mercoledì 24 marzo 2021

Johnny Dumfries, il conte da corsa


- di Massimo Campi
- immagini di © Raul Zacchè/Actualfoto

Era un signore, nobile di titolo, di spirito e di modi, Johnny Dumfries si è spento il 22 marzo a soli 62 anni dopo una breve malattia. La passione per il motorsport è stata determinante nella prima parte della sua esistenza. Gli appassionati inglesi si accorgono delle sue doti quando inizia a farsi notare al volante di una F. Ford 1600 cc. La passione per le corse gli arriva dal cugino Charlie Crichton-Stuart che era stato un pilota di F3 negli anni Sessanta, con un gruppo di piloti inglesi che includeva Piers Courage, Frank Williams, Bubbles Horsley e Charles Lucas.

Era considerato “il gentile marchese compagno di Ayrton Senna”, all’anagrafe era John Colum Crichton-Stuart, 7* marchese di Bute, prima del 1993 e poi conosciuto con il titolo di cortesia di Conte di Dumfries. un piccolo paese della Scozia, e noto nel mondo automobilistico inglese come Johnny Dumfries.

John Colum Crichton-Stuart inizia dal kart, ma ben conscio del suo cognome preferisce il più semplice ed in parte anonimo Johnny Dumfries, sicuro che non avrebbe attirato attenzione. Non voleva usare il suo nome o i soldi della famiglia per farsi strada nel difficile mondo delle corse ed inizia a fare diversi lavori, tra cui il muratore, pittore e decoratore. Nel 1977 quando riesce ad entrare nel mondo delle corse inglesi il suo ruolo è quello di autista di furgone per il Team Williams, poi passa al team BS Fabrications, che gestiva Brett Lunger e Nelson Piquet. Trovati i primi sponsor, grazie anche al cugino Charlie, nel 1980 è al volante della F. Ford acquistata da Bert Ray, la cui fabbrica aveva sede vicino a Brands Hatch. Nel 1983 è passato alla F3, nel team di Dave Morgan, ma sarà il 1984 l’anno della rivelazione Dumpries quando corre con la monoposto del team di Dave Price, sponsorizzato dalla BP. Per il giovane futuro conte è una stagione al massimo livello, con 10 vittorie, la conquista del titolo inglese e come premio finale anche un test con McLaren F1. Inoltre ha vinto quattro gare nella serie europea di F3 e, nonostante non abbia disputato tutti i round, è stato il secondo classificato alle spalle del campione Ivan Capelli.

"Il miglior pilota che abbiamo mai avuto in Formula 3." È così che Dave Price descrive il talento di Johnny Dumfries. "Sono assolutamente convinto che il nostro successo nell'84 sia stato tutto merito suo, ogni volta che entrava nell’abitacolo della sua Ralt-Volkswagen RT3 era sempre al top, e sapeva esattamente cosa voleva dall'auto. "

Dalla F.3 alla F.3000 diventa un salto naturale in quel periodo storico, ma con la monoposto superiore non riesce a replicare i successi della categoria cadetta, però riesce ad ottenere un posto come collaudatore Ferrari e nel 1986 è al fianco di Ayrton Senna nel Team Lotus dove sostituisce Elio De Angelis, ma per Dumfries sarà una esperienza deludente. Peter Warr lo considera solo come un secondo pilota, il brasiliano è la stella incontrastata e già comanda nel team, tanto che nega il posto di secondo ad altri piloti come Derek Warwick che potevano oscurare la sua posizione. Tutto il resto nel team inglese è solo contorno e la carriera di Dumfries in F.1 dura solo una stagione. All'ombra del brasiliano, riesce comunque ad andare due volte a punti, con un quinto posto in Ungheria e un sesto in Australia.

Dopo la F.1 Dumfries trova posto nelle ruote coperte, La sua prima uscita è avvenuta a Silverstone 1987 con il team Ecurie Ecosse C2, prima di passare alla classe principale per guidare una Sauber-Mercedes a Le Mans, in coppia con Mike Thackwell e Chip Ganassi. Continua con la Porsche 962 di Richard Lloyd in coppia con Mauro Baldi e vince la gara IMSA di Elkhart Lake con Price Cobb al volante della Porsche 962 di Rob Dyson. Dumpries attira l'attenzione dello scozzese Tom Walkinshaw, lo fa correre sulla Jaguar XJR-8 a Spa dove vince con Martin Brundle e Raul Boesel. È anche tornato in F3 per Macao, dove ha concluso nono. Il risultato di Spa gli vale il contratto con la Jaguar per il 1988, insieme a Jan Lammers. La maggior parte delle vittorie con Xjr9 viene conquistata dalla coppia Martin Brundle / Eddie Cheever XJR-9 ma Dumfries e Lammers trionfano nella 24 Ore di Le Mans, insieme al terzo pilota Andy Wallace.

Per il 1989 il pilota scozzese è alla TOM'S Toyota con John Watson e Geoff Lees che si alternano come compagni di squadra. L'anno inizia con uno spettacolare incidente nelle prove libere a Monza a Lesmo, ma la Toyota non è all’altezza delle rivali Sauber, Porsche e Jaguar, e il miglior risultato è un quarto a Digione. Dumfries è anche tester in F1 per la Benetton, lavorando sulle sospensioni attive.

La stagione 1990 si rivela ancora più deludente per il prototipo nipponico, con Roberto Ravaglia suo compagno di squadra più assiduo. Nel 1991 ha guidato una Cougar-Porsche per il team Courage a Le Mans, condividendo con Anders Olofsson e Thomas Danielsson. L'auto si è ritirata in quella che si sarebbe rivelata la sua ultima uscita nelle 24 ore.

Ma la vita di John Colum Crichton-Stuart cambia con la morte di suo padre nel 1993, essendo diventato il settimo marchese di Bute. Da quel momento si dedica alla gestione della tenuta di famiglia di Mont Stuart sull'isola di Bute in Scozia. La storia agonistica di Dumfries richiama quella dei vecchi nobili inglesi che correvano con le ERA e la Bentley negli anni ’30. Rispetto ai suoi predecessori, invece di spendere la fortuna di famiglia, ha cercato di farcela da solo senza usare il suo nome ed il titolo nobiliare per aprire le porte. Uomo di grande cultura, ha sempre mantenuto un grande senso dell'umorismo e ha sempre avuto una prospettiva concreta sulla sua carriera.

"Marito, padre, fratello, zio, figlio e nonno devoto e amato da tutti – è questa la dichiarazione e la descrizione della famiglia - Lo spirito e l'energia indomabili che Johnny ha portato nella sua vita ci mancheranno moltissimo, e l'immenso calore e amore con cui ha abbracciato la sua famiglia. Il suo cuore era saldamente radicato sull'isola di Bute, dove trascorreva gran parte del suo tempo. Johnny ha presieduto il Consiglio di Mount Stuart Trust dalla sua inaugurazione attiva nel 2005, quando Mount Stuart e i suoi giardini sono stati aperti al pubblico e la sua tenuta rurale è stata assegnata nella fiducia caritatevole. Era un modernizzatore e ha trasformato una casa di famiglia in una struttura e tenuta per visitatori progressista e funzionante".

Johnny Dumpries è stato tutto questo, ma per chi ha vissuto quei fantastici anni del motorsport rimane sempre il “Conte Gentile della F.1”.