martedì 15 maggio 2018

Milano-Taranto 1938. In ricordo di Giovanni Agosti

Melegnano, 16 maggio 1938 - L’attesa era stata tanta e la leggera pioggia, caduta tutta la giornata, non aveva scoraggiato i numerosi presenti. “Milano-Roma-Taranto: 1300 km in un fiato solo per i cavalieri dei 200 all’ora”: titolava così la Gazzetta dello Sport distribuita dai tanti strilloni presenti alla partenza da Rogoredo. Ed erano tutti lì che aspettavano; qualche fuoco acceso per riscaldare quella notte dall’aria umida, i banchetti improvvisati con pane, salame e qualche fiasco di vino che non aiutava a tenersi svegli. Qualche campione era già passato e altri stavano passando, dispersi nella polvere e nella scia dei fari al magnesio, labili tracce come stelle filanti immerse nel rumore dei motori. Ognuno coglieva un particolare: il numero di gara o la marca della moto, che poi, risuonando di voce in voce, diventavano il racconto della gara, così che tutti avevano visto, anche chi aveva perso la partita con la stanchezza e dormiva sul ciglio della strada. Si era appena spento l’eco che riportava tre rintocchi dei vicini campanili, poi un rumore, uno scoppio, un breve attimo di silenzio che apparve irreale, lo sguardo perso a cercare i fantasmi della paura e dello sgomento, qualcosa di indefinito aveva squarciato il cielo e la terra. Tutto accadde piuttosto in fretta, all’altezza del chiosco Pilla, sul confine tra San Giuliano e Melegnano, una leggera curva sulla sinistra, forse affrontata troppo velocemente, tradiva il coraggio indomito di Giovanni Agosti e la sua Gilera 500, numero 94. La moto è scivolata finendo in mezzo alla gente ed il pilota è stato sbalzato a terra dopo una paurosa capriola. Il pronto intervento del servizio d’ordine, il maresciallo Covelli e il brigadiere Russo della stazione dei Carabinieri di Melegnano, già presenti sul posto, riportava la calma e liberava la strada dove nel frattempo arrivavano altri concorrenti. 

Il pauroso incidente ha provocato una vittima: Umberto Vitaloni di Pietro, 31 anni, contadino, di Bascapè fr. Trognano. Altre 11 le persone coinvolte con ferite più o meno gravi: Amedeo Canevari di Giovanni, bracciante di Ponte Lambro, 16 anni; Dario Spinelli fu Giuseppe, lucidatore di mobili, 40 anni; Mario Diadante di G.Battista, elettricista di 33 anni, da Muggiò; i contadini Enrico Brera di Carlo, di Vistarino (PV), 27 anni, e Giuseppe Fusari di Carlo, San Giuliano M.se, 24 anni; Pietro Cremonesi fu Carlo, Melegnano, 40 anni; Marino Forti di Anselmo, carpentiere di Rogoredo, 19 anni e un suo coetaneo Giulio Annicasco di Eliseo, operaio di Locate T.; Pietro Gruppi, meccanico di San Giuliano Mse, 16 anni; Enrico Mariani di Luigi, tornitore di Rogoredo, 19 anni. Anche il ventiseienne pilota di Cremona è deceduto, troppo gravi le ferite riportate che hanno reso vani i tentativi dei sanitari dell’Ospedale di Melegnano, dove nel frattempo erano giunti il padre Umberto e la madre Teresa Calvi. Con loro Luigi Cibolini, concessionario Gilera di Cremona, dove l’Agosti lavorava come meccanico. La salma è già stata consegnata ai parenti; le esequie si terranno nella Chiesa di San Michele, per poi essere tumulata nel Civico Cimitero della sua città natale.

> Credits: Luciano Passoni