sabato 26 novembre 2022

A Giacomo Agostini il XXII Memorial Brambilla


di Massimo Campi – immagini Raul Zacchè

Il 15 volte campione del Mondo è stato protagonista di una serata a Vedano al Lambro, nella sede del Ferrari Club dove è stato consegnato il premio che ogni anno ricorda Tino e Vittorio Brambilla. Campione in auto ed in moto, Agostini ha subito voluto sottolineare l’amicizia con Tino Brambilla ed i tanti ricordi delle vittorie nell’autodromo brianzolo. Il legame con Monza parte da lontano, quando l’11 settembre del 1966 vince il suo primo titolo mondiale.

"I miei ricordi sono legati a filo doppio a Monza fin da quando venivo a provare le nuove MV Augusta. Conoscevo i Fratelli Brambilla, Tino era già un campione ed un grande collaudatore quando io ero ancora un ragazzo. Quando ho firmato il contratto con la MV, il Conte Agusta mi ha detto “domani ti voglio provare e andiamo a Monza. Sai perché le mie moto sono molto particolari ed il posto perfetto per provarle è Monza. Passo una notte insonne per l'emozione di salire sulla MV Augusta e quando arrivo in autodromo vedo sul rettilineo dei birilli. Rimango un po’ stupito, non riesco a capire a cosa servissero ed il Direttore di pista mi dice che avevano l’ordine del Conte di farmi fare lo slalom tra i birilli!. Ma come! obbietto, quelle cose le facevo quando ero un bambino. Poi arriva Magni, il tecnico della Agusta e mi dice che il Conte vuole capire come vado e come sono di carattere. “Giacomo fai questo show e non protestare, dammi retta!” capisco il consiglio, faccio lo slalom, il Conte approva e da quel momento Monza diventa la mia pista di collaudo."

Giacomo Agostini su MV precede Mike Hailwood su Honda
alla curva parabolica nel Gran Premio delle Nazioni del 1966
(Archivio Automobile Club Milano)

Poi vinci qui il tuo primo mondiale.

"Ho un grande ricordo di quella giornata del ‘66 dove ho vinto il mio primo titolo mondiale davanti a 140.000 persone. E’ stata una emozione incredibile anche se subito non riuscivo a rendermi conto di cosa avevo fatto e di cosa avevo vinto. Ho capito solo il lunedì mattina quando mi sono alzato ho visto i giornali: ero io il campione del mondo infatti mi sono scese anche due lacrime di commozione!"

E’ stata una festa incredibile

"Mi ricordo che mi sono fermato con la gente che invadeva la pista e tutti i tifosi mi davano della pacche sul casco per contentezza della vittoria di un pilota italiano con la moto italiana, alla fine ero anche un po’ rimbambito da tutto quel tifo! Poi a Monza ho vinto altre 8 volte portando a nove il record totale dei successi."

Oltre alle gare, a Monza hai anche girato film e fotoromanzi: sei stato anche un divo dello spettacolo!

"Si, nella mia vita ho fatto diverse cose, mi ricordo un aneddoto legato proprio ad un fotoromanzo girato in Autodromo. Oltre alle moto c’era sempre la storia d’amore ed io dovevo dire “ti amo” ad una fotomodella che, con i tacchi, era alta mezzo metro più di me. La guardavo e mi veniva da ridere, arrivavo praticamente al suo seno. Allora mi hanno portato una cassetta della frutta per alzarmi, mi inquadravano solo a mezzo busto, ma comunque abbiamo dovuto ripetere un sacco di volte la scena perché ci veniva sempre troppo da ridere appena le dovevo dire che l’amavo: neppure sapevo il suo nome!"

Nella tua carriera hai avuto tanti avversari forti.

"Certamente, da Saarinen a Pasolini, Phil Read, Kenny Roberts però il più grande per me è stato sicuramente Mike Hailwood. Aveva tre anni di esperienza più di me, all’inizio è stato difficile ma ho cercato di copiare le sue traiettorie e capire come faceva a guidare così veloce. Con lui ho avuto un rapporto fantastico, era anche un gran signore. Mi ricordo quando andai per la prima volta al Tourist Trophy nel 67. Era la sua terra, la sua gara, lui sull’Isola di Man vinceva con tutte le moto, dalla 125 alla 500. Per me era difficile batterlo, ho fatto un buon tempo in prova, ma si poteva provare solo al mattino prestissimo ed imparare quel tracciato era veramente difficile. Parto in gara, all’ultimo giro sono in testa con 7 secondi su di lui, quando mi si rompe la catena prima dall’arrivo. Mi fermo, lui passa e vince. Sono veramente triste, Mike mi viene incontro e mi invita alla cena per la sua vittoria dove dice che il vero vincitore di quella gara ero io! È stato un bellissimo gesto, che non ho mai dimenticato".