lunedì 1 gennaio 2024

Jacky Ickx, campione non solo a Le Mans


- di MASSIMO CAMPI

- foto di RAUL ZACCHÈ - ACTUALFOTO


Bruxelles, 1° gennaio 1945, in una Europa ancora devastata dalla seconda guerra mondiale nasce Jacques Bernard “Jacky” Ickx. La sua è una famiglia agiata, il padre è un giornalista ed ha anche un fratello, Pascal, pure lui pilota prima di seguire le orme paterne e fare il giornalista. Presto il piccolo Jacky inizia a giocare con i motori. Inizia come molti giovani con le due ruote, ma non sull’asfalto, ma nella nuova disciplina che si va diffondendo in Europa, il Trial dove si fa subito notare.


Come molti il salto dalle due alle quattro ruote arriva presto ed a soli 20 anni, nel 1965, conquista l titolo belga categoria Turismo con una Lotus Cortina e, in coppia con Hubert Hahne la 24 ore di Spa con una BMW 2000 Ti. Passa con disinvoltura dalle ruote coperte alle monoposto dimostrando una grande versatilità e competenza tecnica, qualità su cui costruirà tutta la sua invidiabile carriera.


Jacky Ickx debutta in F1 nel Gran Premio di Germania 1966 alla guida di una Matra di F.2, categoria di vetture ammessa alla gara tedesca per rinfoltire la griglie di partenza, e si rende protagonista di un urto con la Brabham di John Taylor, che morirà circa un mese più tardi a causa delle ustioni procuratesi dall’incendio susseguente all’incidente. L’anno seguente sarebbe salito agli onori della cronaca per le sue prestazioni: nonostante la disparità di potenza (oltre 150 cv di differenza con le più potenti F1), Ickx si qualificò in quarta posizione, mentre la pole fu appannaggio di Jim Clark. Costretto dal regolamento a prendere il via della gara alle spalle dell’ultima qualificata tra le Formula 1, nel corso di una manciata di giri Ickx tornò strepitosamente in quarta posizione. Sfortunatamente, in pieno recupero sul trio di testa, fu fermato da un guasto meccanico, che lo costrinse ad abbandonare la gara, risparmiando una cocente umiliazione ai piloti a bordo delle Formula 1. Finisce la stagione guidando una vera formula 1, la Cooper-Maserati ufficiale, a Monza e negli Usa dove conquista il suo primo punto iridato arrivando sesto.


Nel 1967 nasce il campionato europeo di F.2 e Jacky è al via con una Matra-Cosworth della Tyrrell Racing Organisation. Nella categoria corrono anche i top driver di F.1 che però non possono prendere punti in campionato. Jochen Rindt e Jim Clark, Jackie Stewart sono i mattatori sempre sui gradini più alti del podio, il giovane belga  vince al Nurburgring,  Zandwoort ed a Vallelunga, nella altre gare è spesso a ridosso degli assi, a fine anno conquista il titolo davanti a Frank Gardner e Jean Pierre Beltoise. La grande occasione, che lancerà la sua carriera, arriva proprio nel 1967, durante l’Eifelrennen di F.2 in Germania dove sale sul gradino più basso del podio dietro a Jochen Rindt e John Surtees.




La F.1 si interessa al giovane belga ed il suo nome è segnato su diversi taccuini dei team manager. “Quella gara fu la svolta della mia vita” sono le parole di Ickx “il mio nome iniziò a circolare in diverse squadre e Ferrari mandò Franco Lini, l’allora direttore sportivo, ad Enna per sondare la mia possibilità di correre in F.1 con le rosse. In seguito appresi che Ferrari era in contatto anche con Jackie Stewart. Io avevo solo 22 anni, stavo bruciando le tappe, stavo entrando a fare parte del mondo dei grandi, davanti a Ferrari mi sentivo piccolo, un ragazzino, se la trattativa andava avanti avrei senz’altro detto di si, senza nessuna riserva!”


Jackie Stewart si presentò a Modena con il suo avvocato-manager e relativa lista di richieste. Durante l’incontro con Enzo Ferrari tirò fuori la lista con la lunga serie di richieste, Enzo Ferrari si indispettì subito e rivolgendosi a Lini in Modenese disse “ma cosa vuole sto inglese anche la fabbrica?” Stewart che non parlava italiano capì la parola “inglese” e subito corresse con “Scozzese prego!” Ovviamente la trattativa tra lo scozzese ed il modenese fu subito interrotta e si aprirono le porte per Jacky Ickx che divenne compagno di Chris Amon per il 1968.


La Ferrari 312 ha diversi problemi, ma Ickx riesce a conquistare la sua prima delle otto vittorie in F.1 a Rouen in Francia, nella gara del dramma di Jo Schlesser con la Honda. Una gara sotto la pioggia che subito gli vale la fama di grande pilota sul bagnato. Finisce la stagione quarto in campionato alla spalle di Graham Hill, Stewart e Hulme.

Nel 1969 Ickx abbandona momentaneamente Maranello “Ferrari voleva l’esclusiva ed io desideravo correre altrove, soprattutto con John Wyer con i prototipi. Non trovammo l’accordo, ci separammo, andai alla Brabham, vinsi due gran premi e la prima 24 ore di Le Mans, ma tutto avvenne con la massima cortesia e rispetto tra me ed il commendatore. Le nostre strade si incrociarono nuovamente nel 1970, con la nuova 312B, un grande successo.”


Jacky Ickx porta a Maranello una innovazione, quella del libero professionista, non si sentirà legato ad una squadra, ma corre soprattutto per lui, per vincere. Una grande stagione, quella del Belga, nel 1969, con la Brabham disegnata da  Ron Tauranac vince al Nurburgring ed a Mosport Park in Canada, è secondo in campionato alle spalle di Stewart con la Matra di Ken Tyrrel. Con la Ford GT40 di John Wyer vince a Sebring ed a Le Mans in coppia con Jackie Oliver. La maratona della Sarthe 1969 è il suo grande capolavoro: parte ultimo, per protesta contro la classica partenza a lisca di pesce con i piloti che corrono e saltano nella vettura. La ritiene troppo pericolosa, in genere non vengono mai allacciate le cinture di sicurezza ed il gran casino che si scatena tra le varie vetture con prestazioni molto differenti è estremamente pericolo ed anacronistico per una gara professionale. Ickx attraversa lentamente il rettilineo mentre tutti gli altri corrono e partono all’impazzata, sale lentamente in macchina, si allaccia le cinture e parte, ultimo. Alla sua Ford GT40 non viene accreditata nessuna chance di vittoria contro le nuove potenti Porsche 917 e le affidabili 908. Ma le vetture tedesche hanno problemi, a pochi istanti dallo scadere dei due giri d’orologio si ritrova secondo con la bianca Porsche di Hans Hermann nel mirino, Ickx è velocissimo, intuisce che ce la può fare, la GT40. Ultimo giro, sulle tribune tutti attendono il verdetto finale, da Maison Blanche spunta l’azzurra GT40 davanti alla bianca Porsche. Per Jackie Ickx è un trionfo, per la Porsche un’amara sconfitta. Il belga che aveva passeggiato sulla linea di partenza proprio 24 ore prima, ha dimostrato che non serve correre a piedi per vincere la 24 di auto, ma si deve guidare, e forte!



Ickx è una star, nel 1970 torna al volante delle vetture di Maranello. La nuova 312 Boxer progettata da Mauro Forghieri va forte, ma ha ancora problemi di affidabilità. La prima parte del campionato è disastrosa, il Team compie diversi errori e la 312 non è adeguatamente sviluppata. La Ferrari è ancora una piccola squadra ed è impegnata su troppi fronti con poche risorse umane con conseguenze sulla competitività delle vetture. A Jarama ha anche uno dei peggiori incidenti della sua carriera quando la sua vettura entra in collisione con la BRM di Oliver ed entrambe prendono fuoco. Ickx riesce ad uscire dalle fiamme indenne, ma con un grosso spavento. Nella seconda parte della stagione la situazione migliora, Ickx si riscatta vincendo in Austria, ma Rindt con Lotus ha preso il volo in classifica, fino al dramma di Monza.


Per vincere il mondiale Jacky Ickx deve vincere le tre gare restanti. Centra il primo obiettivo, ma arriva quarto negli Stati Uniti, rendendo inutile il suo trionfo in Messico. Non avesse pagato lo scotto della scarsa competitività iniziale della sua Ferrari, ed alcuni errori grossolani del team, Ickx avrebbe finalmente conquistato il tanto agognato mondiale. Il belga si classificò così per la seconda volta consecutiva al secondo posto alle spalle dell’unico campione postumo di F.1, Jochen Rindt. “Meglio così” è il commento di Ickx “non mi sarebbe piaciuto strappare il titolo a Jochen che lo meritava pienamente”

Con la squadra di Maranello ci rimane altri due stagioni. In F.1 le rosse hanno sempre più problemi, ma con i prototipi di 3 litri Ickx è sempre uno dei protagonisti ed una delle colonne principali della squadra. Nel 1971 Ickx rimane in Ferrari, con grandi speranze per il titolo, ma non va oltre il quarto posto in classifica piloti e una sola vittoria in Olanda. Stessa cosa anche l’anno successivo, con risultati quasi identici. Il belga è un pilota velocissimo, ma spesso è insofferente alle regole del cavallino rampante, non ama passare le giornate in pista a fare test, ed è presto soprannominato “pierino la peste” per il suo carattere non proprio accomodante. Il 1973 fu un anno disastroso, con la Ferrari in crisi tecnica e gestionale, che partecipa raramente con più di una vettura e salta alcuni Gran Premi. Tra il Belga e la Rossa è ormai divorzio “dopo il G.P. di Inghilterra Ferrari decise di ritirare le sue vetture per prendere tempo e ritrovare la competitività. Lo incontrai e gli dissi di fare come voleva, ma io vado a correre al Nurburgring con una McLaren. Ferrari mi lasciò fare, capì, era un grande uomo”.

Sul tracciato dell’Eifel Ickx arriva terzo, conquistando l’unico podio della stagione e dimostrando di essere ancora un valido pilota. Lasciò dunque la Ferrari proprio alla vigilia del riscatto delle Rosse nell’era di Luca Montezemolo e passò alla Lotus, reduce dalla vittoria titolo costruttori con Emerson Fittipaldi (passato ora alla McLaren) secondo e Ronnie Peterson terzo. Purtroppo incappò in un’annata tribolata, con la vettura vecchia (la “72 D” ormai obsoleta e la nuova “76” che si dimostrò fallimentare. Nel 1975 la Lotus prosegue con la vecchia “72” e Jacky lasciò il team a metà stagione.


Le monoposto interessano sempre meno al Belga, che continua a correre con team minori e poche speranze. Alcune gare con la Williams per poi passare alla Ensign, dove rimase fino al 1978 senza mai ottenere punti, partecipando solo ad un limitato numero di eventi. Nel 1979, ultimo anno della sua carriera, corse per la Ligier nella seconda parte della stagione, in sostituzione dell’infortunato Patrick Depailler, ed ottenne tre punti. Finisce così l’avventura con le monoposto, con otto vittorie e due volte vice campione del mondo.

È con le ruote coperte, nella categoria Sport Prototipi che, per circa quindici anni, Jacky ha ottenuto i migliori successi, correndo sempre per scuderie di primo piano. Ickx è stato definito “Monsieur Le Mans”, avendo stabilito un record di 6 vittorie nella 24 Ore , superato solo da Tom Kristensen che ha colto nove centri. Ha inoltre vinto cinque volte la 1000 km di Spa, tre volte sul vecchio pericolosissimo tracciato di 14 km e due sul rinnovato circuito, la 24 Ore di Daytona nel 1972 e la 12 Ore di Sebring nel 1969 e 1972.


Dopo la prima vittoria nel 1969 Jacky tornò al successo a le Mans nel 1975 per la prima di tre vittorie consecutive della maratona: la prima con la Gulf-Mirage e le altre due con la Porsche 936. Con la Porsche inizia un grande sodalizio, Ickx diventa il principale pilota di riferimento per la casa tedesca e la collaborazione porterà parecchi frutti per entrambi. Dopo un secondo posto nel 1980, anche nel 1981 vince a Le Mans sempre su Porsche 936, in una versione aggiornata che portava al debutto in gara il nuovo sei cilindri raffreddato ad acqua che equipaggerà le porche del futuro gruppo C. Intenzionato a ritirasi, venne convinto dalla Porsche a restare per affidargli lo sviluppo della “956”, la nuova arma della casa per le gare di durata. Con quella vettura Ickx vince nel 1982 la sua sesta 24 Ore di Le Mans e conquista il Campionato mondiale Endurance 1982 e 1983. Con la Porsche continua a correre fino al 1985, anno in cui, durante la gara di Spa, è coinvolto nell’incidente che causerà la morte di Stefan Bellof. Al termine della stagione si ritira dalle competizioni.


Contraddistinto da un’innata capacità d’analisi, da una versatilità ineguagliata che gli ha permesso, nel corso della sua lunga carriera, di trionfare in ogni categoria in cui abbia corso, Ickx è stato nominato “Driver del Secolo”. Nessun altro pilota, infatti, può vantare un palmares tanto completo, che include vittorie in Formula 1, Sport, Prototipi, Turismo e Granturismo, Rally-Raid e motociclismo. Jacky Ickx è noto soprattutto per la sua elevata versatilità e polivalenza, che gli hanno permesso di vincere in discipline diverse. Oltre ad essere stato per due volte vice campione mondiale  in F.1, campione europeo in F.2, campione mondiale Endurance per due anni consecutivi, è stato campione della serie CanAm, nel 1979 con la Lola T333 CS Chevrolet del Team Haas , mentre nel 1983 ha vinto la Parigi-Dakar con una Mercedes 280G nel 1982 in coppia con Claude Brasseur.




Ickx è stato spesso criticato, nei primi anni della sua carriera, come pilota dal carattere spigoloso e presuntuoso. Odiava le sessioni di test, soprattutto a Fiorano, il circuito della Ferrari e con la stampa non sempre c’erano buoni rapporti. In parte la sua scarsa propensione ai test ed alcune prese di posizione sullo sviluppo della monoposto hanno minato le probabilità di essere campione mondiale, ma il Drake ha comunque sempre espresso un buon giudizio sulle doti del belga “Un connubio di ardimento e calcolo. Nel primo anno maturò un’esperienza che prometteva grandi frutti, poi per quattro anni abbiamo inseguito il titolo mentre ci venivano attribuite polemiche spesso inconsistenti. Al di là del funambolismo giornalistico. Qualche suo atteggiamento, che gli valse tra i miei collaboratori l’appellativo di Pierino il terribile non mi ha cancellato il ricordo di un ragazzo cresciuto in fretta e l’impressione di quella sua guida fine e temeraria sotto la pioggia”.


Il suo primo matrimonio con Catherine Blaton destò clamore in Belgio. Era nipote del pilota belga “Beurlys” Blaton ed erede di un grande patrimonio immobiliare. Dalla loro unione nacque Vanina, anche lei seguì le orme del padre.

Successivamente Ickx è tornato in Formula 1 nel ruolo di direttore di gara. In queste vesti suscitò forti polemiche nel 1984 la decisione di sospendere per pioggia il Gran Premio di Monaco al 31º giro, proprio nel culmine della lotta tra Alain Prost e Ayrton Senna che si contendevano la prima posizione. In quell’occasione Ickx venne accusato di voler favorire Prost ai danni del brasiliano, anche a causa del suo rapporto professionale con la Porsche, che forniva anche il motore alla McLaren. Attualmente si vede in varie manifestazioni d’epoca come la Mille Miglia e il Monaco Historique in veste di testimonial.