi supporteranno in questa stagione: Niinivirta, TL Camp, Topfuel Milano Kart Arena, Orthojob”. 

Il Team di Isacco e Nantas Cò vanta un buon palmarès nella categoria e, tra l’altro, ha vinto un campionato con Sabino De Castro e ha messo a punto una versione della monoposto con le ali, provata da Paolo nei test precampionato svolti al Cremona Circuit e al Riccardo Paletti. Con buoni risultati. 

“Secondo me, con le ali si guadagna nel misto. – Nella stessa curva del Cremona Circuit, ho raggiunto 116 kmh contro i 107 kmh della monoposto senza ali” dice il pilota che è impaziente di calarsi nell’abitacolo della sua Covir e di ripartire”. Sabato 4 luglio il primo responso del cronometro. Finalmente. Senza spettatori sulle tribune del Riccardo Paletti ma con la diretta su Sky Motor TV canale 228.





Honda Civic Type R Limited Edition sarà la Safety Car ufficiale del Campionato WTCR 2020



Quando avrà inizio il FIA World Touring Car Cup, Honda si farà trovare ai blocchi di partenza con la nuova Civic Type R Limited Edition, nominata Safety Car ufficiale per la stagione 2020.

Presentata lo scorso febbraio nella sede milanese di JAS Motorsport, storico partner ufficiale di Honda per gli sport motoristici, Honda Civic Type R Limited Edition è una delle due nuove versioni che si aggiungono alla gamma Type R 2020; è di fatto la versione più estrema mai sviluppata finora della berlina sportiva a trazione anteriore di Tokyo.
Progettata per esaltare lo spirito Racing nel rispetto della tradizione Type R, regala prestazioni esaltanti in pista pur offrendo le medesime ed elevate dotazioni di sicurezza attiva e assistenza alla guida che hanno permesso alla gamma Civic – compresa la versione Type R GT da cui è stata sviluppata la Type R TCR da corsa – di ottenere eccellenti risultati nei test Euro NCAP.

La Type R Limited Edition Safety Car avrà la livrea "Sunlight Yellow", lo stesso colore disponibile per i clienti di questa esclusiva versione.

Oltre alle caratteristiche sviluppate per ottimizzare le prestazioni in pista, tra cui cerchi in lega BBS fucinati da 20" che montano pneumatici Michelin Pilot Sport Cup-2, dischi dei freni flottanti a due componenti ed ammortizzatori modificati, gli interni essenziali della Limited Edition contribuiscono a ridurre il peso complessivo di ben 47 kg rispetto alla versione GT.

La Limited Edition mantiene il potente motore Turbo VTEC da 2.0 litri della gamma Civic Type R, che offre una potenza di 320 CV a 6.500 giri/min. e una coppia che raggiunge i 400 Nm. L'auto è in grado di raggiungere i 100 km/h in appena 5,7 secondi.
La customizzazione della livrea della Civic Type R Safety Car, ispirata al design del modello di serie, è opera dell'artista belga Vanuf, autore di numerose livree ufficiali Honda per le competizioni Touring.

La stagione 2020 del WTCR prevede sei gare in Europa, a partire dal Salzburgring in Austria nel week end del 12-13 settembre. Alla competizione, prenderanno parte quattro Honda Civic Type R TCR - due con il team ALL-INKL.COM Münnich Motorsport e altre due con il team ALL-INKL.DE Münnich Motorsport.

François Ribeiro, Responsabile Eurosport Events e promotore del WTCR, ha dichiarato: "Honda vanta una ricca storia nel FIA World Touring Car Cup e il suo impegno di lunga data nella categoria non è secondo a nessuno: siamo quindi molto lieti di dare il benvenuto a Honda nel WTCR quale partner ufficiale per la Safety Car, con la Civic Type R Limited Edition. Un'auto iconica come Civic Type R – eccezionale per sicurezza, affidabilità e prestazioni sportive – sposa perfettamente la filosofia Racing che contraddistingue da sempre il WTCR.

lunedì 29 giugno 2020

Campari, l’asso del volante




Giuseppe Campari. Un pilota che seppe accendere l’entusiasmo del pubblico degli anni d’oro dell’automobilismo sportivo. Una carriera durata vent’anni e costellata di vittorie con due 1000 Miglia, due Gran Premi di Francia, un Gran Premio d’Italia e due volte Campione assoluto italiano, oltre a decine di altre affermazioni in pista e in corse su strada. Con grande disponibilità ed impegno come meccanico e collaudatore-pilota. E quel colorito scuro (fango, polvere e schizzi d’olio accompagnavano il procedere delle auto), colorito che gli portò il soprannome di “el negher". Di Lodi, ovviamente. Infatti, Giuseppe Campari era nato a Graffignana, a ridosso delle colline di San Colombano al Lambro in provincia di Lodi, l’8 giugno 1892, in una casa di via dell’Osteria 110 dove si trovavano i genitori Pietro e Vitalina, abitualmente domiciliati a Milano.
I motori e le corse non erano la sua unica passione. Campari amava anche esibirsi come baritono, attività alla quale pensava di dedicarsi alla conclusione della carriera di pilota.
Un giovanissimo Campari iniziò a lavorare, poco più che dodicenne, presso la Bianchi e, grande appassionato di meccanica, aprì in seguito un’officina prima di essere assunto all’Alfa Romeo.
“Beppon” - come veniva chiamato in quegli anni - era robusto, ma agile e forte grazie alla pratica di podismo, canottaggio e ciclismo. Il debutto in gara è del 1911, quando, diciannovenne, partecipa come meccanico di bordo al Concorso di Regolarità di Modena. Il pilota era Nino Franchini. Il debutto al volante è del 14 maggio 1911 alla Targa Florio, Circuito delle Madonie: un giro alla guida – il primo, concluso in seconda posizione assoluta – per lui iscritto come meccanico dell’Alfa 24 Hp Corsa di Nino Franchini. Al terzo giro, incidente e ritiro.
La seconda occasione per mettersi alla guida di un’auto da corsa arriva due anni più tardi. Questa volta un’occasione ufficiale, ancora con un’Alfa 24 Hp Corsa, alla Parma-Poggio di Berceto: quinto posto assoluto e secondo in classe libera.
Nel 1914, partecipa in maggio al Giro di Sicilia su Alfa 40-60 Corsa e si ritira durante la seconda tappa quando è sedicesimo. Va meglio una settimana più tardi, quarto posto assoluto alla Targa Florio. Il 25 Giugno è protagonista della Parma-Poggio di Berceto (secondo posto).
Sfortunata la ripresa dell’attività dopo la pausa bellica. Solo due ritiri nel 1919: alla Parma-Poggio di Berceto e alla Targa Florio, conclusa anzitempo al terzo giro per lo scoppio simultaneo di tre pneumatici.



La stagione successiva arriva la prima vittoria. E’ il 30 maggio 1920 e Campari non ha rivali sui 53 km della Parma-Poggio di Berceto, percorsi in 38’25”4, media di 79.639 kmh. Ancora una vittoria il 14 giugno sul Circuito del Mugello in una corsa di 390 km conclusa alla media di 60,800 kmh. Una settimana più tardi è sul podio, terzo posto, alla Coppa della Consuma, gara in salita da Pontassieve al Passo della Consuma. In ottobre il ritorno alla Targa Florio, ma si ritira per problemi al magnete. La stagione va in archivio con il primo posto di categoria al Chilometro lanciato di Gallarate.
Anche la stagione 1921 inizia con la Parma-Poggio di Berceto, conclusa al secondo posto, prima della Targa Florio che porta un buon terzo posto. Per la prima vittoria dell’anno bisogna arrivare al 24 luglio al Mugello. Una corsa durissima di oltre sei ore alla media di 62.565 kmh. In agosto si ritira alla Coppa delle Alpi, affrontata con l’Alfa Romeo 20-30 ES Sport; analogo risultato in settembre al GP Gentlemen di Montichiari quando è in prima posizione. La trasferta bresciana porta solo il quinto posto al Chilometro lanciato di Brescia.
Meno brillante la stagione seguente che parte con la Targa Florio, alla quale partecipa con la 40-60 che porta all’11° posto assoluto, terzo di categoria. Gli impegni si susseguono sulla falsariga delle stagioni precedenti e portano soltanto piazzamenti: sesto posto alla Parma-Poggio di Berceto, terzo alla Aosta-Gran San Bernardo e due ritiri al Mugello e alla Coppa d’Autunno a Monza. Nello stesso anno – 1922 – il matrimonio con la cantante lirica Lina Cavalleri.



“El negher” è pronto per il grande salto e nel 1923 entra nella squadra corse ufficiale Alfa Romeo. Campari è tra i piloti più in vista. Suoi compagni sono Antonio Ascari, Ugo Sivocci e, più tardi, Enzo Ferrari. Ma è un anno con scarsa fortuna e due ritiri: alla Targa Florio con l’Alfa Romeo RLS e a Monza nel Gran Premio Turismo con la RL. L’8 settembre a Monza è in programma la corsa più importante della stagione, il Gran Premio d’Italia e Campari è iscritto con la P1, l’auto progettata da Giuseppe Merosi. La morte del compagno di scuderia Ugo Sivocci, sull’unica auto priva dello scaramantico quadrifoglio verde su quadrato bianco che campeggiava su tutte le auto. La P1 di Sivocci, iscritta con il numero 17, sulla pista bagnata, per problema tecnico o errore del pilota, si schiantò contro un albero. In segno di lutto, l’Alfa Romeo decise di ritirarsi dalle competizioni per quella stagione e di abbandonare lo sviluppo della P1. Merosi venne sostituito da Vittorio Jano.


L’avvio della stagione 1924 è alla Targa Florio che chiude al quarto posto, primo di categoria, con la RLS, mentre dal giro aggiuntivo valido per la Coppa Florio arriva il terzo posto. In giugno è primo di categoria al Chilometro lanciato di Cremona, ma si ritira nella prova in circuito. Come alla Coppa Acerbo, a Pescara, quando è in testa al terzo giro. Il 3 agosto 1924 è il giorno del trionfo. In coppia con il meccanico lodigiano Attilio Marinoni sulla P2, vince il X Gran Premio di Francia, sui 35 giri del Circuito di Lione, 808 km percorsi in 7h05’34”8, alla media di 114.208 km/h. Una stagione straordinaria che vede anche il terzo posto a Monza nel Gran Premio d’Italia.
Il 28 giugno 1925 Campari è secondo assoluto con la P2 nel Gran Premio del Belgio sul circuito di Spa-Francorchamps; il 26 luglio nel Gran Premio di Francia si ritira per la morte di Antonio Ascari quando è in testa al 23° giro. Il 6 settembre al Gran Premio d’Italia a Monza conquista un altro secondo posto.
Nel 1926 cambiano i regolamenti e l’Alfa Romeo decide di sospendere l’attività agonistica e di ritirarsi temporaneamente dalle corse. Campari partecipa comunque alla quarta edizione della Coppa Acerbo che vince segnando anche il giro più veloce.
La stagione seguente prende il via da Pescara in Luglio. “El negher” porta l’Alfa 6C 1500 al quarto posto nella Coppa Acerbo. La conclusione è a Monza con un buon secondo posto con la P2 nel Gran Premio Milano.


Il 1928 è l’anno del trionfo alla seconda edizione della 1000 Miglia, in coppia con Giulio Ramponi su Alfa Romeo 6C 1500 SSC Zagato in 19h14’05”, media record di 84.128 kmh. Dalla maratona bresciana al Circuito delle Madonie dove è secondo assoluto e primo di categoria nella Targa Florio-Coppa Florio. Al Mugello, mese di Giugno, è suo il giro più veloce della Targa Masetti prima del ritiro, come nella 200 miglia di Cremona dove però si scatena ed è il più veloce nei 10 chilometri lanciati alla media record di 217,654 kmh. In Luglio, primo posto alla Vittorio Veneto-Cansiglio e alla Susa-Moncenisio, sempre con tempi record. Segue, in Agosto, la vittoria alla Coppa Acerbo su P2 e il terzo posto alla Coppa Ciano sul Circuito del Montenero con l’Alfa 6C 1700 prototipo. Al Gran Premio d’Italia a Monza è secondo in coppia con Varzi su P2. Campari è Campione Assoluto d’Italia per il 1928.
Il 13 e 14 Aprile 1929 Campari, sempre in coppia con Ramponi, concede il bis nella 1000 Miglia, alla media record a 89.688 km/h. Seguono il quarto posto alla Targa Florio e il sesto al Mugello. In luglio è terzo nella Coppa Ciano e secondo al Tourist Trophy sul circuito di Ards, a Belfast, su una 1500 6C SS della scuderia Campari & Sorniotti. L’auto era stata preparata nella carrozzeria che “el negher”, all’apice del successo come pilota, aveva aperto con Sorniotti, artigiano milanese, specializzandosi nella produzione scocche superleggere da corsa e nell’allestimento di auto sportive fuori serie. In occasione del 1° Salone Internazionale dell’automobile, a Milano nel 1928, la Campari & Sorniotti aveva presentato un modello tipo corsa su telaio Fiat 509 S, abbassato e con radiatore “scivolato” simile a quello delle Talbot della Scuderia Materassi, in auge in quel periodo.
Alla Mille Miglia del 1930 è in coppia con Attilio Marinoni, suo coetaneo e con lo stesso percorso di meccanico-pilota-collaudatore al Portello, e si piazza terzo assoluto. Poi è quarto alla Targa Florio (per Campari dieci partecipazioni alla classica siciliana tra il 1914 e il 1930), terzo al Circuito di Caserta e quinto al Gran Premio Reale di Roma. Alla Cuneo-Colle della Maddalena è terzo di categoria, poi al Gran Premio d’Irlanda, sul Circuito di Phoenix Park a Dublino, si piazza al posto d’onore. Altri due secondi posti in agosto alla Coppa Ciano e al Tourist Trophy. Al Gran Premio di Monza si ritira dopo il secondo posto in batteria e ritorna al successo in ottobre alla Coppa del Cimino.



Stagione 1931. La quinta 1000 Miglia di Campari, di nuovo con Marinoni su Alfa Romeo 6C 1750 GS, si chiude al secondo posto assoluto, primo di categoria. Dopo il quarto posto alla Targa Florio, arriva la vittoria al Gran Premio d’Italia, a Monza sulla 8C 2300 Monza, in coppia con Nuvolari. Con la Maserati corre il GP d’Irlanda che gli vale il secondo posto e ritorna sull’Alfa in Francia sul circuito di Linas-Montlhéry con un’altra piazza d’onore in coppia con Borzacchini. Dopo il quinto posto alla Susa-Moncenisio con la Tipo A, il ritiro per un principio di incendio al Gran Premio del Belgio e il quarto posto alla Coppa Ciano, Campari torna al successo in agosto nella Coppa Acerbo. Chiusura con il sesto posto al Tourist Trophy e il ritiro a Monza. È di nuovo campione italiano assoluto e secondo nell’europeo.
Alla 1000 Miglia del 1932 l’ultima partecipazione di Campari alla maratona bresciana conclusa con il ritiro quando è lanciato verso la terza vittoria. A Ancona, Carlo Sozzi passa alla guida e finisce contro un muro. Campari è furibondo e, narrano le cronache dell’epoca, lo insegue nei campi brandendo un martello.
Al Gran Premio di Monaco è decimo, nulla di fatto a Reims e Adenau, poi torna sul podio alla Coppa Ciano (terzo posto). In settembre al Gran Premio di Monza punta in alto, vince la batteria, ma salta la finale perché i pezzi della sua auto vengono utilizzati per riparare quella di Nuvolari.
“El negher” di Lodi pensa sempre più ad abbandonare le corse per dedicarsi alla lirica. Siamo ai titoli di coda di una carriera straordinaria. Tra l’altro, è già stato buon protagonista di spettacoli lirici nei teatri di Milano, Bergamo, Genova e Lodi.



L’epilogo è fitto di impegni e di soddisfazioni, anche se inizia con un imprevisto, il ritiro al Gran Premio di Tripoli quando è in testa. Alla Parma-Poggio di Berceto conquista ancora una volta la piazza d’onore nonostante una foratura. L’11 giugno è sulla Maserati 8C 3000 e vince il Gran Premio di Francia a Linas-Montlhèry. Con la Maserati è terzo alla Coppa Ciano, mentre a Reims, Gran Premio della Marna, è costretto all’abbandono per un sasso nell’occhio, dopo aver ottenuto il giro più veloce. Problemi tecnici lo relegano nelle retrovie a Nizza, torna su un’Alfa P3 della Scuderia Ferrari alla Coppa Acerbo (15 Agosto) ma si ritira per una uscita di strada che lascia qualche contusione. La corsa fatale è all’autodromo di Monza il 10 Settembre 1933.

L’ultima corsa

10 settembre 1933. Il Gran Premio di Monza è una gara di contorno del Gran Premio d'Italia. All’Autodromo c’è il pubblico delle grandi occasioni, una folla di spettatori richiamata da un cartellone prestigioso. In programma, alle 9 e 45, il Gran Premio d'Italia sul tracciato completo dell'autodromo: 10 chilometri da percorrere 50 volte per coprire la distanza minima stabilita dalla Commissione sportiva per i Gran Premi di quell’anno. La pista è scivolosa per la pioggia caduta nella notte. Al segnale di partenza è subito duello tra Tazio Nuvolari con la Maserati e Luigi Fagioli con l'Alfa Romeo. Dopo 500 chilometri, che vedono Nuvolari e Fagioli alternarsi al comando con Taruffi e Chiron, Fagioli a transitare per primo sul traguardo. Tazio, tradito dallo scoppio di una gomma a due giri dalla conclusione mentre è in testa, riesce a conquistare la piazza d'onore con un ritardo di meno di un minuto. Quasi tre ore di corsa a una media di oltre 174 chilometri orari. Un record.



Il Gran Premio di Monza si disputa nel pomeriggio. Tre batterie e finale sulla pista di alta velocità, l'anello di 4.500 metri. L'attesa del pubblico non è inferiore a quella per il Gran Premio d’Italia. Soprattutto per un duello annunciato, la rivincita fra Giuseppe Campari e Baconin Borzacchini dopo le vicende del Gran Premio di Tripoli del 7 maggio sulla pista della Mellaha. La cosiddetta "corsa dei milioni" per l'abbinamento con la lotteria. Organizzata dall' Automobile Club locale, fu una gara dall'esito combinato. Campari non aveva gradito. Si era preparato meticolosamente sicuro che lungo i 13 chilometri e cento metri del tracciato nord africano avrebbe trionfato lo sport e, ovviamente, la sua Maserati. Fu costretto invece al ritiro dopo un inizio sfolgorante. E a trarre vantaggio dalla "corsa dei milioni" era stato anche chi a Tripoli non aveva fatto nulla di rilevante in pista ma si era però accordato prima della corsa per dividere i premi. Come Borzacchini.
Adesso si sarebbero trovati di fronte nella seconda batteria di qualificazione. Intanto la prima batteria si conclude con la vittoria di Czaykowski su Bugatti davanti a Moll su Alfa Romeo. Protagonista sfortunato Carlo Felice Trossi con la Duesenberg in prima posizione fino alla rottura di un pistone che lascia una chiazza d'olio alla curva sud, un pericoloso contrattempo. Gli addetti spargono sabbia.



I minuti che precedono la partenza della seconda batteria sono carichi di tensione. Campari scambia qualche parola con Giovanni Lurani. Ricorda i giorni di Monthlery e la straordinaria vittoria con la Maserati 3 litri nel Gran Premio dell'Automobile Club di Francia. Anche Giovanni Canestrini si avvicina al Negher che sembra non sentire le raccomandazioni alla prudenza rivolte dal giornalista.
Campari corre con l'Alfa Romeo P3, Borzacchini con la Maserati vittoriosa nel Gran Premio di Francia.
Il pilota lodigiano sembra nervoso. Un sorriso e un cenno di saluto per la folla che lo chiama. Mancano ancora pochi minuti alla partenza. Il Gran Premio di Monza sarà l'ultima corsa di una carriera che dura da vent'anni. Finalmente Campari ha preso la grande decisione di abbandonare il mondo dei motori per dedicarsi all'altra grande passione della sua vita: la lirica. Nelle vesti di baritono si è già esibito a Bergamo e a Milano. Ha partecipato anche a una tournèe. Altre volte aveva manifestato l’intenzione di lasciare le piste per i palcoscenici dei teatri ma il richiamo dei motori aveva sempre avuto il sopravvento. Questa, però, sarebbe stata l’ultima corsa. 


Giovanni Canestrini descrive così la partenza. “Entrambi avevano smontato i freni anteriori che non sarebbero serviti sul percorso della sola pista anulare. Al segnale di partenza, era stato Borzacchini a scattare per primo e ad assumere il comando, abbordando la grande curva nord. Sull'autodromo era sceso un silenzio impressionante, tutti s'era con l'animo sospeso, con gli occhi piantati all'uscita della curva sud. I secondi, scanditi dai cronometri, sembravano eterni e s'ebbe subito la sensazione che qualcosa non andava. Perché tardavano tanto a passare?"
"Finalmente - prosegue Canestrini - si vede spuntare una macchina sul bordo rialzato della grande curva, ma si notò subito che non era né l'Alfa Romeo di Campari, né la Maserati di Borzacchini. Era la vettura di Balestrero seguita da lontano da quelle di Pellegrini e della guidatrice Helle Nice. Cos'era accaduto a Campari, a Borzacchini, a Castelbarco e a Barbieri? La folla aveva intuito immediatamente che qualcosa di grave doveva essere accaduto e aspettava con ansia notizie che non arrivavano".



Campari attacca l'avversario sul rettilineo opposto alle tribune e riesce a superarlo. Una manciata di metri separano le auto lanciate verso la curva sud. Campari è una furia. L'Alfa Romeo un fulmine che le braccia possenti governano in un'azione rapidissima.
Ancora Canestrini: “Campari… aveva certamente abbordato la grande curva sud ai limiti dell'aderenza, con l'avversario a una cinquantina di metri. Poco dopo la metà della curva, mentre la sua Alfa Romeo procedeva a circa 200 all'ora, con le ruote esterne sul filo del bordo esterno, presumibilmente sotto l'effetto della forza centrifuga, aveva lievemente sbandato ed era volata oltre il bordo, nel prato sottostante, andando a finire contro la rete metallica di protezione e, dopo aver abbattuto un muretto ed un semaforo di segnalazione, s'era fermata contro un albero con le ruote in aria e nel senso opposto a quello di marcia. Borzacchini non aveva potuto fare nessuna manovra di difesa ed era stato come risucchiato nella scia della P3 di Campari. La sua Maserati, proiettata anch'essa oltre il bordo della curva, si era afflosciata sulle quattro ruote, mentre Carlo Castelbarco trascinato nello stesso tragico volo poteva cavarsela con poche ferite… Campari era morto sul colpo, Borzacchini moriva venti minuti dopo essere stato ricoverato all'ospedale di Monza".
Più tardi, durante la disputa della finale del Gran Premio di Monza, un altro tragico incidente in cui perde la vita Czaykowski. La sua Bugatti si rovescia e prende fuoco. Ancora alla curva sud.
Tazio Nuvolari, che con Campari aveva trionfato all'autodromo di Monza nel Gran Premio d'Italia del 1931, ricorda un episodio accaduto in Francia sul circuito di Monthlery. Campari ha appena tagliato da vincitore il traguardo con la Maserati e viene portato davanti a un microfono per le dichiarazioni di rito. Il pilota, però, non trova le parole per raccontare l'impresa vittoriosa. Non conosce il francese. Ma se la cava alla grande mettendosi a cantare "0 sole mio". L'imbarazzo degli spettatori di fronte all'inatteso show si trasforma presto in un fragoroso applauso.
Giuseppe Campari, “el negher” di Lodi, ha 41 anni.

Crediti foto:
Archivio Alfa Romeo
Automobile Club Milano
Archivio Campari