lunedì 21 dicembre 2020

ROMOLO TAVONI, la FERRARI e MONZA.



di Luciano Passoni

> 21 Dicembre 2020 - Un titolo, tre nomi e tante storie. Nel momento in cui Romolo Tavoni ci lascia lo vogliamo ricordare così, intrecciando ed associando il suo nome ai momenti essenziali del suo percorso di vita. Abbiamo avuto la fortuna di incontrarlo più volte in questi ultimi anni, ci accoglieva a casa sua con grande generosità e disponibilità. Una domanda, poi un’altra ed era un fiume in piena di memorie e ricordi, misurato e lucido, mai una parola fuori posto. Semplice, educato, un galantuomo, persona di altri tempi che non ti metteva soggezione nonostante eravamo consapevoli di trovarci di fronte ad un gigante della storia automobilistica sportiva mondiale. Non parlava di sè o dei suoi meriti, ricordava le imprese o gli aneddoti di quegli anni parlando quasi come fosse stato una comparsa se non uno spettatore. Una autorevolezza che faceva dell’umiltà un pregio, prerogativa dei grandi uomini. 

Comincia in Ferrari, anzi di fianco ad Enzo Ferrari: -Una stanza, un armadio, una scrivania e due sedie- il suo racconto e la sua avventura cominciano così; mandato dall’agenzia bancaria per la quale lavorava si ritrova dipendente e promosso in vari incarichi, diventando D.S. proprio negli anni in cui la Ferrari costruiva il suo mito sportivo. Vittorie in Formula 1 e nel Campionato Mondiale Marche sino al divorzio insieme al gruppo di “ribelli”, tra cui l’ing. Carlo Chiti, che fondarono l’A.T.S.. 

Chiuso anche questo breve capitolo la sua esperienza non sfugge all’ing. Luigi Bertett, presidente dell’ACI Milano, che lo assume per dirigere Monza. Da questo connubio nascerà nel 1965 la Formula 875 Monza, un’auto addestrativa che ha la sua validità, trasformandosi in varie fasi sino all’attuale Formula Junior, ancora oggi. Tra i tanti aneddoti che misurano l’uomo e la sua generosità vogliamo ricordare quando, ormai ritiratosi dal lavoro, in un suo passaggio da Guidizzolo (MN), la cittadina mantovana che vide l’incidente di De Portago con la Ferrari alla Mille Miglia del 1957, episodio che mise fine alla vita di 11 persone, tra cui i due piloti, ed alle corse su strada in Italia. Un ricordo, per lui, struggente, dovette infatti procedere al riconoscimento, nella sua qualità di rappresentante della Ferrari, della salma del pilota spagnolo. Nell’occasione lo lasciò di stucco la visione del monumento rievocativo, posto in quel luogo; non si capacitava dell’aspetto poco curato, irrispettoso per i caduti di quella tragedia, tanto da recarsi in Comune, non solo per protestare, ma offrendosi per le spese occorrenti a ridare dignità a quelle vittime, tra cui cinque bambini. 

Molta attenzione, vista la nostra provenienza, ad Eugenio Castellotti. Per questo nell’ultimo incontro in occasione dei suoi 93 anni, il fumettista lodigiano Alessandro Colonna gli fece omaggio di un disegno che lo raffigurava mentre sbandierava idealmente al pilota lodigiano la bandiera a scacchi. 

Onorati di averti conosciuto ti salutiamo come tu avevi voluto nel nostro ultimo incontro: "Ciao Romolo”. 

In alto, l’omaggio di Alessandro Colonna a Romolo Tavoni. 



Nella foto di Massimo Campi: Luciano Passoni, Romolo Tavoni, Lello Soncini, Filippo Petrucci e Bruno Longoni