venerdì 24 febbraio 2023

Il professor Alain Prost


- di Massimo Campi – immagini © Raul Zacchè/Actualfoto

Alain Marie Pascal Prost è nato il 24 febbraio a Lorette, in Francia. Le cifre del suo palmares parlano chiaro: 51 vittorie, quattro titoli mondiali in 13 stagioni iridate nella massima formula a cui vanno aggiunte le stagioni come commentatore televisivo e quelle di Team Manager, i titoli nelle varie formule promozionali e quelli delle gare sul ghiaccio. Oltre i numeri, la sua è stata una carriera ed una storia straordinaria che solo il nome ed il valore dei suoi diretti avversari può darne la misura: Niki Lauda, Nelson Piquet, Ayrton Senna, Nigel Mansell, Michael Schumacher, tutti nomi di piloti dal piede pesante e ricchi di gloria.

Alain Prost inizia come molti altri giovani dal kart, a soli 14 anni, e nel 1975 vince il Campionato Francese Senior. L’anno dopo corre in monoposto, e nel 1977 è Campione Francese di F. Renault. Il ruolino di marcia è schiacciante: nel 1978 è in Formula 3 e nel 1979 vince due titoli, quello francese e quello Europeo, vincendo anche il Gran Premio di Monaco. La F.1 gli apre le porte, inizia con la McLaren nel 1980, vettura fragile e parecchi incidenti, anche con conseguenze fisiche. Lascerà per la prima volta la squadra di Ron Dennis per approdare alla Renault, dove conquista la sua prima vittoria e subito viene identificato come la giovane promessa francese, ma la casa transalpina non riuscirà mai a coronare un titolo mondiale con le sue vetture anche se Prost è quello che più si avvicinerà al traguardo, ma la Brabham di Nelson Piquet si rivelerà più performante nella seconda parte della stagione 1983 soffiando il titolo al francese che sarà messo sotto pressione dalle politiche interne e dai media francesi. Prost decide di abbandonare la Renault per tornare con Ron Dennis e John Barnard nel 1984, la monoposto va forte ma come compagno di squadra ha Niki Lauda. La Mp 4-2 è un missile, ma l’esperienza di Lauda prevale per mezzo punto sull’irruenza di Prost. Sarà proprio questa la stagione della svolta, il francese apprende molto dal tre volte campione del mondo, la sua visione tattica delle corse ed il modo di rapportarsi all’interno della squadra. Dal 1985 Alain Prost sarà il campione da battere, con la McLaren TAG-Porsche conquista il suo primo titolo mondiale e diventerà il pilota con cui confrontarsi, il “professore”, dentro e fuori dalla pista. Seguiranno le lotte con Ayrton Senna, giovane, velocissimo, ma che soffrirà sempre la personalità del francese, dentro e soprattutto fuori dalla pista. Poi arriveranno gli anni della Ferrari, un quasi titolo mondiale ed infine un divorzio tra mille polemiche. 

Un anno sabbatico, per riconquistare il predominio e soprattutto avere la macchina migliore, la Williams-Renault. Nel 1993 contro la FW15 a sospensioni attive di Alain Prost non ci sarà nulla da fare, il missile progettato da Adrian Newey e Patric Head straccia gli avversari, il francese conquista il suo quarto titolo mondiale e dice addio all’abitacolo delle monoposto, ma non alla F.1. Si chiude la carriera da pilota, si apre quella di opinionista che vivrà il suo momento più drammatico il 1° maggio 1994 ad Imola, nel dramma del suo nemico-amico Ayrton Senna. Prost lancia dai microfoni di TF1 un durissimo atto d’accusa nei confronti dei dirigenti della Formula 1, che a suo dire anteposero interessi commerciali a quelli sportivi. Il momento più toccante arriva a San Paolo pochi giorni dopo: Senna verrà portato a percorrere il suo ultimo Gran Premio da 8 piloti: in prima fila c’è proprio lui, Alain Prost, insieme al suo altro grande amico Gerhard Berger. Alain poserà con il casco di Ayrton per la fondazione che porta il nome dell’asso brasiliano e ne farà parte.

Prost non si ferma, ha ancora tante ambizioni che si concretizzeranno nel 1997, quando Briatore venderà al pilota francese la Ligier, che cambierà nome in Prost Grand Prix. Ma in questo ruolo non riuscirà mai a conquistare le vette più alte ed a fare onore al suo soprannome di professore ed alla fine la squadra chiuderà i battenti in un mare di debiti e polemiche. Nell’ultima fase riprende in mano il volante, per pura passione, nelle gare su ghiaccio. Piede ed esperienza non mancano conquista il Trofeo Andros, nel 2006, 2007, 2012 e 2013, tanto per aggiungere qualche numero al suo palmares.