giovedì 11 maggio 2023

‎Maggio crudele per il mondo delle corse

riproponiamo…


> di Piero Ventura

- Maggio è senza dubbio il più crudele dei mesi per i piloti. Il 26 maggio 1955, a Monza, muore Alberto Ascari, che si è recato sul circuito in abiti borghesi per assistere alle prove dell’amico Eugenio Castellotti; muore in un ribaltamento, schiacciato dall’auto che si è fatto prestare proprio da Castellotti per fare qualche giro. 

Muore il 10 maggio 1967, a Monaco, Lorenzo Bandini, avvolto dalle fiamme nella sua auto. Il 15 maggio 1986, muore a seguito dell’incidente avvenuto il giorno precedente sul circuito Paul Ricard a Le Castellet, il ventottenne romano Elio De Angelis. Muore il 1 maggio 1994 Ayrton Senna, dopo aver sbattuto contro il muro del Tamburello al GP di San Marino; nella sua auto viene ritrovata, intrisa di sangue, la bandiera austriaca che il pilota avrebbe sventolato in caso di vittoria, in onore di Roland Ratzenberger morto sullo stesso circuito soltanto poche ore prima. 

E forse la leggenda di Ayrton è l’unica in grado di competere con il mito che si era creato dodici anni prima, con un’altra morte di maggio: quella dell’“aviatore” Gilles Villeneuve. 

Non dimentichiamo poi: Chet Miller 15 Maggio 1953 (Prove indianapolis – La famosa 500 Miglia faceva parte del Mondiale di F1), Carl Scarborug 30 maggio 1953 (500 Miglia Indianapolis), Manny Ayulo 16 maggio 1955 (prove 500 miglia indianapolis), Bill Vukovich 30 maggio 1955 (500 Miglia Indianapolis), Keith Andrews 15 maggio 1957 (prove 500 miglia Indianapolis), Pat O’Connor 30 maggio 1958 (500 miglia Indianapolis), Jerry Unser 17 maggio 1959 (prove 500 miglia Indianapolis), Bob Cortner 19 maggio 1959 (prove 500 miglia Indianapolis) e Harry Schell 13 maggio 1960 (International Trophy). 















Foto Claudio Pezzoli-New Reporter Press; Archivio AC Milano; Foto Celso-Lodi.